Darsi pace sull’autobus

Commenti

  1. Massimo Bacci dice

    Sì il bene è contagioso.

  2. Cara Maria Pia, oltre a ringraziarti personalmente per questo tuo bel post, spontaneo, disinvolto e incarnato, desidero dirti che anche sulla bacheca Facebook sta avendo un bel successo ( se puoi, fai una visitina in bacheca 🙂
    Anche i post degli altri amici autori ottengono buonissimi riscontri su Facebook, ma purtroppo non sempre riesco a scriverlo, per mancanza di tempo.
    Un abbraccio a te, Maria Pia e a tutti i nostri lettori
    con affetto
    Filomena

  3. DParlavecchio dice

    Carissima, anch’io sono un pendolare treno+autobus. Alla fine della giornata e negli anni lasciano il segno 🙂
    L’autobus è veramente una esperienza di umanità notevole vissuta tra la distanza psicologica (non vedo, non sento, non ..) o attitudine all’accoglienza come ci hai raccontato.
    Personalmente sul treno mi dedico il mio momento di accoglienza mattutina con una pratica meditativa (sull’autobus no possible) poi studio, parlo con qualcuno, .. il viaggio è un’esperienza di crescita senza nascondere che può essere anche molto pesante. UN sorriso risveglia l’anima e lascia parlare lo spirito che è in noi.
    Spero di incontrarti 🙂

    Un abbraccio e buon viaggio

    Domenico

  4. manuela mattei dice

    Cara Maria Pia, mi ha colpito molto la tua esperienza sull’autobus, è tanto tempo che non lo prendo più per problemi di salute,ma nel tuo racconto cosi dettagliato mi sentivo tra il respiro,il calore dei corp,i colori della pelle e sentivo il disagio di non avere lo spazio necessario, quello spazio vitale che tutti dovremo avere per poter guardar in faccia l’altro e qui il discorso si complica e andrei fuori tema,ma la cosa che mi preme sottolineare è questo tuo trasformare una situazione di profondo disagio in una di grande esperienza per la nostra crescita interiore,ed è qui che entra in gioco la nostra compassione , entrando in empatia con l’altro posso ascoltarlo e ascoltarmi,sentire la sua luce interiore e connettermi con essa per sciogliere quell’attrito che ci separa che ci inasprisce e allora un sorriso,un grazie,un annuire ci rende complici e muti di un condividere.Grazie per la riflessione…………….

  5. Carissimi, che riflessioni sfumate …..ed io che pensavo, rassegnata, di essere tra i pochi a prendere l’autobus con quello sguardo pacifico che voi tanto delicatamente trasformate in parole… ma io vado quasi sempre in macchina con i miei figli, ed ogni mattina quando “carolina” , così la chiamo l’auto, avvia il motore, ringrazio il cielo di questa comodità ….non mi abituo al comodo, mi sembra sempre un lusso, ogni tanto addirittura rifletto che se gli arabi decidessero di chiudere i pozzi di petrolio la nostra “civiltà” occidentale resterebbe a piedi…. e penso che in Arabia, le donne neanche possono prendere la patente …. insomma mi sento una fortunata e dico a me stessa “bhe’ se questa pacchia finisce sarà bene prenderla con filosofia e tenere le gambe allenate a camminare …”
    Conservo un animo un po’ troppo pellegrino ma è per questo che mi piace dare passaggi in macchina alle colleghe che non hanno la patente , ai miei figli, a mia madre…. perché chi prende l’autobus tutti i giorni ogni tanto possa essere sollevato da quella stanchezza che a volte accende piccole rughe di fatica, anche nei cuori più benevoli la fatica di ogni giorno va consolata con l’andare incontro, con l’offrire un cambiamento …. la bellezza è negli occhi di chi guarda ed anche in chi riceve quello sguardo come una carezza ……

  6. elisabetta dice

    scusate sono io l’anonimus della precedente

  7. Cari amici , Massimo, Filomena, Domenico, Manuela, Elisabetta!
    Grazie per aver completato con le vostre riflessioni il mio post. Sono tante le volte in cui ci troviamo tra la gente in situazioni di disagio e allora “un sorriso, un grazie, un annuire ci rende complici di un condividere”, così ha ben scritto Manuela, quindi proprio poco basta a stemperare la tensione! Per esempio anche quando si è in coda in un ufficio pubblico.
    Vi racconto ancora questo: ieri, “seccatissima” ero in coda con il numero e perciò potevo sedermi, l’ho fatto accanto a una persona molto anziana . Mi ha guardato, abbiamo simpatizzato e i tre quarti d’ora di attesa sono passati nell’ascoltare le sue vicissitudini in tempo di guerra, quando era addetto a servizi di telecomunicazioni. Ho imparato tante cose che ignoravo!
    Forse è giusto addestrarsi ad amare nel piccolo per sapere amare anche nel grande!
    Elisabetta, quale piacere sarà ricevere un passaggio in auto da te! Mariapia

  8. cara Maria Pia
    la prima parte del tuo post ha evocato in me l’adolescenza: pendolare sul treno dagli undici ai venti anni, ma, le emozioni che ricordo son differenti e molto da quelle che tu descrivi.
    La caciara con gli amici e anche il corpo a corpo, quando lo stai scoprendo, son differenti e non ti separa neppure l’odore dall’altro, anzi quasi t’attrae. Anche le “etinie” tutt’al più erano riconducibili a “nord e sud” d’Italia e non “del mondo”.

    Oggi mi muovo poco anche coi mezzi pubblici; mi piace camminare e il bus praticamente non lo conosco, ma quel che tu descrivi lo vivo in parte nelle “file” all’ASL o in qualche altro ufficio e riconosco che è proprio il nostro stato interiore che colora in modo circolare la vita.

    Proprio ora osservo che mentre son veloce (e piena di pretese) viaggiando nello spirito, mi rilasso: “sorrido e mi abbandono”, nella quotidianità.

    Il lavoro fatto in questi anni sta portando i suoi frutti.
    Grazie per la bella riflessione, ciao e buone vacanze.

    Rosella

  9. Grazie, Rosella, per il tuo rilassarti e abbandonarsi nella quotidianità! La quotidianità è molto importante! Buone vacanze anche a te e a tutti! Mariapia

  10. Sono pendolare da 26 anni e temo di essere, spesso, una di quelle facce un po’ diffidenti un po’ stanche un po’ imbronciate che si incontrano sui treni – oops! È vero però che i mezzi pubblici sono una vetrina particolarmente ricca e divertente dei più diversi tipi umani…
    Grazie Mariapia per questa vivida descrizione.
    iside

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