Fin dai primi incontri dei corsi Darsi Pace impariamo a prendere familiarità con i nostri pensieri, a divenirne consapevoli, distinguendoli sempre più nettamente.
La pratica meditativa ci insegna a dare ordine alla nostra postura fisica, a concentrarci sul respiro, e a mettere a fuoco la turba dei pensieri che si affollano nella nostra mente, ingolfandola ed assediandola. Per svolgere correttamente la pratica giungendo a godere dello stato di pacificazione ed apertura che ci dona il desiderato sollievo e l’inattesa chiarezza di mente, è necessario individuare i pensieri che ostacolano il nostro processo di liberazione e svuotamento interiori, occorre riconoscerli “pescandoli” uno ad uno, accoglierli sorridendo e spegnerli con decisione.
Gli esercizi di autoconoscimento che siamo sollecitati a svolgere durante i sette anni del cammino di Darsi Pace ci consentono di percorrere e ripercorrere il filo dei nostri pensieri e ci aiutano a scovare le emozioni che li producono. Emozioni negative, represse e non riconosciute come la rabbia e la paura che inevitabilmente abitano le nostre più abissali profondità, non possono che produrre pensieri di ostilità ed avversione, creando le spirali di inimicizia e guerra che quotidianamente avvelenano le nostre vite, i nostri rapporti.
Con la pratica meditativa e con gli esercizi di autoconoscimento psicologico possiamo non soltanto conoscere-riconoscere i nostri pensieri ego-centrati, le nostre emozioni negative e distruttive, ma possiamo anche gradualmente liberarcene, attenuandoli, sottraendo loro l’energia che li mantiene attivi e vitali. Non è infatti indifferente pensare una cosa piuttosto che un’altra perché i nostri pensieri producono la realtà, prendono forma e consistenza nel mondo in cui viviamo. Da qui scaturisce l’urgente necessità di concepire pensieri benefici e sananti, che collaborino alla creazione/ricreazione di un’umanità nuova e felice, come immaginata dal Padre.
E a proposito di pensieri, in quest’estate che fatica tanto ad arrivare, vi propongo una poesia scritta una decina d’anni fa, che scherzosamente definisco psicoanal-ittica: leggendola potrete capire perché 🙂
Pensieri nel mare
l’ippocampo
bizzarra miniatura
cavalca bellicoso impertinente
sopra scogli sommersi
tra squarci e fenditure
incrostati di acquatici licheni
un’anguilla
su se stessa attorta
si sviluppa si tende
si allunga diffidente
per sgusciare ad ogni stretta
crinali di ostriche e conchiglie
nascondigli di lunatiche perle
madrepore dipinte d’acquerelli
sciami di pesci iridescenti
guizzanti sfuggono
a squali ruggenti
i granchi
qua e là
corrono obliqui,
forse ripensamenti,
i gamberi vanno al passato,
ricordi corrodenti,
anemoni e meduse
strappi antichi ancora urenti
sul fondale
un castello sabbioso
con le guglie,
mai scalfito
una spugna
oscilla alla corrente
è mare
la mia mente
Auguro a voi tutti buone vacanze e … buona pesca !
Filomena
Che bella l’idea della nostra mente come un mare….troppo spesso in tempesta direi!
La ricerca della pacificazione quotidiana è diventata ormai per me una costante a volte difficile da attuare nel concreto, ma la consapevolezza è sempre presente.
E quando il mare si acquieta tutto è pace, gioia e dedizione.
Grazie Filomena un abbraccio Gabriella
Molto bella la poesia psicoanal-ittica!
Attraverso le pratiche meditativa e di auto conoscimento, imparo a pescare, uno ad uno, i pensieri bellicosi, ego centrati e a comprendere quanto siano determinati dai cattivi umori, da emozioni negative, distruttive.
Quando rinuncio a questi pensieri e li lascio andare, mi sento portata dalla corrente verso il castello sabbioso mai scalfito, in un mare Infinito e posso dire, come Leopardi, che il naufragar m’è dolce in questo mare.
Grazie e un abbraccio.
Giuliana
Grazie a voi, carissime
ricambio gli abbracci con affetto
Filomena