Scena 1
Bello questo specchio trasparente! Che ideona che ho avuto! In questo modo posso osservare i miei pazienti nella sala di attesa senza essere visto… già, osservare, questo i grandi analisti sanno fare e io, modestamente, ho una certa vocazione.
Com’è che si dice: “non bisogna avere la risposta pronta, ma cercare sempre la domanda”.
Guarda che bei calzini che ha quello, sicuramente ha subito un trauma dalla zia. Oppure quello, con quel naso, sicuramente è una nevrosi con complicanze gastrointestinali ambulante. E poi quello, si vede che è della Lazio, ma per fortuna quello laggiù in fondo è della Roma… Certo che la Roma quest’anno non va proprio, forse dipende dall’allenatore…
No, no, devo osservare, OSSERVARE! Però che fame che ho, speriamo che finisca presto, stasera c’è la pizza, slurp!
Ah si, osservare…
… il motore… il vero motore… la morte… il motore del mio scouter non funziona volevo dire… come diceva il meccanico sotto casa? Parlava del vero motore, della morte… e poi se n’è uscito con una frase… tipo: “la deriva nichilista da una parte e quella fondamentalista dall’altra, stanno alla base delle figurazioni dell’ego terminale occidentale”. Bah! Roba da matti!…
Ah si, devo OSSERVARE!
Scena 2
– Prego signor Arlecchino, si sdrai sul lettino.
– E perché? mica ho sonno che devo dormire.
– Povera anima ferita! Adesso ci penso io! Lei si deve rilassare, solo se si rilassa possiamo lavorare sul suo inconscio.
– No grazie, non lo voglio il coscio, preferisco il petto…
– Ottimo! Stiamo procedendo bene. Lei è pieno di difese, ma non si preoccupi! Ci sono qua io che la posso aiutare, le ricordo che si deve rilassare, ma deve fare un pochino in fretta perché non abbiamo un’eternità…
– Dottò, la vuole sentire na barzelletta?
– Benissimo! Si RILASSI e mi parli del rapporto che ha con i suoi genitori, in particolare con la sua figura MATERNA.
– Dottò io tifo Lazio e lei?
Scena 3
– Signora mia cara, ma che cosa era tutto questo trambusto nelle scale?
– Da non crederci, da non crederci… il dottore del secondo piano, l’hanno portato via in ambulanza con una camicia di forza. Era impazzito: pare che dopo aver malmenato un suo paziente e distrutto il suo studio, si sia spogliato nudo e abbia cominciato a correre per le scale farneticando, gridava: “si, mamma, farò il bravo, adesso mi rilasso”.
– Ma è impossibile! Io lo conosco da una vita, una così brava persona, cosi a modo, anche da bambino era così bravo a scuola… aiutava tanto la sua mamma, ah la mamma! Che santa donna!
– E’ vero, si figuri che erano anche così devoti, tutte le domeniche a messa c’era sempre tutta la famiglia, non mancava proprio nessuno!
Puo’ darsi che io non sappia cogliere la sottile ironia e l’intelligenza del tuo post. Forse in Libia sara’ compresa meglio. Ma la giornata mi sembra si presti di piu’ ad un anticipo di Quaresima, al
raccoglimento e alla preghiera.
Carissimo Anonimo, non essere troppo modesto, il tuo commento è talmente coerente con il mio post, anzi direi addirittura più efficace nel trasmetterne il messaggio. Grazie! Non sono ironico. Ciao.
Con maggiore chiarezza vedo in me la mascherina accondiscendente che reprime la tigre pronta a sbranare, un falso amore fondato sulla paura che nasconde violenza e si manifesta in azioni apparentemente buone e corrette, ma anche spietate e crudeli perché nascono da uno stato di prigionia.
Il lavoro nel gruppo formatori e di approfondimento terminato ieri, sempre intenso e coinvolgente, mi ha aiutato a osservarmi meglio nella dinamica maschera-ombra.
Relazionarci come belle mascherine è davvero noioso.
E’ più divertente la quaresima, come dice Marco, ci permette di comprendere che né la maschera, né l’ombra sono vincenti.
Per questo diventa sempre più urgente entrare in conversione, sia personalmente che collettivamente.
“Finchè tacevo si consumavano le mie ossa
e ruggivo tutto il giorno
Allora ho confessato il mio peccato
non ho nascosto la mia colpa
ho detto:”Confesserò contro di me
le mie rivolte al Signore”
e tu hai portato la colpa
e il mio peccato .” (S. 32, 4-5)
Il laboratorio dP è la palestra dove sto imparando la conversione del cuore.
Grazie Andrea e un abbraccio.
Giuliana
Fin dalla più tenera età ho provato sgomento nella contraddizione fra la parola e la persona, fra ciò che le persone dicevano, magari pubblicamente, e il loro comportamento, diciamo la qualità umana, la modalità di relazione. la capacità di empatia…
e di conseguenza ho cercato di
non essere smaccatamente incoerente.
Probabilmente è solo una mia idea fissa dalla quale devo liberarmi.
Consigliate i dubbiosi. Grazie
Grazie Andrea, per questa gabbia di matti che hai evidenziato così bene e che è spesso il nostro scambio relazionale ordinario… la follia sembra alle porte della coscienza e nessuno, pare, si salvi. Anche il medico, e forse più degli altri, è a rischio…..
La maschera, ogni maschera, produce la sua ombra: le mascherine convenzionali dei benpensanti, e quella gigantesca di un Occidente che ha abdicato al suo compito fondamentale e si ritrova l’ombra-Jekill di tagliagole spietati e sempre più minacciosi. Il compito fondamentale, mentre certamente c’è necessità di amministrare le prossime catastrofi del treno in corsa, è ricordare a noi stessi chi siamo: esseri spirituali, luoghi di manifestazione di spiriti, campi di battaglia di forze più grandi di noi. E sviluppare il discernimento degli spiriti, lavorare per comprendere a chi diamo la nostra anima, a quali parole affidare la guida della nostra vita.
Un saluto e buon inizio di quaresima! Paola
Andrea, innanzitutto ciao! hai messo in scena un tragicomico carnevale che mi ha fatto ricordare una rappresentazione di Marco (frequento il primo anno di darsi pace) in cui rappresenta ciò che capita di frequente in noi tutti; vale a dire la dis-integrazione del nostro essere tra ciò che pensiamo-sentiamo-diciamo e facciamo. partiamo da lì tante volte, lo credo anch’io. Bene questo è il carnevale con le mascherine! che dire: buona quaresima a tutti noi darsipacisti.
…sì, giù la maschera, finalmente! E’ la prima volta che mi ritrovo a fare gli auguri, in piena consapevolezza, di BUONA QUARESIMA a tutti (magari! potremmo già gioire della futura primavera), mcarla
Cari tutti, allora tana libera tutti e giù la maschera!
Grazie mille per i vostri preziosi contributi.
Che forte questa rappresentazione! Ieri è finito il carnevale, ma il teatrino continua non conosce Quaresima. Per noi può essere il momento di maggior consapevolezza della nostra maschera quotidiana che magari sorride ma che in realtà può ferire come non mai.
Con le ceneri ancora sul capo mi raccolgo in silenzio e chiedo più luce e speranza! Gabriella