Ho provato, su invito di Marco, a rispondere alla domanda “Perché Darsi Pace”, partendo, come è consono nel nostro lavoro, dall’ascolto della mia esperienza personale. I motivi che mi hanno portato ad incontrare Darsi Pace sono stati diversi, ma fondamentalmente era il bisogno di “dinamite pura” quello che stavo cercando, qualcosa cioè che riuscisse a frantumare una prigione interiore nella quale stavo morendo soffocata, una dinamite “rigenerativa” quindi, non solo distruttiva, che mi indicasse anche il modo di recuperare i pezzi rotti, plasmandoli da dentro, e di assemblarli armonicamente tra loro.
Così, solo attraverso l’esperienza diretta ho iniziato per la prima volta a capire cosa si intende per Parola di Dio e quale significato concreto potesse avere per la mia vita. Non me ne ero mai interessata prima, anzi mi infastidiva solo sentirne parlare. Non è stato facile vincere le mie resistenze e ammetto che alcune parti della “vecchia me” ancora resistono fortemente, ma quantomeno ho compreso che la ricerca di Dio non è qualcosa di sconnesso dalla mia vita e non è neanche solo il bisogno intellettivo di trovare un senso alle cose. E’ molto di più, e riassorbe tutti i piani della soggettività. Il gusto per la pratica richiama la pratica stessa e i dubbi e le resistenze si lasciano modellare come pietra dall’acqua.
C’è una frase che Marco disse in uno degli incontri del primo o del secondo anno che mi ha colpito in particolare, e cioè che Gesù agisce per seduzione, per fascinazione e tu cedi perché alla fine ti accorgi che non c’è niente altro che ti da più. Ed è proprio così. Infatti una volta abbandonato il pregiudizio ci si accorge di tutta la forza poetica e insieme rivoluzionaria dei Vangeli. Lì c’è tutta la profondità, l’amore, la saggezza, la consolazione, la pace e la giustizia a lungo cercati. Mi sono accorta che c’era molto più pregiudizio in me di quello che cercavo di contrastare, perché non c’era un motivo per non leggerli se non il pregiudizio stesso.
In questo senso quindi il Verbo può tornare ad incarnarsi, come si legge nel Prologo di Giovanni. E’ la forza del pensiero, che divenuto parola, scende nella fisicità dell’esistenza e opera dei cambiamenti non solo mentali, di apprendimento cognitivo, ma fisici, capaci cioè di far vivere ad un altro livello e diversa-mente. E’ da questa prospettiva che il Logos rivela tutto il fuoco della sua attualità e torna ad incarnarsi fisicamente nella mia vita giorno per giorno, nutrendo le parti ferite, essendone il collante che le lega, e restituendomi infine qualcosa di inedito. La ricerca spirituale autentica è quindi qualcosa che riguarda una trasformazione permanente nel suo farsi, e totalitaria nel suo raggio di azione. E questo senza stravolgere ciò che siamo, che è una delle possibili paure che possono ostacolare il percorso.
Nei gruppi Darsi Pace la Con-versione riguarda innanzitutto proprio l’accoglienza di ciò che si è, senza reprimerlo, attraverso un ascolto paziente, che si fa strada giorno per giorno, nello scorrere della vita. Si comprende quindi che coltivare la Reazione con Dio è coltivare la Relazione con se stessi, perché è la Parola che entra nella nostra storia personale e la illumina di una luce nuova, corregge quello che abbiamo distorto, amplifica i nostri talenti, ci accompagna in tutto ciò che facciamo, ponendoci nel giusto rapporto con le cose. Non è un miracolo, è una pratica che si alimenta della pratica stessa, ovvero che restituisce frutti proporzionali alla dedizione che le concediamo.
Io credo che i Gruppi Darsi Pace rispondano al bisogno di un’esperienza che sia estremamente concreta, perché tocca corde estremamente dolorose (e il dolore è quanto di più concreto esista) ma nello stesso tempo inedita e straordinaria, perché è questo dolore stesso che trasformato attraverso la meditazione e la contemplazione ce ne restituisce il senso.
Cara Maila,
grazie per averci offerto queste preziose e profonde riflessioni traducendole nella semplicità di un’esperienza vissuta.
E’ di questo che abbiamo bisogno: testimonianze credibili e non ideologiche della trasformazione.
Un abbraccio! Paola
Cara Maila, grazie per la tua bellissima lettera. Sottoscrivo in pieno tutto quanto così ben detto da te circa “gli effetti” DP! Ho percorso tante strade prima di approdare a questi gruppi, ma ultimamente (come te sono al 3° anno) sentivo il bisogno di un compendio, di una sintesi incarnata di tutto il lavoro effettuato. Per quanto validi, nessuno dei percorsi è stato così riassuntivo/globale/incarnato. Nessuno così avvicinante/rispondente a Quella Voce Che premeva perchè voleva diventare sempre più me stessa e io non sapevo più come! Questo percorso per me è una gioia: vivo tutta la giornata alla luce di questa “dinamite pura” e la Voce ora si è impastata con tutto il mio essere, ed è complice guida nella trasformazione quotidiana.
A te e a tutti noi , buon proseguimento nella Luce e nella nostra Verità! Maria Rosaria
Cara Paola, cara Maria Rosaria
grazie per i vostri commenti. Maria Rosaria (si si so benissimo chi sei , ti leggo sempre nel nostro sito riservato!) anche io come te ho percorso tante strade. Ho iniziato con lo Yoga alcuni fa, poi nel frattempo leggevo di tutto, presa dall’inquietudine di trovare risposte/ percorsi che mi conducessero a me, là dove intuivo che mi ero rannicchiata senza riuscire a tirarmi fuori in nessun modo! Presentivo che c’era un’altra me, ma non capivo bene chi era, che doveva fare, che voleva….Una confusione totale! Però alla fine dopo tanto cercare niente mi ha convinta di più di un Dio che accetta perfino la croce pur di rendere testimonianza del suo insegnamento. Prima questo messaggio mi incuteva angoscia e un forte senso di colpa che non accettavo (ma questo per come ci è stato trasmesso). Invece ora, da quando l’ho assimilato nel suo significato profondo non smette di commuovermi, mi fa davvero piangere! E come si fa a non “innamorarsi” di un Dio/Uomo così profondamente etico? Che accetta di morire per rendere verità di quello che dice? E’ lì che quasi senza accorgersene, quasi senza volerlo del tutto ci si ritrova pian piano a seguirlo . Poi nell’intimità di questa relazione fatta di silenzi e ascolti ha iniziato a venir fuori “l’altra me” che prima solo a malapena percepivo. Per questo ora considero inscindibili la ricerca spirituale e la ricerca di sé, per quanto sempre cosciente delle difficoltà e delle resistenze che quotidianamente incontro.
Un abbraccio
Maila
Cia, ringrazio Maila per il post e approfitto per salutare i compagni del 3o anno.
In aggiunta a quanto letto nel post e nei commenti, voglio dire che spesso un subdolo pensiero che ha collaborato alla mia distrazione spirituale (intendo la distrazione e disimpegno nei confronti della ricerca di Dio) e ‘ il fatto che la mia vita e le sue dinamiche, nella loro piccolezza e mediocrita’, non potessero in alcun modo ne’ interessare questo creatore ne’ riguardarlo, ne’ attirare la sua considerazione anche per me…con tutti i problem che ci sono al mondo! A niente valevano le parole che spesso sentivo/ho sentito ‘Dio ama ognuno di noi come fosse il piu’ importante’, che in genere risuonavano come false promesse o retorica da sermone… Poi mi ritrovavo puntualmente davanti a cio’ che sono e cio’ che incontro, e mi dicevo, va beh…lasciamo perdere, e vediamo di cavarcela da soli, con quel poco che ho in mano…
Ecco da qualche tempo invece sento insinuatosi nel mio animo un pernsiero sottile ma insistente che invece sussurra: non sei abbandonato da chi ti ha creato, sono presente proprio in quei secondi li’ che passano per te e con te in quella situazione povera nel centro della tua poverta’.
Anche le letture di ieri, che come da alcuni mesi faccio, ho preso in mano dopo la meditatazione mattutina, mi sono parse come dire, anzi cantare con una certa forza amorevole il pensiero di cui ho scritto sopra.
Va bene, adesso devo andare o faccio tardi.
Un caro saluto a tutte/i
Alfredo
Ciao Alfredo!
Ci manchi nello spazio riservato 🙂
Hai proprio ragione! Anche su di me quelle parole risuonavano come false e retoriche, anzi una bella rottura di scatole !…Oserei aggiungere… E’ solo quando ci mettiamo in ricerca seria, quando convergiamo lo sguardo verso noi stessi che cominciano a risuonare come qualcosa che ci riguarda. Ma finché rimaniamo nella modalità del “tappabuchi” e cioè: “sto male, non capisco perché…va beh chi se ne frega tanto stasera esco e mi ubriaco o vado a dormire tanto domani è un altro giorno e passerà, oppure si ma il mio impegno di lavoro mi aiuterà a non pensarci” allora no, tutto quel gran fracasso, quel rumore di fondo non ci aiuta né ad andare alla ricerca della radice del malessere, né quindi a scoprire che ci possono essere dei cammini spirituali di grande supporto alla ricerca stessa e quindi alla guarigione. Poi sono d’accordo con Marco quando dice che possiamo scegliere noi liberamente il cammino da intraprendere, basta che lo facciamo seriamente e con criterio.
Un caro saluto a te.
Maila
Siete riusciti a commuovermi con i vostri scritti…in cui mi ci ritrovo, eccome!
Soprattutto sento mio quel ‘pregiudizio’ che dentro di me fa un’enorme resistenza a lasciarmi ‘affascinare’ dalla proposta del Cristo. Comunque è anche vero che sempre di più si fa spazio in me la sensazione che “altro” sia possibile; la sento soprattutto al mattino e, anche se la stanchezza di fine giornata me ne conserva solo l’eco, ciò nonostante non se ne va del tutto!
Ho rivisto il video della conferenza di Marco su Etty Hillesum…vi consiglio vivamente di vederlo (se non lo avete ancora fatto) perché ritengo straordinariamente attuale la sua testimonianza dell’ incontro che lei fa con Dio in situazioni di vita così estreme. Ti viene davvero da chiederti: “…ma allora è possibile anche per noi?”
mcarla
Ciao Maria Carla!
Mi viene voglia di abbracciarti!
Hai ragione Etty Hillesum è straordinaria, da quando l’ho scoperta mi sembra una mia amica 🙂 mi piacciono di lei tante cose…innanzitutto che era una ragazza un po’ ribelle per i costumi dell’epoca ( io adoro i ribelli,…Ma quelli autentici …Infatti Cristo era un ribelle se ci pensi!) e poi una pensatrice indipendente. Se pensiamo che era una giovane ragazza, vissuta negli anni quaranta c’è da farsi venire i brividi per quanto era coraggiosa.
Grazie per averci ricordato la conferenza di Marco su di lei!
Un caro saluto!
Maila
Eh, sì! INSORGERE per RISORGERE…lo ha detto bene Marco qualche giorno fa in uno dei suoi ‘post’ su Facebook (e sempre lui ci ha ricordato -in un incontro dei gruppi- che il mettersi seduti a meditare è già di per sé ‘rivoluzionario’, proprio perché ci permette di accedere a uno stato mentale che è ‘altro’ rispetto all’ordine di questo mondo, e quindi lo contesta.
Anch’io sono affascinata dalla carica vitale di questi ‘ribelli’ e dalla loro libertà di pensiero…una promessa di vita vera per tutti noi, ciao, mcarla
P.S. dimenticavo Maila! ricambio di cuore l’abbraccio, mcarla
—
Cara Maila,
che gioia ritrovarti nel blog!
Io credo che siamo già immersi, ancor prima di prenderne coscienza, in una comunicazione nella quale Dio stesso in Cristo si dona a noi.
Entrare in conversione è riconoscere la nostra povertà e imparare a pregare, cioè a entrare in comunicazione con Dio.
La Parola di Dio comunicata a noi è il vero inizio della comunicazione cristiana, come scrive Enzo Bianchi ( Lessico della vita interiore, pag.199)
Grazie e un forte abbraccio.
Giuliana
Posso unirmi anch’io nel vostro abbraccio? Dentro quell’ardore appassionato che hai così ben trasmesso con il tuo post? Ho tanto bisogno di sentire l’umano come la presenza corporea dell’affetto del divino… Grazie Maila per aver condiviso le tue scoperte accanto alle fatiche! La via è stretta ma affascinante!
iside
Ciao Giuliana, Ciao Iside!
Giuliana se mi trovi nel blog è merito del lavoro di DP che mi sollecita ad uscire fuori dal mio “comodo riparo” dove nessuno mi vede e mi legge (a questo punto) e io mi sento al sicuro. Hai ragione, la comunicazione è incessante. Infatti quando parlavo di quel malessere profondo che presentivo ma che non riuscivo ad identificare ero già sulla via della conversione, che consiste appunto nel riconoscere questo disagio, questa povertà, e cercare di entrare in contatto profondo con se stessi. Lì trovi già la strada e se apri il cuore con umiltà e lì che accogli la Parola che ti guarisce, ma solo in quel momento, quando ormai tutte le difese sono crollate e riesce a far breccia. Per quanto mi riguarda avevo messo delle barriere così alte e inespugnabili che la Vita mi ha proprio messo nella condizione di andare in frantumi per farmi cedere un po’…E oggi dico…menomale… ma lì per lì è stato tremendo il fragore. Più sono forti le resistenze più il “botto” è forte.
Iside, siamo tutti uniti in un caldo abbraccio anche se ci dividono i monitor! Non mi senti già lì? 🙂
E’ vero la porta è stretta…Molto…Infatti un giorno devo trovare il coraggio di pubblicare un post sulle resistenze che incontro. Questa scelta non è una scelta comoda, non è per niente neutra, spesso porta a delle divisioni e io vorrei stare in pace e armonia con il mondo intero! Per me è difficile quindi accettare lo scontro che a volte inevitabilmente si crea, mi sento proprio come San Lorenzo sulla graticola, e cioè mi torturo interiormente. Fuori da questo contesto faccio fatica a trovare le parole per riuscire a spiegarmi e ancor più a trovare qualcuno che riesca a capirmi. E’ difficile che qualcuno che non abbia fatto lo stesso percorso riesca a sintonizzarsi su queste frequenze. Queste parole suonano come suonavano a me prima della “frantumazione”, e cioè un po’ sciocche, me ne rendo conto e mi ricordo bene di come ero io…Oggi faccio fatica a portare DP fuori da DP, e forse non ne sono ancora pronta. La strada è lunga!
Un caro saluto
Maila
Cara Maila, ormai stai uscendo dal comodo rifugio, e non ci tornerai più, la tua voce diventa necessaria per molti, e, senza fretta, saprai portarla questa voce, come una autentica portavoce di liberazione. Ciao. Marco
Eh si….Tanto non c’è altra scelta…Una volta che Lui ha deciso che gli devi dare una mano mica ti molla facilmente!!!
Di nuovo ti saluto Maila, gradendo anche la tua “punzecchiata” sull’assenza dall’area riservata 🙂 …
Ne sono consapevole e in questo periodo a volte mi son detto “mannaggia, la frequento poco…”…Mi credi?
E’ cosi’, mi da’ un certo dispiacere…ma credo di dire qualcosa di vero nell’affermare che DP mi aiuta anche a “dimensionare” correttamente questo dispiacere… Nel senso che non si trasforma in senso di colpa (come in passato avrei facilmente provato, nella mia illusione di poter essere tutto in tutto). Sembra una piccola cosa, ma credo che non lo sia…ed effettivamente in questo periodo la mia quotidianita’ e’ particolarmente congestionata per questioni concrete, che nel giro di qualche tempo dovrebbero risolversi…e allora mi do pace pensando anche a parole udite da Marco “ognuno qui prenda cio’ di cui sente il bisogno e solo quello di cui sente il bisogno”…
E posso anche con una certa gioia interiore dire che quel “congestionamento” non e’ solo qualcosa che subisco, ma in parte frutto di un desiderio vivace e vitale che mi porta con determinazione a salvare appena posso un poco di tempo per un’altro “percorso” che sento di dover coltivare, anche se magari oltre a me stesso potrebbe non portare nulla a nessuno…. Ma credo che anche DP sia tra gli eventi che in questi ultimi anni abbiano collaborato nel farmi riprendere in mano, per quello che a me e’ dato di poter fare – non molto-, quei pochi spazi di liberta’ (qui intesa come il tempo in cui si puo’ davvero fare nient’altro che non sia cio’ che piu’ profondamente si vuole, cosa a mio parere di valore inestimabile di questi tempi, per molti di noi) di cui dispongo per coltivare appunto anche quest’altro percorso di cui sento il bisogno.
Forse sembro andato fuori tema, il succo di quanto ho scritto altro non e’ che dire il bene che provo nel praticare il metodo che sto apprendendo in DP (in particolare meditazione e contemplazione, per me diventati esercizi quotidiani)…. E allora, avanti cosi’! 🙂 🙂
Buon sabato e buona domenica
Alfredo
Ciao Maila, sono contenta di sentirti in questo dinamismo di fuoco, mi ricordo quando rannicchiata dentro un comodo rifugio, privo di aria e di luce, ti ho conosciuta, quanto ho lottato per richiamarti fuori, poi la proposta di partecipare ai gruppi Darsi Pace e il tuo accoglierlo con entusiasmo e fiducia.
Oggi sento che sei nel pieno della rinascita e ti auguro di rimanere sempre aderente al dinamismo e alla potenza della Parola per tutti i tuoi giorni, certa che contribuirai al desiderio di Gesù:
” Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso” (Luca 12,49).
Patrizia
Ciao Alfredo,
certamente è giusto non sentirsi in colpa! La partecipazione viene come un movimento spontaneo, noi sappiamo bene che non dobbiamo forzare nulla. Io stessa sono stata latente per anni. La mia partecipazione è stato un frutto maturato lentamente.
Cara Patrizia,
a proposito di processi maturati lentamente, tu meglio di chiunque altro sa bene quanto mi è costato lo smantellamento della mia struttura, che seppur senza acqua e luce era pur sempre una struttura, falsa ma lo era, e quindi la disperazione nel trovarsi senza “niente”, sperduta lassù, lontano da tutto e da tutti. Certamente ti sarò sempre grata per essermi stata di sostegno in quella fase lunga e pesante, che per tutta la vita ricorderò per sempre come oscura, ma per fortuna ho avuto fiducia quando mi dicevi di tener duro, che prima o poi ce l’avrei fatta. E senza te e senza Darsi Pace non ce l’avrei fatta davvero. Avrei mollato tutto o chissà che altro….Non ci voglio nemmeno pensare…
Ti abbraccio forte e con affetto.
Maila
carissime e carissimi leggendo la bella testimonianza di Maila e i vostri personali commenti un canto di Taizè,risuona in me…e si espande fino a tutti voi
Veni Sancte Spiritus,
tuis amoris ignem accende,
veni Sancte Spiritus
veni Sancte Spiritus
è un canto che mi accompagna nei momenti meditativi…..
un abbraccio caloroso Irenilde
Cara Irenilde,
grazie per averci fatto dono di questo bel canto e per esserti unita a noi attraverso il tuo abbraccio caloroso.
Un caldo abbraccio a te!
Maila