L’attributo di Dio che più m’incanta è TENEREZZA.
Sì! Dio è tenerezza!
Credo che ogni manifestazione di tenerezza donata e ricevuta sia Dio.
La tenerezza quando arriva all’uomo seguendo il linguaggio più profondo del suo essere ha la capacità di guarire e liberare. Ha la forza poderosa di far rifiorire di sogni e grandi desideri il cuore arido di senso e spingerlo al suo pieno compimento, alla realizzazione della sua missione.
La tenerezza arriva in infinità di mediazioni, modi e sfumature ma quando è “rivelazione”, quando il velo dell’ignoranza viene un po’ sollevato, l’uomo vede la sua grandiosità di creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio e la vita cambia. La vita dell’uomo si erge allora in tutta la sua magnificenza riempiendo di fecondità tutto ciò che trova nel suo cammino.
Per lo stesso motivo e con effetti opposti, penso che la tenerezza negata abbia il potere di incatenare l’uomo rendendolo schiavo delle sue paure; e nel tempo ferite, insicurezze, frustrazioni, rabbia e violenza (più o meno consce) conquistando ampi spazi del suo cuore sfigurano la sua natura semplice e bellissima fatta per Amore e per l’Amore.
Ma niente è perduto! C’è sempre speranza!
Attraverso il cammino con Darsi Pace, e specialmente con la pratica meditativa, ho scoperto la particolare tenerezza di cui avevo bisogno, il luogo in cui essa abita e la mediazione di cui Dio si è servito per prodigarmela.
Quella tenerezza non era lontana da me, non era fuori di me, era proprio dentro di me! Era Dio in me! E la mediazione di cui Egli si è servito per riversarla nella mia vita ferita è stata principalmente la mia persona per me stessa!
I semplici “versi” che seguono, risalenti a poco più di un anno fa, rappresentano un semplice segno di questa mia ricerca di libertà, un inizio di compimento dei miei desideri…
Angoli bui senza nome
come muti fantasmi,
circondano quali cupe pareti mobili l’essere.
E fanno tremare quel piccolo cuore
che guarda con occhi di paura l’oscura ombra.
Sinistra ombra di sadica risata,
gode al terrore di quel piccolo cuore.
L’essere, immobile e sordo,
è ignaro ancora nella sua carne
della sua potenza e grandezza.
Il nero panno che circonda la via
è come grandi acque.
Vuole uccidere quel piccolo vermiciattolo
Dalle gambe tremanti e ali possenti.
La notte è buffa! fa proprio ridere!
Può offendere, burlarsi, infamare
ma non un passo osa, la notte fifona,
verso quel piccolo grande essere
Nato da Dio
Radioso di eternità e immortalità.
Luce penetrante che dai senso a tutto.
La notte è essa stessa cammino!
La scintilla di eternità
che trabocca dal vermiciattolo (splendida creatura!)
gli da senso, l’esistere.
Ed egli ancora non osa spiegare le sue ali possenti.
Non osa la sua fierezza (enigma d’Amore!)
per bisogno di tenerezza.
E continua il cammino
La notte si dilegua
ciao Agata, che bella esperienza ci trasmetti! il buio vuol stringere il cuore, ma la luce lo vince, ridicolizzandolo.
vero! l’ho sperimentato anch’io. chi stringe il fanciullo ferito ed impaurito in noi? ma certo, l’energia divina che, anch’essa, ci abita: dobbiamo “solo” aver fiducia,
tempo fa Marco disse che il nostro corpo è il campo di battaglia, parole che mi rimasero impresse, questa che hai raccontato è una lotta, che tutti noi, coscienti o meno, viviamo.
la tenerezza di cui parli è una benedizione, un nettare divino da sorseggiare grati, quando la viviamo tutto cambia.
bene! proseguiamo in ottimismo, quella dei percorsi Darsi pace è una bella avventura.
grazie Massimo
… e sì la mancanza di tenerezza sfigura il cuore e la tenerezza di Dio lo trasfigura, ho vissuto lo sfregio che provoca la mancanza di tenerezza in un cuore di bambina e come te nella meditazione vivo all’abbraccio infinitamente tenero e risanante del Padre.
Agata il tuo post mi ha accarezzato con tenerezza e mi ha fatto sentire meno sola nel luogo delle mie ferite, una magnifica creatura dalle gambe tremanti e dalle ali possenti.
Ti abbraccio. Patrizia
Bellissima poesia Agata, anche io mi sono ritrovata nelle tue parole e nel processo di trasformazione che sei riuscita a rendere così bene.
Un abbraccio
Maila
Struggente e confortante.
Grazie di aver condiviso.
Stefania
Grazie, carissimi!
Le vostre parole, Massimo, Stefania, Maila, Patrizia: un’altra incoraggiante e deliziosa sfumatura della tenerezza di Dio. E’ bello scoprire di essere “insieme” nella lotta per la ricerca della Verità; e confortante ed entusiasmante trovare altri “cercatori di perle” nell’Avventura della vita; sentirsi ed essere sempre più uniti, nel portare avanti i valori unici che ci abitano, superando ostacoli e paure…solitudini…
Il “sogno” che portiamo dentro dolcemente, delicatamente, pazientemente sorge!
Grazie di cuore del Viaggio insieme….
Felice giornata!
Un abbraccio,
Agata
Non so perché mi sono sempre negata di esprimere tenerezza…forse perché una delle ingiunzioni percepite da bambina era “non entrare in intimità”. Il blocco emotivo che mi ha impedito a volte anche un gesto tenero come un abbraccio si sta sciogliendo (se pur a fatica) con il lavoro di Darsi Pace. Grazie Agata per questo pensiero e per i tuoi bellissimi versi. Gabriella
Grazie Gabriella!
Tante volte, mi interrogo su quale sia il linguaggio della tenerezza di cui hanno bisogno le persone che mi stanno vicine. Siamo così diversi! Credo che l’ascolto vergine da pregiudizi ( e anche compassionevole, come sto apprendendo nel cammino con darsi pace) sia la via che, insegnando ad accoglierci nella nostra identità reale, apra al contatto col mondo dell’altro non secondo i nostri criteri e schemi di amore ma secondo il bisogno profondo della persona che ci sta di fronte. Per me l’ascolto è molto importante – benché non sappia ancora ascoltare. Credo che tutto l’essere debba allenarsi ad ascoltare e ad ascoltarsi coinvolgendo in questa impresa tutti i sensi. Penso, infatti, che solo l’attenzione accurata, puntuale all’attimo presente della relazione, possa creare relazioni umane veramente Umane.
Un abbraccio,
Agata