Qualche mese fa, mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sulla motivazione e la “genesi” della mia personale chiamata. E’ domanda, questa, che mi lascia sempre un po’ imbarazzata. Difficile, forse impossibile, rispondere “spiegando” il “perché” di qualcosa che non è mai frutto di una iniziativa personale, quanto piuttosto l’adesione alla proposta di Chi ha detto: “non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”.
La vocazione perciò rimane sempre un mistero, e in primo luogo proprio per chi la vive in prima persona. Un mistero che affonda le sue radici in un Mistero ancora più grande, più profondo, che ci trascende, ma che è sempre – anche quando non lo comprendiamo – un Mistero d’Amore.
Quando comincia il cammino della vita, veniamo anzitutto accolti da una voce. E’ quella di colei che ci porta in grembo. Impariamo a conoscerla fin dal seno materno. Poi veniamo alla luce e sperimentiamo che quella voce – divenutaci amica nel buio caldo dei nostri primi mesi – è anche calore, tenerezza, affetto, amore, protezione. Il nostro minimo mondo si identifica con essa, che ci dà sicurezza.
Man mano altre voci si aggiungono a quella prima, di lei, nostra madre. Ed impariamo a familiarizzare con la voce di nostro padre, dei fratelli, dei nonni, dei parenti…
Cresciamo, e le voci, attorno a noi, si moltiplicano: amici, vicini, conoscenti…
Durante il cammino della vita, il mondo diviene via, via una rete di voci sempre più fitta, sempre più rumorosa, sempre più chiassosa. Finiamo, a volte, per vivere in una giungla dove le voci divengono più solo rumori, spesso assordanti… E a volte ci smarriamo in esse, fino quasi a non riconoscere più la nostra, di voce, afona, nel chiasso che la sommerge.
Ma a volte accade, che nel brusio assordante di questo vociare caotico, emerga piano, piano una voce, altra. Non tuona dall’esterno, attrae piuttosto dall’interno, da dentro di noi. Non si impone con prepotenza, non fa violenza per farsi udire al di sopra di tutte le altre voci. È sussurro sottile, quasi impercettibile.
“Voce di silenzio sottile”…
Per udirla bisogna gradualmente attutire tutte le altre voci e, man mano che questo avviene, il sussurro interiore prende sempre più corpo, entrando nella nostra carne, riempiendo i nostri giorni, la nostra vita, la nostra anima, il nostro stesso essere, fino a diventare “la” voce.
Essa chiama e pretende, attrae irresistibilmente. Non dice dove ti conduce, ma ti seduce, ti chiama, perché tu la segua, fidandoti.
“Esci dalla tua terra, dalla casa di tuo padre, e và, verso il paese che ti indicherò”
“Dove, Signore?”…
“Vieni, e seguimi”
… e inizia il viaggio della vita…
Riuscire ad ascoltare questa voce, seguirla, farla propria così che anche la tua voce si trasforma producendo parole di conforto e guarigione….è il dono più grande che si può ricevere!
Grazie Angela per questa tua testimonianza
Gabriella
Da piccola, a catechismo, mi dicevano che Dio ci chiama e noi dobbiamo ascoltare la sua voce.
Ero attenta all’ insegnamento, ma sentivo quelle parole irrealizzabili.
Erano invece più concrete e reali le voci chiassose, ingombranti e anche spaventose che crescendo cominciavo a riconoscere dentro e fuori di me.
Ho sempre sentito attrazione per la Parola rivelata, mi ha aiutata e mi aiuta lungo il viaggio nella compagnia degli uomini a fare ordine, a distinguere, a dare credito alla voce vera, quella che mi chiama dall’ abisso e mi incoraggia ad attraversarlo perché io comprenda che la verità non è la tenebra, ma la Luce.
In Darsi Pace comprendo che il fragore di voci umane riduce al silenzio Dio la cui voce “non tuona dall’ esterno, attrae piuttosto dall’ interno, da dentro di noi. Non si impone con prepotenza, non fa violenza per farsi udire al di sopra di tutte le altre voci. È sussurro sottile, quasi impercettibile.”
Ora cerco la giusta distanza per entrare in relazione, come Mosè che si ferma davanti al fuoco divino e ascolta la Parola, la voce di un Dio Presenza che precede ogni sforzo di comprensione.
Grazie e un forte abbraccio.
Giuliana
Grazie!
In questa notte santa sia sconfitta la morte ed ogni aspetto mortifero della nostra vita; si ravvivi la ferma speranza che ogni macigno che soffoca la vita può essere rimosso dall’esplosione di vita del Cristo Risorto.
Buona Pasqua di Resurrezione a tutti! Giovanna
Molto profondo e convolgendo fa riflettere .