Oscillo, oscillare come un pendolo sincronizzato senza Tempo. Silenzio l’Io nelle meditazioni.
Mi immergo nella vita lavorativa, affettiva, nella relazione amorosa e conflittuale con mio figlio. Oscillo. Marco Guzzi ha ragione: la via del ritorno è pericolosa da percorrere .
Si. Un brivido di follia mi percorre tutto il corpo. Una follia lucida, creativa, senza se e ma.
La percepisci. Avverti questo timido anelito che ti scioglie, che ti fa perdere tutto o tutto riguadagnare o per la prima volta intravedere.
Avverto quel Transfert iniziato, partorito nella seconda lezione dell’aula Zatti.
Mi ha commosso, perfino spostato un sentimento di gelosia da parte del mio analista. Ne parlo con estrema umiltà, senza protezioni narcisistiche. Oscillo e mi spoglio. Mi spoglio per fare spazio internamente. In questo “tormento” avverto sentimenti di paura . Sto veramente tornando a casa?
Vi ascolto amici, ascolto e vedo quello che scrivete. Sento in voi l’entusiasmo delle cose “nuove”. La gioia dell’Annuncio. Non conosco le vostre ore buie. Conosco le mie. Le maneggio con una consapevolezza al limite tra irresponsabilità e coraggio. Il transfert è una dimensione seria . Le parole in quell’aula segnano cuore e mente, corpo, anima. Un collante di emozioni che ridisegna veramente un “nuovo” modo di pensare, vivere e perché no…. Sognare.
Essere attori non protagonisti consapevoli di un passaggio antropologico. Il Dna umano che si srotola velocemente mettendoci alla luce il suo inizio e la sua fine. Questo transfert può veramente proiettarti verso un “infinito” non poetico ma quasi sensoriale /reale.
Non so quante conferenze di Marco avrò visto, ascoltato, da luglio fino a oggi. Le riascolto anche due volte. In ognuna sempre qualche particolare che ti Illumina la strada. Conosco le strade dell’idealizzazione. Le tortuose e buie strade che portano al finto mondo idealizzante. Scelgo il silenzio per spegnerle, mi riporta subito allo stato di cose presente che mi dona energia vitale, umana non artificiale.
È stata proprio la lezione svolta da Alessandro e Gabriella che mi ha fatto capire la validità di questo cammino. Due formatori che sicuramente hanno assorbito tanto del Sapere e del Fare di Marco ma il trasporto libero e illuminato del Dare è qualcosa di divino e personale.
Siamo tutti figli unici. In Alessandro e Gabriella ho sentito la Scelta, libera, incondizionata: una scelta di espansione.
E’ vero, nella via del ritorno c’è sempre bisogno di Maestri, altrimenti ci si perde per non ritrovarsi più. Me ne accorgo da come evito sterili meccanismi di compensazione o farmi distrarre dall’arsenale di armi di distrazione di massa che abbiamo qui noi occidentali per indossare comode o scomode maschere del falso “Se”. L ‘amore, la cultura, il potere, cosa sono se non virtù prese da noi uomini, in comodato d’uso gratuito, per vivere in maniera piena questa vita ?
Mi spoglio e nello spogliarmi non sento la bramosia di scegliere. Si può perdere e accettare i propri limiti. I limiti del tempo cronologico. Si può essere “anziani” di questa esperienza culturale, filosofica spirituale e donare l’esperienza del gesto o dell’atto meditativo. Lo sento nel rapporto con mio figlio che c’è questo capovolgimento. Io accetto di morire con il mio tempo per donarti una Vera Paternità, figlio mio. Non più Patria senza padri. Il dono vero di una eredità. Darsi Pace per un capovolgimento culturale, ideologico e finalmente spirituale per i nuovi giovani .
Siamo semi che germoglieranno negli occhi dei nostri figli, nipoti. Dobbiamo essere come le onde sugli scogli. Riprovarci, riprovarci, riprovarci in questo infinito oscillare.
Grazie dell’ascolto. Grazie Marco.
Non ho parole, Mirko, per esprimerti la mia gratitudine!
Bello, intenso, profondo: il tuo racconto rinnova la freschezza di ogni inizio, di quell’incipit che la vita richiede e al contempo ci dona ad ogni istante.
Grazie!
Paola
Grazie Mirko! Quello che dici mi toglie via dall’abitudine, da quella polvere che vuole formarsi su ogni cosa. Svela la menzogna del mio ego, la più devastante, quella che sussurra “ma tanto, non cambierà mai nulla… che ti impegni a fare…”. Lo sussurra quando mi metto al lavoro, quando cerco di pregare, di meditare, quando vado dalla mia analista. Propone solo questo, un disarmo e un disimpegno totale, una disattenzione a me stesso. Non ha vero amore a me, il mio ego, anche se dice di averlo: lo capisco, lo vedo da come agisce.
E’ appunto la tentazione più subdola, arriva sottopelle senza avvisare, ad un tratto ne sono pieno e non me ne rendo conto. Agisco e penso così, reagisco così, come se non credessi a niente. Spaventoso. Ma c’è un Mistero delle cose e del cosmo, che non mi lascia solo: ogni volta succede qualcosa, c’è nelle circostanze un richiamo, una traccia di bellezza, uno scintillare “anomalo” che mi allarga il cuore. Può essere il sorriso di mia figlia, un “grazie” imprevisto di un amico per una piccola cosa, può essere – ecco – il tuo post che leggo stamattina su Darsi Pace. Che mi fa capire che siamo in una avventura grande, con un grande amabile Timoniere, che abbraccia e sorride a tutte le nostre debolezze, anzi che usa proprio di quelle come strumento privilegiato per venire in rapporto con noi, come dice il Papa.
Anche io, come Paola, sento rinnovato la freschezza dell’inizio, di quella domenica di ottobre in aula Zatti. Quando ho capito che, pur avendo passato il mezzo secolo, avevo una grande avventura davanti, e stava per iniziare. Sta iniziando, sta (ri)cominciando, in ogni momento…
Grazie!
Marco
Grazie Mirko, grazie Paola, grazie Marco, sto vivendo un periodo di pericolosa stanchezza.
E’ vero come dice Mirko che c’è bisogno di maestri , altrimenti ci si perde e quelli siete tutti voi: il popolo di Darsi pace!
Ci si aiuta e si ricomincia sempre e si piantano semi…..
Un abbraccio a tutti
Francesca
oscilliamo, si è vero, questa è la nostra condizione umana e fino a quando saremo qui la lotta ci sarà sempre. l’ombra ha mille strategie per tentarci,ed ognuno ha le sue ferite,ma io ripenso sempre alle parole di Ghandi, quando una distorsione s’affaccia; “Ogni cosa che non permette all’anima di librarsi è un inganno ed una trappola” quindi respiro, sorrido e…ricomincio. Al proposito vorrei ricordare ed invitarvi a leggere una poesia del caro Marco “Parole Guida” se non erro dovrebbe essere il titolo, che mi aiuta, appunto, a ricominciare.
bella avventura quella dei nostri gruppi, la coniugazione della visione profonda del nostro “se” ed il ritorno continuo alla sorgente della vita, ha cambiato la mia avventura terrena, e la guarigione procede, chissà dove ci porterà a tutti? io sono ottimista e credo che il vento che si è alzato è favorevole. la morte dell’uomo vecchio è possibile: Evviva!
ciao Mirko un augurio di prosperità da un “collega”darsipacista
Grazie a te Mirko, le tue parole mi danno tanta forza e mi donano la certezza che, nonostante i dubbi e le paure che talvolta mi assillano (tipo che non sono adeguata),… comunque ne vale la pena!
Sei davvero speciale, partecipi fisicamente ai gruppi pur abitando fuori Roma ed affrontando un viaggio non facile.
Credo che anche tu abbia già fatto la tua Scelta e ne stai assaporando i primi frutti.
Un caro saluto e a presto Gabriella
Mentre leggo, risuonano dentro di me:
“…Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.” (Sal. 120) Questo è per me l’ “andare e venire” verso il nostro centro, la cella più interna del nostro essere…
Anch’io Mirko ho un sogno di padre…..e in questo sogno a volte mi perdo e a volte mi risveglio ( a fasi lunari ) per riprendere il lavoro interiore, unico rimedio efficace per migliorare le relazioni con i nostri figli.
Complimenti per l’immagine meravigliosa della Luna, fattasi Vela di un nostro Sogno che , ci sospinge leggera , lungo il viaggio del nostro ritorno.
Si, servono anche i sogni per camminare, ma è necessario risvegliarsi dai sogni …. provandoli con l’abbandono e il distacco e verificarne il nulla dell’illusione o il tutto di una rivelazione che ti si apre solo all’uscita dalla notte più nera della nostra anima dolente e distratta . Ma è cosi bello abbandonarsi nel sogno ….grazie anche a Marco per il risveglio a cui sempre ci richiama !
Cari saluti,
Ivano
…
Sal 84,6
Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
Grazie Giovanni ,
grazie per il tuo prezioso suggerimento del Salmo 120, ( 121) che io leggo nella traduzione poetica di Padre Davide Turoldo:
” Gli occhi miei sollevo ai monti:
donde mai mi vien l’aiuto?
Il mio aiuto vien da Dio
egli ha fatto cielo e terra.
Non ti lascia il passo incerto,
ne mai dorme il tuo custode,
e neppure si assopisce
il custode d’Israele.
Su di te il Signore veglia
come ombra al tuo fianco:
non ti prostri il Sole a giorno,
ne di notte la LUNA inganni.
Da ogni male ti è riparo,
e difende la tua vita:
SE TU PARTI CON TE VIENE
CON TE RIENTRA : ORA E SEMPRE ” .
Perciò, anche se oscilliamo, il Signore oscilla insieme a noi e non ci lascia mai soli, custode fedele, attento sempre a che il sole non ci secchi i pensieri e la luna non ci faccia troppo sognare…..
Ciao e ancora grazie.
Ivano
Grazie a te Mirko!
C’è un suono bello nelle tue parole, un suono che esprime quella meraviglia un po’ attonita dell’aver trovato quello che da sempre si è cercato, quel dire sotto voce, prudente, un po’ incredulo, ma intenso.
Essere a casa ecco cosa io provo restando con tenacia dentro questo percorso, una casa finalmente accogliente, in ascolto di tutto quello che c’è ne più ne meno, quello che c’è senza fingere, senza sforzo; l’accompagnamento è dolce ma reale e preciso, niente è lasciato al caso e tutto avviene perchè è necessario; chi avverte in maniera forte questa grande necessità si butta in questa avventura come in una caduta libera per scoprire che abbandonarsi a questo richiamo è la cosa più bella e più rivoluzionaria che l’uomo possa immaginare!
E allora buon tuffo in queste onde che ci portano la vita!
Daniela
Grazie a voi tutti. Vi sono grato. Grazie a Marco che ogni volta ci richiama al lavoro interiore, alla meditazione profonda , all’importanza di radicare i nostri piedi sulla Terra per far volare un vero anelito di libertà verso il L’ Infinito. Ogni volta che ritorno da Roma mi ascolto, mi osservo durante il viaggio e penso al tempo perduto in sterili ideologismi , al sapere a tutti i costi, agli amori combattuti , agli amori conquistati e poi andati. Bisogna essere accolti per rialzarsi ,poi in maniera integra volgere lo sguardo verso l’alba di un nuovo giorno. Essere attori protagonisti di un cambiamento non solo interiore ma espansivo . Tutto ci riguarda. Il quartiere dove abitiamo, alla vita politica del nostro comune, l’attività della parrocchia per spingerci con una salda integrità che grida Verità verso la cima della montagna con un passo reale è deciso. Il nostro passo. Ci accorgeremo presto amici miei che forse non sapevano neanche il significato di muoversi. La parola è’ importante. Le parole incendiano. Le parole pesano. Affidiamo con cuore integro e coraggioso il nostro impegno in questo progetto. Con disciplina e umiltà per essere discepoli di una nuova Umanità possibile e necessaria. A presto.