La strage nel campo palestinese di Yarmuk, Damasco, contiene un episodio illuminante per leggere gli accadimenti del mondo islamico in modo nuovo e forse più veritiero. E il dramma dei 12 migranti neri linciati su un gommone perché cristiani, dà forza alla lettura nuova.
Nell’immenso campo palestinese è stata tagliata la gola ad un medico palestinese, volontario da Gaza, in missione umanitaria. La nostra stampa ideologizzata ha messo il silenziatore a questo fatto perché non ha gli strumenti adatti a capirlo, e perché il capirlo significa far crollare le letture tradizionali del mondo, basate sugli stereotipi del secolo scorso.
La particolarità dell’episodio consiste nell’identità degli autori dell’attacco a Yarmuk, che hanno fatto guerra a popolazioni civili, hanno commesso crimini di guerra e perfino crimini contro l’umanità.
Queste atrocità non sono state compiute dallo Stato di Israele, dagli Ebrei oppressori.
Non sono state compiute dagli USA, imperialisti e sfruttatori.
E neppure dagli europei, gli ex colonialisti che vengono ancora definiti crociati.
No. In quel campo sono stati arabi a commettere nefandezze contro arabi, musulmani a sterminare musulmani. E sono stati arabi musulmani a fare strage dei Palestinesi, di uno dei popoli che, insieme al Tibet, sono considerati il simbolo dell’oppressione.
Qui occorre avere il coraggio di costruire una larga operazione di verità.
Poichè la realtà si presenta coi suoi dati oggettivi e non può essere sbagliata, se i conti non tornano vuol dire che siamo noi a leggere male la realtà.
Dobbiamo avere l’umiltà di ammettere che sono saltati tanti degli schemi interpretativi del mondo, basati sulla lotta di classe, sullo sfruttamento e sulla povertà. Se valessero solo quelle categorie, non potrebbe accadere che disperati uccidono altri disperati, che gli oppressi dagli stessi imperialismi si fanno guerra, e addirittura che si facciano contro i Palestinesi le stesse cose che prima sono state giustamente rimproverate ad Europei, Israeliani e Americani.
L’enorme questione economica della lotta per il controllo del petrolio, con le rivalità tra sunniti sostenitori dell’Arabia e sciiti sostenitori dell’Iran,è solo una parte del problema.
Le questioni territoriali, Israele e Gaza e il Golan, sono vere e pesanti, ma evidentemente neppure queste permettono di spiegare le contraddizioni.
Alla possibilità di capire manca la variabile religiosa.
Anche se troppe volte essa è volgarmente strumentalizzata dal fondamentalismo.
Gran parte della cultura europea, secolarizzata e materialista, non ha più le categorie mentali adatte a capire il mondo islamico in cui la società, l’economia e la politica sono intrise del religioso.
Nei talk show vediamo che si parla solo di povertà economica ed emarginazione sociale, quando questo non è vero neppure per i terroristi islamici europei, che vengono da famiglie ben integrate.
L’Europa, per rapportarsi costruttivamente al mondo islamico, deve prima capirlo.
Ma per capirlo deve prendere atto di quanto sia importante la variabile “religione” nelle culture.
Perché se non capisce, come stiamo capendo noi in Darsi Pace, che è dall’immagine di Dio che discende l’immagine di uomo e quindi di società, non si capiscono né gli uomini né le società.
Il mondo islamico è bloccato dalla stretta dipendenza della politica dalla religione, e dalla lettura letterale del Corano, da cui discende la visione fondamentalista sia della religione che della politica, con le conseguenti derive terroristiche.
La verità va detta anche quando non è gradita, come ha fatto papa Francesco denunciando il genocidio di un milione e mezzo di armeni cristiani, anche se i Turchi non vogliono sentirselo dire.
E’ drammatica verità che 50 Stati islamici non hanno mai ratificato la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, stabilita all’ONU nel 1948, perché non possono ammettere la libertà di pensiero, la libertà di religione, la pari dignità tra uomo e donna.
Queste informazioni e le loro implicazioni occorre dirle, e occorre operare di conseguenza, sennò,
se si fanno diagnosi sbagliate, saranno sbagliate le terapie, e dannose le conseguenze.
Sono contenta di leggere commenti e riflessioni su accadimenti tragici come le migrazioni in atto (post di M.Guzzi del 21 aprile su FB) o il massacro nel campo palestinese di Yarmuk.
Palestinesi contro palestinesi, arabi contro arabi, mussulmani contro mussulmani…insomma “disperati che uccidono altri disperati” e l’incapacità del pensiero occidentale di interpretare tutto ciò!
Sono d’accordo che la variabile religiosa di cui scrive Giancarlo sia l’elemento che più di altri contribuisca a far luce sugli accadimenti di questi tempi perché comporta una visione globale dell’uomo nel suo rapporto col mondo.
Ma se per il mondo islamico questa variabile è fondamentale (oltre che fondamentalista!) come può un Occidente “secolarizzato” capirne davvero le dinamiche?
Mi verrebbe da rispondere con lo slogan di DP : “liberare se stessi per trasformare il mondo”…e intanto? le stragi sono destinate a continuare?
Di sicuro -se fenomeni di cambiamento sono in atto- i “frutti” non saranno a breve termine.
Intanto ognuno di noi dovrà fare i conti con il proprio senso di impotenza, di impazienza riguardo ai risultati, con il proprio coraggio o meno di mettersi in gioco…
Qualcuno ha scritto (forse Leopardi, se ben ricordo) che “la pazienza è la più eroica delle virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico”. Penso che sia il grande lavoro a cui tutti noi siamo chiamati mentre ci occupiamo della nostra liberazione! mcarla
Dalla “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”
Articolo 23
Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
L’Occidente ha scritto e ratificato questi diritti, ma in questi ultimi 10 – 20 anni nei confronti dei suoi stessi cittadini, ha cercato di metterli in pratica o si è sottomesso, senza metterle in dubbio, ad altre leggi?
Giustamente scrivi “che è dall’immagine di Dio che discende l’immagine di uomo e quindi di società”
Ma l’Occidente che immagine di Dio ha, in base a quali valori decide, quale divinità sta adorando?
Un caro saluto
bisognerebbe ricordare che, formalmente , la DUDU (Dichiarazione Universale Diritti dell’Uomo) è stata sottoscritta da molti, quasi tutti, i paesi del mondo.
Ho trovato online questa lista, non so quanto attendibile:
http://www.culturaediritti.altervista.org/index.php/documenti-attivita/7-documenti-e-allegati/60-stati-membri-dellonu-e-aderenti-alla-carta-internazionale-dei-diritti-delluomo
La verità è che quelle date sono quasi tutti in epoca post-colonialista, periodo storico in cui quegli stati, in cambio della indipendenza erano disposti a firmare qualunque cosa. Quindi si può ben dire che la DUDU sia stata si firmata, ma mal digerita infatti , proprio in antitesi alla DUDU , è nata la “Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo” che come si può ben vedere è molto diversa.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_islamica_dei_diritti_dell%27uomo
Per formazione tendo a guardare più agli integralismi di casa mia di quelli altrui, per capire meglio anche quelli altrui.
Per esempio mi preoccupa molto il fondamentalismo economico che tutto avvolge e pervade ed è così potente da schiacciare e dare morte a molte persone, inimmaginabile quante, in un modo più elegante e sottile, per vie burocratiche e legali, facendo cambiare le costituzioni, manovrando i governi…
Pertanto mi associo alle domande del commento di @Aldo.
Caro Giancarlo
capisco il tuo sfogo, ma pretendere di fare una disamina del “mondo islamico” in poche righe e di affermare verità indiscutibili circa la variabile religiosa che lo governa mi pare semplicemente assurdo.
Non capisco se vuole essere un semplice provocazione o un discorso serio.
Scusa, non voglio essere offensivo nei tuoi confronti, ma non capisco proprio su quali realtà basi la tua analisi.
Ognuno può esprimere le proprie opinioni ma, visto che si scrive su un sito condiviso, credo che sia necessaria almeno una corretta informazione.
E per questo mi rivolgo anche a Marco visto che ultimamente mi sembra che siano sempre più frequenti post con interpretazioni assolutamente “personali” circa le più svariate tematiche.
Con il che non ci sarebbe nulla da obiettare, se supportate da un serio approfondimento.
Scusate l’irruenza, ma quando ci vuole ci vuole.
Un caro saluto a tutti
Piero Macellari
Caro Giancarlo!
Anch’io ho delle perplessità sul tuo post e condivido le domande ed osservazioni espresse da Eva, da Aldo e da Piera.
Quando si vive in condizioni disumane come i Palestinesi nel campo profughi di Yarmuk, o come coloro che, dopo vari calvari sono stipati su barconi, minacciati dal mare imprevedibile, è quasi inevitabile che prima o poi la rabbia esplode e si sfoghi su chi capita a tiro. Caino in situazioni estreme, può venire fuori più facilmente, si sia cristiani o musulmani. Il fondamentalismo ce l’abbiamo tutti nella nostra storia e ahimè, talora, in modo strisciante, anche nel nostro presente. Vigiliamo, cerchiamo di contenerlo! Mariapia
A me pare che occorra tenere lo sguardo aperto alla complessità delle situazioni, alla multifattorialità delle cause, altrimenti si rischia di individuare un nemico contro cui scagliarsi, perdendo poi la bussola interpretativa degli avvenimenti. Per quanto mi riguarda, sento particolarmente forte la necessità di uscire da ogni tipo di etichetta, per tentare di arrivare a ciò che ci accomuna davvero. Far parte del genere umano dovrebbe essere punto di partenza e orizzonte da non lasciare mai, per poi declinare la nostra umanità nelle forme storiche, locali, precise, che allora diventeranno una bella variazione sul tema, senza rivendicazioni di predominio di una razza, di una religione, di un gruppo socio-economico ecc. sugli altri. E qui il lavoro di spoliazione delle nostre brutture è lungo….
iside
Caro Piero, comprendo le tue perplessità, ma credo anche che questo sito sia abbastanza dialogico, e aperto ad ogni approfondimento. Abbiamo molto in comune: partecipiamo spesso da anni ai nostri Gruppi, e i redattori, in particolare, sono praticanti di lunga data; ma poi, come è ovvio, sulla molteplicità delle questioni concrete e storiche possiamo avere opinioni diversificate, e questo sito serve proprio a confrontarle, e magari ad elaborare un punto di vista originale e condiviso.
Grazie, e auguri per tutto! Marco
Caro Giancarlo,
il discorso fila bene, ma ….a che serve avere una immagine positiva del nostro Dio cristiano, se poi lasciamo che la società e le relazioni umane siano improntate alla logica pubblicitaria pervasiva e siamo schiavi delle cieche logiche degli avidi mercati ? Più che notare la differenza tra il nostro e il loro Dio, (sul quale si può aprire confronti utili con l’islam presente nelle nostre comunità ) le violenze e le guerre aperte nel mondo islamico tra sunniti e sciiti, come un tempo erano le guerre di religione in Europa, tra i cattolici e i protestanti, dovremmo ascoltare la disperazione che domina appena fuori la porta, di casa nostra, e alla quale, collettivamente, voltiamo le spalle, anche per il dolore della nostra impotenza, ma anche per una certa nostra supponenza, quando finiamo sempre con il sottolineare la differenza tra NOI e LORO !
Sarebbe sbagliato fingere che siamo tutti d’accordo, o evitare il confronto sulla diversità di opinioni.
La politica è per sua natura contrapposizione e polemica: in greco”pòlemos” significa guerra.
Nella cornice di libertà che l’Occidente ha creato attraverso l’antica Grecia e attraverso la tradizione giudaico-cristiana, alla base del confronto dobbiamo porre il rispetto della persona.
Libertà e rispetto vanno poste al servizio prima della verità, e dopo dell’economia, della politica, della religione.
A questi principi mi ispiro, anche se per limiti miei non sempre riesco ad esserne all’altezza.
Vorrei riflettere con i miei interlocutori cercando di stare il più possibile in uno stato di integrità.
Chiedo che mi venga segnalato se perdo l’integrità: sarebbe un buon esercizio sia per me sia per chi mi scrive.
Agli amici che non mi conoscono vorrei dire che da anni affitto un appartamento ad una famiglia di migranti islamici, come mi detta il cuore, e da diversi mesi ho cominciato a studiare il mondo islamico, come mi detta la ragione.
( Consiglio agli interessati: “Europa e Islam. Storia di un malinteso” dello storico Franco Cardini, ed. Laterza, pagg.350, costo euro 20. E “Fascismo islamico”, dell’ex sessantottino Carlo Panella, ed. Rizzoli, un centinaio di pagine a sei euro).
E’ fondamentale la domanda su quale idea di Dio abbiamo noi occidentali ( la minoranza non atea).
Noi di “Darsi pace” cominciamo a cercare di conoscere un volto di Dio più vero.
Senza illuderci che ciò possa cambiare la società domani mattina: non ci riuscirebbero nè le riforme nè le rivoluzioni.
Capire quale immagine di Dio abbiamo noi, significa conoscere meglio noi stessi.
La conoscenza di noi stessi è premessa per provare a conoscere il diverso, indù, buddista o musulmano che sia: e per questo dobbiamo conoscere le loro divinità, non per polemizzare ma per non parlare tra sordi.
Ultima nota. L’Occidente ha tante e gravi colpe, ma non tutte le colpe: dire che le ha tutte, oltre ad essere un falso storico, è errore che fomenta odio distruttivo nelle popolazioni del sud del mondo.
Quell’odio è il carburante di una guerra, tipo Boko Haram, che può fare molto danno all’Occidente dello sfruttamento, della finanzia multinazionale feroce, ma al tempo stesso anche a quello delle luci, quello che ha fatto nascere e nutre libertà e democrazia. Anche se imperfette.
Se nel passato comprendere la realtà del mondo islamico poteva essere materia d’interesse per studiosi, oggi, con la drammatica realtà delle guerre in varie parti del vicino oriente e Africa, con le notizie di stragi e atrocità, con il continuo flusso migratorio di disperati, con gli attentati terroristici (es.Parigi), con le minacce all’ occidente … è comprensibile che ognuno si interroghi e si chieda: “Chi sono? Perché una parte, deviando, ha dato origine a una così inumana recrudescenza del fondamentalismo?”Personalmente mi chiedo se “i cervelli” di queste organizzazioni non usino la religione, snaturandone le interpretazioni, per loro fini di potere politico e arricchimento economico. Mi chiedo anche se le motivazioni di odio verso gli “occidentali” non siano legate allo sfruttamento delle risorse economiche (petrolio in primis), anziché come viene detto per avversione verso il credo religioso, magari poi, sempre chi sta dietro e tira le fila, utilizza strumentalmente motivi religiosi o storici di contrasto, ad esempio parlano di crociati come propaganda per motivare le persone che arruolano. Nel recente passato ci sono state le guerre del golfo e altri interventi degli USA e degli stati alleati, ma questi interventi NON avevano certo motivi religiosi. Richiamarsi ad avvenimenti di secoli fa come le crociate pare pretestuoso, sarebbe come se i romani di oggi odiassero i francesi perché discendenti dei Galli che a suo tempo invasero Roma. Viste tutte le invasioni che nel corso dei secoli l’Italia ha subito, quanti popoli dovremmo odiare se utilizzassimo questa logica? Ma è verosimile dal loro punto di vista che odino qualcuno per avvenimenti che risalgono a secoli fa? O invece non sono più verosimili le motivazioni economiche e di potere, attuali, a cui accennavo sopra? Tanto più che come vediamo nel caso di Yarmuk le persone uccise sono dei musulmani. Magari potremmo scoprire insieme cristiani, musulmani, induisti ecc che sono i colossi dell’economia e della finanza e i governi che ne fanno gli interessi a essere gli oppressori dei comuni cittadini e dei popoli. Anche se provare a dialogare con gente che tortura e uccide con una crudeltà disumana la popolazione civile indifesa (compresi bambini e donne) mi sembra pressoché impossibile. Certo le convinzioni personali (immagine di Dio) che ognuno ha sono determinati sul loro agire per questo intensificare il dialogo interreligioso con i rappresentanti moderati delle altre fedi è ora particolarmente importante.
Esiste un islam moderato che rispetta le persone con convinzioni religiose diverse ed è aperto al dialogo, questo è da considerare come interlocutore e degno rappresentante della loro religione. Il fondamentalismo che usa la violenza, le stragi e il terrore, va conosciuto e contrastato perché è un pericolo per tutti gli esseri umani che abitano sul pianeta Terra.
Un saluto da un’ abitante del pianeta.
Sono ‘globalmente’ d’accordo con la risposta di Giancarlo e con il commento dell’anonimo “abitante del pianeta”.
Siamo davvero invitati tutti a ‘discernere’ (come spesso dice Guzzi) -e prima ancora a riconoscere- ciò che c’è da eliminare -o da custodire-nelle varie tradizioni religiose e quindi ad avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome.
E sviluppare la pratica del pensiero libero!!! mcarla
Grazie Fabrizio per aver messo a disposizione i testi delle due Dichiarazioni.
Confrontarle tra loro permette a tutti di avere maggiore informazione e di riflettere sul perchè le dichiarazioni sono due.
Siamo di fronte a dati di fatto oggettivi e di natura squisitamente politica, con cui dobbiamo necessariamente fare i conti se vogliamo capire più a fondo “l’altro”, come è nostro dovere. Ed è un lavoro necessario sia per chi ritiene che le Dichiarazioni abbiamo molto a che fare con Dio e con l’immagine di Dio, sia per chi pensasse che non hanno relazione.
Le Dichiarazioni hanno entrambe una nettissima impronta, un fortissimo orientamento: e sono una il contrario dell’altra.
Quella dell’ONU, fondata su principi di libertà individuale e di democrazia, è rigidamente laica ed ignora e relega nel privato la variabile religiosa, pur affermando che la libertà di religione è un diritto fondamentale di ogni uomo.
Quella dell’Islam ha il merito di trovare spazio per la realtà religiosa, ma pone la legge di Allah al di sopra di ogni legge e al di sopra della libertà di scelta dell’uomo, e delle maggioranze degli uomini.
Mi permetto una riflessione personale: penso che noi abbiamo il dono di Gesù Cristo che è altrove rispetto alle logiche delle due Dichiarazioni citate. Infatti non ignora Dio, perchè ne è il Figlio incarnato, ma nemmeno lo impone all’uomo come obbligo e dovere: ci propone un Dio, padre, che per Amore ci lascia la libertà.
Sono d’accordo con te che per capire una società bisogna conoscere quale immagine di Dio ha, però non l’immagine astratta dei principi, ma quella applicata realmente.
L’uomo non è mai ateo ma casomai idolatra, cioè assolutizza certe sue idee che sostituiscono Dio. L’immagine che ha di Dio è il valore centrale, è il valore in base al quale si prendono tutte le decisioni concrete.
Per la nostra società qual è questo valore centrale, questo Dio?
In questi anni migliaia di aziende italiane si sono trasferite in altre nazioni per un totale di un 1 milione e 500 mila di posti di lavoro, chiusi in Italia e aperti all’estero.
In base a quali “Valori” questa decisione è stata giudicata corretta?
Quelle imprese si sono rafforzate, sono diventate più competitive nel mercato internazionale, ma quale danno è stato causato agli italiani, soprattutto ai giovani e alla loro possibilità di lavorare, costruire una famiglia, realizzarsi e infatti sono costretti ad andarsene
Secondo i dati ufficiali Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) dall’anno 2000 gli italiani all’estero sono aumentati di 2 milioni, nel 2013 sono espatriati 94.000 connazionali e poiché circa un italiano su due non comunica il proprio trasferimento oltreconfine, gli italiani che nel solo 2013 hanno abbandonato l’Italia sono circa 200.000.
Tenendo conto che negli ultimi 30 anni le nascite sono state circa 500.000 all’anno, significa che metà dei giovani italiani emigra. Che futuro può avere un paese così.
Sull’altare dell’economia abbiamo sacrificato i nostri figli.
Quindi qual è il nostro Dio, quello che fa capire a noi e agli altri chi siamo veramente, se non l’economia.
mcarla diceva che bisogna discernere ciò che è da custodire da ciò che è da eliminare. Io custodisco le tradizioni religiose e non considero gli idoli , i “simulacri”, che giustamente definisci come l’assolutizzazione delle proprie idee.
Chi adora gli idoli dell’economia o della politica, del potere o dello sport, è un materialista, ed è suo diritto esserlo, ma noi sbagliamo se pensiamo che costui sia religioso e possa aver qualcosa da dire sull’immagine di Dio.
Il tuo discorso dice che sono pochi i credenti ed è vero, e io parlo di quei pochi.
Produce confusione chiedersi quale è il Dio della nostra società, perchè fortunatamente non abbiamo la religione di Stato.
Permettimi una battuta, hai notato che hai dedicato 14 righe all’economia e 7 righe all’immagine di Dio?
sull’immagine di Dio
solo nel prossimo biennio approfondirò questo tema seguendo il calendario dei corsi dp, comunque sia, penso che noi cristiani fatichiamo e molto ad acconsentire ad essere “sale della terra” perdendoci/sciogliendoci perchè altri vivano.
E’ difficilissimo dare la vita per i propri figli, figuriamoci per lo straniero..
La difficoltà sta nel fatto che “ci ripugna” essere dei perdenti quando sappiamo di essere più avanti sia tecnicamente che democraticamente o nel rispetto dei diritti umani; ci si contorcono le viscere nel Credere per Fede che sacrificare la nostra vita per essere pane, così che l’altro conosca il Dio dei Viventi sia l’unica cosa da fare.
Eppure, forse proprio questo è il travaglio in atto: apprendere una lotta per la vita, quella mia, quella dei miei figli e quella dei miei nipoti che compia il senso dell’unica vita.
Una “comune unione”, con quella del mio nemico che sta indietro di duemila anni o vanti in una aberrante ibernazione tecnica, nel nome di una nuova concezione di uomo perfetto e immortale.
Io non credo che abbiamo una soluzione in tasca, se non quella di una reiterata esperienza “di senso”.
Quel “senso interiore di pace” che dona quotidianamente la forza di perseverare sulla via della croce, giorno dopo giorno nonostante l’incomprensione, il rifiuto o il tradimento quotidiano.
I nostri figli, dispersi per il mondo sono semi di speranza per questa nuova umanità.
Un abbraccio
Rosella
caro marco
non hai azzeccato nulla di me anche se sei filosofo e poeta.
Certo le sofferenze e gli ostacoli nella vista ci sono e ci saranno sempre dobbiamo superarli e considerarli come pietre su cui salire per innalzarci e andare avanti…… vogliamo tutti bene e andiamo d’accordo con tutti è solo uno slogan che non esiste.nella realtà…..non farete nulla voi ….è solamente il vostro egoismo che vi porta a formare questi gruppi…fine a se stessi….. ma nella realtà come siete voi…… predicate bene e razzolate bene oppure come dice un proverbio……
se volete ristrutturare una casa dovete partire dal tetto non dal piano terra…..
mi dispiace solo che qualcuno spenderà i soldi per s.marinella e dovrà rinunciare alle vacanze estive con la famiglia…..
voi cari professori Marco e Paola a cosa rinunciate…..i vostri figli cosa fanno nella vita …….saranno laureati nelle università dei preti…..magari con il massimo dei voti …..
anonimo/a
Cara Anonima/o, io non credo di avere sbagliato molto, è che conoscere noi stessi non è facile.
Forse sei tu che ti sbagli nel valutare te stesso.
Io credo invece che tu sia proprio molto sofferente, molto arrabbiata, ma chi ti ha maltrattata così tanto nella vita?
Da chi ti sei sentita così schiacciata e svalutata?
Libera il tuo cuore da tutto questo veleno, perché sappilo bene, sei solo tu che ti avveleni, è poi il tuo corpo che si tiene dentro tutto il veleno che ti illudi di gettare sugli altri.
Vieni a curarti, prova a pensare di sentirti semplicemente meglio, più soddisfatta, meno arrabbiata e invidiosa, così forse potrai smetterla di mettere tutti questi puntini, forse riuscirai a formulare frasi complete e dotate di senso, con meno errori di forma e di contenuto.
Ciao.
Marco
caro anonimo, e ti chiamerò Franco, perchè è un nome che evoca in me una sorta di abbraccio paterno ( qualcuno che mi ha virtualmente abbracciata), ed è in questa gratitudine interiore che desidero immergermi per poter comunicare con te.
Io tento da anni di seguire i corsi “dp” con alterna fortuna.
Lo scorso anno mi è stata posta da Marco una domanda: come mai Rosella non comprendi ancora quello che da anni ti sto dicendo?
La risposta è semplice: perchè non mi convince.
Ci sono cose che non mi convincono nella vita e, ancor più, che non condivido proprio;eppure, posso prendere quello che di buono la vita mi dona, così come Marco o il gruppo dp, e lo faccio senza buttare via con l’acqua sporca anche il bambino.
Io vado per la mia strada, non ho bisogno dell’approvazione altrui, sono in grado di accogliere e vivere la sofferenza che deriva dal divario tra ciò che desidero e il suo compimento.
Sono in grado di accogliere il dolore, quel che ancora non so fare è oppormi all’errore altrui.
Io non so come si possa fare a correggere gli altri e neppure come farli lavorare come voglio io, però so come sorridere di cuore ai miei figli anche quando mi rifiutano, e donare un abbraccio a mio marito che mi ha proprio “depressa”(dopo un relativamente breve lasso di tempo).
Ora questo non è molto ma quanto basta ad essere fiera di essere Lombarda e di quei Milanesi che hanno riprestinato le mura di Milano dopo la calata dei barbari un nuovo inizio, fuori dalle polemiche che ancora imperversano su “la polizia doveva intervenire”, francamente non saprei, mi pare che il frutto di una nuova visione con radici ben salde nella nostra storia sia evidente.
Ciao
Rosella
La strage dei mistici Sufi nel Sinai.
Sorprende e addolora il massacro di 300 Sufi da parte dei Jihadisti di Isis/Daesh, anche perchè essi sono la piccola minoranza nell’Islam che coltiva la dimensione interiore e contemplativa.
La moschea di Rawdah non era importante come la Yarmuk dei Palestinesi, non aveva valore politico o economico o militare, ma era un simbolo religioso per eccellenza, un centro più interessato alla fede che alla politica, aperto ad una lettura del Corano non letterale e truculenta come quella di Isis e dei Wahabiti dell’Arabia.
La mancata distinzione tra fede e politica nell’Islam rende difficile capire quanto si tratti di un atto politico che strumentalizza la religione contro Al Sisi, e quanto invece incida la “variabile religiosa”, ma certo i terroristi hanno colpito i corpi di persone in quanto fedeli, mentre non hanno attaccato la caserma o il municipio.
I Sufi sono insopportabili per i fascisti di Isis che vogliono ribadire l’idea ortodossa del Corano che va solo memorizzato ed applicato con cieca violenza.
E’ un dibattito culturale tenue su una questione religiosa in cui i moderati sono purtroppo attratti dall’ortodossia.
Sono importanti gli oleodotti della zona e la lotta interislamica per l’egemonia, ma non lo è meno la variabile religiosa.
Che l’Occidente rifiuti di capirlo lo testimonia l’articolo del Corsera del 24/11 che, ribadendo le analisi economiciste, riesce ad attribuire anche l’ostilità contro i Sufi, che inizia a ridosso di Maometto, ai bianchi e al colonialismo.
Vedo la riflessione di Rosella che non sa opporsi all’errore altrui, e penso che non è solo un problema suo.
ciao, GianCarlo
E già anch’io, dopo aver sentito la notizia, mi sono chiesta perché i Sufi, non sono la parte più mistica dell’islam? Che fastidio danno concretamente agli estremisti? A meno che sia, come sempre, che la violenza mortifera non sopporta chi la mette in discussione anche semplicemente con la propria esistenza. Mi sono venute alla mente le parole di Lucio Dalla “Il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce”. Un caro saluto.
Colomba
Colomba non mi è chiaro. Cosa sostieni? Che siccome i poteri di questo mondo da sempre sono violenti dobbiamo rinunciare a opporci? O che altro?
Colomba 2
Non ci conosciamo Colomba 2, ma ti ringrazio della franchezza, qualità che apprezzo forse troppo, altra ottima qualità che dimostri è quella di non giungere immediatamente alle conclusioni più negative, ma lasci all’altro il beneficio del dubbio e la possibilità di chiarire, atteggiamenti ormai rari, da persona giusta. Comunque il mio commento è la constatazione amaramente realistica della storia umana come l’abbiamo conosciuta finora, non certo un elogio della violenza o un invito ad accettarla, ma questo mi pareva evidente.
Colomba