Non è affatto semplice o scontato rispondere a questa domanda: «Cosa è cambiato in me da quando frequento i percorsi di Darsi Pace?». Sono itinerari dello spirito, culturali, filosofici, psicologici che si intersecano o viaggiano per vie parallele che tuttavia si scrutano e dialogano tra loro. È proprio questo aspetto «multidisciplinare» che mi ha colpito e che mi indusse, dopo aver attinto qualche informazione sommaria da mia cugina Filomena, collaboratrice del gruppo, ad iscrivermi al corso telematico, non potendo raggiungere la sede di Roma, dove si tengono gli incontri fisici.
Mi ha favorevolmente impressionato la capacità di Marco Guzzi di comporre in un disegno unitario quella molteplicità di aspetti di cui ho scritto, il quale favorisce una sintesi per molti versi inedita. Ad oggi, infatti, non ho trovato altro gruppo o associazione che combini mente e spirito in un unicum finalizzato alla crescita integrale della persona umana. Molti gruppi o associazioni ecclesiali non sembrano nelle condizioni di esprimere una novità evangelicamente all’altezza dei tempi e delle sfide impegnative che questo tempo di transizione verso forme inedite di umanità comporta. Una novità che sia interessante e che sia rinfrescante della parola che libera e guarisce.
Oggi, purtroppo, non è così. Ci si limita a ripetere formule che sanno di vecchio e di stantio, ingessando la parola in formule tradizionali che hanno perso smalto e significato.
Ho poi avuto la fortuna di incontrare personalmente Marco e Paola a Barletta nell’ambito di una edizione dello Yoga Fest. Marco parlò del progetto di nuova umanità, evidenziandone i punti fondamentali ed imprescindibili, i quali tutti partono da una base conoscitiva della struttura del proprio io, se esso è ancorato alla concezione belligerante ovvero se è un io in relazione (l’io mariano) che poi, attraverso il percorso darsipacista, può giungere all’io cristico, vale a dire all’io totalmente risanato dalla piaga dell’egoismo. Da un ego bellico ad un io sano secondo la persona del Cristo, totalmente pacificato con sé stesso, con gli altri, con Dio stesso. Perché il dialogo attraversa tre stadi e dà risultati concreti nel senso della conversione e del cambiamento soltanto se gradualmente e con costanza ci si conosce bene, si conoscono i movimenti dell’anima, che col tempo diventano più sottili e quasi impercettibili, se si conosce l’azione perturbatrice e disordinatrice del diavolo, il quale escogita trappole sempre più sofisticate per distoglierci dal retto cammino.
In ordine ad esso, poi, ha per me rilievo l’affermazione secondo cui siamo tutti principianti. Anche i proficienti lo sono, cioè coloro che sono andati avanti nell’opera dolorosa del risanamento dell’io. L’opera di scrostamento dell’uomo vecchio, infatti, non è agevole, perché, come ho accennato, c’è chi ordisce trame alle nostre spalle. Con Darsi Pace, che consta di una vasta letteratura e di sussidi “didattici”, si riesce meglio a scorgere detta azione perturbatrice, l’azione volta allo scombussolamento dell’io, affinché si cada nelle disperazioni e nelle morti quotidiane, alle quali dobbiamo contrapporre sempre la vigoria della risurrezione attingendo alle parole del Cristo che rinnova tutte le cose.
Grazie al percorso darsipacista, posso affermare di aver fatto dei progressi negli ambiti culturale, spirituale, della mente e del corpo, il quale non va bastonato, anzi, va riconosciuto quotidianamente come tempio dello Spirito Santo. È un percorso che certamente non è giunto ancora alla sua piena maturazione. Forse questo obiettivo è ancora lontano. Forse è più vicino di quanto pensi. Fatto sta che se una proposta ti fa stare meglio, e se questa miglioria si protrae nel tempo, allora vuol dire che sono sulla buona strada. Ed io sono decisamente sulla buona strada grazie a Marco e a Darsi Pace.
Caro Salvatore (nonché caro cugino),
anch’io sono stata attratta come te dalla multidisciplinarità coerente che vive in Darsi Pace, e, come dici, ” ad oggi, infatti, non ho trovato altro gruppo o associazione che combini mente e spirito in un unicum finalizzato alla crescita integrale della persona umana.”. E questo non è poco.
In un mondo sempre più confuso e dis-integrato, è fondamentale (almeno per me lo è) trovare/avere un punto di riferimento convincente ed avvincente, un “centro di gravità permanente” e sempre nascente.
Ti auguro buon cammino, carissimo 🙂
un abbraccio
Filomena (Nuccia)
Salvatore ho letto con vero piacere il tuo scritto che condivido pienamente! E’ anche la mia storia ( mi sono accostata e continuo DP per i tuoi stessi motivi). Secondo me, DP è un dono dello Spirito, perciò risponde alla totalità del nostro essere e alla sua guarigione/liberazione!
Un abbraccio e grazie per le tue bellissime parole! Maria Rosaria
Attraverso Darsi Pace scopro la concretezza del lavoro spirituale, apprezzo la gradualità e la dolcezza con le quali mi sono sentita e mi sento accompagnata sempre più profondamente nei meandri della mia carne dentro una visione che si apre a 360 gradi e mi dona speranza.
La condivisione raddoppia la gioia del cammino e ne dimezza la fatica.
Grazie Salvatore e un abbraccio.
Giuliana
«Cosa è cambiato in me da quando frequento i percorsi di Darsi Pace?»
Hai ragione Salvatore a dire che non è semplice rispondere a questa domanda.
Probabilmente io non sono cambiato o sono cambiato molto poco, però adesso so quali sono i miei pensieri sbagliati, mi accorgo quando automaticamente si attivano e anche se determinano ancora il mio comportamento non ne sono più così inconsapevolmente succube.
Poi il percorso di Darsi Pace mi ha sollevato un poco più in alto rispetto al mio piccolo, isolato e spesso disperato “io” e mi ha fatto intravvedere una consolante Speranza senza limiti.
Un caro saluto
E’ la domanda che risuona più spesso: cosa è cambiato in me ?
Sicuramente la consapevolezza, finalmente una luce nuova mi permette di vedere molto meglio le mie dinamiche di mascheramento, di difesa/attacco, di distrazione dalla Verità.
Resta però indispensabile la decisione: posso essere in grado di vedere meglio oppure tutto chiaramente ma se non mi decido per il cambiamento tutto resta in attesa……..
E’ nel momento in cui decido di lanciarmi nell’avventura, di mettermi in gioco veramente che sperimento quanto ciò che penso è divenuto nuova carne .
Nella mia esperienza devo riconoscere che conta molto il tempo dedicato al lavoro concreto, assomiglia ad un meraviglioso lavoro di restauro: si parte da una realtà apparente deturpata, se ne percepiscono i segni meravigliosi originari, si lavora per togliere ( lasciar andare ) le croste deturpanti, si accoglie finalmente liberata la Verità.
Lavoro lento e pieno di difficili passaggi ma che da subito ripaga.
Grazie Salvatore e a presto. Ale