In questa data simbolica di festa nazionale ricordiamo le nuove, inedite soglie di liberazione alle quali la nostra umanità è chiamata.
Questo annuncio gioioso sembra, oggi più che mai, travalicare la questione dei governi e degli stati nazionali (questione che pure resta a contraddistinguere un piano importante della realtà), per riguardare sia la nostra sfera più interiore e personale, sia al contempo una dimensione antropologica planetaria.
Nell’Enciclica Laudato sii, Papa Francesco denuncia una devastazione che tocca l’uomo nella sua essenza: “il paradigma tecnocratico dominante” (n. 112) vuole distruggere cioè non solo la natura, ma in primo luogo la cultura umana. Ne consegue che ogni riformismo all’acqua di rose è destinato a fallire.
“Ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale” (n. 114). Non sono più possibili mezze misure: “L’umanità è entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte ad un bivio” (n. 102).
Per corrispondere in modo adeguato all’appello insurrezionale occorre dunque un processo interiore: la rivoluzione da un Io centrato su se stesso a un Io che si scopre in relazione con la Fonte del proprio essere.
È tempo di tornare a contestare radicalmente questo mondo, a partire dal proprio cuore, coltivando i semi per le prime fioriture del nuovo.
Su queste tematiche ruota la prima conferenza tenuta da Marco Guzzi nella parrocchia romana di San Bernardo di Chiaravalle l’8 dicembre 2015, con il titolo “Buone Notizie. La crisi antropologica prepara la nascita di una umanità nuova”.
Introduce il Parroco Don Fabio Pieroni e segue il dibattito con il pubblico.
Il mese prossimo sarà pubblicato il secondo incontro: La Bellezza dell’inizio. La crisi della fede prepara la rinascita dell’esperienza spirituale cristiana.
Buona visione!
Ringrazio ancora una volta Marco per la sua interessante conferenza.
Mi ha colpito la citazione di Bernanos dal suo libro ” I grandi cimiteri sotto la luna” in cui il grande scrittore cattolico fa parlare un ateo: “Voi non vi interessate ai miscredenti, però i miscredenti si interessano enormemente a voi… Vi consideriamo interessanti, poi risulta che non lo siete e questo inganno ci fa soffrire…Per noi, che possiamo solo sperare da voi la partecipazione ad un dono che, secondo quanto dite, è ineffabile, l’importante non è sapere se Dio si è messo nelle vostre mani ma quello che voi fate di Lui…”
Queste parole mi fanno pensare alla grande responsabilità che noi cristiani abbiamo in questa fase apocalittica del mondo di oggi. Se è vero che la crisi antropologica prepara la nascita di una nuova umanità, non è tempo di avere complessi di inferiorità poichè il messaggio di Cristo che noi dovremmo diffondere ma soprattutto realizzare ed incarnare, è certamente il più grande contributo alla realizzazione di questa trans-formazione planetaria.
Ecco perchè ritengo indispensabile la nostra partecipazione ai gruppi “Darsi pace”, un percorso di liberazione che ci può aiutare ad essere cristiani autentici cioè a passare dal vecchio io egoico-bellico ad una nuova modalità di vivere la realtà e di trasformarla in senso più umano ed umanizzante.
Maria Letizia
Grazie a te, cara Maria Letizia, hai ragione: oggi più che mai divenire cristiani è un compito pieno di vertigine e di entusiasmo. Ciao. Marco
Il massimo della schizofrenia, della menzogna, del controllo e della dissuasione dal fare: la burocrazia, capillare, pervasiva, priva di referenti e responsabili, defatigante e incomprensibile, e per di più la prendiamo come un male necessario e inevitabile. Se vogliamo un bel punto di partenza per fare qualcosa di pratico, ecco, pensiamo un poco come raggirarla, visto che “lei” ci raggira ogni secondo…
Non sottovalutiamola dandola per scontata, è proprio così che funziona, fate caso a come si è metastatizzata negli ultimi venti anni, e poi ci raccontano che è tutto più semplice…
Grazie Marco,il tuo fuoco illumina il cammino!