Si vive … anzi di questi tempi, si sopravvive. Non me ne sono accorta subito. E’ stato un lento e a volte prepotente accorgermi di come di giorno in giorno e ogni giorno, un fatto, una situazione, una coincidenza mi portasse un po’ più dentro di me perché il “fuori”, cioè il quotidiano circostante e pure le persone, che infatti creano esse stesse il quotidiano, cioè noi tutti … e tutto questo che mi attorniava, incominciava a “storcersi” in modo evidente.
Immagino ora come in un’orchestra quando … per esempio … prima di iniziare l’opera musicale ogni artista prova il proprio strumento e immagino ripassi qualche accordo, e nell’ascolto dei suoni che ne escono da parte di un “non addetto ai lavori” (quale sono io come sicuramente si intuisce) sembra che gli strumenti di tutta l’orchestra, proprio tutta, siano immersi in un caos sconclusionato, disordinato, stridente, tanto stridente, quasi rude; ognuno prova per sé in “solitaria”. Gli orchestrali l’un l’altro, in quel momento, non si guardano neppure anzi, a volte, sembra di leggergli sul volto un’ombra di profonda solitudine e alcune volte di tristezza … poi, invece accade qualcosa.
Dopo questo apparente caos, di ogni strumento a fare musica per conto proprio … arriva un momento molto importante in cui cala un profondo silenzio e all’improvviso si crea un vuoto, uno spazio, più o meno grande e che sembra anch’esso non terminare mai, la trepidazione sale e seppur nell’attesa, ma pure lei, l’attesa, si sorprende quando e ancora una volta, apparentemente all’improvviso l’orchestra inizia … ed è come la natura a primavera!
Da un secco e povero inverno spunta da chissà dove un’Armonia che all’unisono … e di ramo in ramo, come una carezza che nessuno vede, svela foglie e germogli e quasi ti chiedi: ma dov’erano nascosti? … e allora tutto intorno si accorge di tanta naturale bellezza e ne diventa partecipe, a volte se ne accorge pure l’uomo.
In questo proseguo e ognuno di questi passaggi, tanto per l’orchestra quanto per la natura, non sono affatto casuali. Ogni passo eseguito ha contribuito a creare quello seguente. …..
…..e torno … a terra!
Nello stridore, aria, che ogni giorno respiriamo, ora, quasi a fare da colonna sonora, è la paura.
Anche qui. Non ti accorgi subito che ce l’hai, talmente è strisciante e furba. Quando te ne accorgi la vedi che si è attaccata al tuo corpo fino a sfiorare l’anima, in alcuni casi ci entra dentro, nell’anima.
La paura si tiene aggrappata come un morso che stringe la pelle e fino ai muscoli e ti strizza ancora più in fondo, ma è stata così furba che ti pare di non averla, assuefatti ormai dall’abitudine di sentire quel morso.
Qualche volta senti mordere che quasi ti scappa un grido e pensi, già alle 9 di mattina, che sia perché – sta arrivando ora di pranzo – è per quello … e pensi che è naturale avere i morsi di fame anche alle 9 di mattina. Era buono il cappuccino con il cornetto mezz’ora fa … metto subito in bocca ancora qualcosa, veloce veloce, non vuoi vero, non si sa mai, che mi capiti un giramento di testa e cada a terra perché ho trascurato il segnale che mi ha lanciato il corpo !!! … affamato!!
La paura si sfrega le mani soddisfatta.
E’ che sì, è “fame”, è però di un altro tipo di nutrimento che si tratta. Una fame che nessuna super pizza gigante può soddisfare se non per pochi minuti. Neppure il tuo cibo preferito e neanche se ti ci immergi, dentro al tuo profiterol nuotando tra i bignè ripieni di quella crema favolosa che fanno solo in quella pasticceria! Niente da fare, insaziabile.
Punto a capo. Ancora e ancora, punto a capo!
E’ l’Anima che chiede. E’ lo Spirito che silenzioso l’accompagna. E’ il Cuore che, disperato per i bignè che mi coprono gli occhi, non sa più come fare per farmi sentire che lui c’è e mi sta aspettando, aspetta fiducioso che io esca da questo lungo letargo animale.
Lui il Cuore se n’era accorto che la paura stava facendo il proprio gioco e non ha potuto fare nulla per fermarla.
Ma … perché … tu ascolti il Cuore !?!
Il tuo Cuore? … e quello di chi incontri? … lo ascolti quello?!
Magari quello degli ”altri” sei convinto di ascoltarlo perché sei buono e sempre perché sei buono gli altri hanno diritto prima di te ad un pezzo del tuo cuore che invece tu stesso trascuri e ti neghi. Non è mica che – “essere buoni”– generosi – in ascolto – significhi vendere il Cuore o regalarlo a chi se lo prende, e c’è sempre chi è molto veloce a prenderselo e lo “vendo” il cuore, pur di non sentire anche nella carne il dolore di difficoltà e sofferenze e cocenti ingiustizie.
Se fai così però, poi, tu non ci sei più. Sei sparito, diluito tra chi si è preso i tanti pezzi di te, perché il tuo cuore sei Tu. Quello siamo. Anche se, a volte ostinatamente, ce lo neghiamo. Se non sono Cuore, sono solo istinto animale o peggio, quando a volte sono solo un automa.
Come puoi pensare di saper come fare a prenderti cura di te se non rimani in ascolto, attraverso il Cuore, di ciò che ti serve per avere una vita più felice. Lui, il cuore, abita anche, e probabilmente soprattutto, nei luoghi dal quale in primavera poi arrivano sui rami degli alberi i germogli! Ne sa di cose! Il Cuore è dappertutto, è capace di permeare ogni cosa, trasforma il buio in luce, vola libero attraverso dimensioni che, in quanto piccolo essere umano quale sono, non riesco neppure ad immaginare.
Sicuro, hai altro da fare. La vita qui sulla terra può essere molto dura. Bollette da pagare e, le devi pagare anche se non ti danno la possibilità di lavorare e non hai di conseguenza un reddito. Tuo figlio deve rinunciare all’università perché hai perso il lavoro e ti senti pure, grazie a questo, un incapace, un inetto.
Sembra non conti nulla se nella vita hai imparato a voler bene a qualcuno, se hai imparato tante e tante cose e tante ne hai conosciute, se sai costruire questo e quello …
Ma quelle maledette bollette …
Molte persone si irritano … – ma cosa dici, la vita è bella! – … certo, la vita è bella, può essere meravigliosa! ma non quando è vissuta costretta in questo modo! Quando ti alzi al mattino e ti chiedi perché sei nato, visto che qui c’è tutto questo sfacelo.
E poi, se penso a tutta la parte di umanità che sta ancora peggio di così, tanto tanto peggio e da secoli e secoli e secoli.
Certo sì, la vita è bella! E la vita è dappertutto e penso quasi d’esserne certa: non solo qui in terra.
A volare bassi però non c’è scampo. E qui le ali grattano l’asfalto!
Per questo oggi scelgo di volare! Da oggi voglio imparare a volare un po’ più su, voglio provare ad alzarmi da terra, da questo ruvido e appiccicoso asfalto! Da oggi voglio iniziare ad ascoltare il mio Cuore, sarà lui che mi guiderà ad incontrare altri Cuori e imparando insieme nell’ascolto e lavorando in questo modo, perché fare ciò richiede un lavoro ma, in questo cammino, un bel giorno quella carezza, la stessa che ha una forza tale da far nascere i germogli a primavera, scioglierà ogni paura.
Questo volo lo chiamo Libertà.
.. libertá significa che il nostro cuore….pacificato puo’ spiccare il volo!! Finalmente dopo tanto, tanto lavoro….di conoscimento, di valutazione, di determinazione nel voler andare avanti ….un piccolo “germoglio ” nasce…!! All’inizio timido…poi man mano, con tenacia si riapre alla vita..alla nuova vita!! Che bello !! Poter respirare pienamente aria fresca, nuova, poter dire che facciamo parte anche noi della terra!! Nn c’é solo tristezza dolore…attraversiamo spesso quella porta stretta!! Quel passaggio arduo….tenebroso…l’importante é avere il coraggio di attraversarlo…in tutti i sensi…anche rischiando di cadere!! E giá ..tante cadute..tante..molte…ma con la giusta consapevolezza che si deve risalire cn estrema liberta’!!.. Facendo pero’ un’analisi del mio percorso..mi sembra doveroso approfondire il senso della parola liberta’..che per me é nn solo la giusta interpretazione del volo..spiccare il ” volo”..ma anche grande responsabilita’ verso il prossimo!; nn potrei mai sentirmi egoisticamente libero , e ledere poi, la vita di un fratello manifestando ed ostendando alcuni atteggiamenti…. Libertá sempre cn.il cuore proteso verso….gli altri..
E Finalmente ……concedersi una carezza di libertà ! Credere davvero a ciò che si pensa, che si desidera !
Concedere al proprio cuore di accarezzare il nostro desiderio di volare. Avendo scoperto che siamo noi ad avere le ali, lasceremo le nostre paure a sciogliersi sull’asfalto . E volando alti nel desiderio , mostreremo a tutti coloro che restano ancora a terra , con i loro cuori appesantiti, che anch’essi possono prendere il volo , liberandosi dal peso delle proprie paure, compresa quella delle bollette da pagare, perchè il vero costo è la paura, mentre la vita nella libertà e nella fraternità è un dono. Un dono però, da scoprire …..pagando quelle maledette bollette delle nostre paure. Intanto però, possiamo almeno aiutarci a credere che volare in un mondo senza bollette, sia possibile ! Ogni giorno, impariamo a crederci un po’ di più e alla fine non pagheremo più bollette che ci tengono nella paura. Dovremmo davvero farci forti e credenti, come ci dice Gesù, di Rimanere in Lui che è la Vite , la fonte del vino della nostra gioia. La sfida è continuare a crederci, anche se una parte di noi continua a dirci che la realtà sono le bollette dell’Enel da pagare e le nostre sono solo immaginazioni di frustrati e impotenti che si drogano di spiritualità immaginaria, di religioni ormai tracollate. E’ una brutta bestia la paura quando ci convince che non abbiamo ali e che raschiamo solo l’asfalto. No! Non ci stò, Signore Gesù ! Perchè mai dovrei credere ancora alle mie paure, e non a te? Dove andrei, Signore, senza di te ? Non voglio restare uno sbandato mentale, in questo mondo , dove ogni mattina c’è una bolletta da pagare e a milioni muoiono in tv , e tutti restiamo obbedienti, senza lacrime, senza grida, senza più sapere chi siamo e perchè .
Grazie Barbara per il tuo post sullo scioglimento delle paure , grazie anche a Grazia per il post precedente sulla paura che , avendola attraversata, ti dona il coraggio. Grazie, amici fraterni, aiutiamoci a credere e, voleremo davvero …..non sono balle, è solo paura di vivere perchè vivere vuol dire morire , ma si muore anche senza vivere , per cui è meglio morire, vivendo ……è così che voleremo tutti !
E ogni tanto proverò a sbattere le ali…. per continuare a crederci !
Buondi a tutti, complimenti per il lavoro che fate, scrivo qui perchè ho un problema: sono finito in un impasse e mi mancano le idee per uscirne, magari mi potete dare un utile consiglio o una dritta: mi sembra il posto giusto.
Praticamente sono esattamente nel punto in cui per andare avanti nel lavoro su me stesso devo affrontare le mie paure, quindi, per far capire, sono dentro la prima parte del cammino iniziatico (quella dell’inferno dantesco, per usare un’immagine chiara a tutti )
Bene: sono riuscito a oggettivare abbastanza bene le mie paure, le posso visualizzare davanti a me, ma cosa devo fare per affrontarle? Qualcuno ha qualche dritta da darmi? Cioè: per affrontarle, non so proprio cosa devo fare!
Buondi e grazie se qualcuno vorrà rispondere
Ciao Giuliano,
intanto complimenti per il lavoro che stai facendo, lo sappiamo che è difficile e richiede una grande onestà verso sé stessi e perseveranza (molti lo sfuggono). Ora, non pretendo di dirti cosa fare, sarebbe oltremodo immodesto, da parte di uno che come te sta provando esattamente a lavorare sulle proprie paure. Posso soltanto sussurrarti un suggerimento, poi altri magari ti daranno consigli più articolati: affrontare le proprie paure ha una parte che va fatta di persona, e quella non ce la leva nessuno. Ma viene molto aiutata se condotta in un contesto amichevole e non giudicante – questo di Darsi Pace mi sembra un ottimo ambiente, per questo scopo.
Non conosco il tuo percorso, ma ti suggerisco di “gravitare” da queste parti, se già non lo fai. Negli esercizi che si fanno durante i corsi ci apriamo a condividere anche le nostre paure, nella misura in cui ne siamo pronti, e questo già regala grande beneficio. Non ci sono sconti, è un processo lungo, ma qui c’è un piano ragionato per lavorarci (ma prima di tutto, qui le paure vengono accolte e non giudicate).
Insomma, affrontare le proprie paure è come puntare ad una vetta alta, si fa meglio “in cordata”, ed è più sicuro.
Qui facciamo proprio questo!
Con amicizia,
Marco
Darsi Pace pare che funzioni come Alcolisti Anonimi per lo spirito?
Marco Castellani grazie del Suo (tuo) suggerimento, i complimenti ovviamente sono ricambiati a te e a tutti quelli che stanno compiendo questo percorso/ non dimentichiamoci che la svolta antropologica che stiamo facendo, per poi avere effetti sociali concreti, deve diventare di massa, deve essere un fenomeno in espansione. Questa e probabilmente la parte piu difficile.
Riguardo al mio problema, ecco nel suo post leggo molto bene come fare ad aprirsi alle paure, condividendole e parlandone in gruppo, io sono proprio al passo successivo, devo adesso affrontarle: intendo proprio dal punto di vista pratico, che strumenti posso usare? Cosa fare?
Per farmi capire, lei stesso ha indicato 3 utili strumenti applicativi ( ascolto, racconto amichevole e non giudicante in gruppo, condivisione tra i membri del gruppo dell’esperienza vissuta ) per aprirsi alle proprie paure, ecco a me servono quelli successivi, per affrontarle ( le paure ).
Sicuramente graviterò da queste parti, mi sembrate un’ottimo gruppo e rinnovo i miei complimenti; non date retta ai troll come l’anonimo qui sopra, più persone vi seguiranno e più aumenteranno purtroppo.
Caro Giuliano,
Di solito utilizziamo diversi “strumenti” per quanto riguarda questo tema. Ci sono degli esercizi ben precisi da fare proprio sulle paure che tuttavia hanno un senso solo se visti all’interno della struttura del percorso, per questo lavoriamo in gruppi e guidati da formatori. È un po complicato dare delle indicazioni così ” a freddo” attraverso un post. Io ti consiglierei proprio di iscriverti, se già ti piace il sito e i temi che trattiamo sicuramente il lavoro pratico nei gruppi è ancora più bello.
Ciao,
Maila
Ciao Giuliano!
Oltre ad associarmi all’invito di Maila di iscriverti al percorso Darsi Pace, dato che si tratta di un cammino organico, strutturato ed accompagnato, mi sento di dirti anche un’altra cosa. Non intendo essere arrogante, dato che non ho nietne da insegnare a nessuno, ma solo condividere la strada che sto facendo – appunto nello spirito di cui scriveva Marco Castellani.
Intanto mi pare che le paure non si possono affrontare di petto, altrimenti ci paiono insormontabili. Quindi occorre sostare nelle nostre paure e provare ad andare un po’ più a fondo. Scegli una paura e indagala attentamente chiedendoti che cosa ti faccia veramente paura. In certi momenti, ho trovato particolarmente frustrante questo esercizio perché non riuscivo ad individuare altro che la mia paura di superficie. In realtà, affinando l’ascolto, si scopre che c’è sempre dell’altro, legato al passato, a quando quella paura ha avuto origine nella nostra infanzia.
Perseverare, tollerare massimamente la frustrazione, sopportare di non ottenere nessun miglioramento nonostante l’applicazione cioè uscire dalla mentalità di prestazione, e quindi avere tonnellate di pazienza. Arriva poi ad un certo punto qualcosa che ci smuove, che ci fa andare avanti.
Innanzitutto è l’atteggiamento con cui ci poniamo di fronte alla paura che inizia a smorzarla, più che un fare attivo.
Buon proseguimento di lavoro
iside
Magari quello degli ”altri” sei convinto di ascoltarlo perché sei buono e sempre perché sei buono gli altri hanno diritto prima di te ad un pezzo del tuo cuore che invece tu stesso trascuri e ti neghi. Non è mica che – “essere buoni”– generosi – in ascolto – significhi vendere il Cuore o regalarlo a chi se lo prende, e c’è sempre chi è molto veloce a prenderselo e lo “vendo” il cuore, pur di non sentire anche nella carne il dolore di difficoltà e sofferenze e cocenti ingiustizie. Complimenti Barbara . La consapevolezza ci irrobustisce le ali per volare. La consapevolezza dei nostri limiti ci fa capire l’importanza del nutrimento quotidiano . Di ringraziare il pane quotidiano concesso e non le voglie, gli eccessi , i vizi pornografici dell’alimentazione . Nutrirci dall’interno ,per nutrire il corpo in un incessante comunicazione con la nostra parte ferita . Da qui possiamo guarirci e guarire . Auguri
A Giuliano : quelle paure vogliono accoglimento, ascolto, partecipazione attiva al superamento per ri/nascere da adulto. Iscriviti . Sei il benvenuto nella scuola di vita . In una iniziazione del vivere la vita , la fede, l’ascolto dell’altro dopo aver interrogato per bene il nostro bambino interiore spaventato . Auguri sinceri .
http://www.darsipace.it/2015/10/19/darsi-pace-linizio/
per Giuliano
questa è la prima lezione del primo corso dell’anno scorso la trovi in questo blog, ma così forse ti è più semplice farti un’idea personale del percorso.
Auguri
Ringrazio tutti per la gentilezza, ho capito perfettamente quello che volete dire e non mi dilungo ulteriormente nella mia questione, perchè mi avete convinto: mi iscriverò per i corsi che partiranno a ottobre; spero di fare una bella esperienza con voi.
Buon proseguimento e soprattutto buon lavoro a tutti, magari ci incontreremo nei gruppi, un caro saluto ciao.
Leggendo i vostri bei pensieri, Marilena e Ivano, ho provato una gran leggerezza, nel senso più bello e ricco, un gran bel desiderio di libertà, meritato, grazie 🙂 del bel volo insieme!! Grazie Mirko per condividere il pensiero sul vero nutrimento necessario all’Essere Umano, cosa che mi piacerebbe tanto conoscere, … ne avremmo da approfondire che penso non basterebbe una vita.
A chi non si vuole dare qui un nome, neanche uno pseudonimo … ?!? … 🙂 bè si, per me potrebbe essere anche così, un po’, come per gli alcolisti anonimi perché no! Se ciò vuole dire darsi una mano nel crescere insieme, tagliando i legacci dalle dipendenze tossiche, stupendo!
Per Giuliano, dopo le fondamentali e giuste indicazioni dei miei compagni,e Marco, Maila, Iside, Mirko, posso dire solo quello che “di mio” pratico in modo talmente semplice e che magari anche tu già fai e che mi aiuta molto anche in ogni lavoro di questo genere che vado a fare. Come dire … quando ” l’affrontare” si presenta particolarmente difficile, guardare le cose in modo “allargato” per me, per esempio è stato ulteriormente fondamentale in egual modo del fatto di guardare la paura, indagarla e definirla.
Solo dico che alcuni anni fa ho perso il lavoro, in concomitanza all’accadere di alcune gravi situazioni familiari. Dal giorno in cui svegliandomi non dovevo più andare al lavoro, che peraltro mi gratificava, ho iniziato a sentirmi attanagliata dalla paura. E le bollette di cui sopra e non solo, cioè ogni cosa, riguardo il “pagare”… pure l’acqua … tutto ciò ha pesantemente gravato.
Ogni giorno alzarmi era sempre peggio e la paura aumentava. Ho provato a far finta di niente. Ma no, questa mi sprofondava sempre più giù mentre un gran buio avanzava. La paura si è in breve trasformata in terrore, fino quasi a prendere una forma che sentivo consistente ed enorme.
All’improvviso mi sono ricordata di quando in un altro momento nella mia vita ho sentito avanzare il buio quasi in quello stesso modo. E in un attimo che ho provato come di massimo terrore, però indimenticabile ma, sì, mi è parso in quegli attimi, di poter comprendere coloro che agiscono su se stessi con un atto irreversibile dettato dalla disperazione. Mi è sembrato d’esser lì, lì a perdere la ragione. La pazzia era davanti a me e mi guardava dritta negli occhi.
In quel momento accadde qualcosa. Non so dirti cosa. Ho iniziato però spontaneamente ad osservare le piccole cose viventi che in casa mi circondavano. Ero sola e ho incominciato ad osservare le formiche nella terra dei vasi sul terrazzo, le piantine che lì stavano crescendo e lasciandomi assorbire in quell’osservare, mi sentivo come “arresa” e, ormai, davanti a me, una gran disponibilità di tempo … e allargo lo sguardo … agli alberi davanti casa, le foglie, da una all’altra e nei particolari, come stanno crescendo grandi gli alberi di anno in anno e scorro con lo sguardo le sfumature che posso cogliere … e poi ancora allargo allo spicchio di cielo che da casa posso osservare … le nuvole … e ancora immagino, perché da casa, dalla mia piccola “celletta” posso solo provare ad immaginare che sto viaggiando sul pianeta Terra che mi sta portando con sé insieme a miliardi di altri esseri e cose, mentre si sta srotolando in uno spazio ancora più grande ed allora vedo la Terra da fuori come fossi un’astronauta, i suoi bei colori … e quando mi sento sufficientemente leggera … ritorno … e sento a questo punto che ho una parte da svolgere in tutto questo, allo stesso modo della piccola formica, che ignara, si muove nella zolla di terra.
E’ stato uno svolgersi che mi ha colpita come fosse una lancia.
Anche se al raccontare probabilmente fa molto Walt Disney!
… e comunque poi, così, di volta in volta grazie a … come chiamarli? .. viaggi? allargare la visione? come si preferisce … ogni cosa, che sembrava anche estremamente difficile, si ridimensionava … e si è ridimensionata ed ho iniziato a trovare soluzioni e, non ultimo, ad accettare braccia aperte che mi si offrivano in aiuto.
In quella circostanza la paura che avevo davanti era ben chiara, precisa, almeno così mi pareva ma ho potuto vederla bene, per quel che ne capisco. Più complesso, lo sto provando, è quando il lavoro è su una paura che magari è così lontana nel tempo e che perciò “definirla” diventa, immagino, primario, comunque sia allargare la visione a me aiuta a proseguire con più leggerezza e contemporaneamente al “lavoro duro” mi regalo un certo respiro e modo di vedere anche delle nuove possibilità.
Ciao e grazie, Barbara 🙂