La voce del poeta

Commenti

  1. ” La felicità non sta nell’essere sempre contenti, ma nel comprendere che la libertà ha a che fare con il prendere distacco dall’automatismo della vita”. Di queste parole voglio conservare memoria per rinnovare l’impegno di esercitarmi ogni giorno, con convinzione, nella libertà, lamentarsi degli altri o della sfortuna e cadere nel vittimismo non serve a nulla, per realizzare al meglio tutte le potenzialità della nostra umanità. Per leggere ” i fonogrammi del cielo” occorre essere aperti alla speranza, alle sorprese e e al gioco! Mariapia

  2. “Che differenza vi è del resto fra conoscere noi stessi e conoscere Dio? “…
    Carissimo Francesco, sono profondamente sintonizzata su questa domanda, è il filo conduttore che mi sta accompagnando ad entrare profondamente in “contatto” , con realismo e concretezza, nella relazione con il Mistero che è in me e in ogni uomo.
    Ricerca e sorpresa nel lasciarmi stupire dallo sguardo che non tradisce mai, la Pupilla rotante sull’eterno giro della vita di cui è composto il mio occhio.
    Grazie per avermi dato la possibilità di soffermarmi nuovamente su queste parole. Vanna

  3. Caro insorgente forse era meglio dire “nosce te ipsum”.
    Complimenti per la scelta del quadro

  4. La poesia: “Il comandante” è un’altro grande, e per me davvero importante, testo che tanto continua ad aiutarmi per rimanere saldo e mantenere la mia integrità sia nelle relazioni con gli altri, sia nelle mie battaglie interiori e spirituali. Credo sia un riferimento giustissimo! Mi fa piacere riportare il link del post in cui se ne parla

    http://www.darsipace.it/2014/06/19/chi-resta-saldo/

    Grazie e un caro saluto a tutti, Fabio

  5. Paola Balestreri dice

    Caro Francesco,
    grazie per averci ricordato la parola dei poeti, quella vera, potente, che trasforma e realizza ciò che dice.
    Grazie per aver fondato nel silenzio la forza di questa parola, che sorprende sempre chi impara a affidarsi al suo dettato.

    Caro Fabio, grazie per essere così spesso il cuore pulsante del nostro movimento, facendo memoria dei passaggi, condividendo i momenti che per te sono stati significativi, rinnovandone così l’efficacia e facendoli diventare un tesoro prezioso per tutti noi.

    Un saluto a tutti e in particolare alle amiche Giuliana, Rosella, Gabriella e Angela che in quel post del 2014 avevo dimenticato di ringraziare:)
    Paola

  6. E’ vero, caro Francesco, la voce poetica parla dalla profondità abissale della vita e della morte ed è vera proprio perché sgorga da questo abisso.

    Ho riletto giorni fa un libriccino “L’uomo che cammina” scritto Cristian Bobin , un poeta secondo me anche se il libro è scritto in prosa.

    “L’uomo che cammina è quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.”

    Questa la conclusione del testo:

    “Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una parola folle e una parola vana.”

    La considero vera per ciascuno di noi : non abbiamo grandi alternative tra una parola folle e una parola vana.

    Grazie perciò ai veri poeti che nel vano rumore di questo mondo sanno ascoltare e donare parole folli, infuocate di vita.

    Ti abbraccio, giuliana

  7. Walter Mutton dice

    Non conosco il latino, non l’ho studiato, lo ignoro, ammetto di essere ignorante per cui, mi pare, forse Francesco Marabotti ha fatto un errore. Comunque, se così fosse, non mi sembra grave; sicuramente recupererà, anche grazie al generoso ammaestramento del Sig. Anonimo (o Anonima, non so). Per lui (o lei) la vedo invece un po’ più difficile. Sicuramente molto colto e intelligente, pure esperto d’arte, pare un po’ scarsino a livello di caratura umana… lì è un po’ più difficile recuperare, ma c’è sempre speranza, mai disperare.

  8. Paolo Nobili dice

    Un brano che mi piace spesso riascoltare così, nel contesto del film in cui è inserito, per darmi forza, oltre che pace 🙂

    https://www.youtube.com/watch?v=p7vjlG3w8VA

    Paolo

  9. Grazie Francesco, parole fondamentali, vitali come i colori del dipinto che hai scelto come immagine.
    Hai rilanciato un salvagente colorato per questo tempo sempre più affannato, per chi si abbandona per inerzia alla corrente o cerca di risalirla ma inutilmente.
    Bello anche che già in giovane età tu abbia potuto e saputo sviluppare questa consapevolezza e ti impegni per condividerla. Auguri. Stefania

  10. Non ci siamo perduti
    cari amici
    compagni dello stesso cammino.

    Avete mai sentito parlare
    della Terra dove in vento canta con la voce del flauto
    e dove scorrono ruscelli di latte e miele?

    Noi veniamo da quel luogo
    là c’è la nostra casa
    e là stiamo ritornando.

  11. Francesco Marabotti dice

    Cari tutti,
    grazie dei commenti
    e del supporto. Sì rettifico, in latino è “Nosce te ipsum”.

    Un tempo estremo il nostro, che richiede abilità uniche ed una forza che forse l’umanità
    non ha mai dovuto nemmeno immaginare. Per questo cerchiamo di attingere
    ad una fonte inesauribile, una luce capace di darci pace.

    Francesco

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  2. […] Poi dal nulla, quasi per caso, un bel giorno, tutto d’un tratto, proprio mentre meno te lo aspetti, canta di gioia la luce della vita, risplendono nel cuore le costellazioni più sublimi e leggere dell’anima, che ci rendono capaci di leggere con uno sguardo diverso i fonogrammi del cielo[1]. […]

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