Mi piacerebbe trasmettervi l’emozione vissuta nel mese di Agosto e per far questo vi chiedo di vedere il video solo dopo aver letto queste poche righe introduttive.
Devo come prima cosa confessare la mia ignoranza artistica dalla quale però attingo una forte spinta nel voler condividere questa esperienza .
In vacanza nella provincia di Napoli, io e mia moglie, ci siamo concessi una visita alla città che ancora non conoscevamo e su consiglio di una amica cara avevamo intenzione di visitare, tra le tante altre bellezze, la Cappella Sansevero dove si trova il Cristo velato.
Purtroppo però dopo un giro bellissimo tra le stradine del centro della città ci siamo trovati di fronte ad un portone chiuso, era martedì, unico e costante giorno di chiusura a molti sconosciuto.
Finita la giornata siamo tornati a casa ma era restato in noi un piccolo vuoto per non essere riusciti a vedere questa opera che non conoscevamo e così dopo pochi giorni, a causa del mal tempo che ci ha dirottati dal bellissimo mare della costiera Amalfitana, abbiamo ripreso la visita di Napoli che sinceramente merita molto dipiù di un solo giorno.
Questa volta il portone era aperto e la breve fila ci ha permesso di pensare che l’ausilio di una audioguida ci avrebbe fatto comodo e quindi così muniti siamo entrati nella cappella.
Noi viviamo a Roma e spesso ci capita di entrare in chiese che espongono stupendi capolavori artistici, per non parlare delle passeggiate in centro ma li la sensazione è stata fortissima, forse le ridotte dimensioni dell’ambiente e l’alta concentrazione delle opere presenti hanno interagito facendomi sentire ( prendo in prestito parole del video ) “ assalito dalla bellezza “.
In quella cappella sconsacrata di proprietà di un massone è conservata l’opera che rappresenta meglio la mia condizione spirituale, c’è sempre un velo che mi impedisce di vivere una fede piena, nitida, completa; mi sembra di intravedere con chiarezza i segni che confermano ciò che l’interiorità mi suggerisce ……. ma c’è un velo che……..
Quando poi ho saputo che Giuseppe Sammartino era un giovane artista conosciuto solo come
“ figurinaio di statuine per presepe “ e che nel1752 (aveva 33 anni….) riceve l’acconto per la realizzazione dell’opera che consegnerà un anno dopo finita il mio stupore si è trasformato in certezza,
Ecco come l’azione dello Spirito può agire se siamo capaci di permetterglielo !!!
Buona visione, per chi non conosce l’opera credo sia bene che vi predisponiate al fermo immagine che sarà molto utile per meglio apprezzarne i particolari mozzafiato.
Carissimo Alessandro, la tua emozione in relazione con la ” Bellezza” è diventata e mozione in me.
Un piccolo scioglimento , una goccia , in apertura di questa giornata, per predispormi fiduciosamente anche oggi a lasciarmi lavorare dalle Mani sapienti che trasforma il gelido marmo delle mie stratificazioni interiori e le liquida con cura paziente perché possa svelarmi e rivelarmi chi sono io veramente. Mistero e azione che si fa carne viva in me se mi abbandono per davvero.
Con gratitudine ti abbraccio. Vanna
Però, a proposito di arte e tecnica, a me non piacciono i documentari moderni, con questo modo allarmante di musicare, raccontare, sembra sempre che ci sia un pericolo o un dramma dietro l’angolo. Mi domando, perché, a chi fa gioco? Perché angosciarci ” inconsciamente” perfino quando si parla di arte? Io non riesco a guardarli, mi alza la pressione… Forse solo perché ho conosciuto tempi migliori e li rimpiango? Non credo, bisognerebbe rifletterci anche su queste “inezie”.
Grazie Alessandro,
estasiata dalla stupenda visione così ricca di Bellezza e perfezione.
Mi affascina e provo ad immaginare fin dove possano arrivare le capacità degli esseri umani quando così ispirati, che meraviglia!
Ciao, Barbara
Grazie, Alessandro, per averci offerto la possibilità di contemplare le immagini di un capolavoro artistico come la statua del “Cristo velato”.
Sembra incredibile che la mente di una creatura umana abbia concepito un’opera così sublime e che le sue mani d’uomo l’abbiano realizzata. Questo mi fa pensare a quanto tu stesso hai affermato nel secondo incontro della seconda annualità e cioè che, nonostante le nostre distorsioni e le nostre paure, la Fonte della vita, dell’amore e della creatività continua ad agire in noi efficacemente, anche se noi non ce ne rendiamo conto.
Quel velo, paragonato alla nostra fragilità umana, che sembra nasconderci il mistero della divinità del Cristo, in realtà, come nell’opera d’arte che abbiamo contemplato, ci rivela ancora di più i lineamenti del suo corpo e la pienezza della Sua umanità che a Lui ci lega e ci accomuna.
Un abbraccio.
Maria Letizia
Sono d’accordo con te Rita il video lo avrei fatto in modo molto diverso ma non sono riuscito a trovare niente di così ben fatto per le immagini, ho dovuto accettare il meno peggio……….
Wanna, Babara, Maria Letizia grazie a voi della bella sintonia che ci permette di sentirci uniti nello stupore di fronte a questa come ad altre manifestazioni della bellezza che ci abita e circonda.
Restare aperti per saperla accogliere come merita non ci viene facile ma possiamo aiutarci a progredire nello sciogliere le barriere.
Buon proseguimento. Ale
Ciao Alessandro,grazie.personalmente non ho mai tanto amato il barocco che mi è sempre sembrato lontano dall’esperienza umana del divino.forse perché ancora devo raggiungere lo stato per comprenderlo..non so.mi sembra che anche il pensiero di Gesù segua altre strade.però la scultura del Cristo va oltre il barocco e diventa eterna.davide
Alcuni anni orsono quando ero forse più emotivamente instabile di adesso, ho visitato la cappella Sansevero a Napoli, mi ha scosso e turbato nel suo insieme di statue, dalla forte connotazione simbolica, ammiccanti a qualcosa di misterioso e oscuro: la morte come destino irreparabile, il fallimento di una vita che non trova il senso, l’inquietudine di un labirinto di cui non si vede l’uscita?
La statua del Cristo morto e velato è senza dubbio un capolavoro dell’arte barocca, proprio questo stile infatti mira a stupire, meravigliare, suscitare emozioni, non lasciare indifferenti ; si può senz’altro ammirare l’inattesa perizia dello scultore che trasforma il marmo in materia impalpabile, mobile. Le pieghe di quel lenzuolo però non inteneriscono, trasmettono tutta la freddezza di un corpo ormai non vivente, separato da noi. Ci stupiamo per la bravura, ma , almeno io, sono restata distante, bloccata.
Guardando quel corpo velato dal lenzuolo a me, anche ora, è difficile immaginare la resurrezione, la luce splendente del divino, la metamorfosi del giorno di Pasqua. Ammiro la perizia, l’eleganza, ma francamente non avverto lo Spirito, piuttosto il peso di un mistero che più che attrarre , atterrisce!
Caro Ale, grazie di quello che comunichi scrivendo.
L’ho visto.
Sì, l’ho visto anch’io … una volta quasi distrattamente, da giovane suora, in gruppo con altre giovani: durante un incontro di formazione mi trovavo a Napoli, luogo caro perchè luogo in cui un carisma consegnato da Dio ad una giovane francese si è incarnato nella cultura e nella realtà napoletana, luogo in cui la giovane francese diventata adulta qui è entrata nella vita senza fine. Giovanna Antida Thouret.
La seconda volta perchè ci sono voluta tornare con più consapevolezza.
Sia la prima volta sia la seconda mi ha colpito quella bellezza … mi ha commosso … mi ha attirato da far fatica a distogliere gli occhi.
Mi piace la tua conclusione …e chiedo allo Spirito di soffiare, di lavorare in noi come abile cesellatore per far risaltare ogni piega, ogni particolare, ogni vena … che ci fa assomigliare un poco di più ogni volta a Dio.
Un Dio fatto uomo che ha manifestato il suo amore per la sua creatura fino a dare la vita … Dare la vita morendo per noi, dare la vita eterna, per sempre, nella resurrezione. Il crocifisso risorto!
Caro Ale, grazie di quello che comunichi scrivendo.
L’ho visto.
Sì, l’ho visto anch’io … una volta quasi distrattamente, da giovane suora, in gruppo con altre giovani: durante un incontro di formazione mi trovavo a Napoli, luogo caro perchè luogo in cui un carisma consegnato da Dio ad una giovane francese si è incarnato nella cultura e nella realtà napoletana, luogo in cui la giovane francese diventata adulta qui è entrata nella vita senza fine. Giovanna Antida Thouret.
La seconda volta perchè ci sono voluta tornare con più consapevolezza.
Sia la prima volta sia la seconda mi ha colpito quella bellezza … mi ha commosso … mi ha attirato da far fatica a distogliere gli occhi.
Mi piace la tua conclusione …e chiedo allo Spirito di soffiare, di lavorare in noi come abile cesellatore per far risaltare ogni piega, ogni particolare, ogni vena … che ci fa assomigliare un poco di più ogni volta a Dio.
Un Dio fatto uomo che ha manifestato il suo amore per la sua creatura fino a dare la vita … Dare la vita morendo per noi, dare la vita eterna, per sempre, nella resurrezione. Il crocifisso risorto!
Cara Rita, sono proprio d’accordo con te!
Certe musicacce che accompagnano immagini come quelle del Cristo velato sono davvero insopportabili e non sono certo “inezie” per la sensibilita’ di uno spettatore che, oltre ad avere occhi per vedere, ha anche orecchie per udire!!!
Sulla bellezza dell’ opera di quel giovane scultore c’è davvero di che rimanere estasiati.
Oltre ad ammirarla in silenzio!
mcarla
Che bello condividere le varie sensibilità, grazie Davide, Mariapia, Damiana, Mariacarla.
Le nostre storie così diverse ci hanno formati e resi unici al mondo ma essere in relazione ci arricchisce tutti dipiù.
Un abbraccio e un sorriso Ale
Hops…..mi è sfuggito un anonimo.
Quello disopra sono io.
Grazie Alessandro, per aver condiviso la tua esperienza col “Cristo velato”. Trovo questa scultura abbagliante di Vita. Non mi staccherei mai dal contemplarla…
Un forte abbraccio,
Agata
Opera stupefacente. La Bellezza del Cristo emana potente e vivificante per chi guarda. Certamente è’ l’Amore dello Spirito per il Cristo che ha guidato mani umane in una realizzazione così perfetta, ed è questa la cosa che mi commuove di più. Grazie Alessandro per la condivisione.
Loredana