In questa dura crisi epocale, in questo tempo difficile di ‘svolta’, in cui ci sentiamo smarriti e confusi e, consapevolmente o no, siamo tutti dei ‘migranti antropologici’, e cioè esseri mutanti, in profonda trasformazione identitaria, torniamo a interrogarci sull’essenza dell’uomo, su ciò che ci rende donne e uomini all’altezza del destino e delle potenzialità che ci contraddistinguono.
Sappiamo sempre di più che ne va della stessa sopravvivenza della nostra specie sul pianeta, e che si tratta di una vera e propria sfida tra antropologie, tra visioni di cosa rappresenti questo strano animale che chiamiamo uomo.
Ed è proprio in questi frangenti che riemerge con potenza l’immagine di Cristo, il mistero dell’incarnazione del divino nella carne ferita della terra, proprio in quanto rivelazione dell’enorme dignità e potenza dell’io umano, chiamato ad elevarsi sulla propria natura per decidere nella libertà chi vuole diventare.
Dio, e cioè quanto di più alto e bello e vero possiamo immaginare (perché altrimenti non si dà Dio) vuole rivelarsi in noi per continuare il suo stupefacente processo creativo e per fare questo è sceso nella terra più inquinata, dissestata e fragile.
La mia più profonda identità, l’essere più profondamente me stessa significa perciò cogliere questa mano tesa e accogliere l’invito ad andare oltre ogni fallimento, oltre ogni morte e ogni disperazione. Significa veramente ‘divinizzarmi’.
In occasione del Natale, pubblichiamo la conferenza di Marco Guzzi al II° incontro nazionale degli amici dell’Icona “Risplenda la luca del Tuo Volto” (23 aprile 2016).
Introduce l’incontro Domenico Repice, teologo, sindonologo e instancabile organizzatore degli eventi dell’associazione “In novitate radix”.
Buona visione e tanti auguri a noi tutti di vivere con forza e gratitudine questa rinnovata occasione di salvezza, riconoscendo il tempo in cui veniamo visitati!
Ascoltare le parole di Marco Guzzi sul ‘nuovo antropologico’ che sta emergendo MENTRE un bimbo molto piccolo lo accompagnava con i suoi balbettii e vocalizzi, mi è sembrata una coincidenza incredibile e a dir poco divertente!
Un intervento che, toccando il grande tema di cosa voglia veramente dire per l’ uomo ESSERE AUTENTICO, ha rilanciato quello altrettanto decisivo della sua potenza creativa fondata sulla libertà dello spirito in Cristo.
Molto interessanti i riferimenti storico-artistici che in questa lettura non sono mai slegati dal faticoso processo di incarnazione del divino nell’ umano.
GRAZIE, mcarla