Libertà di sbagliare

Commenti

  1. Belle parole ma la paura di vivere è una brutta cosa e affrontarla non è facile perché il minimo dolore viene sempre amplificato.

  2. Caro anonimo, pensa che al peggio non c’è mai fine, e ti terrai la paura di vivere.
    Quando si è ricoverati in ospedale si vedono moltissime situazioni, alcune terribili, allora uno dice ” preferisco tenere il mio male che è meno grave della situazione in cui si trovano gli altri” e ha l’incentivo per recuperare in fretta quello che può e uscire nel mondo.
    L’ho sperimentato varie volte.

  3. Bella passeggiata. Natura, libertà ,respiro!

  4. Che bello Giorgio “ … e divento piedi” che bel respiro!! Amo la spiaggia, il mare perché imparo a tornare alla spiaggia sempre e ogni volta in modo nuovo, amo il delicato e dolce suono della risacca, amo i sassi tanto che mi sento uno di loro … sono guarita cento e cento volte da profondi dolori solo lasciandomi andare, lasciandomi accarezzare da questi elementi.
    Pur’io ho sempre pensato: lasciatemi sbagliare. Lasciatemi provare! … per poi accorgermi ancora e ancora che io stessa, pure senza rendermi conto; limito gli altri, con le mie idee i miei schemi e condizionamenti … che lavoro!!!
    Grazie Giorgio, un saluto 🙂 affettuoso, Barbara

  5. Bello questo inno all’errore! Anch’io sento molto il percorso di vita di ciascuno di noi come una strada in costruzione che ci si apre davanti, senza progetti precisi da seguire pedissequamente, ma come la chiamata ad una creatività che stupisce, anche Dio.
    Per quanto mi riguarda, sento però il rischio dell’atteggiamento opposto, che scambia per condizionamenti da superare ciò che è semplicemente condizione del vivere. Viviamo dentro relazioni che sono la condizione appunto affinché ciascuno di noi possa esprimere se stesso, in un’inestricabile rete di rapporti in cui ciò che io sono non si può dare se non come ciò che l’altro dice che io sia. Non nel senso della becera convenzione sociale del “si dice, si fa”, ma come sostegno vitale che mi viene da chi mi precede, mi sta accanto e mi permette di vivere.
    Come sempre, è questione di delicati equilibrismi sul crinale di una vita che è cammino ma appunto in punta di piedi, sempre sull’orlo del precipizio, sempre raccolta da quello Spirito che ci sostiene.
    iside

  6. Che bella sorpresa Giorgio questa mattina trovarti su darsi pace!!! Ti seguo sul tuo blog, mi porti gli eco di romena e ora ti leggo qui… È una bella sensazione incrociarsi nei crocevia dei nostri cammini…buone passeggiate a tutti….

  7. “E’ passeggiare in riva al mare tutto solo che mi svuota. Si svuota la testa e divento piedi”. Queste parole mi hanno colpito perché ho pensato che è un modo di sentire simile ma anche diverso dal mio. Simile perché il camminare “da sola” in ambienti naturali mi aiuta a svuotare la mente e a riconnettermi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia in riva al mare è per me una delle gioie della vita, e parte dai piedi, dagli occhi e poi arriva al cuore, questo mi fa sentire connessa con tutto e il sentimento non è la solitudine e neanche la ribellione, ma la gratitudine. Io non mi sento sola, ma profondamente abitata. Hai scritto “mi rendo conto di quanto il cammino della vita possa essere zeppo di modi diversi di essere imboccato” ,ho voluto condividere questo mio modo che sono sicura e spero sia di molti.
    Stefania (Un’altra)

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