Con la pubblicazione del 13° video, “Il senso di un senso”, inauguriamo il secondo ciclo del progetto: “36 pietre angolari dell’umanità nascente”.
Nella fase centrale del nostro percorso, e cioè lungo il secondo anno del Triennio di base, dopo aver compreso l’importanza della trasformazione di se stessi, si fa urgente e pressante la necessità di decidere:
Quale tipo di uomo voglio incarnare? A quali parole voglio dare credito? Chi voglio decidere di Essere? Chi è l’Essere? Qual è il senso della nostra permanenza su questo pianetino che è come un granellino di sabbia nell’immensità degli universi?
Decidere! dal latino decīdĕre, comp. di de- e caedĕre: «tagliare», «tagliar via» |
In ogni decisione c’è qualcosa che salta via, che “cede”, che cosa c’è da tagliare in noi? Quale taglio netto ci è richiesto? A che cosa dobbiamo rinunciare? Quali attaccamenti sono nocivi?
Dobbiamo ogni giorno potare e lasciar cadere le tante immagini mortificanti e limitanti di noi stessi: quali parti di noi soffrono di questo sfrondamento?
E’ possibile non decidere visto che anche decidere di non decidere è sempre una decisione?
Quali sono le conseguenze poi di ogni mia anche più piccola decisione?
La centralità di queste domande poste all’Io che ha compiuto il rivolgimento interiore, che si osserva e prende le distanze, ci accompagnerà in questo entusiasmante secondo ciclo in cui affronteremo il salto folle nell’Io in Relazione che fissando lo sguardo verso la Fonte del proprio Essere si lancia con l’abbandono di una dolce resa nel mistero infinito di uno sfondamento dell’abisso che ci abita!
“l’esistenza umana è questa apertura ad un senso che eccede l’esperienza sensibile immediata che facciamo del mondo” (Martin Heidegger).
Buona immersione!
Daniela
Condivido in pieno la definizione dell’uomo come l’essere per il quale sussiste un senso: “l’uomo è l’essere che ha bisogno di cercare il senso dell’essere; per l’uomo l’essere deve avere un senso, è una domanda anche, per cui perdere il senso di un senso vuol dire in definitiva perdere l’umanità, perdere la natura umana”. La mia esperienza in Darsi pace mi dà “la percezione che sto cambiando delle cose, sento un cammino di trasformazione e una direzione” e questa sensazione “mi conforta perchè mi fa sentire che c’è una via”. Io credo che questo percorso mi aiuti a riscoprire, passo dopo passo, il vero senso della mia vita.
Grazie, Daniela. Grazie, Marco.
Maria Letizia
Mi ha molto ‘risuonato’ dentro la distinzione tra aspettativa/pretesa egoica e attesa/apertura fiduciosa nel processo di trasformazione in atto…così pure come l’invito a un lavoro (di pratica meditativa) perseverante nel silenzio.
È davvero un “cesellare l’ anima” che se riesci ad essere presente mentre lo fai ti da’ un respiro diverso nel vivere.
Grazie Marco per ricordarcelo come fai tu…instancabilmente! mcarla
Grazie a voi, carissime amiche, sì, Heidegger diceva che il senso è un “esistenziale”, è cioè una struttura intrinseca all’esistenza umana, per cui è l’ascolto sempre più profondo della nostra stessa esistenza che ci può aiutare a percepirne il senso, come un respiro costante, o un sussurro di dolcezza, pieno però di forza creatrice. Marco