Penso di fare cosa utile girando anche a voi questo appello di Alex Zanotelli che ho ricevuto da una ragazza che ha fatto esperienza in Africa ai tempi in cui Zanotelli, padre comboniano, era tra le discariche di Nairobi.
Quando anni fa tornò dalla sua missione in Africa ….tra le varie tensioni con i superiori…..predisse che l’Europa sarebbe diventata la discarica dell’Africa…per questo tornò.
ROMPIAMO IL SILENZIO SULL’AFRICA
Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartengo alla vostra categoria) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani.
Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media, purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo.
Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. (Sono poche purtroppo le eccezioni in questo campo!)
E’ inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa),
ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
E’ inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
E’ inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
E’ inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
E’ inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
E’ inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
E’ inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
E’ inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
E’ inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
E’ inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!!)
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi. Questo crea la paranoia della “invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al Sistema economico-finanziario.
L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano:”Aiutiamoli a casa loro”, dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti.
Davanti a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?). Per questo vi prego di rompere questo silenzio- stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne.
Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alle grandi testate nazionali?
E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto?
Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?
Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.
Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.
Napoli 17 luglio 2017 Alex Zanotelli
Proprio un silenzio assordante sull’Africa, solo quotidiane, martellanti notizie di sbarchi che generano comprensibili paure di invasione. Come denuncia Zanotelli una nuova Shoah si sta consumando sotto i nostri occhi che guardano ma non vedono.
Mi stupisce la coincidenza della pubblicazione di questo appello con il vangelo della messa di oggi che riporta la profezia di Isaia: “Udrete, si, ma non comprenderete, guarderete, si, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca” (Mt 13, 10-17)
Grazie Ivano. Un abbraccio. Giovanna
Ciao Ivano e Giovanna e tutti.
Un silenzio … in ogni situazione che da uomini, in massa, abbiamo accettato senza più chiedercene i motivi.
Non tutti certamente ma il gran numero che fa massa: sì l’accetta. Senza neppure voler –vederne- i motivi. In ogni ambito.
L’appello Ivano, che qui riporti, racconta il grido dell’anima umana che chiede – giustizia ed uguaglianza – e si inserisce nel grande dramma umano di secoli e secoli di soprusi e abusi all’umanità tutta, da parte di un tipo di potere, la prevaricazione e, da uomini attanagliati dalla stessa sete di potere.
Uno stato di cose sempre più degenerato, che conta sull’imbambolamento della maggioranza della massa umana in profondo stato ipnotico.
Una sola storia; dell’Africa, dell’Italia o di un qualsiasi altro paese del mondo dilaniato da conflitti e prevaricazioni basterebbe, ognuno di per sé, a creare motivo di un – lavoro a vita- , a “tempo indeterminato”, per molte persone che si trovino impegnate in un sano rinnovamento a livello di -vita umana- nel completo rispetto della stessa e ciò si rifletterebbe in modo naturale anche nell’ambiente. Finalmente al di fuori dei soprusi.
Traggo una limpida focalizzazione nelle parole, insieme, di Marco Guzzi e Mauro Scardovelli, nel riconoscere l’urgenza di un lavoro richiesto, in prospettiva, a generazioni e generazioni in cambiamento, slegandoci da un potere messo in atto, ad oggi, da uomini gravemente -psicologicamente ammalati- .
L’inizio di questo lavoro consapevole, è senza dubbio: ora.
Mi ha colpito la parola, -accettiamo- … ascoltando dai video in questi giorni, di chi impegnato a Trevi.
“ … accettiamo … senza reagire “, questo, detto da Giuliana Mieli in modo profondo ed accorato, in un determinato contesto e che mi ha smosso una certa quantità di emozioni e tanto altro.
E da quel momento sono entrata in riflessione che poi, non è proprio una “mia” riflessione, bensì l’accoglimento delle buone parole, che sento vere, delle persone sopra nominate e tutte, che insieme a loro sono impegnate ad espandere questa consapevolezza.
Ci sono cose che va bene accettare, altre no! I silenzi del genere in questione, fanno parte delle cose che non si possono più accettare!
Come distinguere? Distinguendo il -bene dal male-, uno specifico discernimento a quanto pare insito nel nostro essere ma che stiamo sempre più perdendo in modo paurosamente veloce. Quanto ci vuole per comprendere … una cosa così semplice, fondamentale, già insita nell’essere umano … eppure lo stato ipnotico sociale è strisciante, invade e confonde subdolamente non appena ci si distrae …
Grazie a tutti coloro che amano e a coloro che lo vogliono imparare.
Un affettuoso e caro saluto, Barbara
Io spero veramente che, in qualche luogo, per qualche istante, esista una Giustizia…Perché chi ha commesso crimini e abusi sia veramente giudicato…E che se esiste un Dio, che questo Dio non sia solo Amore e Perdono, ma anche Verità e Autorità. O tutto o niente
Il quotidiano “L’Avvenire” ha accolto l’appello:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/rompiamo-il-silenzio-sull-africa
Speriamo che questo seme cresca!
Carissimi , ricordiamoci che ogni piccolo seme ha in se una potenza straordinaria !
Speriamo che i nostri semi cadano su di una buona terra, allora daranno chi il trenta, chi il sessanta chi il cento per uno… grazie a tutti e a che chi ha voluto offrire a questo speranzoso seme di verità, un AVVENIRE !
Da parte mia desidero qui fare un po’ di verità sulla mia disposizione interiore verso i problemi che stiamo portando alla luce, circa la realtà sociale, storica e politica dell’Africa , le migrazioni in atto e le nostre paure indicibili.
Stavo in questi giorni, nel silenzio di queste mie montagne , immerso nelle mie meditazioni , godendomi questo assoluto silenzio, dove diventi parte della natura verde e selvaggia e tutto il resto del mondo scompare ….dove sei albero con gli alberi, e stabile come un masso nel torrente levigato dal fluire di un’acqua cristallina, quando – in questo mio beato silenzio – mi giunge da fonti amiche – l’appello di Alex Zanotelli che si rivolge alla Stampa per rompere il muro di silenzio che sta nascondendo la vera realtà tragica e sconcertante di molti stati Africani.
Così d’improvviso mi sono trovato sbalzato dal mio beato silenzio da questo appello che appena letto mi ha provocato un immediato senso di rifiuto e di impotenza. Che posso fare io per l’Africa ?
Il mio primo movimento, a fronte di questo elenco di violenze , soprusi e ingiustizie che non tengono minimamente conto del valore della vita umana, come noi in Europa credevamo fosse ormai valore mondiale, acquisito, è stato quello di passare la patata bollente che mi sono trovato sul computer ( più che nella mia coscienza distratta) al sito di Darsi Pace: vedi mai – ho pensato senza pensare – che allargando l’appello, qualcuno lo sappia cogliere in modo più utile , di ciò che posso fare io, nella mia impotenza !
Poi osservando meglio l’appello pubblicato con bella evidenza sul nostro sito, con il sussidio intelligente di links esplicativi che Giovanna de Vita ha voluto inserire a fianco dei vari conflitti citati nell’ appello, mi sono risvegliato anch’ io alla realtà cruda di questo appello: non più solo competenza della Stampa che dorme, ma anche mia personale , come di ogni essere umano pensante con un cuore, che sia rimasto ancora un po’ umano e critico, anche se spesso, come capita anche me , il resto del mondo, fuori dal mio territorio fisico e culturale, mi appare così lontano, eppure anche così dentro in me, non appena incrocio volti e storie che narrano di vite estreme, come neanche ricordo dei miei nonni al tempo della loro sfortunate migrazione nelle Americhe .
Che c’entro io con l’Africa ? Centro e come , con queste deportazioni di masse miserabili e affamate di tutto, fosse anche solo per la paure di essere mangiato nei miei storici diritti costituzionali, nelle mie aspettative di vita e per i miei figli e nipoti tanti giovani nostrani e migranti, senza futuro. Si c’è tanta paura e angoscia per queste migrazioni inarrestabili….come difenderci? Forse adesso si crea uno sbarramento navale, cosi poi non ci pensiamo più…se li riprenderanno i libici e se ne torneranno a casa loro in un modo o nell’altro. Ma allora la penso anch’io cinicamente come la Lega ?
Eh no, caro….calma….anche se questi pensieri qui passano anche da me, non è roba per la mia anima che può essere felice solo quando il mondo è in festa non quando celebra gli orrori più esecrandi, come queste deportazioni di disperati in un continente che rischia di ripetere la storia tanto odiosa da produrre ancora altro odio di risposta oppositiva al rischio di nuove delle selezioni razziali e di una nuova Shoah , che riabilita la sua glaciale logica di sterminio….ma questa volta silenziosa, affidandola solo al cimitero marino , quale ormai è diventato il Mediterraneo.
Con questi pensieri tristi e angoscianti ho dormito male ieri notte, ma stamane al risveglio mi sono ricordato, sincronicamente ancora ? … di avere acquistato un libro, nei giorni dell’intensivo di TREVI : LA SAGGEZZA DELLE FIABE di Massimo Diana, Ed.Paoline …e sapete cosa vi ho trovato ?
E’ una fiaba africana, trasformata anche in un gradevole film animato , dove si racconta la storia di un piccolo eroe, Kirikù che vuol conoscere il segreto della strega Karabà che ha un potere malvagio tale da tenere l’intere vita del villaggio sotto controllo telematico; di trasformare tutti gli uomini in “ feticci” , schiavi al suo servizio per diffondere la distruzione di ogni cosa; di privare ogni donna dei propri ori e gioielli e di dissecare l’unica fonte d’acqua del villaggio . Qualcosa insomma che assomiglia alle degenerazioni totalitarie del neo-liberismo !!
E’ una storia tanto bella e profonda, che ha a che fare con la soluzione dei problemi non solo dell’AFRICA ma di tutto il mondo… una storia che , ancora direi in modo sincronico, mi è giunta all’alba, come risposta all ‘ impotenza che l’appello di Zanotelli aveva prodotto in me. Dunque una buona notizia , per me stesso, per i problemi dell’Africa e il mondo intero….. ma che rivelerò in un prossimo commento, perché mi sa che , ciò che vorrei rivelarvi, va per le lunghe.
Alla prossima…
Riprendo il filo del mio racconto, su quanto ho scoperto nella fiaba africana del piccolo Kirikù e della malvagia strega Karabà, descritta mirabilmente in chiave iniziatica e trasformativa del male che regna nel mondo, nel bellissimo libro di Massimo Diana : “LA SAGGEZZA DELLE FIABE ” Ed. Paoline.
Da questo bel libro , traggo parole e riflessioni dell’autore che che cerco di riproporre a mio modo, come risposta non impotente , ma che tenta di trovare una speranza fondata, per vincere le devastazioni che dilagano in Africa , come l’Appello di Zanotelli chiede di riportare all’evidenza di un mondo distratto , dormiente, che ormai ACCETTA ogni forma di alienazione. Spero di riuscire a dire l’essenziale, rispondendo anche a quanto Barbara evidenzia sull’ACCETTAZIONE..
Il piccolo Kirikù e un bambino davvero speciale, che non si omologa alle paure del suo villaggio….già nel ventre di sua madre disse : ” Mamma, mettimi al mondo ! ” al che la Madre calma e tenera risponde : ” Un bambino che parla nel ventre di sua madre, si mette al mondo da solo ! Prima riflessione: Chi è questo bambino interiore, così speciale, che ci portiamo dentro ? Dove sta una Maternità tale che lascia crescere il nostro figlio interiore da solo, con tanta fiducia che diventerà ciò che ha da essere ? E’ un bimbo speciale che nasce in un modo speciale, come Gesù , come il Buddha….come noi stessi quando decidiamo di risvegliarci dentro la gabbia del mondo !
Questo bambino speciale, si fa domande speciali : ” Perchè Karabà, è così malvagia? E’ vero che mangia gli uomini, li riduce in “feticci” , automi senza cuore e senza anima che avendo perso la loro libertà, non fanno altro che obbedire alla malvagità imposta dalla strega e distruggere tutto ? E perché è così avida da rubare l’oro e i gioielli a tutte le donne del villaggio? E perché la strega ha dissecato l’unica fonte d’acqua del villaggio ?
L’ Io in conversione del piccolo Kirikù è precoce e vuole scoprire subito , quello che filosofi e sapienti hanno sempre faticato a spiegare : perchéc’è il male nel mondo ? Lo chiede alla Madre, che non ostacola la sua ricerca, anzi gli offre un indizio: “Solo il vecchio Saggio della montagna conosce il segreto di Karabà” , ma si trova oltre il territorio del male controllato dalla strega” – Non importa dice risoluto kirikù, so come fare …e con il pugnale del padre che le ha donato la madre, scava una lunga galleria per passare ATTRAVERSANDO IL REGNO DELLE TENEBRE , dove viene anche attaccato da una serpente e disturbato da un upupa impertinente, litigando col quale per non farsi scoprire dalla strega, si aggrappa al suo volo che lo porterà presso la grotta del vecchio Saggio, proprio colui che la madre, gli aveva rivelato essere suo nonno !
Ecco allora che seduto affettuosamente in grembo col nonno che gli parla dolcemente, in STATO DI RELAZIONE , riceve il dono di una sapienza che sta dentro LA MEMORIA COLLETTIVA DELLA NOSTRE SPECIE, quale impersonata dal vecchio saggio e che , in quanto nonno, è parte di noi ! Così la domanda del nostro bambino interiore : perchè tanto male nel mondo ? Perchè Karabà è cattiva ? Così, trova quella risposta che solo i piccoli e i semplici possono conoscere: ” Perchè- risponde il saggio nonno, le hanno fatto del male. Soffre notte e giorno perchè uomini malvagi le hanno conficcato una spina avvelenata nella colonna vertebrale ” – Cosi Kirikù scopre che Il male che rende infelice la vita del villaggio. Essi nasce dal dolore ricevuto dal male , che se non curato, si trasmette di generazione in generazione, dall’Africa, all’Europa, a tutto il mondo !
Quando Kirikù scopre la verità del male che nasce dal dolore….cambia il suo sguardo sulla strega e comincia ad amarla ….vuole liberarla da quella spina avvelenata conficcata nella sua schiena da uomini malvagi. Così si inventa un altro stratagemma : ruba l’oro delle donne del villaggio, che la strega teneva nascosto nella sua casa e lo sotterra sotto un albero. Infuriata la strega scopre dove ha nascosto l’oro Kirikù e mentre si piega per dissotterrarlo , l’agile bimbo nascosto sull’albero si getta su di lei e gli strappa con i denti la spina malvagia del suo dolore !
La strega caccia un urlo spaventoso che paralizza di terrore la foresta, la savana, il villaggio. Poi il silenzio ! A poco a poco gli uccelli ri-cominciano a cantare , gli alberi rinverdiscono, sbocciano nuovi fiori….la foresta e il villaggio ritorna alla Vita ! Karabà apre gli occhi, non soffre più, il suo sguardo placato si posa sul bambino che aspetta.
” Kirikù come posso dimostrarti la mia riconoscenza ? ” chiese la strega con voce serena. ” Sposami” risponde lui.
Karabà sorride e spiega a Kirikù che non può sposare un bambino piccolo. ” Vorresti posare le tue labbra sulle mie ?” propone Kirikù, ” Ma…certo, volentieri ” replica la giovane donna. Karabà si china dolcemente su di lui e gli dà un bacio.
Allora….Kirù si trasforma diventerà quello splendido guerriero che sposerà la giovane donna che ha liberato dal suo dolore, per riportarla ad una vita piena d’Amore.
Così anche l’AFRICA è redenta, salvata…fine della malvagità che nasce solo dal dolore umano, che tutti fuggono, mentre richiede il coraggio di un piccolo bambino inerme, che parla poco, ma pensa molto e sa ascoltare la voce del nonno interiore, della memoria umana, ontolgica, direbbe Annike de Souzenelle, quella seminata in noi da mano divina.
A noi non resta che imparare da Kirikù che ci mostra l’avventura del suo viaggio spirituale, interiore, l’univa via anche di ogni politica veramente aperta alla soluzione dei problemi, tutti risolvibili nonostante la mole spaventosa di ingiustizie….ma solo per la via spirituale, la cui efficacia è sempre più evidente e si sta facendo, pure se ancora faticosamente, anche concretamente politica.
Il dramma della malvagità e della disperazione, è raccontato in questa fiaba africana, con parole molto belle , commoventi e profonde.
Scrive Massimo Diana: ” La persona malvagia ” soffre giorno e notte” perchè le hanno fatto del male. Ma sono necessari occhi di compassione e uno sguardo di Pietà e di Misericordia. gli occhi del ” Nonno Saggio” per vedere tutto questo e comprendere il dramma della condizione dell’essere umano e del suo DISPERATO BISOGNO D’AMORE E DI RICONOSCIMENTO , di una ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA CHE E’ PERDONO , ma anche della sua disperazione e solitudine , che si oppone proprio a ciò che potrebbe salvare, chefugge proprio dalla libertà che gli verrebbe donata e che per dirla con la simbolica cristiana, finisce per uccidere proprio colui che è ” l’autore della vita ” .
Grazie a tutti coloro che non si sono stancati di leggermi fin qua. Grazie e complimenti a Massimo Diana per questo suo meraviglioso libro….grazie ad Alex Zanotelli per il suo Appello che ha risvegliato anche me, oltre, spero anche la stampa del nostro confuso Paese.
Caro Ivano e cari tutti,
ho partecipato in questi giorni al convegno “Insurrezione della Nuova Umanità” a Trevi, siamo stati spesso, molto giustamente, invitati ad ispirarci ai grandi maestri di ogni tradizione che l’umanità ha avuto, questa mattina io mi sento di citare San Paolo e ritengo che le sue parole dovrebbero essere dette a conclusione del convegno.
Sono parole molto conosciute, ma che vanno sempre più interiorizzate, personalmente non riuscivo a combaciare, a risuonare pienamente con queste parole, oggi ho capito che in realtà le porto scritte dentro e che non posso aderire a nessun altro programma e qualunque proposta che non vi corrisponda pienamente sia carente e non solo non convincente, ma non giusta per il singolo e la comunità, allargherei l’orizzonte: per l’Umanità.
Inno alla carità San Paolo
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità,
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
non mi gioverebbe a nulla.
La carità è paziente,
è benigna la carità;
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
non cerca il proprio interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
ma si compiace della verità;
tutto tollera, tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.
La carità non verrà mai meno.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
conosciamo infatti imperfettamente,
e imperfettamente profetizziamo;
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.
Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Da quando sono diventato uomo,
ho smesso le cose da bambino.
Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;
ma allora vedremo faccia a faccia.
Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.
Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità;
ma la più grande di esse è la carità.
S. Paolo – Prima lettera ai Corinzi 13,1
Questa è l’inizio della mia riflessione di questa mattina di ritorno da Trevi, ma sono certa che sia perfettamente pertinente anche con il tuo post.
Un caloroso saluto a te e tutti.
Stefania
Caro Ivano,condivido pienamente la tua riflessione sulla risposta che il bambino riceve dal nonno sul perché del male nel mondo. È vero: è una risposta che solo i piccoli e i semplici possono conoscere, infatti sono gli unici capaci di amare veramente e autenticamente. Sarà il ” pensiero bambino” a salvare il mondo: ” Se non diventerete come questi piccoli non entrerete nel regno dei cieli” ,ma come tu osservavi tramite la fiaba africana, la risposta saggia viene dal nonno ,che altro non è che il bambino interiore che ha attraversato tutte le esperienze della vita e alla fine è ritornato alla “nuova innocenza” ,quella di cui parla R. Panikkar nel suo libro ” La nuova innocenza”. Grazie per le bellissime e interroganti riflessioni .Carmela De Santo
Cara Carmela,
ti ringrazio per l’attenzione che hai voluto dedicare alla fiaba di Kirikù , sollevandomi da un certa angoscia per averla descritta in modo così abbondante, da scoraggiarne la lettura, mentre invece, come tu hai colto, merita davvero un ascolto profondo, come solo i bambini sanno fare quando ascoltano le fiabe…..anche se oggi , preferiscono i cartoni. La fiaba di Kirikù e della strega Karabà, è raccontata anche in un gradevole video di animazione in circolazione….come me lo sono goduto più volte anche con i nipotini. Ma la scoperta posteriore, del libro di Massimo Diana LA SAGGEZZA DELLE FIABE , Ed. Paoline – mi ha aiutato a fare una lettura interiore di quella fiaba di cui i piccoli riescono comunque a coglierne il gusto per la profondità del messaggio, visto che lo richiedono più volte ed è tra i loro preferiti.
Ormai per comprendere la realtà del mondo esteriore, sempre più ci accorgiamo che vanno sviluppati i nostri sensi interiori : orecchi e occhi che sentono e ascoltano col cuore….come i bambini fiduciosi sanno cogliere …od anche gli adulti, quando ritrovano la loro “nuova innocenza “ come nel pensiero di PanniKar, di cui ringrazio per la gradita risonanza.
Grazie a tutti gli interessati alla propria Africa interiore.
Ivano
E’ essenziale che l’Italia assieme agli altri stati europei si impegnino ad aiutare i popoli africani a creare condizioni di lavoro e di sviluppo in loco al fine di evitare una situazione insostenibile e una guera tra poveri
anche in italia dove abbiamo ormai una fetta della popolazione che vive gia’ sotto la soglia di poverta’.
Purtroppo abbiamo al governo degli irresponsabili che non sono in grado di governare il paese e il fenomeno. Gli altri paesi non si preoccupano perche’ sanno che tutta questa massa di persone rimarra’ da noi visto che gli viene di impedito di trasferirsi in altri paesi al di fuori dellItalia.
Non è’ un’altra Shoah.
Nella Shoah per sono andati a prelevare dalla vita quotidiana innocenti uomini donne e bambini contemporaneamente o in fasi diverse in paesi diversi all’interno della civilizzatissima Europa con l’unica discriminante di avere ad una fede specifica. Odio puro concentrato su una solo gruppo a livello internazionale. Scopo lo sterminio. Ripeto: lo sterminio. No, non e’ una Shoah ma e’ qualcosa di molto complesso che viene da lontano nella storia. Detto questo che Lui ci perdoni.
Carissimi,
nonostante sono sicura delle vostre buone intenzioni non posso nascondervi l’insoddisfazione per un discorso permeato da un unico pensiero dominante. Purtroppo i giornalisti non nascondono solo i fatti e le cose sopra citate, di cui già ero a conoscenza. Sicuramente le atrocità ancora commesse in Africa non hanno alcuna rilevanza nei telegiornali però è necessario allontanarsi nettamente anche dall’altra faccia della medaglia. Infatti se si vogliono denunciare i crimini nei confronti dell’Africa non ci si può mettere la maschera del buonista pseudo-cristiano che punta tutto sull’accoglienza e sullo ius soli.
Purtroppo ho sentito anche qui quest’aria dominante e buonista che permea ormai la “cultura” italiana. È vero che il razzismo sta crescendo ma per ora non è assolutamente dominante… C’è con esso un rapporto di casualità che dobbiamo affrontare.
Purtroppo non ho mai letto nessun libro di padre Zanotelli ma ho rispetto per lui e per la sua storia. Nonostante ciò intravedo spesso nelle sue parole (ho visto soprattutto video di conferenze) quel pensiero critico che però non tocca il cuore della questione. Qual è la soluzione a questa insofferenza e a questa crisi? È per lui solo lo ius soli? Vorrebbe fare un multiculturalismo italo-africano?
Correggetemi se sbaglio. Ma se la crisi migratoria viene risolta semplicisticamente come una lotta anticolonialista, mi spiace, ma questa risposta non mi soddisfa. L’opposizione allo sfruttamento è necessaria ma deve essere sicera. Deve essere in grado di difendere un’identità africana tanto quanto quella italiana.
I telegiornali, la politica, dovrebbero denunciare i crimini fatti all’Africa senza mandare al patibolo la cultura italiana e la conquistata cittadinanza, che stiamo perdendo sempre di più.
È di un vero risveglio culturale che abbiamo bisogno.
Carissima Giulia,
concordo con quanto scrivi sulla necessità di un grande lavoro di pensiero, che consenta alla cultura occidentale di poter rivendicare le proprie conquiste avendo la coscienza un po’ più pulita e purificata dei crimini commessi nella storia.
Un grande, onesto cammino di conversione di tutte le culture e una conseguente revisione delle pratiche politiche dovrà portare a una visione equanime, non ideologica, che tenga conto dei processi storici e della fatica del cammino di unificazione dell’umanità. Senza nascondere i problemi, ma lavorando per una reale trasformazione dei cuori. Il cosiddetto ‘buonismo’, lo stiamo vedendo in questi giorni in molti programmi televisivi, è spesso la maschera di cuori pieni di odio e di violenza aggressiva che rischiano di produrre proprio ciò che odiano e temono di più, secondo lo schema psicologico che studiamo nei nostri gruppi per cui ogni maschera produce la propria ombra.
C’è molto da lavorare per chiarire, sciogliere, purificare, portare uno sguardo e una visione più profonda e meno superficiale delle cose.
Ti saluto con affetto, e visto che hai concluso con successo i tuoi studi di scienze politiche, ti auguro di crescere nella consapevolezza e nell’impegno per un’azione politica rinnovata.
Paola
Grazie, cara Giulia, anch’io credo che oggi il pericolo sia l’unilateralità, e cioè la caduta in vecchie forme ideologiche che non sanno sviluppare un pensiero più complesso. Insomma anche in questi ambiti dovremmo uscire dal Novecento, ma, come vediamo, non è facile, richiede un approfondimento e una dilatazione dello sguardo davvero eccezionali …. noi ci proviamo e se hai letto l’intervento di Giancarlo, puoi aver constatato un tentativo di riflettere sul tema partendo da punti di vista differenti, cercando una sintesi ulteriore.
Ciao. Marco
che sincronicità, Balestreri….. ciao, dalla stanza accanto. Marco
Riporto questa dichiarazione che guarda al fenomeno dei migranti da un’altra prospettiva:
Da “L’Osservatore Romano” del 26 agosto 2015
«Voi siete il tesoro dell’Africa. La Chiesa conta su di voi, il vostro continente ha bisogno di voi», ha detto rivolgendosi ai giovani Monsignor Nicolas Djomo, Presidente della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo, nel discorso di apertura dell’Incontro della Gioventù cattolica panafricana che dal 21 al 25 agosto 2015 ha riunito a Kinshasa 120 delegati provenienti da 11 stati africani.
«Non fatevi ingannare dall’illusione di lasciare i vostri paesi alla ricerca di impieghi inesistenti in Europa e in America – ha proseguito – guardatevi dagli inganni delle nuove forme di distruzione della cultura di vita, dei valori morali e spirituali. Utilizzate i vostri talenti e le altre risorse a vostra disposizione per rinnovare e trasformare il nostro continente e per la promozione di giustizia, pace e riconciliazione durature in Africa».
Un caro saluto
Cara Giulia, innanzitutto mi congratulo anch’io per l’alloro di scienziata della politica che hai conquistato.
Concordo pienamente con te che gli italiani non sono razzisti né egoisti: sono ovviamente impauriti e preoccupati.
E su questo invito la tua giovane intelligenza e competenza a riflettere profondamente perchè credo che sia proprio responsabilità di noi praticanti di “Darsipace” lavorare su paura e rabbia causate dall’immigrazione e dal terrorismo, non per fare guerra a nessuno ma per capire se e come e quanta immigrazione siamo capaci integrare.
Noi critichiamo duramente e con chiarezza i responsabili della colonizzazione dell’Africa da parte dell’Europa.
Innanzitutto rifiutiamo il capitalismo imperialista ed oggi la finanzia speculatrice che guida la globalizzazione.
Poi chiediamo perdono per l’errore gravissimo della Chiesa che ha sostenuto culturalmente la colonizzazione.
Ma con altrettanta chiarezza dobbiamo dire ciò che la cultura “politicamente corretta” nasconde e mistifica.
L’altro giorno il quotidiano più prestigioso d’Italia ha ospitato un articolo di una “stella” del giornalismo che ha scritto una filippica contro la Chiesa che ha sostenuto la colonizzazione.
Questa “stella”, che quasi tutti stimano e invitano, è un truffatore, perchè ha dimenticato di aggiungere che nell’ottocento il socialismo europeo era schierato con i governi colonialisti e sosteneva quella che era considerata una missione civilizzatrice: come fece l’illuminista Napoleone che “portò l’illuminismo” in Siria, Iraq e nell’ Egitto di Suez.
La Massoneria mascherata di valori progressisti mistifica la storia e stravolge anche la cronaca dell’attualità.
La nostra riflessione può partire non dalle ideologie o dalla politica, ma dai fatti, che sono duri come sassi.
Ho citato un dato storico, ora un dato di cronaca.
Si denuncia giustamente un’Europa indifferente ai guai dell’Italia sovraccaricata di immigrati, ma non si dice che a mandare truppe e blindati al Brennero è l’Austria dal governo di centrosinistra e dal presidente dei Verdi.
Si tace che a chiudere Ventimiglia e Calais è stato un governo socialista e il presidente Hollande: non la Le Pen.
Chiudo con una riflessione su Africa a Terzo mondo.
Gli Eritrei fuggono dalla dittatura del comunismo maoista ( come maoista è il dittatore della Corea del nord): su quei sanguinari regimi (peggiori di “Le vite degli altri”), non troverete mai nei mass-media appassionate accuse come quelle che vengono riservate ai governi “fascisti” di Ungheria e Polonia, che sono al potere per libere e democratiche elezioni.
Credo che noi tutti vogliamo rendere omaggio alla verità per andare un po’ più verso la libertà, lottando contro le nostre maschere personali e quelle politiche.
Un caro saluto a tutti, anche a quelli che so di infastidire, ma Aristotele diceva che gli era amico Platone ma che gli era maggiormente amica la verità ( “Amicus Plato, sed magis amica veritas”).
GianCarlo