La via dell’humus

Commenti

  1. Grazie Luca!

    Il lavoro che state facendo è meritorio ed importante, e in AltraScienza lo sentiamo come un complemento necessario ed ineludibile di quanto cerchiamo di articolare nel gruppo – che è appunto impegnato nell’ambito della revisione dell’idea dell’avventura scientifica – secondo gli stessi medesimi canoni che informano il vostro lavoro.

    Difatti, uno stesso travaglio coinvolge l’arte, come la scienza, la filosofia e la religione. E i confini, come giustamente annoti, “esplodono”. Sebbene tracce clamorose di questa deflagrazione del pensiero/universo stazionario, statico, siano consistenti già nel secolo scorso (i diari di Etty, l’opera di Jung…) noi per molti versi continuiamo a vivere come se questo non fosse, non fosse accaduto, non fosse in accadimento ogni minuto. Ma questo ha conseguenze, sempre di più. E urge un ricominciamento.

    Nel nostro blog appena rinnovato (http://www.altrascienza.it) abbiamo voluto inserire un riquadro con i link diretti agli ultimi post di Humus, per dare un segno tangibile del fatto che nella post modernità non vi sono più steccati (anche se il pensiero razionale spesso rimane tragica-mente indietro), o meglio, non vi siano steccati nella edificazione di questa “nuova cultura”, che di nuovo ha sostanzialmente una attenzione rispettosa e costante a quanto accade nel corpo, al miracolo costante che è la “persona”.

  2. Filippo Tocci dice

    Grazie a te Marco!
    In effetti l’urgenza dei nostri tempi è quella di divulgare, attraverso nuovi linguaggi, il pensiero dell’umanità che preme per nascere in noi. Linguaggi non specialistici, inediti, così come inedito, o quantomeno inusuale, è il collegamento tra ambiti all’apparenza distanti, come quelli “scientifico” e “poetico”.
    Non posso parlare di poesia o filosofia senza includere nel mio pensiero, anche senza menzionarle in modo esplicito, le nuovi visioni che scienza e astronomia, ad esempio, hanno aperto. Abbiamo bisogno di trovare un linguaggio sempre più comprensibile, che rechi memoria dei saperi specialistici ma che sia alleggerito dalla complessità verbale (semplicità di secondo grado).

  3. Ho letto la descrizione del dipinto che avete messo nel vostro articolo: “La nona onda”.
    Rispecchia bene i sentimenti che noi, poveri naufraghi, viviamo in questi tempi: la paura e la speranza.
    La paura per l’onda che sta arrivando, la nona, la più alta, quella che non lascia scampo.
    Ma c’è anche la speranza-certezza che dopo l’onda c’è il sole, c’è il cielo caldo dorato che promette e custodisce salvezza e vita.
    Un caro saluto

  4. Bravi! Mi è piaciuta l’espressione ” Potenza attiva e creativa della parola pensante. ” Mi ha ricordato che quando talvolta, da insegnante, entravo in classe demotivata e stanca, la classe reagiva in modo speculare, c’era distrazione e disinteresse, quando invece chiamavo a raccolta tutte le mie forze intellettuali, affettive, corporee, la situazione cambiava decisamente, c’era attenzione e voglia di imparare. I ragazzi ed io assaporavamo la vita che cresceva, la soddisfazione di trasformarci, di essere presenti a questo processo. Ora sono in pensione, ma lo stesso mi accade quando entro in relazione con qualcuno con tutta me stessa. Sono momenti di grazia!

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