“La Natura è un tempio ove pilastri viventi
lasciano sfuggire a tratti confuse parole;
l’uomo l’attraversa tra foreste di simboli,
che l’osservano con sguardi familiari…”
(Baudelaire, Correspondances)
Condivido un piccolo video che rappresenta il frutto di una parte della mia ricerca artistica. Invito a guardare le immagini e ascoltarne la musica, prima di continuare a leggere, possibilmente a schermo intero, perché è importante che ogni riflessione parta da un’impressione e non viceversa.
Mi piace molto, da pochi anni, cercare posti poco frequentati, luoghi della natura, il più possibile incontaminata, luoghi dove riprendere un dialogo con i suoi elementi, per ritrovare le più segrete corrispondenze tra ciò che osservo, anche nei particolari più nascosti, e i miei moti interiori.
Ultimamente, avevo fatto alcune riprese video di un luogo incantato, misterioso, pieno di richiami alla civiltà pre-romana, la Tuscia.
Ho voluto, così, accostare quelle immagini raccolte, sulla vita degli elementi (in questo caso l’acqua, e, in misura ridotta, il mondo vegetale e minerale) ad alcune mie vecchie registrazioni.
Il mezzo del video, come supporto della musica (non viceversa), è qualcosa che ho cominciato a indagare da poco tempo. Il montaggio (che ne è l’essenza, perché ne determina la struttura temporale, il ritmo) è un’arte piena di fascino.
Si dice che “il montaggio si fa da sé”, ma solo se riusciamo a liberarci da un’idea rigida di ciò che vogliamo produrre, dai nostri attaccamenti a pregiudizi e opinioni preconfezionate, entriamo in un rapporto più autentico con il materiale girato, ne comprendiamo lo spirito e il lavoro può procedere speditamente. Sappiamo bene, perché è il motivo della nostra frequentazione ai corsi di Marco Guzzi, quanto ciò sia spesso difficile, ma è una sfida che porta spesso dei frutti meravigliosi.
La musica che amo, riesce a entrare radicalmente nello spirito delle cose, intendo la musica senza parole, la musica che parla da se stessa, di se stessa, e quindi di noi, della nostra intimità, là dove le parole non riescono ad arrivare, perché ambigue, abusate, usurate.
Riguardo, invece, gli elementi della natura, ricordo un libro che mi colpì molto (“Il caos sensibile”), dove veniva descritto il modo in cui le forze cosmiche agivano in tempo reale nell’acqua, producendo forme (le forme dell’onda, della spirale, del vortice…), che in tutte le altre forme terrestri e dell’universo, potevamo ritrovare fissate.
Queste forme, così diverse, ogni volta, ma così precise nel loro rifarsi ad un archetipo, le ritroviamo, all’interno di un tronco d’albero, in un germoglio o feto, in ogni osso di qualsiasi specie vivente, oppure nelle corna, di cui sono dotati molti animali, nelle stesse fibre muscolari, o nelle forme delle rocce, trasformate, in miliardi di anni, dalle pressioni delle zolle tettoniche.
L’acqua, inoltre, riflette, rispecchia, ma anche custodisce, trasformando gli oggetti immersi, offrendo diverse “visioni” della realtà, dandoci la sensazione di perdersi in un istante, per poi ritrovarsi, felici di un’esperienza di momentaneo spaesamento, di perdita delle coordinate, di perdita di un’identità precostituita, per… traslocare.
Nel terzo Preludio, infine, c’è uno scarto di corrispondenza. Mentre la musica fluisce senza un freno apparente, se non l’incessante ritmo evidenziato dai bassi, che scandisce l’inesorabilità di una folle corsa, tra irte salite e discese vertiginose, ho voluto accostare, senza un’apparente corrispondenza, il moto dell’acqua di alcune cascate dolomitiche, ma riprese al rallentatore.
La paradossalità di questo accostamento, mi dava l’idea, ancor più potente, della forza intrinseca dell’acqua e della musica insieme.
Rimango sempre affascinato dagli elementi e dall’acqua in particolare. La musica riesce a esaltarne le doti, come riesce a entrare sempre nello spirito delle cose.
Vorrei chiudere questa riflessione con un bel pensiero di Omraam Mikhaël Aïvanhov.
“La materia tende verso lo spirito: vuole salire fino a lui per diventare più pura, più sottile; e viceversa: lo spirito scende verso la materia per incarnarsi e manifestarsi attraverso di essa. Così, l’amata sale per incontrare il suo amato il quale scende dalle regioni celesti, e quando si ritrovano da qualche parte nello spazio, con che gioia si uniscono!
Allo stesso modo, tutto il lavoro dello spiritualista può riassumersi in questo processo: l’incontro fra spirito e materia. Qualunque cosa egli faccia, ogni sua occupazione, esperienza o progetto deve sfociare in ciò che vi riassumo qui in due parole: la spiritualizzazione della materia e l’incarnazione dello spirito. Poiché quando lo spirito scende nelle profondità dell’essere umano, esso trasforma la materia grezza delle sue passioni in bellezza, purezza, luce, nobiltà e amore.”
Molto bello. Tutto. Immagini, musica e paole. Grazie.
Grazie Alessandro!
La visione ,l’ascolto e la lettura mi sono arrivate come balsamo e nutrimento per spirito e corpo.
Il camminare nel silenzio di un bosco dove scorre un torrente ora calmo, ora impetuoso mi infonde serenità e calma.
L’abbinamento video-musica è molto bello.
Interessante iniziativa questo dell’ intreccio tra immagini e musica. Un caro amico fotografo ci si diletta da anni ed ha prodotto cose molto poetiche e suggestive per l’anima. Qui mi é piaciuta in particolare la prima parte perché svela un’ unità di sguardo nel passaggio tra i mondi degli elementi. Diversi eppure tanto simili ed anche uniti: tutti medium del vivente. Fogliame sulla terra, fogliame dei rami nel cielo, fogliame riflesso nell’ acqua. Un perdersi nelle percezioni come in un sogno o in una contemplazione in cui niente é come sembra ma dove tutto si rivela investito di maggiore realtà e vita. Poi nel testo il riferimento a Omraam Mikhael Aivanhov mi ha fatto molto piacere perché frequento il suo pensiero da moltissimi anni che penso possa accompagnare molto bene il lavoro del prof. Guzzi.
Bellissimo , grazie , stupendo gioco della vita : l’amore tra lo spirito e la materia ! La spiritualizzazione della materia e l’incarnazione dello spirito che si cercano e rincorrono per l’intero universo . Un’esperienza archetipale che può trovare il luogo del proprio incontro amoroso, solo dentro la nostra coscienza umana, poiché solo l’Uomo ha questa facoltà e di ascolto delle vibrazioni cosmiche , musicali, che avvengono dentro le proprie acque interiori, ora instabili, ora limpide, ora precipitose di vita, di cui siamo fatti. Solo immergendoci in queste vibrazioni interiori, possiamo vedere a tratti o d’improvviso, la materia visibile, creata dallo spirito, tutto attorno a noi; ed in questa apertura del cuore, la nostra coscienza si fa regale e divina nel dare il Nome ad ogni cosa creata, ri-creandola ed essere insieme ricreati, ri-donando senso alla relazione Uomo-Natura e ri-lanciandoci perdonati e potenziati nel flusso creativo ed eterno della vita .
Grazie per la tua creatività.
Ivano
Grazie di cuore, Alessandro Drago
da vero artista, maestro e allievo sempre in ricerca, ci suggerisci di partire dall’immagine e dall’ascolto per approdare alla riflessione. Ho seguito il tuo consiglio sperimentando almeno a tratti che le “corrispondenze” fra la forza creatrice dell’immagine, della musica, dell’energia cosmica, della parola poetica, mi/ ci traslocano in momenti di buio che paradossalmente si fa luce di nuova creazione ri-generatrice” regale e divina”.
Grazie Giuseppina
Caro Alessandro ho molto gustato la suggestione e la magia dell’abbinamento video e musica, l’abbinamento è riuscito in pieno, che cosa meglio dell’acqua per accompagnare le note di Chopin? Un Chopin meditativo, pensoso, all’inizio, che poi diventa impetuoso e incalzante come l’acqua di una cascata. Bello. Grazie.
Grazie davvero, tutto vibra, si scompone e ricompone accompagnato dalle suggestioni dei preludi e dalle immagini dell’acqua. Rimane viva un’emozione. Molto bello
Grazie, Alessandro, è un lavoro stupendo, che eleva l’ anima alle Regioni Superiori…Carmela De Santo
Grazie a tutti, alla redazione di Darsi Pace e ai frequentatori di questa pagina, mi ha fatto piacere condividere con voi questo esperimento creativo e ricevere una conferma nelle vostre parole. Un caro saluto. Alessandro
Grazie Alessandro, un bel risveglio per me oggi che finalmente mi sono dedicata al tuo video. È proprio vero che le immagini reali o proiettate della natura, accompagnate dalla musica (magistralmente suonata dalle tue mani immagino) possono essere un balsamo e costituiscono una sorta di meditazione. Molto utile per iniziare le nostre giornate faticose. Ti abbraccio Gabriella
Grazie Alessandro, bellissima la tua musica ed affascinante tua ricerca.
E’ bellissimo anche ciò che hai scritto, avrei da condividere su ogni tua riga, per le molteplici corrispondenze che mi risuonano profondamente. Condivido con te la ricerca, a volte sento proprio una sete di luoghi naturali, quell’immersione in un naturale silenzio che allora, in quei momenti, fa da colonna sonora. Una musica che “scorre” tra gli elementi. Da elemento a elemento. E’ così che mi sento come fossi trasparente, inconsistente. Mi sento attraversare da una musica che posso solo intuire.
La scelta della tua musica, trovo lasci integra la possibilità di intuizione che scaturisce da impressioni personali e intime suscitate, appunto, dall’ascolto correlato alle immagini. Musica e acqua e vegetazione … onde che al loro passaggio, nel loro percorrersi e fluire, sembrano dissolvere la materia per poi lasciare che questa si ricomponga nella sua forma dall’apparenza solida … ascolto e visione contemplativi.
Acqua, onde e vegetazione, da un po’ un richiamo anche per me, irresistibile.
Sono stupende anche le parole di Baudelaire e di Omraam Mikhaël Aïvanhov che amo molto e leggendo, entrambi, ho provato un tuffo al cuore!
Un affettuosissimo ciao e grazie! Barbara
Grazie, caro Alessandro, parole, musica, immagini, natura e spirito, luci e suoni, tutto in armonia.
Un abbraccio. Marco
Bellissimo video con magistrale accompagnamento musicale. Anch’io amo molto passeggiare nei boschi, accarezzare alberi e parlare con loro e ascoltare le loro risposte: sono suoni, come quelli dell’acqua, che parlano all’anima che così ritrova pace e speranza . Sono esperienze indimenticabili! E tu continua a farci questi doni! Mariapia
Oltre a tutti voi, che avete risposto con sensibilità e passione al mio piccolo lavoro, vorrei ringraziare Giulia, moglie e compagna di una vita. È stato seguendo il suo impulso, che abbiamo cominciato a scoprire i magici luoghi che circondano Roma e il Lazio. Con pazienza ha saputo assecondare la mia recente passione per la fotografia e le riprese video ( è stata lei a lanciare i sassi nello stagno che hanno prodotto quei meravigliosi movimenti nell’acqua, all’inizio del video), così come sa custodire e alimentare lo spazio sacro entro il quale ha potuto crescere il nostro desiderio di spiritualità, con costanza e dedizione.
Bella l’immagine della natura come “foresta di simboli”, la via del simbolo è sempre quella più efficace, perché ci apre ad una conoscenza di tipo esperienziale; senza simbolo non c’è conoscenza completa ed autentica.
Anche la Bibbia è una intricata “foresta di simboli” dove è necessaria un’autentica esperienza che ci apra gli occhi della “mente e del cuore” alla conoscenza di se stessi, del mondo, di Dio. E’ necessario come direbbe Etty Hillesum acquisireun “cuore pensante”!
Bellissimo
Hai saputo silenziare i rumori che ci abitano e metterti nel raccoglimento che ti ha lasciato ascoltare la tua interiorità e la vita fuori in tutt’uno con noi. Dagli occhi al cuore e dal cuore attraverso le mani di artista ci hai com-unicato note musicali che hanno raggiunto i nostri cuori portandovi arm-onie. Forse la musica senza le parole prodotte dalla mente, è linguaggio che ci fa percepire il dialogo, biunivico, tra lo Spirito e la materia, quella cantata in “Inno alla Materia” dal grande Teilhard de Chardin.
grazie, Giancarlo