Dopo la meditazione iniziale di accoglienza, guidata da Giuliana Martina, responsabile Regionale dei gruppi Lombardi di Palazzolo S/Oglio, Brescia e Milano, abbiamo aperto il libro, di cui tutti avevano una copia in mano, a pag.41 e una lettrice, in modo chiaro e disteso, ha iniziato a leggere : “ La prima piaga: le acque cambiate in sangue !”
L’incontro tra i nostri gruppi era stato proposto dal gruppo di Palazzolo come momento di amicizia e di reciproca conoscenza tra i nostri gruppi ed anche propiziatorio alla ripresa annuale del lavoro iniziatico del percorso organico di Darsi Pace. Aperto anche a chiunque interessato, sia all’argomento del testo esaminato, sia alla conoscenza dei Gruppi Darsi Pace, ha visto la presenza di 33 partecipanti.
Al termine del lavoro della mattinata, come è consuetudine nel gruppo DP di Milano, anche a Fontanella abbiamo chiuso la mattinata ascoltando un brano musicale: il terzo brano tratto dalle 5 variazioni corali per organo sul canto natalizio di Bach “Stravinsky Chorale Variations on “Vom Himmel hoch da komm’ ich her” particolarmente intonato all’esperienza vissuta insieme, come dilatazione di spazio interiore in cui percepire la gioia del ricominciamento https://www.youtube.com/watch?v=7biIpKLVELk
Come era in programma, ci siamo concentrati sul testo di Annick de Souzenelle “L’Egitto interiore o le dieci piaghe dell’anima” riferito al libro dell’Esodo, che questa straordinaria figura di studiosa francese, 94enne (nata nel 1922) ri-visita e re-interpreta in questo testo, con le chiavi della comprensione della cultura ebraica mistico cabalistica.
Nella stessa chiave interpretativa, Annick de Souzenelle re-interpreta l’intera Bibbia, riavvicinandoci ai personaggi quali NOE’, ABRAMO, MOSE’, TOBIA, GIONA, le DONNE della Bibbia, per rivelarceli come ARCHETIPI delle nostre profondità, sconvolgendo le rappresentazioni abituali della nostra infanzia o dei catechismi ancora attuali, mostrandoci l’efficacia poetico-rivoluzionaria del libro più straordinario della nostra civiltà occidentale: la BIBBIA !
Con le stesse chiavi culturali, sapientemente attinte dalla sua variegata esperienza professionale, nel campo medico, matematico, psicanalitico, e rifacendosi alle sorgenti ebraiche del cristianesimo, essa interpreta allo stesso modo anche ogni altra narrazione, fiaba o testo sacro e Mitico, di ogni tradizione, compresi i miti della classicità greca, (Vedi ad es. L’Edipo interiore o la presenza del Verbo nel mito greco nel quale c’è una lettura iniziatica del mito di Europa – Ediz. Servitium ).
Essa fonda la sua ricerca sulla intuizione fondamentale che: nel racconto dei Miti fondanti, nelle cui narrazioni fantastiche o parossistiche ogni civiltà umana si rappresenta (come l’Occidente nella Bibbia della tradizione giudaico-cristiana ), vi è nascosto, ma presente ed efficace, il VERBO DIVINO, la parola che rivela all’uomo la sue verità ontologiche, circa la sua natura e il suo destino, contrapponendosi alle quali l’uomo si apre la strada verso l’abisso del nulla, invece che verso la somiglianza con il proprio Creatore.
Le leggi ontologiche sono verità archetipali che non si possono bay passare, ma solo attraversare con la conoscenza interiore, uscendone così trasformati e forti delle energie divine, come nel caso di Mosè, archetipo di ogni uomo che a Libertà si ispiri e desideri. Libertà da conquistare interiormente prima che da rivendicare esteriormente. Come infatti la stessa autrice scrive, rivelando la chiave di lettura del suo testo, riferito alla interiorità di Mosè:
“Ci riferiamo ad un tempo storico della vita degli ebrei vissuti tra il XIX e XIV secolo A.C. Tra di essi un uomo di nome Mosè ha ad un tratto avuto coscienza della schiavitù interiore che la situazione esteriore rivelava, decise allora di “USCIRNE” cioè di LIBERARSI dalle Sue schiavitù interiori, dai suoi odi, dalle sue rivendicazioni e paure che lo rendevano prigioniero di se stesso”.
In questa ottica, abbiamo esaminato le prime due, delle famose dieci piaghe che Mosè annuncia al Faraone del suo Egitto interiore. Al di là delle narrazioni anche fantasiose vanno colti i passaggi iniziatici e trasformativi che Mosè, nel suo rivolgimento interiore, dovrà attraversare per conquistare in sé, progressivamente integrandole nella propria coscienza, le energie e la forza che sono racchiuse nel NOME divino.
Mosè diverrà forte e capace delle energie dell’IO SONO passando attraverso delle prove che lo matureranno nelle sue capacità di autorevole liberatore del suo popolo, e solo dopo aver imparato a liberare se stesso da ogni sua paura. In questo modo Mosè diventa l’archetipo di ogni cercatore della propria libertà personale e di ogni Liberazione sociale e politica, la cui efficacia reale si conquista solo per via interiore, iniziatica.
Il testo di Annick de Souzenelle, che descrive il nostro Egitto interiore, non era per noi di immediata lettura, per i suoi riferimenti alle simbologie ebraiche, ma che una volta comprese, grazie agli interventi pertinenti al testo letto, e la capacità interattiva del padre servita Francesco Geremia, che ben conosce Annick de Souzenelle, erano percepibili come immediatamente trasformativi dei nostri vecchi catechismi moralistici e separati dalla vita spirituale più profonda.
In questo modo, abbiamo accolto con meraviglia le rivelazioni ontologiche e archetipali che scombinavano allegramente le nostre conoscenze dell’infanzia, anche per il clima gioioso di una lettura collettiva, dialogata, nella quale scoprivamo felici assonanze con il nostro stesso percorso iniziatico di Darsi Pace.
Ripensando ai nostri percorsi in Darsi Pace, in questo confronto biblico, ne verifichiamo la sua efficacia culturale, psicologica e iniziatica alla fede del Figlio, riscoprendolo sempre meglio come progetto concreto di Nuova Evangelizzazione che attinge alle fonti sapienziali bibliche e alla lunga storia di Liberazione dell’umanità. Una storia di liberazioni sempre in atto, da ogni potere oppressivo dell’uomo sull’uomo, fondato sempre sull’annuncio di una Nuova Umanità che è sempre da farsi e in cammino trasformativo verso il suo misterioso compimento messianico.
Come anche Annick, nella sua coscienza aperta e cosmica, ci invita a leggere la storia dell’uomo:
“la storia della lenta formazione dell’ADAM (L’uomo totale) in un grembo cosmico di cui la nostra terra sarebbe come la placenta legata a Dio in una immensa funzione di maternità”.
La Bibbia, così letta e intesa, ci fa figli della intera storia dell’Umanità, dove ognuno può scoprire il suo specifico compito o contributo culturale, sociale, politico, ma solo a partire dalla propria Libera-Azione interiore.
In questo senso, la lettura delle piaghe d’Egitto, inflitte da Dio al Faraone interiore di Mosè, al suo Ego, ci riporta al nostro Egitto interiore, terra delle nostre personali schiavitù e dipendenze, dominate dalle energie primordiali del possesso, della forza e del godimento, mostrandocele nella loro duplice valenza di energie vitali o mortifere.
In noi risiedono le potenti energie divine che l’uomo ha ricevuto dal suo Creatore e di cui non possiamo impossessarci con un gesto furbesco e all’apparenza innocente, come il cogliere una mela dall’albero della conoscenza. E’ davvero tragico cogliere la mela della conoscenza senza aver prima imparato a realizzare la comprensione interiore di queste energie divine, da integrare in sé nella consapevolezza del loro significato archetipale e ontologico.
Le potenze divine che sono nell’uomo sono potenze che se non riconosciute come energie interiori, nel rispetto del loro significato archetipale, ma invece utilizzate come potenza esteriore dell’uomo sull’uomo o sul mondo, invertono la loro polarità, da positiva a negativa, da forze creative della vita a forze distruttive a servizio della morte.
Ecco allora LA PRIMA PIAGA D’EGITTO, cioè gli effetti distruttivi dell’incoscienza umana, della scissione dalla fonte della propria Vita e che produce l’effetto più orribile, disgustoso, nauseante, e la disperazione più totale: LE ACQUE SI TRAMUTANO IN SANGUE ! (Esodo 7, 19)
Allora nel mondo, fin dal tempo di Caino, il sangue scorre a fiumi, in ogni acqua che non si può bere, in ogni mare che sempre più si riscalda, nello scioglimento dei ghiacciai delle Alpi e dei Poli, nell’aria che non si può respirare, in ogni violenza, femminicidio, strage, inondazione o guerra che ogni giorno i telegiornali annunciano.
Caino, non avendo ancora riconosciuto in sé la sua rabbia gelosa, l’abbandonava come energia vagante dentro le sue acque inconsce e, non avendola salvata come energia relazionale, portandola all’asciutto della sua coscienza (ad esempio in una relazione più distesa col fratello) lo uccide, spargendo il suo sangue. Così l’acqua delle energie divine, presente in ogni uomo, non assunte in modo cosciente, si tramutano nel sangue tolto ad ogni vita umana e ad ogni bene creato per la vita.
Da allora libri di storia ci raccontano gli strascichi più osceni, terrificanti e disumani che hanno trovato massima espressione nel secolo scorso, non ancora concluso, perché ancora presente nella incoscienza delle nostre acque interiori, collettive, torbide e inquiete.
Ma una soluzione c’è. Sta nella SECONDA PIAGA D’EGITTO : L’INVASIONE DELLE RANE!
(Esodo 7, 26-29) La narrazione fantastica di questa piaga, che colpisce il potere egoico del Faraone, ma non per Mosè che sta ancora in stato di conversione, dice di come si può soffocare ogni potere affidandoci alla legge ontologica dello sviluppo della CONOSCENZA.
Essa è la sola forza che può contrastare la mostruosità delle acque trasformata in sangue della prima e universale piaga. Non dunque con la violenza da aggiungere a violenza! La RANA è simbolo dello sviluppo delle conoscenza, perché è animale che vive nell’umido delle acque, ma che salta sull’asciutto.
Non più dunque l’acqua delle energie vitali inconsce, che rimanendo sconosciute a Caino decadono nello sversamento del sangue del fratello, ma il salto felice della rana/conoscenza fuori dalle acque inconsce, dove le energie vitali stazionavano indifferenziate, inquiete e minacciose; ora con quel salto le energie vitali giungono sull’asciutto della propria coscienza, e da essa illuminate sviluppano il loro potere.
Per queste comprensioni, che ci hanno aperto al gusto dei significati nascosti nei simbolismi delle narrazioni, va tutta la nostra gratitudine allo spirito intelligente di Annick de Souzenelle, sul cui testo, esaminato nello spazio di una mattinata, vorremmo ancora rimanere a fare altre scoperte, insieme a padre Francesco Geremia che ci ha guidati allegramente nel mondo simbolico della parola Logos che prima ti meraviglia e poi ti trasforma. In questo senso Padre Francesco rimarrà disponibile anche per futuri altri incontri presso la sua storica Abbazia di Fontanella o in altro luogo.
Nel corso della giornata, i partecipanti all’incontro, dopo il pranzo condiviso in due ampi gruppi, hanno potuto visitare la libreria della Servitium Editrice che, disposta in un piccolo locale dell’antica Abbazia di S. Egidio di Fontanella, vanta libri di grande interesse spirituale e di autori significativi del nostro tempo quali, oltre ad Annick de Souzenelle, Pannikar, Rilke, Christiane Singer, Christian Bobin – Maurice Bellet, Giovanni Vannucci, ed altre voci ecumeniche e in dialogo col mondo e con Dio . Vedi http://shop.servitium.it/
La libreria stampa anche la rivista bimestrale SERVITIUM, che esprime il lavoro di ricerca e di riflessione sulla Parola divina dei frati serviti qui rimasti, a presidio della Comunità Emmaus fondata da Padre David Maria Turoldo, quando negli anni tra 1964/1982 trovò rifugio al suo peregrinare nel mondo qui in questa Abbazia di S. Egidio di Fontanella, allora abbandonata. Attorno a lui nacque l’esperienza di una piccola chiesa profetica e conciliare che in dialogo col mondo, mostrava già quegli aspetti di una chiesa poetica e rivoluzionaria, come si sono venuti a realizzare oggi, nel Magistero di papa Francesco.
Oltre la visita alla biblioteca, ci siamo anche goduti la passeggiata lungo la Panoramica Padre David Turoldo, un percorso poetico-artistico, con installazioni metalliche a taglio laser e versi poetici di Padre Turoldo, tra i vitigni e gli orti sul colle di Fontanella, occasione di reciproche conoscenze e affettuosità fraterne. In questo link l’installazione dei TRE GUFI, simbologia di uno sguardo contemplativo che sa vedere anche nel buio, la pienezza della luce.
L’incontro a Fontanella mi ha regalato tanta gioia sia come momento di rilancio del lavoro trasformativo nei gruppi territoriali lombardi, sia come ulteriore opportunità di conoscenza di me stessa e di comprensione del tempo che stiamo vivendo, un tempo finale, di crisi che mi interpella, mi chiama a decidere in modo un po’ più consapevole, libero e responsabile di aderire all’orizzonte della rivelazione di Cristo.
Questa decisione non è automatica, non viene fatta una volta per tutte, richiede costante lavoro interiore di svuotamento, di silenziamento della mente, di ammorbidimento della sostanza dell’anima per dissolvere la forma di me che conosco e per lasciarmi ri-figurare dallo spirito dell’Uomo Nuovo nell’abbandono fiducioso.
Conoscevo i libri di Annick de Souzenelle prima di arrivare in Darsi pace, il lavoro all’ interno di questo meraviglioso laboratorio mi aiuta a comprenderli meglio.
Giuliana
Mi piace molto che noi praticanti lombardi di Darsipace ci siamo ritrovati tra le mura dell’antica abbazia di Fontanella, dove ci risuonavano ancora le armonie degli Inni e dei Salmi messi in poesia dal friulano padre David Maria Turoldo.
Una lunga e gremita tavolata ci ha visto trascorrere in convivialità una giornata aperta dalla meditazione così ben guidata da Giuliana che sarebbe piaciuta anche a un David di cultura novecentesca e che cantava una fede ardente.
Quell’ambiente e quella figura piena di spirito messianico, mi facevano sentire in continuità con la fede che ho vissuto anche in quei luoghi e che ho condiviso con tanti lombardi che là accorrevano da ogni angolo della contestazione.
Era contestazione veemente di tanti aspetti di una Chiesa in faticoso travaglio conciliare, ed era contestazione politica sostenuta da ideali pieni di speranza in nuovi percorsi di giustizia e pace.
Oggi i tempi chiedono una pace più vera e più profonda di quella che chiedevamo allora in quell’abbazia, chiedono più empatia e dialogo, chiedono gesti politici di pace fatti da uomini essi stessi pacificati e lontani dall’io bellico.
La mia speranza giovanile lì si è saldata con quella che sto costruendo e sperimentando in Darsipace, dove lavoriamo anzitutto su noi stessi per costruire l’io relazionale, capace di allontanarsi dalla disperazione personale e politica.
Ed abbiamo camminato in piccola folla sulle colline di Sotto il Monte Giovanni XXIII, il papa della “Pacem in terris”.
Leggo tutto ciò come inizio di un anno di lavoro per l’Insurrezione dell’umanità nascente, come M. Guzzi insegna.
Ivano ha fatto una relazione molto esaustiva e sono grato a quanti hanno costruito quella giornata.
GianCarlo
E’ veramente stupendo, in ogni particolare, il racconto di questo vostro incontro.
Non conoscevo Annick de Souzenelle e ciò che ho letto qui mi ha toccata in modo tanto delicato quanto profondo, già con grande forza seppure in poche righe.
Grazie! Ciao, Barbara
Vorrei ringraziare chi avrà la pazienza di leggere questa mia relazione che Giancarlo definisce “molto esaustiva” ma in cui riconosco anche la fatica di produrla, avendo lottato per lasciar fuori lungaggini spropositate, di ricordi ed emozioni personali che il luogo stesso dell’Incontro , l’Abbazia dove da giovane giungevo con altri giovani a cantare i Salmi che Padre David Turoldo aveva ritradotto per essere da tutti cantabili, poichè diceva ” cantando i salmi si canta anche la storia del mondo ” . Per cui nella relazione che ho svolto a felice memoria dei partecipanti, ma anche per mostrare a tutti le sorprese e la meraviglia della lettura simbolica e spirituale che Annick de Souzenelle ci suggerisce, quando leggiamo e meditiamo sulle parole della Bibbia, non più in modo infantile.
Ringrazio pertanto Giancarlo per aver espresso quanto è anche in me, riconoscendo in lui uno di quei giovani di allora che , come me, correvano ” da ogni angolo della contestazione ” presso l’Abbazia di Fontanella da Padre David, in tempi di profondo travaglio conciliare, e soprattutto della mia inquieta anima giovanile.
Continuando a lavorare insieme a Giuliana, a Barbara e a Giancarlo, a Marco Guzzi e a tutti voi, spero davvero che anche il mio approdo a Darsi Pace, a questa mia età non più giovanile, possa contribuire all’insurrezione delle nostre anime per un mondo che non ha più bisogno di diagnosi dei suoi mali, ma soprattutto di cure , certo misericordiose, ma anche radicali e determinate, perchè le Piaghe d’Egitto, non sono storie fantastiche del passato, ma realtà storiche presenti e reali del nostro tempo storico, ma che solo i Mosè, coloro che hanno liberato sè stessi dalle loro balbuzie e dalle loro paure, e trasformati nella nuova vita dello spirito, possono affrontare , armati solo della Verga della Parola Divina che battuta con fede , sulla roccia, fa scaturire la fonte d’acqua viva che ogni popolo, ogni rivoluzione sempre ricerca.
Credo di aver già espresso il mio apprezzamento per l’ incontro a Fontanella in altra occasione, comunque mi unisco al ringraziamento per quella giornata nella quale ho “respirato bene”, ho accolto parole “nutrienti”, il tutto in un luogo di particolare bellezza e suggestione. Stefania
Grazie Ivano! Davvero di cuore per il lavoro svolto, per il tuo impegno infaticabile e prezioso.
La giornata a Fontanella è stata per me qualcosa di magico: la sintesi fra ascolto, profondità, ricerca di senso, ma anche condivisione, sintonia, allegria. Credo che le nostre anime si siano unite e abbiano cantato all’unisono in nome dello Spirito! Eliana