Prodigi e Magie

Commenti

  1. Carmela De Santo dice

    Cara Grazia, concordo con te che abbiamo perso la dimensione della meraviglia, ma ,affinche’ il mondo della magia, del fantastico riemerga , si riattivi in noi, bisogna che diamo spazio, che realizziamo il bambino interiore , che è capace di stupirsi, immaginare , sognare… Per realizzare , ri-suscitare il pensiero bambino , è necessario unificare il nostro essere, lavorare alla ricomposizione della scissione aperta in noi dalla divisione mente/corpo ; spirito/materia ;razionale/emotivo. Se l’ adulto che è in noi si china a “prendere in braccio” il bambino interiore, che attende di essere liberato dal buio dell’ abbandono, la nostra vita ritrovera’ la magia e la gioia dell’ infanzia .

  2. Cara Grazia,

    ricevo questo post come un dono inatteso, ed è forte la concordanza con quanto sento nel cuore. Penso proprio che tu abbia individuato un “nodo” da sciogliere, ed insieme un tema di grande, grande importanza. Perché spessissimo, tra i credenti o i non credenti, manca totalmente questo spazio, questo ambito di meraviglia, di incanto, di “fiaba”. Il compositore Olivier Messiaen parlava della “favola vera” della fede cristiana, recuperando così con questo apparente paradosso la nozione di stupore e meraviglia, propria delle fiabe.

    Purtroppo spesso nella pastorale ordinaria, nelle prediche che capita di ascoltare, manca totalmente questa componente d’incanto, di meraviglia. Che invece – ed è qui il problema – il cuore dell’uomo attende, di cui ha una grandissima sete. Tanto è vero (penso lo avremo sperimentato tutti) che quando ci capita di sentire un accento diverso, durante una celebrazione, o una conversazione, tutto in noi si mobilita, tutto si dispone a bere di quest’acqua, ed intimamente ecco che ci rallegriamo, ci confortiamo.

    Parimenti, chi non crede, guarda alla fede cristiana come ad un asettico regolamento, spogliato di ogni meraviglia (e mi pare chiaro che non abbiano nessuna intenzione, normalmente, di caricarselo sulle spalle…). Così tante volte mi sono sentito chiedere “tu che sei cristiano… ma questa cosa per voi è bene, è male? Quanto è male? Qual è la punizione? Con quante preghiere si bilancia? Che dice il Catechismo?”, e praticamente mai mi sono sentito interrogare sulla meraviglia, l’incanto, di credere in cose… “incredibili”! Insomma, per essere brutalmente concreti: sempre le solite domande sul sesso e la Chiesa, e nessuno mai caschi dalla meraviglia quando capisce che un cristiano crede cose mirabolanti, crede che una Vergine concepisce, crede che in una ostia c’è il Corpo di una Persona (voglio dì, altro che fiabe!).

    Vedo tutto questo come fortemente legato al tuo post, cara Grazia. Vedo un campo che si apre, che ci si apre davanti, dove sarà utile e bello lavorare. La “convenienza” della fede, sarà difficile da da recuperare, se non recuperiamo questo “incanto”.

    Ieri sono andato a vedere “L’ultimo Jedi”, della saga di Guerre Stellari. C’è una battuta fulminante, ad un certo punto, che mi si è impressa nella mente: “La galassia ha bisogno di leggende”. Ecco, abbiamo bisogno di leggende, di fiabe vere, che conservino tutto il gusto delle favole, inclusa ovviamente la drammaticità (le fiabe autentiche sono anche drammatiche, come sappiamo).

    La gente nella “galassia” del mondo moderno, non ha più tempo per i regolamenti, i divieti, già la vita è abbastanza dura.

    Ha sete di un annuncio “magico” che sgretoli il muro di cinismo, che ha eretto per non morire.
    Ha sete di credere nell’incredibile.

    Ha sete di favole,
    vere.

  3. GianCarlo Salvoldi dice

    Cara Grazia Gavioli di “Prodigi e magie”,
    Cara Silvia Rambaldi di “Un bellissimo dono”,
    Caro Marco Castellani di “Un mondo incantato, di nuovo”,
    leggo in ritardo e non in ordine cronologico i vostri articoli che mi riempiono di meraviglia e di gioia.
    Il suono di queste vostre voci umane/sovrumane spazza via il freddo scientismo sul cosmo e lo riscalda di armonie.
    Sento levarsi un coro da cuori umani che dal profondo rilanciano messaggi captati da un cosmo amico e Uni-verso.
    Non può essere casuale che abbiate scritto queste vostre profonde riflessioni in tempi ravvicinati e vicino al Natale del Salvatore: forse cominciamo a “risuonare” insieme, nell’Uno.
    Tu, Grazia, scrivi del magico, del meraviglioso e del miracoloso in modo tale che il solo accostarli dà loro una luce ed un senso nuovi, almeno per me.
    E queste categorie collegate in questo modo danno consistenza a tante parti di noi che esistono ma di cui spesso non abbiamo neanche consapevolezza o che non sappiamo definire, e pure ci riempiono di de-siderio e di nostalgie.
    Queste potenti realtà interiori rispecchiano forse le potenti forze vitali che animano il cosmo?
    Forse è così, e quindi tu sei con-sonante con Marco astronomo, e offri chiavi interpretative possibili ai quesiti che emergono dalla ricerca scientifica.
    Ma soprattutto apri a dimensioni nuove di lettura di quel cosmo che la modernità ha visto nelle sue vertiginose dilatazioni quantitative, e nelle quali l’uomo rischia di naufragare perchè la ricerca scientifica arida non sa cogliere la dimensione qualitativa e il senso di questo cosmo.
    Marco sonda il macro e ne cerca l’anima, e tu cerchi e suggerisci ipotesi di risposte sondando il nostro micro.
    Sono grato al gruppo di creatività scientifica, a te Grazia, ai praticanti che stanno scrivendo cose molto significative: siamo spinti da un anelito al quale il cammino iniziatico di “Darsipace” propone risposte sostenibili.
    Un abbraccio a ciascuno di voi, GianCarlo

  4. Ciao Grazia.a mio avviso difficilmente conciliabili per tradizione.da una parte il bisogno di cambiare le carte in tavola con discorsi e atti ben precisi ordinati dal propio io(il magico).dall’altro l’attesa fiduciosa della sensibile discesa di Dio in noi (il miracoloso).due movimenti opposti.davide

  5. Grazia gavioli dice

    Carmela ciao,
    hai ragione di dire che siamo noi a dover prendere in braccio la nostra parte bambina per liberarla dal buio dell’abbandono, questo atto che sembra così semplice richiede però consapevolezza e un enorme lavoro di decostruzione, di demolizione dei muri di separazione dietro ai quali l’abbiamo riparata. Tra magico e miracoloso io percepisco vi sia uno di quei muri, costruito per ‘mettere al sicuro’ la nostra concezione del Sacro. Certo non l’abbiamo eretto tu o io, forse la vera scissione è cominciata negli anni bui della caccia alle streghe o magari anche prima, ma proprio per questo è ancora più difficile da individuare e sanare se non attraverso una ricerca consapevole.
    Auguri a te, a me, a tutti noi, perché ci riesca. Grazia

  6. Marilisa Cucculelli dice

    Cari frequentatori,
    ho visitato per la prima volta oggi questo spazio e, miracolosamente?, ho trovato i vostri post che mi hanno aperto nuovi spunti di riflessione. Grazia ha ragione, avremmo bisogno di magia che stupisca, avremmo bisogno di miracoli, che diano risposta al cupo dolore che risuona sempre più spesso in noi tutti. Pensando a questo la bambina che è dentro di me ha immaginato la meraviglia, ha assaporato la consolazione, ha desiderato il conforto, ha sperato il cambiamento. Grazie ha voi ho capito che possiamo farcela.
    Grazie.
    Marilisa

  7. Grazia gavioli dice

    Ciao Marco,
    la nostra con-sonanza, come la chiama Giancarlo, forse ha un’origine comune nelle correnti di pensiero che circolano in aria intorno a Natale, sono temi che ora si sentono in modo particolare, ma io credo che esistano tutto l’anno, vivendo in una specie di assopimento che ce li lascia percepire confusamente, li sento come una carenza, una tensione verso qualcosa che manca alla nostra società di superspecializzati tecnocrati.
    Come tu dici sarà utile e bello lavorare in questo campo e cercare di riprendere contatto con l’archetipo del fanciullo, il Fanciullo Divino e cercare in Lui/noi il senso del meraviglioso, proprio dell’infanzia nostra e dell’umanità.
    A proposito di ‘Guerre stellari’, a parte che il mio gatto si chiama Jedi (per dire quanto mi sia piaciuto), sembra che Lucas abbia delineato i personaggi dopo aver studiato il testo di Joseph Campbell: ‘L’eroe dai mille volti’, dove junghianamente l’autore ricercava l’origine ancestrale di questo mito dell’inconscio collettivo.
    Infine, grazie di aver citato Oliver Messiaen che non conoscevo e mi sembra un compositore molto interessante.
    Auguri per un 2018 pieno di meraviglia e nuovi significati. Grazia

  8. Grazia gavioli dice

    Caro Giancarlo
    che belle cose dici!
    Mi sembra che quanto ho scritto, trasposto nel tuo commento, diventi molto più significativo e carico di diverse armonie, quanto dici del lavoro comune ne amplifica la portata, andando a ricollegarlo ad una valorizzazione della ricerca autonoma, ma anche comune, che facciamo in Darsi Pace. Grazie, ricambio l’abbraccio e ti mando auguri di un fecondo nuovo anno.

  9. Grazia gavioli dice

    Caro Davide
    d’accordo con te sulla difficoltà di conciliare i due aspetti, ma la tradizione, quando se ne conoscano i limiti, si può cambiare, certo non si fa con un atto magico ma con un faticoso lavoro di decostruzione e costruzione insieme, naturalmente vale la pena farlo solo se si è spinti dalla necessità, altrimenti è tempo perso.
    Ciao e auguri. Grazia

  10. Grazia gavioli dice

    Marilisa, una bella sorpresa la tua visita! E se veramente è stata così proficua, torna a visitarci ancora e approfondiremo la conoscenza. Auguri, Grazia.

  11. La meraviglia e lo stupore sono stati d’animo sul bilico di un’ambivalenza. La meraviglia può dare vita all’abbandono aperto e disarmato di coloro che, lasciato tutto, decidono di seguire Gesù. Ma lo stupore può ritrarsi nel sospetto, nello scandalo (Mt13,53), nell’ostilità fino a volerlo uccidere. La meraviglia perciò sembra che da sola non basti, che abbia bisogno di una decisione che la oltrepassi. Infatti Gesù in genere chiede silenzio per i miracoli, sa che possiamo essere tratti facilmente in inganno dal gesto prodigioso agli occhi. Perché la vita chiede resistenza alla distanza, quando la notte si infittisce, il Getsemani preme e non è rimasto più nulla di meraviglioso. Allora occorre il coraggio del maratoneta che corre ancora, anche quando i muscoli sono ormai allo spasmo, perché è dopo il 42° km che ne potrà cogliere il senso.
    Personalmente, mi sento più a mio agio quando le vie battute dalla sapienza vengono tenute distinte, conservandone la specificità. Miti, fiabe, parabole, racconti storici, vangeli ecc. sono tutti generi letterari (usando questa espressione in senso lato, non accademico) che la Bibbia conosce, anzi che la costituiscono. Tuttavia, non mi sentirei di mescolare il fiabesco con l’annuncio evangelico. Per dirla alla grossolana, tra Gesù e il genio della lampada per me c’è una differenza invalicabile. Le fiabe ci attraggono in un movimento di identificazione nei personaggi che ci insegna tantissimo su di noi. Così il mito che “narra di quelle cose che non furono mai, ma sono sempre” per dirla con Sallustio, con un bellissimo esempio nei primi 11 capitoli di Genesi. Eppure, avendo deciso di dare credito a quella Parola che annuncia la prossimità del Regno di Dio ne colgo una potenza di vita che non ha eguali e che desidero preservare come differenza perché di lì mi viene una forza che non mi viene da nessun’altra parte.
    iside

  12. Grazia gavioli dice

    Iside ciao, anche se non ti conosco personalmente, ti conosco e apprezzo per i bellissimi contributi ad ‘Altra scienza’, grazie di avere commentato il post, condivido in pieno la differenza che rimarchi tra stupore e meraviglia, mentre il primo spiazza e puó aprire a rifiuto e negatività, la seconda ti consegna all’evento in maniera assolutamente acritica. Per quanto riguarda invece la mescolanza di generi letterari, comprendendo in questa definizione anche i testi sacri, io credo che una maggiore apertura gioverebbe, le contaminazioni, come vengono chiamate oggi, in tempi di crisi (e il nostro lo è), sono necessarie, lo dice bene Maurice Bellet in ‘Il pensiero che ascolta’ per arricchire e dare nuove valenze a vecchie forme che non sono più vitali, o almeno non lo sono più abbastanza per chi, come me, si considera solo una ricercatrice e certo non ha l’acutezza del tuo sguardo di fede.

  13. Grazie Grazia per l’attenzione ad AltraScienza http://www.altrascienza.it/
    iside

  14. Il meraviglioso e il miracoloso nutrono la nostra immaginazione, e poi la nostra anima e il nostro spirito, dipende da noi la profondità alla quale vogliamo arrivare. Siamo inariditi da un mondo meccanico, impostato sui “soldi”, separato dalla meraviglia della natura, annoiato da diatribe pseudo politiche, da tele e whatsapp spazzatura.
    Personalmente, è una dimensione che cerco senza pregiudizi e limitazioni, ho bisogno di essere il più libera e autonoma possibile, è ora che cresciamo e ci prendiamo la responsabilità delle nostre scelte…

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  1. […] in nostro soccorso, rappresenta  una forte presa di coscienza e risponde a esigenze evolutive.  La fiaba, in modo particolare, racconta  un mondo di Unità, comunica un senso di Speranza e Potenzialità, conosce la vita oltre l’ego, la esplora nella sua […]

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