Qualche giorno fa ero sulla Salaria bloccata dal traffico, ferma in coda al semaforo dell’Urbe, come spessissimo accade…. Ferma, e in attesa, ho cercato qualche immagine consolante intorno a me e il mio sguardo si è fermato sulla striscia di terra incolta stretta tra i due guardrail, il nostro e quello della corsia opposta. Lo spettacolo mi ha catturata. Cosa poteva esserci su una strada a grande percorrenza, tra macchine e asfalto?
Erbaccia. Fili d’erba alta misti a rovi non meglio identificati e a.. come vi posso dire, steli lunghi e secchi che venivano continuamente sbattuti avanti e indietro dall’aria spostata dalle macchine sfreccianti a lato.
Subito mi è venuto da pensare: “guardati lì”, già, un cosino che cerca di crescere e sopravvivere in un angolino striminzito e asfittico, sballottolata da continui andirivieni di persone, cose da fare, impegni, rotture, ..di tutto insomma. Da subito era evidente, insieme a questa desolante visione, come, dalle “ascelle” di questa specie di erbaccia, spuntassero piccoli teneri getti verdi: sorprendenti!
La Vita è disarmante, diciamolo, ostinatamente, assurdamente, meravigliosamente si spinge a dare vita a un’erbaccia che si direbbe senza prospettiva alcuna, lì, in mezzo alla Salaria! Ma dai, se non è Dio questo!
Nel guardarla provavo insieme un mucchio di sensazioni contraddittorie che vi risparmio, ma mi era evidentissimo che si trattasse di lui. Chi altro sarebbe così umile e testardo, chi altro così kenotico e tenero da andare a spingere Vita in un’erba “senza importanza”.
Ah se ce l’ha, invece, l’importanza; ah se ce l’ha il valore! Chi contraddirebbe Dio?
La spinta a cercare nella mia vita quegli stessi getti di Vita verdi e teneri è stata immediata, e sapete cos’altro mi ha sorpresa? Il fatto che io non abbia pensato, come forse avrei fatto anni fa, prima di Darsi Pace, ma dove sarà questa Vita, ma come faccio a toccarla, a trovarla, a farla fiorire?
Mi era evidente che non ci fosse proprio niente da dover cercare, trovare, far fiorire; era lampante che non ci fosse niente da “dover fare”, nel senso che, semplicemente, era lì, è qui.
L’osservazione che sviluppiamo con la pratica meditativa si estende naturalmente ad accorgerci della Vita, di quei piccoli getti, del suo tentativo di espandersi in noi.
Cosa fare? Niente. Riconoscerla, chinarci sorridendole e abbandonarci. Lei sa perfettamente come crescere, a noi non buttare diserbante e spostarci dal sole!
Perché vi condivido questo? Perché io credo fermissimamente che sia la stessa cosa per tutti noi.
Voglio dire che in ciascuna esperienza di vita ci sono gli stessi gettini verdi, la mia vita non è diversa dalla vostra e in un Dio “col rubinetto”, come diceva Marco all’incontro dell’Approfondimento 1 (a te sì, a te no, a te meno, a te di più..), mi rifiuto di credere. Non sarebbe diverso dall’io egocentrato che vogliamo contraddire.
E credo che quell’erbaccia sulla Salaria con dei getti nuovi nuovi ne sia la prova lampante.
Perciò fermiamoci e aspettiamo il prossimo respiro: il desiderio di vederla ci aprirà gli occhi sulle migliaia di piccoli gettini verdi che sbucano ovunque, in noi e negli altri.
Quando andavo a lavorare, spesso mi soffermavo anch’io ad osservare la desolazione dei campi vicino alle strade intorno alla grande città. Poi un giorno, come te, mi sono accorto che tutta quella natura così desolata stava pregando, era in comunione con la Vita, tutto è in comunione con la Vita, meno una piccola parte dell’uomo: la mente razionale, il libero arbitrio, pregio o condanna, virtù o vizio.
Adesso mi è un po’ più chiaro.
Un caro saluto
Un sorriso a te Aldo, grazie : )
Grazie Isabella.
E’ un post molto bello e “conchiuso”, sarebbe da non sporcarlo con tante parole, altre parole, intendo. Lasciarlo brillare nel silenzio attento, piuttosto.
Mi arrischio solo perché mi colpisce una sincronicità particolare. Ieri ero sulla Salaria (proprio!), ovvero abbastanza lontano da casa mia, perché dovevo fare con moglie e figlia grande, un giro di concessionarie (senza troppo entusiasmo per parte mia, ammetto) per rinnovare il parco auto di famiglia, che ha del modernariato ormai abbastanza “spinto” per rimanere ancora realmente su strada.
Ebbene, fermo alla Citroen, mentre guardavamo le macchine in esposizione, mi sono girato un po’ oziosamente, e ho visto la vegetazione dietro, appena qualche albero semispoglio e degli arbusti. E mi ha colpito, un pensiero che (direte sono matto…) era stranamente pacificante: “varrebbe la pena venire fin qui solo per osservare QUESTO arbusto, QUESTO albero. Fare tutta la strada per guardarlo, senza fare o pretendere nulla. Che bello un mondo così libero, dove tutto questo ha senso”.
C’è qualcosa che sporge sempre dall’artificiosità della vita contemporanea, a ricordarci la vera vita, inesausta vitalità, e la vita vegetale con il suo tranquillo silenzio, è come un perpetuo richiamo allo stato meditativo.
Grazie, un saluto.
: )
Grazie a te, Isabella e grazie a voi amici commentatori : avete dato consistenza e valore ad alcune mie umili esperienze, diciamo così contemplative.
Mi avete fatto venire in mente che quando mi trovo in qualche località urbana che si presenta poco attraente e magari mi debbo fermare per esigenze pratiche, cerco spontaneamente qualcosa da guardare, magari un vaso di pianta, un muretto un po’ verdeggiante, un angolino meno grigio, con qualche speranza di vita. Così mi rassereno , esco dallo squallore e dalla caoticità che non fa mai bene, ritrovo la pace e non è questo che noi cerchiamo? Mariapia
Bella riflessione ma quando guardo e percorro le strade di Roma mi viene solo tanta tristezza.Incuria,buche e degrado.Sono un 52 enne che da quando ha chiuso la sua attivita,(bar)ormai sono 7 anni non riesce a trovare uno straccio di lavoro.Ho chiesto aiuto a tutti in special modo a Dio ma non riesco a sentire risposte.E all ora voi mi direte lasciati andare,muori a te stesso e tutto cambiera, magari.Sono anch io un meditante ma certi giorni sono veramente duri.Invidio chi come problema ha il fatto di doversi sbattere per rinnovare il parco macchine,averlo io questo problema.Il mio piu grande problema oggi è che non ce una parte politica che mi rappresenti e la frustrazione aumenta pensando al voto del 4 marzo al quale io andro per farmi annullare la scheda.So che probabilmente sono fuori tema ma ogni tanto ho bisogno di dire quello che realmente penso.Grazie
Sì, Mariapia, può venire spontaneo cercare, come dici tu, qualcosa che abbia in sé una qualche speranza di vita, soprattutto se in quel dato momento della nostra storia siamo noi stessi interiormente orientati nella direzione della vita e, quindi, non solo ne desideriamo un aumento, ma la riconosciamo e la celebriamo.
Tuttavia mi sento molto vicina a Roberto e credo di capirne un po’ il sentire, perché anch’io ho conosciuto e conosco situazioni che certamente non aiutano a vedere vita in noi e intorno a noi, benché ci sia.
Caro Roberto, non c’è un fuori tema, nessuno è OT, soprattutto in un grembo come Darsi Pace, quindi sfogati pure liberamente, senza remore o censure, stiamo facendo un cammino insieme, e siamo qui per darci manforte.
L’amarezza interiore non consente di vedere vita, lo so bene, a me succede lo stesso. Sentimi vicina. Ti dai anche da solo il consiglio di “morire a te stesso” e di lasciarti andare: teoria, ma che significa per te, adesso? In questo frangente, cosa significa? Morire a te stesso, in toto? E in che senso?
Io non sono nessuno per risponderti, né ho l’esperienza interiore e meditativa per farlo, posso condividerti solo la mia, di esperienza. Sono senza lavoro anch’io e con una figlia di 9 anni, per di più, e siamo solo noi due. E se rimango avvolta dalla mia situazione, da me stessa e dalla mia frustrazione, la vita non la vedo di sicuro, né in me, né fuori.
Ci sono notti in cui vengo svegliata più volte da pensieri distruttivi e accusatorii, svalutanti e denigranti, di puro disfattismo. Ci sono giorni in cui mi siedo per la pratica ammantata da un vello di piombo e per un bel pezzo vengo attraversata da pensieri devastanti. Allora che faccio? Marco ha detto una cosa che mi ritorna spesso in mente: “sono solo pensieri”. Sì, la realtà “sembra” questa, ma lo sarà realmente? Metti in dubbio i tuoi stessi pensieri e l’apparente evidenza di quella che chiamiamo realtà. Sarà davvero così? Mettiti in dubbio e taci. Pratica tanto Roberto e lascia andare OGNI pensiero, di qualunque natura sia e qualunque contenuto abbia. Per farlo chiediti solo: ma sarà davvero così? Restaci sotto a quel vello di piombo, senza sottrartene, senza protestare; muorici sotto, schiantato, lasciando andare OGNI cosa, persino la tua stessa amarezza, la negatività cui tanto ci affezioniamo. E se mollarle non ci riesce, forse è perché non le abbiamo “guardate bene in faccia” disidentificandoci da loro; è perché non le stiamo osservando da un minimo di distanza, ma ci stiamo solo guardando allo specchio, catturati dalla nostra stessa immagine ferita, crogiolandoci nell’autocommiserazione. Ah, dico questo per me Roberto, non parlo certo di te che non conosco, ma di me.. Conosco bene quello stato interiore..
Deve avvenire uno spostamento del baricentro interiore, da noi e i nostri guai alla presenza della Vita stessa, o, come dice Marco, alla coscienza non condizionata che ci abita. Io credo che, quando ci catturerà la sua bellezza e non desidereremo altro e ci saremo staccati da noi stessi, quando ci saremo “innamorati” della Vita, i nostri occhi si apriranno e saremo in grado di vederla e di concretizzarla nella nostra, di vita. Sai, io sto cercando di far partire qualcosa a livello lavorativo, ma mi accorgo di essere io stessa a sabotarmi, a livello profondo, ovviamente, inconsapevole; i perché sono molti e non te li sto a elencare, ma credo che questo accada perché sono ancora troppo poco innamorata della Vita e non la lascio espandere. Io credo, Roberto, che più il nostro baricentro interiore si va spostando da noi stessi all’esperienza ripetuta della coscienza divina, della sua presenza amante e rigenerante, tanto più sarà la nostra stessa realtà a trasformarsi, perché, cambiando noi, cambierà la realtà che manifesteremo, che si concretizza, si “solidifica” intorno a noi. Spero di non essere stata troppo confusa, Roberto, era solo per dirti che ti sono vicina e ti capisco, e che faccio il tifo per te, per il vero te.
Chiedo perdono perché forse inavvertitamente ho suscitato sentimenti che non intendevo sollecitare, con il mio piccolo racconto del concessionario. In realtà forse trasmette una impressione che non è proprio adeguata al vero, perché anche nella nostra famiglia le difficoltà economiche non mancano, e soprattutto adesso che ci esporremo finanziariamente in questo modo, essenzialmente obbligati a questo passo e non certo per velleità “del nuovo”, ma per garantire che moglie e figlia possano andare al lavoro, possano appunto lavorare.
Ma Roberto (e la bella risposta di Isabella) mi ha fatto pensare a certe cose che troppe volte dò per scontato, come il fatto appunto di avere un lavoro, cosa al giorno d’oggi tutt’altro che scontata, e lo ringrazio e gli chiedo veramente perdono per la mia involontaria insensibilità. Anche io faccio il tifo, per il vero lui (e il vero me)!
Caro Marco, non avevo proprio colto il collegamento, quindi, forse anche la mia risposta è stata inopportuna..sigh..
Comunque stiamo tutti sulla stessa barca, ma ci aiutiamo a navigare e a mantenere la rotta e sono sicura che questa sia l’intenzione di tutti nell’intervenire e credo che Roberto lo sappia. Siamo sullo stesso fronte combattente l’ego ingombrante e disfattista in tutte le sue forme, e siamo un fronte sempre più compatto, solidali e vicini nella lotta.
Cari amici,Isabella e Marco,innanzi tutto vi ringrazio per aver compreso le mie buone intenzioni nonostante la mia aspra critica e vi ringrazio per essermi vicino.Non ce una parola che tu dici Isabella sulla quale io non sia d accordo,anzi le approvo pienamente ed è sicuramente quella la strada da percorrere.Sicuramente quando io scrivo mi riferisco principalmente a me stesso.Ovvero,probabilmente e principalmente e un esortazione verso il mio modo di guardare le cose e lo sbaglio che credo di fare piu spesso è quello di focalizzarmi troppo sul filo d erba perdendo di vista l insieme delle cose.A Marco volevo dirgli invece di goderselo quel momento pensando a tutte quelle persone che non possono e di apprezzarlo fino in fondo anche se sembra poca cosa.Volevo fare un paio di citazioni che mi ha suscitato Isabella che sono di Marco Aurelio:”Tutto quello che succede accade perche deve e se tu osservi con attenzione,vedrai che è proprio cosi”.”La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri”.Un abbraccio,Roberto.
Caro compagno di viaggio Roberto,
forti le tue citazioni.. non sapevo che Marco Aurelio fosse così buddhico.. mica facile e una parte di me non ne è troppo convinta, nel senso che sono troppo occidentale per capirlo e diciamo che.. vado a fiducia, altrimenti tutto perderebbe di senso, ma, per il Tommaso che sono, resta tutto da dimostrare! eheheh! Non è per niente facile credere che alcuni episodi della nostra vita “vadano benissimo così come sono”, mica facile “mandar giù” certi bocconi.. A questo proposito vi anticipo che, da figlia dell’occidente neoplatonico e post illuminista, chiederò a Marco uno “zoom” su un termine che ha usato e che mi ha presa molto, il termine “accettazione”, che mi pare abbia un’accezione moooolto diversa da quella doloristico sacrificale o masochistico vittimista con cui da queste parti ci è stata propinata, ma che, invece, ha molto a che fare con la tua citazione Roberto e con una visione più orientale della questione. Ma appena avrò ciucciato da Guzzi qualche goccia in più sull’argomento non mancherò di condividervelo, perché credo che questo dell’accettazione sia uno dei movimenti interiori da imparare e da imparare a ripetere.. Sì, sì, caro Roberto, dobbiamo approfondire..
Invece la seconda citazione mi trova drammaticamente d’accordo, fa un po’ rima con “The Secret”, ma in fondo ha ragione, e lo dico con un po’ di bruciante consapevolezza, la vita che in questo momento sto vivendo non è altro che il prodotto dei miei tristi pensieri. E “cambiare pensieri” non è proprio robetta da poco, e qui si aprirebbe un discorso lungo e polemico, da parte mia, sul “pensiero positivo” che vi risparmio, ma non mi stuzzicate.. Cambiare pensieri ha a che fare con il cambiare mente, cioè con la conversione.. guarda un po’.. siamo in Quaresima.. che “combin-azione”! Vi abbraccio
Vorrei aggiungere una condivisione della realta’ concreta che vive ROBERTO perchè anch’io sopravvivo con queste paure e molte volte si trasformano in rabbia e frustazione perchè non ti senti rappresentato politicamente ,anzi continuano a fare i” farsi farisei “con le mille ipocresie.Mi è tornata comunque un po’ di SPERANZA con il successo almeno mediatico delle elezioni Vincenti del popolo MOVIMENTO 5 STELLE!!!!
Alla fine o comunque votato per il movimento ma una cosa è sicura non mi faccio illusioni o cerco di farmene il meno possibile.Auguri…