Le risonanze dei giovani studenti ai laboratori di fede svolti presso l ‘università di Siena nelle cinque settimane di Quaresima vogliono essere di incoraggiamento a trasmettere, nei luoghi in cui siamo, ciò che viviamo, perché la sete e la fame di verità e bellezza è davvero tanta e i “semi” dell’annuncio, il cui frutto sarà forse poi raccolto da altri, attecchiscono se noi iniziamo a mettere la mano nel sacco per spargerli ovunque:
“È stata un’esperienza unica, un modo diverso di avvicinarsi alla propria vita spirituale e di guardarsi dentro, affrontando la paura che è in ognuno di noi nelle sue diverse forme e riuscendo così ad aprire il proprio animo e la mente alla preghiera e a Cristo.” Francesca M.
“Un luogo di scoperta e desiderio dove l’incontro più entusiasmante è quello con sé stessi, attraverso l’ascolto silenzioso e attento di un Dio che si fa respiro e che, attraverso di te e insieme a te, abita il mondo.” Katia
“Il laboratorio della fede è stato impostato in modo strutturato e chiaro, esponendo situazioni concrete applicate alla vita di tutti i giorni. Chiunque vi si approcci in modo corretto non può non acquisire una consapevolezza interiore importante per seguire un percorso di fede delineato”. Valentino
“Dei laboratori mi ha colpito la portata rivoluzionaria di alcune scoperte. Non l’avrei detto che il mio, talvolta confuso, bisogno di spiritualità può essere colmato da un percorso che ha inizio con l’autocoscienza. Mi sembrava che provare a conoscere sé stessi fosse come calarsi in un pozzo, troppo profondo, sia per raggiungere il fondo che per risalire. La paura di restare sospesa in un punto indefinito, al buio e al silenzio, mi bastava per evitare la discesa. La rivoluzione di pensiero è stata reinterpretare questa discesa come avvicinamento (anche alla fede). E tale rovesciamento di prospettiva iniziale ha portato con sé almeno altre tre scoperte, altrettanto rivoluzionarie. Mi è stato detto che si può fare dell’immobilità una fonte di dinamismo. A quel punto (conquistato il rilassamento del corpo) si può addirittura entrare in contatto con il tempo: respirandolo. Infine, ho scoperto che proprio il pianto, che intendevo come referente concreto dell’angoscia, ha un potere solvente. Ora fermarsi, respirare e persino piangere ha un nuovo significato.” MariaAntonia
“L’espressione, non nuova, ma che trovo perfettamente calzante per descrivere questo laboratorio di fede è: <laboratori per un nuovo umanesimo>, in cui la fede viene trasmessa passando per la consapevolezza del corpo, mediatore attivo del rapporto con il divino. Credo sia il linguaggio nuovo con cui parlare soprattutto alle nuove generazioni.” Lavinia
“<Il cambiamento parte da noi> quante volte me lo sono sentito dire! Eppure, mi è sempre mancato un piccolo pezzo del puzzle: come facciamo a far partire questo cambiamento? Credo sia il pezzo più difficile da trovare, per tutti. Ma gli incontri nei laboratori hanno un po’ spianato la strada, hanno tolto qualche erbaccia che non mi permetteva di vedere chiaramente il cammino di auto-conoscenza che posso intraprendere. Ho avuto un assaggio di cosa significhi veramente entrare nelle profondità del mio essere in un modo completamente nuovo, sorprendente nella sua semplicità, che ormai mi mette in gioco e mi mette alla prova costantemente. Voglio ascoltare il mio ego, o voglio tentare di ascoltare il vero me? È questa la domanda che mi pongo ogni volta che mi trovo in difficoltà. Non sempre riesco a fare quel passo in più, non sempre riesco a lasciare da parte il mio ego dispotico; ma mi consolo nella consapevolezza che, con questi strumenti, posso davvero capirmi, farmi del bene, amarmi sempre di più e in modo sempre più vero. E, di conseguenza amare in modo sempre più vero gli altri.” Marco
“Il laboratorio sulla fede mi ha trasmesso una grande pace e serenità, avrei voluto filmare tutto per rivederlo a casa nei momenti di maggiore bisogno perché è un valido aiuto”. Adriana
“Dalla preghiera della mente a quella del cuore. Dalla preghiera fatta con parole a quella fatta con il respiro. Un viaggio interessante: partire dall’io arrivare a Dio. Nuove strade, nuovi modi per raggiungere sempre più, sempre meglio Lui! Scoprendo l’importanza della personale consapevolezza, perché se vuoi conoscere Dio conosci prima te stesso.” Valentina
Il laboratorio della fede è stato un modo nuovo e originale di approfondire i contenuti della fede cristiana e applicarli alla vita di tutti i giorni. Ci ha fornito inoltre strumenti necessari per riconoscere il nostro io egoico fondato sulla separazione ed esclusione, per imparare a passare all’io in relazione che non vuole dominare sull’altro ed entrare in rapporto con Dio. Con la meditazione abbiamo aperto il cuore alla preghiera entrando anche in contatto con il corpo e le emozioni.” Massimiliano.
“Dal laboratorio ho compreso che dialogare con Dio è spogliarsi delle catene e accettare la sfida di diventare uomini liberi, uomini in grado di guardare e perdere le proprie paure scegliendo di non perdersi dietro ad esse. È stato riconoscere in noi stessi, nel nostro corpo, nel nostro respiro affannoso, accelerato e corto, i segni di una schiavitù da cui il Signore è venuto a liberarci. È stato scoprire che Dio aspetta di incarnarsi in ognuno di noi, uomini troppo divorati da ansie e alienazioni per accorgercene. Mettersi seduti per raggiungere la nostra profonda comunione con Lui si è rivelato luogo di grazia, un luogo che ci ha restituito a noi stessi. Solo allora, a contatto con il nostro io più nudo, quando abbiamo spento ogni pensiero, ogni tentazione, quando abbiamo accettato di entrare in ogni ferita e riconosciuto ogni paura, allora pronunciare il nome di Cristo, ci fa sentire fra le sue braccia con gioie e fardelli, ci fa ricordare per chi e per cosa viviamo davvero, per chi e per cosa vale la pena vivere.” Francesca G.
“È stato un modo per riscoprire la preghiera, non come parola fine a sé stessa, ma come forma di meditazione in cui il pensiero viene spento per lasciare spazio all’io profondo che più ci avvicina a Lui. Sono queste le provocazioni che ho appreso da suor Chiara, nell’interessante laboratorio di preghiera.” Giada
“Ascoltarsi. Riconoscere e spegnere i pensieri e le emozioni senza lasciarsi sopraffare. Gestire i movimenti interiori con consapevolezza, senza paura, fino a penetrare le profondità del mio cuore, dove è la sorgente del mio io, l’immagine di Dio in me rimasta nelle sabbie della memoria e del peccato originale. Questo è il bagaglio che porto dentro, dopo l’esperienza (breve ma intensa) dei laboratori.” Gianluca
“Ho deciso di partecipare al laboratorio di fede perché volevo migliorare nella preghiera e riuscire a dedicargli più tempo durante la mia giornata. È stato molto bello conoscere come pregavano i primi padri e mi ha stimolato a migliorare la qualità della mia preghiera. Inoltre, il laboratorio mi ha fatto molto riflettere su di me e sulla mia fede.” Mariana
“Credo fermamente che lo spirito debba nutrirsi e procurarsi le giuste armi per affrontare le sfide quotidiane, in cerca di noi stessi. Vale sempre la pena mettersi in gioco, interrogarsi, ed è così che posso descrivere i laboratori della fede :< un cammino di crescita interiore>.” Veronica
“Credo che sia fondamentale per ogni cristiano concedersi l’opportunità di sperimentare una fede vissuta e resa concreta nella propria persona. Quale migliore occasione se non quella di stare alla presenza del proprio corpo per comprendersi come amati e quindi desiderati da Dio? Il laboratorio di fede mi ha permesso di riscoprire la MIA potenza. Non è presunzione, ma consapevolezza che l’Amore creatore abita in me.” Alessia
“Il laboratorio è stato per me uno scoprire un lato nuovo del credo, quasi un <nuovo credo>: per arrivare a Dio bisogna prima conoscere sé stessi, anzi essere sé stessi, rallentare il ritmo per arrivare a Lui nella pienezza del nostro io.” Aurora
“Il titolo dell’incontro sulla locandina mi ha entusiasmato e affascinato, perché mi ha ricordato Papa Giovanni Paolo II quando alla GMG parlava ai giovani dei laboratori della fede. Gli incontri sono stati mirati e incisivi. Non solo, abbiamo avuto l’opportunità di creare legami di fede e di comunità riconoscendoci fratelli e sorelle in Cristo.” Gerardo
“L’intimità e la delicatezza del silenzio, la forza della meditazione, la gioia dell’incontro con Gesù. Il laboratorio di fede guidato da Suor Chiara è stato una meravigliosa esperienza di fede, alla scoperta di un modo di pregare antico e innovativo al tempo stesso. La riscoperta del nostro corpo ci aiuta ad essere più consapevoli e presenti. Il supporto della meditazione ci guida verso una preghiera che assume una dimensione “corale”, coinvolgendo la nostra persona in tutte le sue articolazioni: corpo, anima e spirito si dispongono in adorazione, cantano le lodi dell’Altissimo, lo ringraziano e si abbandonano al Suo dolce abbraccio.” Iacopo
“Quando ho capito per la prima volta che il Cristianesimo non è una religione, bensì l’incontro con una Persona, si è aperto un mondo per me: è da allora che cerco luoghi, fisici e non, in cui trovare e sperimentare questa Verità. Anche se ne ho vissuto solo il primo incontro, il laboratorio della fede mi è sembrato da subito uno di questi luoghi, perché esperienza meditativa e preghiera non separate, ma fuse in un unicum funzionale, mi hanno chiaramente lasciato percepire (e per qualche momento, assaggiare in un certo senso) la necessità di unificare noi stessi e di abbandonare gradualmente la dimensione puramente intellettuale della nostra vita spirituale, per poter vivere veramente e pienamente il nostro rapporto con Dio e con i fratelli.” Eugenio
“Il laboratorio sulla preghiera, mi ha dato occasione di iniziare a conoscere un modo di pregare tutto nuovo, quasi sconosciuti rispetto alla preghiera che sempre mi è stata insegnata e che vivo nella Chiesa. Ho ritenuto bello e importante il bisogno di integrare la dimensione corporale/somatica a quella spirituale, sottolineando l’unicità dei due poli di cui sono costituito. È stato senza dubbio l’occasione per desiderare di pregare in modo più consapevole e profondo, meno <tecnico>, cogliendo bisogni e intenzioni forse troppo spesso inespressi o silenziati.” Fabio
“Ho iniziato a capire che guardando dentro noi stessi, che scavando all’interno delle profondità del nostro io è possibile ritrovare la luce, la pace interiore, la bontà, l’umiltà che questo mondo cerca di strapparci, ma che è innata in ciascuno di noi. È questa la cosa più bella che mi ha dato il laboratorio, la consapevolezza di non essere sola, di essere più in compagnia di quanto potessi immaginare, di potermi guardare dentro e superare ogni limite, ogni paura.” Adriana B.
Che bello!
Grazie, Chiara, del lavoro che hai fatto, della passione che ci hai messo, della sfida accettata contro ogni possibile paura, sempre in agguato a ghermire ogni bella intuizione, ogni nostra iniziativa.
Grazie, perché con questi laboratori della fede, ci hai dato esempio e coraggio, dimostrandoci ancora una volta – caso mai ancora ce ne sia bisogno (ma ne abbiamo sempre bisogno) – che fidandoci ed affidandoci al Vento dello Spirito, “tutto possiamo in Colui che ci dà la forza”. E, nella nostra povertà, nella nostra impotenza, ancora una volta il “miracolo” accade e il deserto ancora una volta fiorisce, lieto e luminoso di speranza nuova. E bella.
Grazie di cuore. Veramente.
Un abbraccio grande, con affetto
angela
Grazie, cara Chiara, dalle risonanze comprendiamo la potenza e la bellezza di ciò che le ha prodotte. Un abbraccio. Marco
Carissima Angela,
compagna di cammino, stiamo imparando a sorridere alle nostre paure e a “sgretolare” una dopo l’altra le nostre illusioni sempre “ri-sorgenti” , ma la Verità è QUI, ORA, nel tenere le vele sempre aperte, cosicché “il Vento dello Spirito” ci conduce sorprendendo-ci e colmando il cuore di meraviglia. Grazie per le tue parole. Un forte abbraccio.
Carissimo Marco,
il cuore costantemente GRAZIATO è colmo di gratitudine verso Colui la cui Potenza e Bellezza ci abita e ci attraversa e il mio grazie più commosso e profondo è anche a te che hai fatto emergere una luce e consapevolezza nuova nella mia vita. Un abbraccio colmo di riconoscenza e affetto. Chiara