La nostra più vera vita è quando siamo svegli nei sogni. (H.D.Thoreau )
Così mi sono sentita durante l’ultimo incontro del gruppo Darsi Pace di Milano: sveglia nel sogno.
La vetrata di Richter, opera d’arte su cui abbiamo meditato, mi ha provocata ricordandomi un vecchio sogno e regalandomi la gioia di starci dentro da sveglia.
Il video proposto da Bruno, referente del gruppo, in apertura della sua presentazione introduttiva (presentazione in pdf) all’opera artistica mi ha portata nella Cattedrale di Colonia come nel sogno da guardare ad occhi aperti
La luce che attraversa la vetrata bruciandone tutti i colori è la stessa che nel sogno mi avvolge all’interno di un luogo che percepisco sacro, una chiesa romanica all’apparenza, anche se scoperchiata e completamente spoglia, con un prato verde come pavimento. Guardando in alto posso vedere l’azzurro del cielo e colorate bandierine sventolanti. Sono sola, ma percepisco un piacevole tintinnio di campanelli e tante presenze che si muovono insieme a me mentre cammino lentamente accarezzata da una brezza leggera.
Mi trovo, all’inizio del sogno, in una grande aula, seduta in cattedra parlo a persone che mi ascoltano in silenzio; sembrano statue ed io mi sento a disagio perché non leggo sui loro volti, nei loro corpi la partecipazione e il coinvolgimento a ciò che dico; lascio l’aula pensando: Non sono capace di insegnare agli adulti.
Inizio un viaggio, prima lungo un noioso rettilineo su una comoda automobile in compagnia di un’amica, poi da sola sopra un carro trainato da un cavallo simile a quello dei pionieri europei che si spingevano nel Far West alla ricerca di nuove terre; procedo lungo sentieri tortuosi fino ai piedi di una montagna. Comincio a salire, il percorso si fa ripido, sono invasa dalla paura di precipitare e stringo fortemente le briglie, non vedo più né carro, né cavallo, continuo a salire sola nel disperato tentativo di aggrapparmi a qualsiasi cosa possa aiutarmi a procedere e a restare viva. Finalmente il terreno comincia a farsi meno ripido e poi pianeggiante. Dall’alto vedo il tetto di una costruzione alla quale mi avvicino, scorgo una piccola porta, sulla soglia un uomo mi aspetta e mi invita ad entrare; la attraverso e mi trovo completamente avvolta nella luce che dissolve la paura e trasforma in leggerezza il carico pesante della salita in solitudine.
Il sogno era arrivato nel 2003, anno in cui tornavo ad abitare la casa d’origine che avevo deciso di ristrutturare dopo essermene allontanata; allora lo avevo letto come raggiungimento di una meta desiderata, il faticoso cammino verso una maggiore indipendenza e libertà.
Il lavoro interiore di questi anni mi consente ora di approfondirne la lettura, di comprendere il senso di alcuni particolari che mi erano stati incomprensibili e di cogliere sfumature diverse in quelli che avevo osservato in modo superficiale.
Viaggiare verso me stessa è riconoscere e accogliere le mie parti rigide, statiche, inespresse, fredde, incompiute che dicono “io non sono capace”; ora comprendo che scendere dalla cattedra e allontanarmi dal grigiore dell’aula sono movimenti connessi alla decisione di cambiare, di cercare altro, di inoltrarmi verso una terra nuova, affrontando l’ignoto, la paura di restare sola e di morire.
Avanzare nel viaggio è attraversare zone oscure di me stessa accettando il denudamento, la perdita fino alla soglia che apre ad uno spazio dilatato, ad una luce che unifica e pacifica.
Mi rendo conto che non posso e non voglio viaggiare da sola, ho bisogno degli altri per capire, per conoscere, per scoprirmi creatura dentro la creazione.
Nel laboratorio Darsi pace trovo strumenti e persone per progredire nella ricerca e nella conoscenza che avviene rivisitando, ricapitolando, trasformando la mia esistenza.
Sentirmi sveglia nel sogno è guardare gli eventi e le fasi della mia vita dentro la luce che brucia le forme rigide e chiuse in cui si è definita come brucia i colori della vetrata di Richter, è vedere il mondo intero raccolto sotto un unico raggio di sole nel quale si perfezionano le belle statuine, le figurine dell’album del mondo. (M.Guzzi, Nella mia storia Dio, pag.90)
Ulteriore sorpresa e commozione che MeditArte mi ha regalato durante l’incontro di gruppo è stato ritrovare la voce di Thomas Merton.
E’ lui l’uomo che nel sogno mi indica la porta di accesso alla luce dicendomi: sei arrivata.
L’uomo che compare sulla copertina del libro che quindici anni fa stavo leggendo. (T.Merton, Scrivere è pensare, vivere, pregare, Garzanti)
Dove sono arrivata?
Nel luogo da dove sono partita che ora diventa punto di partenza.
Nella luce che mi avvolge sento chiara la presenza dell’uomo che cammina, “quel folle che pensa che si possa assaporare una vita così abbondante da inghiottire perfino la morte.” (Christian Bobin, L’uomo che cammina, pag.29)
Leggendo questo post tanto interessante e ben scritto, mi rendo conto di non dare ai sogni l’importanza che invece hanno, non solo per la loro funzione in relazione all’individuo che li sogna, ma anche per l’insegnamento che possono dare a chi li ascolta raccontati da altri. Questo sogno di Giuliana impressiona anche l’ascoltatore per i motivi che lei ha saputo così bene evidenziare.
Mi piace allora considerare, anzi vivere, Darsi Pace come una sorta di tribù “primitiva”, in cui i sogni hanno un valore anche collettivo, direi profetico (della nuova umanità).
Grazie Giuliana, le tue parole sono state molto importanti per me.
Carissima Giuliana, bella la tua esperienza trasformativa e belli i nostri sogni, quando riusciamo a viverli , rielaborandoli nel presente , da svegli ! Se hai incontrato Thomas Merton, che ti dice ben arrivata, allora vuol dire che sei entrata nella comprensione di quanto lui notava, di distruttivo, dentro di noi e nella nostra storia collettiva, come in questa sua citazione che i praticanti di Darsi Pace ben conoscono:
“Colui che tenta di agire
e di fare le cose per gli altri, o per il mondo,
senza approfondire la conoscenza di sé,
la libertà, l’integrità, la capacità di amare,
non avrà nulla da dare agli altri.
Non comunicherà
loro niente altro che il contagio delle sue ossessioni,
la sua aggressività, le sue ambizioni egocentriche,
le sue delusioni sui fini e sui mezzi,
i suoi pregiudizi, e i suoi dogmatismi. (…)
Stiamo vivendo la più grande crisi
della storia umana
e questa crisi interessa soprattutto il paese (pensava agli Usa, ma riguarda anche tutti noi )
che ha perso (o forse non ha mai avuto)
il senso della contemplazione”.
Thomas Merton (1914-1968)
Un forte abbraccio.
ivano
Grazie, cara Giuliana, della ‘lettura’ condivisa del tuo sogno, che incoraggia tutti noi ad essere introspettivi, cercando il senso nel profondo della nostra vita.
Grazie Bruno: ho aperto i links, tutti molto interessanti. Ho apprezzato particolarmente la presentazione, ricca di spunti, specialmente le interessanti riflessioni sull’arte.
Mi avete ben-disposta per l’esercizio di auto-conoscimento che mi accingo a svolgere!
Un abbraccio e Buona Festa dell’Assunta, già da ora!
Silvia
Carissima Giuliana,
sono convinto che i sogni sono parte di noi. E ci parlano!
Credo che ricordare la luce, le sensazioni, e i colori brillanti di un sogno importante possa rigenerarci sempre e ridonare freschezza di vita all’ anima.
Forse proprio questa memoria preziosa potrebbe anche essere o diventare l’energia e la forza del nostro presente: uno sprono di vita per continuare, ringraziare, e non arrenderci mai!
Io lo sperimento spesso, e ti ringrazio perché ricevo una grande tua conferma in questo bel racconto.
Grazie anche per i commenti ricchi e profondi che ho letto con piacere.
Un affettuoso e forte abbraccio,
Fabio Fedrigo
Caro Andrea,
l ’esperienza di questi anni nei gruppi dP mi dice quanto sia preziosa la condivisione nella nudità, nella condizione primitiva in cui come bambini ci fidiamo e scopriamo, fuori dalla logica del consumo, le cose fondamentali che non hanno prezzo: la vita, l’aria, il respiro, la gioia, lo Spirito di Dio, come scrive Marco Guzzi nel suo ultimo post in FB.
La tua risonanza è per me una ulteriore e incoraggiante conferma.
Caro Ivano,
la contemplazione ci apre alla forma più alta di conoscenza, quella in cui i concetti spariscono per fare spazio alla visione. Contempliamo per vedere l’Invisibile e respirare l’Eterno.
Le pratiche di autoconoscimento e meditativa ci preparano al salto che possiamo compiere solo nella fede quando tutto ciò che abbiamo costruito nella distorsione viene lasciato andare e noi torniamo all’Inizio, un po’ più consapevoli del compito che abbiamo all’interno della creazione.
Impariamo a morire all’ego e a rinascere nella fede dell’Uomo Nuovo.
Cara Silvia,
la tua vicinanza mi è preziosa in questa affascinante ricerca di verità e di libertà nella quale ci sosteniamo guardando con compassione le nostre fragilità e scoprendo la gioia di ricominciare.
La donna assunta in cielo sia grido di vita e risvegli la nostra fede.
Carissimo Fabio,
ricordare è tornare al cuore e ricordare il sogno è dare la possibilità alle mie parti sconosciute ed oscure di venire alla luce, è sentire che l’anima vive, è non lasciarmi abbattere dalle illusioni e dalle delusioni di questo mondo.
Mi arrendo invece ad una Forza inquietante, nostalgia bruciante di vita, che nonostante le mie debolezze urge, spinge, urla dentro di me, la stessa Forza che vedo in te.
Grazie Andrea, Ivano, Silvia e Fabio per le vostre risonanze.
Un grande abbraccio, Giuliana
Cara Giuliana, sento un filo in comune tra arte e sogno.
Condividono ragioni e linguaggi diversi rispetto alla vita ordinaria, e un’espressività che chiede di essere decodificata.
Occorre un ascolto capace di cogliere intuizioni, accenni, sfumature.
Occorre anche sapersi arrendere davanti a ciò che non comprendiamo, per gustare solo il sapore di quello che appare.
Quando un sogno che avvertiamo importante ci si svela è come se piani diversi della nostra vita si fondessero insieme, credo per illuminarci la strada, aiutarci e sostenerci.
Un abbraccio!
Antonietta
Cara Giuliana, sollecitata dalla lettura del tuo post mi lascio attraversare da alcune suggestioni che scrivo di getto..
La mia vita è un corso, un filo translucente non interrompe il suo raggio di trasmissione, non separa, la sua potenza va oltre ogni mia resistenza. Che ne sia consapevole o che viva nella dimenticanza la Luce traspare incessante mente, la variegata sfumatura colora il buio della mia ignoranza e porta compimento nella storia che mi attraversa.
Ti abbraccio, vanna
Grazie a Bruno per la sua originale proposta meditcreativa che apre a spazi illimitati.
Cara Antonietta,
il sogno è stato per me una visione verso un oltre, immagini da osservare, da ascoltare che ho sempre sentito piene di vita e che mi hanno fatto compagnia sollecitandomi a non accontentarmi dell’oggettività di questo mondo.
Scoprire il senso del cammino iniziatico nel laboratorio Darsi pace mi aiuta a scorgere nel sogno il filo che dentro una apertura infinita mi riporta all’Inizio.
Credo che l’arte, per come l’ho avvicinata in questi due anni nel gruppo di Milano, sollecitata dalle proposte di Bruno, sia vera arte quando torna in questa dimensione, quando lavora la materia e le dà espressione attraverso linguaggi diversificati in contatto con la fonte creativa, con l’Inizio.
Cara Vanna,
le tue parole, come è accaduto altre volte, hanno sempre l’effetto di portarmi nella giusta postura, in cui piano piano, morendo ad una serie di pensieri, di giudizi, di pregiudizi fino a cedere al pregiudizio di conoscere chi sono scopro di essere infinita apertura, nulla di definito o di bloccato, ma una vivissima, trepidante, beata apertura.
In questo silenzio ogni giorno ritrovato, nella dolcezza dell’abbandono l’anima si unifica e le parole risuonano in tutta la sostanza dell’anima non come oggetti ma come spirito, energia, incremento di vita.
Grazie care Antonietta e Vanna per la vostra amicizia.
Un forte abbraccio, Giuliana
Cara Giuliana, la trasformazione che avviene all’interno della luce che brucia tutti i colori della vetrata e diventa una mi sposta dentro la parte più libera e pacificata , in quel punto dove tutto si rinnova e trovo riposo.
Sento la potenza creativa della luce che luce dissolve e trasfigura le mie distorsioni, annullando ogni forma, per entrare nel campo energetico di pura ricezione della vita .
Sentirmi sveglia dentro questo processo continuo è il sogno ad occhi aperti che vivo dentro la cattedrale del corpo, bisognoso di cure intensive che aprono le finestre dell’anima e dilatano gli spazi bui con la luce dello Spirito.
Un forte abbraccio!
Un grazie a Bruno per questa ricerca artistico spirituale toccante e poetica.
Mi sembra che diventiamo tutti co-creatori, partendo da quella luce che la vetrata di Colonia accoglie, modella e fonde.
Entriamo in scena in tanti:
Bruno, con quelle immagini accompagnate dalle note musicali.
Giuliana, la rocciatrice che ora scala gli abissi e le vette dell’anima.
Einstein, che la luce, dopo gli studi più profondi al mondo, magnificamente così definì: “LA LUCE E’ L’OMBRA DI DIO”.
Maria Assunta in cielo, noi distratti non ci pensiamo, ma dopo la “dormitio” la Vergine è stata assunta col suo corpo che vive realmente, in una forma di Luce che per ora non conosciamo ( Einstein sta forse capendone di più, beato lui).
Un abbraccio a tutti, GianCarlo
Cara Rosanna,
nella pratica meditativa viviamo ciò che dici. Ci fermiamo, portiamo attenzione al corpo bisognoso di cure, attendiamo l’inspiro e lasciamo andare l’espiro, osserviamo nella quiete pensieri, giudizi, paura, rabbia senza appropriarcene.
Ci lasciamo assorbire da una coscienza sempre più morbida che si manifesta come luce, luce cosciente, luce che ad ogni espiro si va purificando dalle nostre limitazioni, luce che gode nel non trattenere, sostanza cosciente che gode nel lasciare scorrere.
Piano piano, senza fretta e senza ansia, la trasformazione si fa esperienza lampante, nessuna rappresentazione, e ci sentiamo dentro uno spazio che è apertura infinita.
Grazie per la tua risonanza.
Caro Giancarlo,
la luce dentro la quale diventiamo co-creatori è luce che fa del nostro Io un Noi, luce in cui Io sono me stessa senza essere separata da niente e da nessuno.
E’ l’Immacolata concezione, è l’Io pensato da Dio, l’Io mariano, l’Io in relazione, la bellezza, a mio parere, della spiritualità cristiana che non culmina nel vuoto e nel silenzio, ma nel dialogo di un Io e un Tu distinti eppure uniti nello Spirito.
Un piccolo raggio di questa luce cambia la nostra vita. E noi ne stiamo facendo esperienza. E quando ricadiamo nella distrazione e nella confusione le pratiche ci aiutano a ritornare nella giusta postura e a mantenerla il più possibile nelle nostre relazioni quotidiane.
Grazie per le tue parole.
Un forte abbraccio ad entrambi, Giuliana
Grazie di cuore, cara Giuliana, credo che la coscienza dei sogni appartenga allo stato dell’io in conversione, ad un suo livello molto profondo, illumina cioè aree non consce sia della struttura egoica, che forse, a volte, dell’area spirituale già liberata …. in tal senso può aiutarci nel passaggio dall’io in conversione a quello in relazione … che questa luce possa illuminare sempre il nostro cammino. Un abbraccio. Marco
Caro Marco,
nel percorso che generosamente ci offri senza risparmiarti ci accompagni a scendere nella notte senza perderci invasi dal buio; così imparo a camminare nel mondo con i piedi poggiati a terra e gli occhi rivolti al cielo respirando aria di libertà.
Te ne sono infinitamente grata.
Ti abbraccio anch’io, Giuliana
Grazie cara Giuliana per il tuo post e per avere condiviso il tuo sogno così ricco di luce e colore.
Un proverbio africano dice: “Se si sogna da soli è solo un sogno. Se si sogna insieme è la realtà che comincia”
Mi piace osservare come permettere agli altri di “entrare” nel nostro sogno è un invito a un risveglio collettivo.
Come dice Ivano Fossati nella canzone:
“Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno più lungo per aspettare
Io dico che c’era un tempo sognato
Che bisognava sognare.”
Ecco tu l’hai fatto!
Un abbraccio.
Lula
Cara Lula, grazie a te per la tua risonanza.
In questi undici anni di laboratorio Darsi pace, mi pare di risvegliarmi lentamente come ho scritto raccontando il sogno, ed è come il risveglio nel mio corpo di una memoria profonda che mi libera dall’inganno e mi riporta dentro l’ordine dell’opera creativa in atto.
Un forte abbraccio, Giuliana
Cara Giuliana,
bellissima l’immagine della cattedrale di Colonia che ci conduce, come in un sogno, sulla scena dello Sprito.
Ci sono tutti gli elementi: la luce, il pavimento- prato, il tetto- cielo, i colori, il tintinnio della coralità, la brezza piacevole e leggera… Non sei sola nel cammino! Questa tua descrizione mi ha commosso!
Proprio in questi giorni pensavo a quanto di bello sto imparando nei gruppi e al grande bisogno di sostegno, che ancora sento forte.
Il mio sogno è quello di una bambina poco più che neonata, bellissima e innocente con i suoi occhioni azzurri spalancati sul mondo. E’ in braccio alla sua mamma che la cura amorevolmente e si intravede defilata una figura maschile che sembra essere attenta e amorevole anche se più distante…Poi non ricordo più, ma senz’altro il tema della nascita mi appartiene, come ben sai!
Credo che i sogni ci rivelino sempre chi siamo e a che punto ci troviamo del cammino.
Ti ringrazio della bella testimonianza.
Ti abbraccio forte
Eliana
Cara Eliana
riconoscere che siamo bisognosi di sostegno ci consente di apprezzare il dono reciproco che ci scambiamo nel gruppo quando condividiamo a cuore aperto la nostra fragilità aiutandoci a non rinunciare al sogno nascosto nel nostro cuore.
Grazie per la tua presenza.
Anche a te un forte abbraccio in attesa di rivederci, Giuliana
Giuliana Martina, thanks for the article post.Really thank you! Great.
Grazissime a tutti, prima di tutto a Giuliana e a Marco Guzzi, preziosi capi cordata delle luminose risonanze condivise di questo post che mi ha fatto sussurrare un breve bellissimo canto che amo e che dice: “Tu l’Altissimo infinito Amore lascia cantare l’anima mia, l’anima mia”.
Siamo davvero co-creatori e diffusori di luce quando passiamo dall’Io al Noi, come ho sperimentato anche recentemente in una tre giorni con i missionari( quasi tutti laici) di Italia solidale Mondo solidale.Proprio dall’escursione notturna sul Monte Altissimo, sono nati i versi che desidero condividere con un copia-incolla (tecnicamente non so fare di meglio ) . Li sento come un dono del nostro camminare insieme. Un forte abbraccio .
VEGLIA SULL’ALTISSIMO *
Vegliare dentro il cuore della notte
levarsi per andare incontro all’alba
nel buio più buio trafitto di stelle
occhi al cielo come nuove sentinelle.
In carovana di magi, senza cammelli
eredi di piedi a terra, alati e belli
custodi di inestinguibile carsica sete
dentro invisibile misteriosa rete.
Silenzio lungo i bianchi sentieri
di ieri. Scalpiccio di ciottoli e sassi
in ritmo e respiro cadenzato dai passi.
Arde lo sguardo di nuovi pionieri.
A valle il Garda sonnolento giace
avvolto di silenzio e mistero
puntuale lento si leva il sole. Tace.
Risplende come infocato guerriero.
L’Altissimo* ci attende. Schiude cieli
risplende in pascoli e greggi senza veli
mostra trincee e rifugi di violata terra
insanguinata dalla Grande Guerra.
Sull’avamposto obici di pazzia mondiale.
Oggi, stretti in cerchio di solidale libertà,
salgono testimonianze di canto universale
di coscienza cristica di cosmica umanità.
Fiorisce eterna tenerezza in fiori di fragilità.
* Il Monte Altissimo di Nago (Trento), nella catena del Monte Baldo ( 2078 ms.l.m.), sopra il Lago di Garda.
Giuseppina Nieddu
Malga Zures ( Nago) 11-8-2018
Grazie a te, carissima Giuseppina, le tue parole poetiche si fanno canto che dal Monte Altissimo magnifica l’Altissimo.
E’ l’anima che canta la gioia di essere a casa.
Un forte abbraccio, Giuliana