Il 13 Ottobre 2018, a Roma, è iniziata la nuova annualità dei gruppi Darsi Pace ed abbiamo chiesto ad alcuni presenti perché fossero lì e quali fossero le loro aspettative.
Anche quest’anno, una generazione in cerca di senso condivide la sua voce con noi.
Guarda tutto il video dell’incontro condotto da Marco Guzzi.
Anche il secondo incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebook di Darsi Pace il 3 novembre alle ore 17.30.
A partire dal terzo incontro i video saranno pubblicati nel sito riservato dopo qualche giorno dal loro svolgimento, e lì resteranno disponibili per tutto il triennio: invitiamo chi fosse interessato a partecipare al percorso dei Gruppi, a prendere tutte le informazione relative all’iscrizione in questa sezione del sito.
Speriamo di vedervi numerosi, fisicamente all’ateneo salesiano di Roma o telematicamente, per avviare insieme una nuova tappa del cammino di liberazione interiore, da compiere in cordata!
mi permetto di lasciare una osservazione:
aderite a questo movimento entrambi marito e moglie non singolarmete, altrimenti il percorso può creare grosse crepe nel rapporto di coppia.
Di questo però nessuno parla mai , sembra un mondo Divino ma non è così; le sfumature negative di questo movimento in famiglia non mancano, molte coppie entrano in crisi ma mai un post in merito.
Io ho frequentato DP per due anni, per ora non mi sono iscritta al terzo anno, ho bisogno di tempo per riflettere.
Vi ringrazio se non mi rispondete, e mi scuso per l’anonimato
Buon cammino
Cara amica anonima, in qualunque cammino spirituale o anche trasformativo possono sorgere problemi nelle relazioni familiari, o anche di amicizia e di lavoro. Non appena una delle due persone in relazione inizia a voler cambiare, è inevitabile che si creino degli attriti, e che ogni relazione venga sottoposta ad uno stress. Noi parliamo ampiamente di questi problemi entro i nostri gruppi. Quasi sempre le relazioni con persone che non partecipano al lavoro interiore si riorganizzano, si trasformano, si aprono a forme nuove di comunicazione. Altre volte si possono aprire conflitti, o meglio evidenziare antichi conflitti, forse sepolti da troppo tempo. Il nostro lavoro infatti non fa che far emergere ciò che già c’è, come è comprensibile. L’esito di queste trasfromazioni dipendono da moltissimi fattori, uno dei quali è anche la capacità della persona non praticante di accogliere le nuove esigenze, di non contrapporsi, di percepire in queste sfide delle opportunità di cambiamento anche per lei; così come è determinante la capacità del praticante di comprendere le paure dell’altra persona, e di farle percepire che un sano lavoro interiore non può che arricchire il rapporto e magari farlo rifiorire.
Ciao.
Marco Guzzi
E’ difficile porre una questione reale e importante e chiedere, se non fraintendo, di non rispondere.
Capisco il dolore e la fatica della signora anonima e la rispetto, e quindi mi rivolgo a chi ha letto il suo intervento.
Condivido quanto detto da Marco che il problema esiste anche nei confronti dei fratelli o dei figli, e pone davanti alla scelta tra continuare un percorso che si riconosce buono e benefico, o rinunciare per il bene importante delle relazioni buone o che appaiono tali.
Io sto sperimentando che il percorso iniziatico di Darsi Pace è buono per me e anche per per i miei famigliari, sia quelli che condividono sia quelli che rifiutano.
E ringrazio per entrambi il Dio di Gesù Cristo che ci ha donato la libertà dei Figli di Dio.
Ci ho pensato sopra tanto e ci ho pregato tanto.
E tengo ben presente il messianico:”Non sono venuto a portare pace, ma una spada”
Ho scelto di continuare il cammino rispettando ed amando la scelta di chi lo rifiuta.
Rispettare ed amare, non solo mi porta ad accogliere il rifiuto, ma mi suggerisce anche come comportarmi per non imporre niente, per non ferire nessuno.
Evito esortazioni, parole e gesti, ma, più alla radice, i pensieri che capisco che possono fare danno.
Non mi sento ipocrita ma solo prudente, mi pongo un poco in ritrazione, e accolgo l’altro per quello che è, per la consapevolezza che ha, per quello che è in grado di fare.
E insieme alla distanza, e anzi, alle normali distanze, sento che a volte passa anche del buono, e vedo che fa bene.
Il segreto di tutto, come sempre, è un atto di fede ripetuto ogni giorno.
Giancarlo
Cara amica,
intervengo in quanto responsabile della terza annualità, alla quale mi sembra di capire dovresti iscriverti, nel caso deciderai di proseguire il lavoro dei Gruppi.
Mi dispiace che possa esserti sentita sola in questo travaglio e ancora di più che possa ritenere responsabile il percorso Darsi Pace di crisi e difficoltà coniugali.
E’ certamente molto positivo quando una coppia decide di intraprendere insieme un cammino spirituale, qualunque esso sia. Ma purtroppo ciò non accade sempre. In questi 20 anni hanno seguito il percorso Darsi Pace numerose coppie, ma anche persone singole che, magari con una certa fatica, sono riuscite tuttavia a conciliare i loro nuovi interessi con la vita e l’unità familiare.
Come hanno già scritto Marco e Giancarlo, sta alla saggezza di entrambi i coniugi, alla loro maturità umana e spirituale, lasciare libertà alla ricerca dell’altro, rispettarne le scelte, valutando i frutti delle nuove strade intraprese.
Al contempo è importante che chi inizia un percorso non condiviso dal coniuge rispetti e custodisca l’unità anche nella diversità momentanea delle scelte, non invadendo l’altro con le proprie scoperte, con forme aggressive più o meno esplicite, che noi studiamo bene nei Gruppi, e che nascondono problematiche preesistenti, che il lavoro di Darsi Pace non provoca, ma casomai si limita a rendere esplicite ed evidenti.
Se una persona avverte il bisogno di scendere un po’ più in profondità nello studio di sé, nella comprensione della storia personale e collettiva, nelle pratiche di scioglimento di nodi e di blocchi psicologici, certamente può essere che inizierà a cambiare, ma, come affermano i grandi santi di tutte le tradizioni spirituali, non dovrà fare di questi mutamenti delle armi puntate contro chi non sta seguendo la stessa strada.
Se ciò accade non è imputabile ad un metodo che sottolinea, dal primo incontro fino all’ultimo del settennio, l’importanza dell’umiltà e l’estrema gradualità del processo di conversione dal vecchio al nuovo io. Una nuova identità che non è mai un possesso o un’acquisizione del singolo, ma un dono ricevuto che si fa relazione e dono per tutti.
Spero che sarai ancora dei nostri e che magari potrai condividere nei gruppi questo disagio: è proprio nei momenti di difficoltà che il lavoro va rilanciato mettendosi in gioco, esprimendo i propri dubbi e perplessità in tutte le sedi che il Movimento Darsi Pace cerca di offrire ai praticanti: dal sito riservato ai gruppi territoriali e agli incontri di Roma, dove sia Marco che i tutor responsabili delle annualità e degli incontri regionali sostengono e accompagnano nel percorso.
Un cordiale saluto!
Paola