L’infanzia politica del mondo

Commenti

  1. Grazie, caro Luca, mi pare uno dei più lucidi elogi della democrazia che si possano leggere, in quanto ce la rivela come compito planetario e spirituale, rivoluzione permanente da rendere consapevole, nuova antropologia trans-egoica, qualcosa cioè di cui possiamo davvero innamorarci. Ciao. Marco Guzzi

  2. Giuliano Papagni dice

    “Forse l’Occidente democratico si è semplicemente dimenticato delle domande fondatrici della propria missione: che vuol dire creare una società di uomini liberi, consapevoli e autonomi della propria dignità e sovranità? In che modo rendere le persone più solidali, realizzando in definitiva il progetto dell’umanità cristiana al livello politico e sociale? Che significa la stessa libertà dell’Io umano, che poi si traduce in principio di autodeterminazione dei popoli?”
    Ho apprezzato molto le tue riflessioni in particolare le domande riportate. Credo che senza l’amore che Gesù ci insegna non abbiamo risposte e ci perdiamo, confusi dalla paura della morte.

  3. Luca Cimichella dice

    Grazie Giuliano per il tuo apprezzamento. E grazie a te, caro Marco, perché se non fosse per il tuo pensiero e per i tuoi libri un elogio simile alla democrazia non mi sarebbe mai stato possibile. Sin da piccolo non mi sono mai sentito democratico, nel senso che si intende oggi. Proprio per questo lo sguardo che mi hai offerto tu si può dire sia stato realmente sovversivo e risanante. E come per me, a lenti passi lo sarà per tutto il pianeta. – Un caro saluto, Luca.

  4. giancarlo salvoldi dice

    La liberaldemocrazia è la più alta espressione di democrazia sperimentata fino ad oggi perchè tenta di coniugare i diritti della persona con il bene comune.
    La lucida visione di Guzzi su “I presupposti di una rivoluzione democratica” http://www.darsipace.it/?s=i+presupposti+di+una+rivoluzione+democratica ,ci porta a valorizzare ed amare questa democrazia nel suo splendore, anche se la vediamo inciampare in tante cadute.

    Credo che la luce della liberaldemocrazia si sprigioni quando mantiene la consapevolezza della sua matrice messianica, mentre quando la perde allora anche la luce si spegne, e resta solo una specie di burocratizzazione della democrazia gestita con il razionalismo arido, che in breve si trasforma in interesse egoico.

    Nel nostro tempo mi sembra che convivano due atteggiamenti opposti e paradossali.
    Da un lato una bulimia di politica che trascina molti in overdose: diverse reti televisive nazionali e locali propongono un telegiornale ogni mezz’ora, e in più dei talk show che durano ore ed ore.
    E purtroppo milioni di persone “partecipano” al dibattito politico passivamente, sedute sul divano.
    Dall’altro lato abbiamo un rifiuto crescente della politica, dovuto a disgusto e disperazione a causa della sua impotenza che si maschera dietro ad aggressività e bellicosità ormai insopportabili.

    Credo che questa sia un’espressione del marcusiano “uomo a una dimensione”, stavolta applicata non al livello del consumismo dei beni materiali ma al livello del consumismo della politica: tanto i bulimici quanto i disperati si sono appiattiti sulla solo dimensione politico economica, e i risultati non possono che essere quelli.

    Abbiamo troppa politica fangosa perchè senza anima, e troppo poca politica con afflato messianico.

    Cimichella dice che ” la digestione del XX secolo spetta al pensiero radicale”.
    Sostanzialmente è vero, ma io invece di parlare di “digestione” preferisco parlare di “purificazione”.

    Il pensiero messianico e quindi radicale, che noi abbiamo adottato, dovrà rileggere la storia per tendere a purificare la memoria, e disarmarla dalle ideologie distruttive e dalle loro logiche violente.
    Credo che sia una chiave necessaria, insieme alla chiave d’oro del nostro percorso iniziatico.
    In tal modo potremo sperimentarne la forza “conversiva” ed insieme “eversiva” nel costruire il percorso verso la Nuova umanità.

    Nel concreto della liberaldemocrazia del nostro tempo, non potremo che ricercare umilmente e sperimentare coraggiosamente.

    Un grazie a tutti, Giancarlo.

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