“Mi resi conto che ero libero di assumere un atteggiamento o un altro nei confronti della situazione, di darle un valore o un altro, di utilizzarla o meno in un senso o nell’altro. Potevo ribellarmi, oppure sottomettermi passivamente, vegetando; oppure potevo indulgere nel piacere dell’autocommiserazione e assumere il ruolo di martire oppure, potevo prendere la situazione in maniera sportiva e con senso dell’humor, considerandola come una nuova e interessante esperienza. Potevo farne un periodo di cura, di riposo, o di pensiero intenso su questioni personali, riflettendo sulla mia vita passata o su problemi scientifici e filosofici; oppure potevo approfittare della situazione per fare esperimenti psicologici su me stesso; o, infine, come un ritiro spirituale. Compresi che dipendeva solo da me capire che ero libero di scegliere una o più di queste attività o atteggiamenti; che questa scelta avrebbe avuto effetti precisi e inevitabili, che potevo prevedere e dei quali ero pienamente responsabile. Nella mia mente non c’era dubbio alcuno circa questa libertà essenziale….”
(R.Assagioli, Libertà in prigione)
“L’unità (della personalità) è possibile. Ma essa non è un punto di partenza, non è un dono gratuito: è una conquista, è l’alto premio di una lunga opera: opera faticosa ma magnifica, varia, affascinante, feconda per noi e per gli altri, ancor prima di essere ultimata” (R.Assagioli)
Pubblichiamo l’ultima parte della conversazione di Mauro Ventola con Marco Guzzi.
Gli argomenti affrontati in questa sezione toccano il problema della morte e la questione della fede intesa come il cuore di ogni cammino iniziatico.
Vi ricordiamo qui di seguito tutti i titoli delle “Nuove Visioni”, il dialogo tra il Direttore del Centro di Psicosintesi di Napoli e il fondatore dei Gruppi Darsi Pace, svoltosi a Roma il 20 dicembre 2017.
- La volontà ()
- Il potere ()
- L’autenticità ()
- La svolta ()
- L’io creatore ()
- L’iniziazione ()
- La coniugazione dei sessi ()
- La morte e la fede
A tutti l’augurio di una buona visione e di una nutriente, filosofica, salutare concentrazione!
Grazie Marco per il tuo discorso sempre molto profondo e chiaro al tempo stesso.
Mentre ti ascoltavo, il mio spirito mi ha fatto venire in mente le parole del sapiente biblico Qohelet : “E’ meglio visitare una casa dove c’è lutto che visitare una casa dove si fa festa perché quella è la fine di ogni uomo e chi vive ci deve riflettere”.
Già, “ci deve riflettere!” E’ proprio questa la nota dolente di questa povera umanità, che non ci vuole proprio riflettere, per le ragioni che hai citato tu.
Che tristezza vedere tante persone che, dopo aver partecipato a un funerale, tornano a casa senza che nulla sia cambiato dentro di loro! Dopo aver fatto un po’ di silenzio dovuto, ritornano immediatamente a parlare di cose del tutto superficiali rispetto alle domande radicali che la realtà della morte dovrebbe suscitare.
Credo che fino a quando le persone avranno così PAURA DI CONOSCERE LA VERITA’ continueranno sempre ad allontanare il pensiero della propria morte, solo chi riconosce la propria miseria può credere alle promesse di Cristo, per tutti gli altri valgono le parole del Salmo 49 : ” l’uomo del benessere non capisce, è come una bestia che perisce”.
Ciao Marco e grazie ancora per come svolgi la tua missione.
Domenico Rosso
Grazie a te, caro Domenico, dell’ascolto amichevole e profondo.
Sì, sembra un paradosso, la consapevolezza della nostra finitezza è l’unica porta che ci faccia entrare in una vita più pienamente e autenticamente vissuta.
Ciao. Marco
Vorrei ringraziare Mauro Ventola che con una serie di domande ben formulate, profonde e sapienti ha permesso a tutti noi di raccogliere questa importantissima sintesi di sapienza umana che tu Marco sei sempre pronto a donare gratuitamente.
Penso che questi video rappresentino un piccolo capolavoro.
Grazie a chi ha collaborato alla realizzazione di questa piccola grande opera.
La accolgo come regalo per il Santo Natale con gioia.
Un sorriso Ale
Grazie del tuo sorriso e della tua amicizia. Marco