Introduzione come Annuncio del progetto di studio.
Con questa pubblicazione diamo avvio al progetto “L’universo delle Psicoterapie” all’interno del progetto del gruppo di creatività culturale “AttraversaMenti-psicologia e spiritualità, che intende chiarire quali sono oggi le teorie e le tecniche della psicoterapia e degli aiuti psicologici nell’universo degli approcci delle scuole di pensiero esistenti, un evidenziare lo stato dell’arte essenziale della disciplina.
Proporremo altresì un confronto tra alcune delle tecniche psicoterapiche esistenti e i temi ed i corrispondenti metodi utilizzati per l’autoconoscimento-trasformativo nel cammino in Darsi Pace, come anche altri autori, altri cammini o scuole psicoterapeutiche affrontano i temi a noi tutti molto cari, come la scissione originaria, il rivolgimento interiore, il baratro, l’ombra, la liberazione di sé, e altri, in questa epoca in cui sono terminali molti riferimenti culturali e credenze tradizionali a cui ancorare forme di un pensare liberante, e supponiamo anche alcune forme se pur blasonate di interventi psicoterapici.
Lo sguardo è rivolto ai bisogni dell’umanità morente e nascente contemporanea, per poter offrire una visione di metodo su come rispondere alla richiesta di “cura dell’anima” dell’uomo sofferente oggi (Guzzi, 2017), come valore aggiunto ai percorsi tradizionali psicoanalitici-terapeutici.
Iniziamo l’indagine dalla Cognitive-Behavior Therapy (CBT), in italiano “Teoria Cognitivo-Comportamentale” (da ora CBT), che su i mass media è ritenuta la detentrice dei massimi risultati evidenti nella risoluzione dei problemi psicopatologici delle persone, con una forzatura ideologica di non poco conto.
Indagando dal nostro versante osservativo, impegnati verso un possibile nuovo umanesimo, volgiamo attenzione al tema della “Paura”, non intesa quale fobia, ma intesa come
reazione o strategia difensiva di comportamenti messi in atto per difenderci, per chiuderci, stare inerti, per proteggere la nostra integrità, Paura come senso di limite che terrorizza,
in risposta a esperienze di aggressione o di offese ricevute, esperienze che abbiamo sperimentato nella nostra storia personale infantile e che continuamente ci spingono a re-agire in modo simmetrico alle stesse, a volte sulla base di una desolata impotenza. La Paura di essere tagliati fuori dall’adattamento conformistico, abbandonati e persi in rapporto ad una umanità che comunque appare aver smarrito punti di riferimento essenziali.
L’occasione è il 2° e 3°incontro del 2°anno del corso in Darsi Pace in cui si affronta questo tema della Paura, dell’Abisso, della Scissione originaria, come condizioni ontologiche dell’uomo di fronte all’esperire “impotenza” e senso del limite.
Rimandiamo ai video su i temi (a cui si accede tramite password riservata per la visione del video in oggetto di quest’annualità 2018), ma anche ai video accessibile a tutti del progetto denominato le “pietre angolari” presenti sul canale youtube-Darsi Pace ai n. 14 e 15.
La tesi che discutiamo è “come curare la propria sofferenza per poi tornare nel mondo”, dopo aver sostato riflessivamente con ed in se stessi nel cammino psicoterapico o di autoconoscimento, e come ingaggiarsi in modo nuovo nei contesti socio-culturali facendo leva su
modelli di pensiero più funzionali, creativi ed espressivi di sé.
Ricordiamo infatti che in Darsi Pace si fa riferimento proprio ai due concetti fondanti dell’umanità nuova, quelli di “liberazione di sé e trasformazione del mondo”.
Tali modelli di pensiero e di creatività, se non autoreferenti, rischiano però di poter essere un ulteriore e reiterato “adattamento precario” (tendenzialmente nichilistici) alle condizioni che hanno prodotto la sofferenza, un’ altra limitazione alla realizzazione piena di se stessi, come ci sembra suggerito rischiosamente anche dalla CBT che pure si sforza di riferirsi ai cosiddetti “valori” fondanti l’azione a cui il soggetto dovrà rivolgersi dopo essersi analizzato, e che orienterebbero a comportamenti più efficaci nel mondo.
Prima di procedere, diciamo che dentro questo progetto di studio indagheremo anche altre teorie o approcci psicoterapeutici, come L’Analisi Transazionale secondo il modello Integrativo, Le Terapie Umanistico-Esistenziali (Rogers, la Logoterapia di Frankl, la Gestalt, ecc.), le Psicoanalisi, la Psicosintesi, le Terapie del Corpo, quelle Relazionali-Sistemiche-Comunicazionali, e così via, così come previsto nelle finalità del gruppo di creatività culturale AttraversaMenti.
Gli altri temi, invece, che indagheremo dalla nostra prospettiva del cammino in Darsi Pace, sempre messi a confronto con le metodiche che trattano gli stessi temi in ambito psicoterapeutico, saranno:
- Il luogo della cura
- Il rivolgimento interiore o stato di conversione
- Lo stato di presenza
- Come si forma la distorsione dell’Io: scissioni, dissociazioni
- Trasformazioni distorte dell’Io
- L’ombra e le strategie difensive
- Trasformazioni e metodi che le promuovono
- La liberazione della coscienza
e altri ancora che valuteremo in itinere
Vi chiediamo pazienza, se non saremo così succinti a volte, ma capirete che l’impresa è quasi titanica, e noi ci inoltriamo in tale lavoro con l’animo desideroso dell’umile servitore che è responsabile e fermo, chiaro nello sforzo di una visione illuminata, annunciatore nello Spirito.
La visione della esperienza della Paura nel cammino Darsi Pace secondo Marco Guzzi
Nel nostro approfondimento in DP abbiamo visto che dietro alle nostre strategie di difesa, di reazione e frustrazione nei confronti dell’ altro essere umano, nonchè del mondo, ci sono variegati vissuti emotivi:
disagio, disapprovazione, rabbie, ansie, bramosie, rivalse e così via, e che potremmo vedere anche come tanti stati di “paure stratificate”
sempre più profonde, e che arrivano in fine ad una paura fondamentale, ad una sorta di baratro, limite, che percepiamo pure come una condizione di paura di annientamento, di annichilimento, di perdita del senso di sé e della propria integrazione e addirittura coesione psichica.
A questo livello sappiamo essere nella struttura Ego-centrata difensiva, o probabilmente siamo nello stato del lavoro di auto conoscimento dell’ Io-in conversione, stato del ritorno, stato in cui ci osserviamo un po’ come a distanza rispetto alla condizione dello stato Egoico.
In questo osservarsi per conoscerci, scrutiamo le tante paure,
“ma non siamo più identificati” con le paure stesse, perche ora le abbiamo d’innanzi allo sguardo”,
ed è ciò che noi chiamiamo Metanoia, cambiamento dello stato della mente, rovesciamento e lavoro interiore di autoconoscimento e anelito spirituale che volge l’intenzione a spostarsi da stati di disagio verso altri stati più benefici e di liberazione.
Questo osservarsi, sostare con se stessi a rintracciare un filo di un percorso interrotto è ciò che caratterizza tutto il cammino “iniziatico” della nostra esperienza in DP, e intorno alla quale verte il confronto con altri percorsi e modelli di cura o di sviluppo personale.
Sappiamo, dall’averlo sperimentato, che mollare la presa, abbandonarsi un po’ e sempre di più, fino a rivolgere lo sguardo e la richiesta di aiuto alla nostra Fonte Suprema è ciò che ci salva, perché “per fede” accettiamo di sintonizzarci con altri stati più profondi ed essenziali del nostro essere, per scrutare o ricevere le parole nuove che si rivelano emergendo dal basso, quasi da stati corporei sensazionali (bottom-up si direbbe in psicoterapia, e non top-down) e che trovano poi anche corrispondenza e fondamento dalle scritture, in un rimando che si potenzia e si amplifica nella realizzazione dell’Io in Cristo.
La CBT chiama invece questo stato del cambiamento metanoico col termine
“defusione cognitiva”, una delle tre metodiche che insieme
all’”accettazione”
e alla “mindfulness” fanno parlare di terza generazione degli approcci cognitivo-comportamentali ai problemi emotivi.
La defusione è un de-identificarsi dai pensieri o dalle credenze distorte, accogliere il disagio e, pensando meglio, orientarsi poi ad un’azione più efficace nel mondo.
Ma noi, che in questo stato di paura, in cui si sperimenta una forte angoscia di potenziale morte di fronte ad un nulla, un impotenza del non sapere che fare, cosa crediamo che funzioni veramente come ancoraggio di sostegno ad un nostro vivere sereno e risolto, cosa ci salva, in cosa poi ci ritroviamo per agire bene nel mondo?
Molti di fronte a questi stati pensano che non ci sia niente di più che il mondo materiale a cui rivolgersi in termini di “comportamenti di efficacia o efficienza” (dopo la risoluzione offerta dall’aiuto psicoterapeutico) o che non rimane altro
che adattarsi ancora una volta in modo più risoluto e corrispondente, congruo, al contesto.
Con Guzzi (2005) possiamo delineare come spesso questo orientarsi al mondo può assumere la forma di una
“scelta tragica, scelta ludica, scelta consumistica, moralistica, scientista, etica”,
vie o forme più prettamente e apparentemente moderne o post moderne.
Le altre scelte, oltre queste sono le scelte o le “vie soteriologiche”, cioè quelle che vogliono affermare che c’è un’altra salvezza possibile, un’affrancarsi da questo stato di un “essere del mondo”: sono scelte ereditate dalle tradizioni spirituali-religiose, un attraversare lo stato di paura-morte, di impotenza, per un rinascere in un altro stato dell’essere meno condizionato, un “morire” dell’Ego verso stati più luminosi (iniziazione).
Scelte spirituali e tecniche psico-analitiche promettono di potersi salvare-liberare.
Noi ci vogliamo soffermare ad indagare come le psicoterapie attraversano o risolvono questi passaggi (per andare verso dove?), iniziando dalle metodiche proposte dalla Teoria Cognitivo-Comportamentale, e più precisamente da quelle di Terza Generazione o terza onda, in cui viene data enfasi agli interventi basati sulla Mindfulness, sull’ attenzione focalizzata (concentrazione) e l’accettazione compassionevole, come modalità terapeutiche che stabilizzano la mente costituendo una base per lo sviluppo di altre abilità.
Rimandiamo l’approfondimento al prossimo post sempre su questo blog tra circa 15/20 giorni.
Bibliografia:
AA.VV., a cura di P. Moderato e G. Presti, (2015), Cent’anni di comportamentismo. Dal manifesto di Watson, alla teoria della mente, dalla BT all’ACT, ed. Franco Angeli.
Guzzi, M. (2005), La Nuova Umanità, collana Crocevia, Ed. Paoline.
Guzzi. M (2017), Fede e Rivoluzione, Un Manifesto, collana Crocevia, Ed. Paoline.
Hayes, S. C., Strosahl, K. D., Wilson, K. (1999). Acceptance and Commitment Therapy: An experiential approach to behavior change. New York: Guilford Press
Moderato, P. (1998). A behavior analyst in the land of behavior therapy, or the evolution of behavior science, in E. Sanavio (1988), Behavior and cognitive therapy today. oxford: pergamon.
Caro Michele,
Grazie per questo post, che attendevo da tempo. Mi sembra che l’impianto del vostro progetto incontri pienamente le aspettative che avevate suscitato al momento del suo annuncio, e posso solo intuire il lavoro davvero titanico che debba starci dietro. Non posso che farvi, quindi, i migliori auguri di un proficuo lavoro che, sono sicuro, risulterà di grande interesse per tutti noi. Di nuovo: grazie!
Benigno
Grazie mille Benigno,
anche io come referente del gruppo AttraversaMenti auguro a tutti che si possa fare della buona informazione e sintesi creativa tra i metodi più efficaci per procedere nell’opera di liberazione della nostra anima dalle distorsioni di un pensiero materialista o scientista, così come sperimentiamo nel cammino delle annualità, e realizzarsi sempre più nella gioia.
Continuiamo a commentare.
Saluti??
Ottimo lavoro. ci sarà di grande aiuto e conforto. Per ora una piccola condivisione, maturata dalla mia esperienza personale e professionale e dalla frequentazione dei gruppi DP: a fronte dell’angoscia esistenziale dell’essere umano, inteso come singolo e come specie (la paura del non essere-del non senso-di essere colpevole) l’uomo nel/del mondo da solo non ce la fa: per quanto si agiti e si dia da fare, cercando di essere sempre più ( più bello, ricco, informato-formato, competente, impegnato, meritevole, tecnologico, presente, taggato con like, …) non riesce a trovare “giustificazione”, nel senso di percepirsi come “giusto”, meritevole di vita. Ha bisogno, mi sembra, di un terreno più profondo, solido e fertile di quello che “questo mondo” può garantirgli. Le psicoterapie dove collocano le loro/nostre radici? Questo lavoro certamente ci aiuterà a comprenderlo. Grazie.
Partire dalle nostre paure più profonde, anzi, dalla nostra paura fondamentale rispetto alla morte e alla vita, credo sia il passo giusto per affrontare quegli “attraversamenti” che il gruppo che si interroga sul nesso psicoterapia/spiritualità ci propone di fare.
SÌ, perché la paura, l’angoscia che pervadono spesso le nostre vite ci paralizzano, ci fanno sentire impotenti, senza alternativa…ma come spesso ripete Guzzi dare senso alla nostra esistenza è un atto creativo, siamo nati con questa potenzialità.
La “defusione cognitiva” di cui ci ha parlato Michele in fondo non è altro che lo ‘staccarci’ , il lasciar andare, l’abbandonare tutte quelle convinzioni errate che ci hanno portato al disagio che viviamo per attingere a quel serbatoio di creativita’ che ci contraddistingue come specie…ben venga tutto ciò che può apportare ulteriore luce alla nostra coscienza, a tutto ciò che ci può aiutare a sentirci sempre piu’ liberi di essere e di agire nel mondo.
Grazie Michele e a tutto il gruppo,
mcarla
Cara Silvia,
nel secondo prossimo post si parlerà di cosa la terapia cognitivo-comportamentale ACT propone come metodo dopo aver accettato o accolto lo stato di disagio. Lo accenno qui per rispondere al quesito delle “ radici”: l’ACT propone di riferirsi ai “ valori “ personali e di immaginare o scegliere azioni efficaci e più congrue rispetto a quelle precedenti lo stato di malessere.
Sinceramente io mi pongo in un atteggiamento un po’ critico circa questo Commitment, questo agire secondo valori. Nel senso che mi pare che l’attenzione è ancora troppo focalizzata sul mondo esterno, su come attivarsi ma seguendo ciò che nel mondo possa funzionare meglio.
Ma noi sappiamo che il mondo non è una variabile neutra, né tanto meno i valori!…
Per cui ci dovrà essere un modo più profondo e personale per queste
“ radici”, sulle quali ragionare molto ma molto bene! Ciao
Grazie a te Maria Carla, nei prossimi post sul tema amplieremo la riflessione su come prenderci cura della paura, e come intervengono su tale tema gli approcci psico-clinici terapeutici, ma anche noi proporremo valide alternative fondate e illuminanti.
A presto?? M.
Silvia Roa…qual buon vento!
Mi permetto di utilizzare questo spazio per salutarti e …ringraziarti per avermi fatto conoscere il movimento DP 8-9 anni fa!
Forse non ricordi ma ci eravamo conosciute a Merate, in occasione di un seminario di Vito Mancuso presso il Centro di riabilitazione della dott.ssa Bertele’…
Si era creato un gruppo che, soprattutto tramite mail, si teneva in contatto ( e anche tu per un breve periodo ne avevi fatto par-
te).
Un caro saluto, ciaooo!
mcarla
Questo iniziale approccio sistematico alle correnti psicoterapeutiche oggi sul “mercato”, apre importanti spazi di riflessione che possono aiutare nella conoscenza e nella valutazione critica del percorso terapeutico analizzato. Emerge con chiarezza come in una psicoterapia i principi ispiratori che la guidano, non sono solo dei fondamenti teorici, ma una parte sostanziale di tutto il lavoro ed elemento fondamentale per il raggiungimento – o meno – della guarigione.
Il mistero della psiche umana, questo “soffio” che ci anima, non può essere imbrigliato in una concezione ideologica definita, che finirebbe per soffocarlo ulteriormente, proprio nel momento della sua sofferenza conclamata. Perciò risultano illuminanti – seppur apparentemente di parte – le osservazioni critiche ed il puntuale riferimento alle indicazioni ed alla prassi di Darsi Pace. Trattandosi di un lavoro comparativo, non dispiace vedere esplicitato anche il punto di vista di chi presenta il lavoro stesso: si rivela come un opportuno elemento di chiarezza.
Pertanto, già questa prima parte, crea la legittima aspettativa di una disamina ad ampio raggio che aiuterà gli interessati ad orientarsi con più sicurezza nella delicata ed impegnativa scelta di un indirizzo di psicoterapia. Grazie Michele e buon proseguimento a te ed a tutto il team.
Lavoro davvero mastodontico quello che comincia a prendere corpo all’interno del Gruppo Psicologia e Spiritualità e che si dona nel suo farsi.
Michele riesce a dirne tutta la complessità e al contempo ad evidenziare l’urgenza di affrontarla, di penetrarla senza paura ” con l’animo desideroso dell’umile servitore che è responsabile e fermo, chiaro nello sforzo di una visione illuminata, annunciatore nello Spirito.”
E’ la visione spirituale che, a mio parere, dà respiro a questo grande lavoro, entrare nel mistero metamorfico dell’Io che si lascia conoscere ma non rinchiudere dentro astratte definizioni.
La sfida in cui si sono lanciati i Gruppi di Creatività Culturale nati all’interno di Darsi Pace è quella di aprirsi ad un pensiero che ascolta, ad un nuovo possibile umanesimo, ad una conoscenza che si fa nei corpi attraverso la disponibilità a mettersi in gioco e a lasciarsi trasformare nella relazione che cura e risana.
Sfida grandiosa e affascinante!
Grazie!
Ciao Amedeo,
certo, dici bene, dovremo esplicitare anche la nostra posizione o visione, come avrei/avremmo previsto lungo il dipanarsi dello studio. Già dal prossimo post si entrerà nel merito. A presto ??
Eh si, Giuliana, sfida grande ma che si sprigiona da un fuoco interiore che vorrebbe arrivare al centro delle cose, al cuore. Temo però che il mistero dell’umano sia quella cosa sulla quale non si riesce mai a dire tutto,.. per cui mi consolo nel pensare che in fondo il progetto è solo un contributo che si affianca a tanti altri, ma che al contempo possa far condividere concetti o acquisizioni che possano servire in quelle occasioni della vita in cui siamo alle prese con un aiuto da dare, un cambiamento da sostenere o proporre. Comunque un diffondere un sapere che poi riguarda un bene prezioso di ognuno, la psiche, che abbiamo tutti.
Grazie per il sostegno. Non farmelo mancare ???
Sono estremamente felice di questa iniziativa che richiederà un grandissimo impegno sia in termini di tempo che di energie. Penso sia di grande interesse fare il punto della situazione attuale, anche per quanto riguarda lo stato della salute mentale e ciò che le strutture pubbliche mettono in atto per la sua promozione. In questo momento vedo una grande confusione e scarsa attenzione soprattutto verso le nuove patologie che stanno insorgendo tra i giovani (vedi hikikomori). Sarà molto stimolante confrontarsi su questi argomenti per poter poi elaborare una risposta che possa giungere da una visione cristica del mondo. Complimenti e buon lavoro.
Questo lavoro arriva in un momento particolare per me . Sento che mi aiuterà a riordinare i tasselli che si aggiungono continuamente in questo percorso. Sono nella seconda annualità.
Grazie del lavoro che avete avviato, vi seguirò .
Mimma
Grazie Mimma dell’augurio.
Seguici, perché questi tasselli sono aggiunti con un’intenzione riflessiva, seguendo un percorso che ha un filo, e che vuole portare a fare luce su ciò che in modo sintetico e chiaro nelle pratiche psicoterapeutiche può far procedere in un allargamento della coscienza e nell’apertura alla vita spirituale, proprio in questo connubio tra lo psichico dell’umano e il divino del mistero. ??