Siamo ciò che pensiamo

Commenti

  1. SÌ Francesco, concordo con quanto hai scritto nel tuo ‘post’…aggiungerei che la vera grande sfida secondo me consiste nel decidere ogni giorno (come ci propone di fare il percorso DP) di purificare la nostra mente-attraverso una pratica meditativa-da tutti gli inquinanti che la soffocano e ula imprigionano in circoli viziosi di pensieri negativi e
    parole male-dette, non consentendole di accedere a spazi più aperti e luminosi.
    Un atto di volontà, quindi, che dovrebbe rafforzarsi via via sempre di più attraverso il suo esercizio ma che spesso è ostacolato e boicottato da strutture egoiche incredibilmente dure a morire…
    Grazie, un abbraccio
    mcarla

  2. Caro Francesco,

    grazie per questo bel post, sarebbe da leggere e rileggere per aiutarci a non cadere in tutti quei meccanismi di autosvalutazione che assumiamo sovente, come una cattiva medicina, senza veramente comprendere che abbiamo la libertà di rifiutarli, di scegliere altri percorsi mentali. Più ariosi, creativi, aperti alla speranza.

    Sì, ce la posso fare, può darsi che l’evento di domani andrà benissimo, io mi posso realizzare nella vita. Io sono amato, molto amato. Già permetterci di pensare così ci fa rilassare, almeno un poco. Questa è una buona medicina, che ci fa affrontare la vita in modo diverso.

    Come se entrassimo in un altro universo, come se ci fossero sempre infiniti paralleli mondi che imbocchiamo a seconda del nostro stato d’animo, che scorrono vicini. Mi sembra così, e ci sono sempre molte porte per passare da uno all’altro, in ogni momento. Veramente la realtà sembra plasmata sulla base di quel che pensiamo!

    Chissà perché ci siamo abituati che il pensiero più negativo debba essere riguardato sovente come quello più reale, più concreto. Anche questo sarebbe bello da analizzare, da comprendere. Il nefasto “troppo bello per essere vero”, insomma, ci danneggia da subito, a botta sicura – prima ancora di ogni verifica empirica.

    Detto ciò, vorrei solo capire meglio l’accenno alla spiritualità cristiana; fino quasi verso la fine il discorso, infatti, si segue in maniera quasi neutra rispetto alla scelta di fede, e fatico solo ad integrare gli ultimi concetti nel cuore dell’esposizione. Ma forse è solo per necessità di concisione: comunque sarebbe un tema, questo delle ultime righe, certamente degno di una seconda parte di questo bel post! Come l’essere e il riconoscersi cristiani influisce ed influenza il mio modo di pensare?

    Come ricollegandomi alla Fonte (qualsiasi “indegnità” io mi senta addosso, perché è un problema ontologico non morale) posso alzare la frequenza del mio stesso esistere?

    Grazie.

  3. Grazie Francesco! Bellissimo post che condivido, infatti come ci dice anche Marco G. sono stati…cambia stato…non ti fossilizzare con i pensieri negativi che alla fine ti soffocheranno, cambia stato e createli di più positivi. Un aiuto non piccolo, ci può essere dato con la meditazione, un abbraccio.

  4. Grazie Francesco, il tuo post ci ricorda qual è il centro del problema
    Credo che la conoscenza fondamentale che una persona può cercare di imparare nella vita, sia la Meditazione. Sembra così semplice, inutile, eppure dentro quella inutilità nasce una vita nuova.

    Leggevo che è stata rilevata in una zona del cervello una rete di neuroni la DMN (Default Mode Network) che si attiva quando non siamo nel presente e la mente si mette a girovagare. È la struttura cerebrale che ci permette di sognare ad occhi aperti ma allo stesso tempo è la responsabile del pensiero automatico.

    “Radio Pensiero Continuo”: così Thich Nhat Hanh chiama la radio sempre accesa che ci portiamo dentro. Di solito, il programma sempre in onda è l’emissione continua di giudizi su persone, cose, avvenimenti di ogni genere.
    Nella meditazione ci alleniamo a osservare questa “radio sempre accesa” fino a spegnerla, coltivando il Silenzio, nel quale la Realtà si manifesta in modo più limpido e luminoso.

    Nelle Upaniṣad, un insieme di testi religiosi e filosofici indiani, è scritto:
    “Si cerchi con estremo impegno di purificare la mente che, invero, è il saṃsāra stesso. Si diviene ciò che si pensa. Questo è l’eterno mistero.”

    Un caro saluto

  5. Ciao Francesco, ieri notte mi sono addormentata chiedendomi: “cosa posso fare per aiutare D…. che è nuovamente caduta nella depressione? Che ha solo pensieri bui, intrisi di paura, di sconfitta, di non senso. Pensieri di morte. Stamattina FB mi ha segnalato il tuo articolo: l’ho letto ed ero un stupita del fatto che ieri sera proprio a D….. dicevo che era importante che cercasse di abbandonare i pensieri negativi, perchè sono automatismi e non la realtà, sono film mentali ai quali non dobbiamo dare energia. E’ ciò che hai detto tu molto chiaramente nel post. Così gliel’ho inviato e spero possa esserle utile. Sono molto preoccupata per lei perchè mi ha detto che vorrebbe buttarsi sotto ad un treno, e non so come aiutarla, non so come trasmetterle almeno un pò del mio amore per la vita.

  6. Francesco Marabotti dice

    Grazie a tutti delle risposte.

    Cara Anna Paola,
    spero che questo testo
    possa aiutare un po’ la tua amica.

    Questo dolore credo
    sia l’esperienza di una umanità
    che ricerca una nuova forma di esistenza,
    e dobbiamo aiutarci in questo travaglio
    a capire le traiettorie evolutive
    che premono per seminare
    in noi pensieri e azioni
    benefiche e salutari.

    Ciao
    Francesco

  7. Antonella Cambosu dice

    grazie

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