Riaccendere l’eros

Commenti

  1. Maria Carla dice

    Un po’… ‘fredda’ l’ accoglienza di questo video!
    Forse il fuoco ( o i “fuochi”) di cui si parla continua a spaventare e si risponde reattivamente cercando di ‘domarlo’…anche solo negandone pubblicamente l’ interesse!
    Eppure siamo al centro dell’ esperienza vitale!
    Non vedo l’ ora di ascoltare la seconda conferenza.
    Grazie Marco, mcarla

  2. ivano caminada dice

    Intenso, profondo, vero . Grazie Marco per l’aiuto a rileggere la nostra esistenza come educazione all’utilizzo delle nostre energie erotiche , vitali, relazionali , aperte al piacer di ogni incontro amoroso che sappia creare buoni accoppiamenti , con tutti e col creato, unendoci nell’Uno , come la terra e il seme che insieme danno il frutto desiderato, seminato con fede e speranza desiderante e coltivato, con piacevole amore, nel giardino interiore della nuova umanità.
    Ivano

  3. Giuseppina Nieddu dice

    Bello, caldo ed emozionante questo incontro di Marco ( con Paola) in terra di Siena che ha colori meravigliosi.
    Siena, terra del SI, terra di donne come Caterina che continua a parlare alla Chiesa per un’insurrezione anche politica, dentro una Chiesa aperta al mondo che con le Figlie della Chiesa ( Suor Chiara, Grazia e Mariangela) e con i gruppi territoriali di D.P guidati da Marco, Vanna e Chiara agisce e sogna di ritrovare e rinnovare in maniera sapienziale iniziatica la competenza nella cura delle anime.
    Partire sempre dal lavoro interiore per portare il fuoco dell’Amore di Cristo in un intreccio intergenerazionale che sappia diffonderlo nel Mondo, come lui ci chiede, è veramente il lavoro lievito di Vita che armonizza e divinizza i nostri fuochi e potrà far rinascere la Chiesa.
    Grazie a tutti, Grazie, Siena.
    Giuseppina

  4. Caro Marco, ancora un’altra volta grazie!
    Un video bello e grande che può dare stimoli, e forti motivazioni per imparare a comprendere un po’ meglio, e a orientarsi nella potente forza dell’eros.

    “Contemplare è vedere l’invisibile: e questo per un cristiano dovrebbe essere normale dalla mattina alla sera!”

    Sono stato toccato e colpito da questo tuo chiarimento che mi ha portato a ricercare e a memorizzare bene una frase di Elémirre Zolla docente di letteratura angloamericana a Roma, filosofo e saggista, nato a Torino nel 1927, che avevo sentito una sera di tanti anni fa alla rai tv, trascritta e poi inserita in una raccolta di riflessioni, poesie e pensieri, che custodisco preziosamente e riporto adesso con piacere:.

    “La contemplazione è il supremo valore; perciò
    chi la conosca, finalmente possiede il criterio per
    valutare qualsivoglia cosa gli si presenti.
    Sapere se serve o impedisca la contemplazione
    stessa, ogni persona che la sorte ci mette
    dinanzi, ogni impiego, ogni impegno, valgono nella
    misura in cui reggano il paragone.
    Chi abbia mai compreso questo semplice
    nocciolo dell’esistenza felice, non domanderà più,
    quasi fosse un re dell’universo: “CHE COSA DOBBIAMO FARE”, anche perché la sua
    vocazione le si presenterà chiara nella luce
    contemplativa.
    Gli parlerà nel silenzio della meditazione.”

    E mi domando allora quanto è importante non smettere di conoscere e di ricercare noi stessi, seguire e realizzare i desideri più veri, e compiere la propria vocazione senza illusioni e senza tradimenti.
    Un caro saluto con un abbraccio.
    Fabio.

  5. Grazie di cuore, cari amici, e grazie a Fabio per avere ricordare Zolla che conobbi nel 1979, facendolo intervenire nella prima serie di incontri che organzzai a Roma…. Un abbraccio. Marco

  6. ADRIANA LANGTRY dice

    Un bellissimo video! pratico, istruttivo per ogni essere umano al di là delle proprie credenze. Amare “essere uno con”, e quanta difficoltà a relazionarsi con se stessi, col proprio corpo e poi con gli altri, pure…o soprattuto con chi vogliamo bene.

    Ho trovato di massimo interesse la visione antropologica sulla crisi del patriarcato. Che è crisi di una monogamia possessiva (non dimentichiamo che il patriarcato si fonda proprio sulla monogamia e la proprietà privata, indi guerra, violenza, profitto a tutti costi), che è crisi di una famiglia monolitica. Siamo stati educati, maschi e femmine, a questo modo di vita patriarcale che però da diversi decenni si sta sfaldando. Interessante su questo argomento gli studi sulle società patriarcali/matriarcali del passato e del presente fatti dall’antropologa Heide Goettner-Abendroth.

    Siamo in crisi, i vecchi ruoli non reggono più e a volte non sappiamo come gestire i sentimenti, i desideri, il corpo e le emozioni nostre e dell’altro. Nessuno ce l’ha mai insegnato e, ahimè, per qualcuno la violenza sembra l’ultima ratio.

    Sono convinta che solo il cammino interiore possa aiutarmi a scoprire me stessa e ad aprirmi nel tempo all’esperienza autentica dell’altro. A volte sentire (ciò che mi succede interiormente o che capita all’altro) è doloroso, mettersi in discussione non è mai scontato. Ma credo che non ce ne siano altri modi, io comunque non ne conosco. Un percorso che mi sembra l’unico possibile per la costruzione di un nuovo modo di relazione non gerarchica, non di dominio, ma solidale, per ritrovare la fiducia dell’essere “uno con”, uomini e donne assieme, amici nella diversità.

    Grazie Marco. Ci tenevo a esprimere il mio apprezzamento.
    Attendo con piacere la seconda conferenza!

    Un caro saluto,
    Adriana

  7. Caro Marco, non finisci di stupirmi! Parlare di eros e di corpi in cerca d’amore in una chiesa, per di più di impianto molto tradizionale, con spregiudicatezza condita da battute in romanesco : che piacere. Il nuovo può entrare ovunque.
    Il corpo desidera “essere uno con”. Se davvero riuscissimo a liberare e ad ascoltare questo sano desiderio primario, non ci sarebbe neanche bisogno di scrivere di educazione sessuale e di tenere corsi e gruppi terapeutici sulla sessualità e tutte le “spine” di cui parlo nei miei libri per adolescenti si spunterebbero…
    Il lavoro urgente da fare è dunque a monte. E credo abbia a che fare con quel nesso fra “morire e essere uno con” che avevi annunciato di voler riprendere nel tuo discorso, ma nessuno te l’ha chiesto nel dibattito : posso farlo io anche se a scoppio ritardato? Grazie, come sempre
    Mariella Lancia

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