Salute e salvezza

Commenti

  1. Claudio Rampazzi dice

    Grazie Antonietta per questo profondo spunto di riflessione. Il vecchio paradigma di origine medica e dominante negli ultimi trecento anni in occidente, è stato quello della Patogenesi. Questo termine si compone di due parole greche: pathein = soffrire, e genesi. Il suo significato è dunque: l’origine della sofferenza, la causa della malattia. Oggi si è passati ad un nuovo paradigma, un nuovo modello nella direzione del benessere psicologico dell’individuo. Appunto la salutogenesi, che si occupa quindi delle “cause” della salute. Diventa determinante un fattore che non era mai stato considerato prima, il fattore della relazione umana. Certamente la salute ha a che fare “con le parole in cui crediamo e con le speranze di cui ci nutriamo”. Penso ai risultati degli esperimenti su l’acqua di Masaru Emoto, di come variavano le forme dei cristalli in base alle diverse parole applicate all’acqua. Pertanto le parole che usiamo, con le loro vibrazioni, sono molto importanti. Ma ancora di più lo sono i pensieri di cui ci nutriamo e in cosa riponiamo la nostra speranza di salvezza. Da quando ho fatto la scelta della Croce, in questo continuo processo di auto-conoscimento, il mio benessere e la mia qualità della vita, intesa come valutazione soggettiva di quanto gli scopi più importanti, le mete e i desideri siano stati raggiunti, è infinitamente più soddisfacente.

  2. Maria Letizia Santi dice

    Grazie, Antonietta, per questo tuo bellissimo e interessantissimo post!
    Nelle note de “La Bibbia per la Famiglia” a cura di Gianfranco Ravasi” leggo che, ad esempio nel libro di Geremia, come in altri passi della Sacra Scrittura, il termine “salute” traduce l’ebraico “shalom”, che indica pace e benessere. Non ricordo dove ho letto che l’uso del termine “shalom” nella Bibbia indica anche “totalità, interezza, completezza”. Il vocabolario Treccani cita la parola “salute!” come forma confidenziale di saluto nell’incontrare un amico o un conoscente: quest’ultimo significato mi ricorda immediatamente il passo del Vangelo di Giovanni al capitolo 20, quando Gesù Risorto incontra i discepoli nel luogo dove si trovavano per paura dei Giudei e li saluta dicendo: “Pace a voi!”. Sempre nel Vangelo di Giovanni al capito lo 14, Gesù afferma: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. Questo passo mi fa pensare alla pace e alla salvezza messianica che Gesù è venuto a portare sulla Terra; infatti con la Preghiera dei Figli di Dio, proposta da Marco Guzzi, dove si contempla il mistero del Battesimo, noi di Darsi pace preghiamo così: “Nella pienezza di vita dello Spirito, io ricevo il perfetto perdono di tutte le mie colpe, la perfetta guarigione di tutte le mie malattie, la mia perfetta integrità, e sono uno”. A tale proposito, cara Antonietta, tu stessa ci fai notare che “i concetti di salute e salvezza sono in origine sinonimi”. Per la mia esperienza in Darsi pace posso confermare che la meditazione, la contemplazione e l’ascolto della Parola di Dio, insieme agli esercizi di auto-conoscimento, hanno prodotto in me uno stato di maggiore benessere, di pace, di tranquillità e quindi, in altri termini, di maggiore salute, in particolare per me che fin da piccola soffro di ansia e depressione. In definitiva, cara Antonietta, sono pienamente d’accordo con te quando affermi che “la salute del nuovo millennio quindi potrebbe avere a che fare… con le parole in cui crediamo e con le speranze di cui ci nutriamo”.
    Grazie ancora! Un grande abbraccio
    Maria Letizia

  3. LUISA SUSANNA dice

    Cara Antonietta,
    grazie per ciò che hai scritto e ringrazio anche Claudio e Maria Letizia per i loro commenti.

    Accanto al piacere di leggervi si insinua in me un dubbio e una sorta di senso di colpa perchè oltre ad avere accanto a me mio marito Juan che è in ‘stato vegetativo’ da 15 anni, ho perso da meno di un mese la mia figlioccia di 19 anni a causa di una meningite fulminante.
    Lavoro in un centro di riabilitazione con ragazzi disabili da 27 anni e li amo tutti, molto.

    Queste esperienze forti, a volte dilanianti, interrogano il mio cuore e a volte mi fanno pensare che ci sia qualcuno a portare il peso dei pensieri pensati male e delle parole male dette più di altri perchè le persone di cui scrivo sono in relatà per me le persone piu’ pure e “sane” che abbia mai conosciuto.

    Pensare che tutto ciò possa essere frutto di pensieri o parole errati non mi alleggerisce anzi mi appiccica un senso d’ingiustizia e anche un senso di inadeguatezza perchè mi dico che se siamo uno il mio, il nostro pensiero benedetto potrà sanare.

    Nei pochi giorni in cui Joy era in ospedale in fin di vita mi dicevo continuamente ” non ci credo per cui non accade ” la pensavo sana e con il suo sorriso speciale ma poi è accaduto lo stesso. Se ci penso mi faccio tenerezza da sola. So che non è proprio così che “funziona” ma lo avrei voluto tanto.

    Oggi posso dire con certezza che percepisco la sua presenza in forma nuova, la sapienza e la testimonianza di Juan nonostante il suo stato e il valore inestimabile dei miei eterni ragazzi.

    Rimane per me aperta la questione della salute a tutto tondo che sento in me come vera ma che mi giunge comunque come una via misteriosa e molto delicata.

    Sono convinta come ha scritto Antonietta e sottolineato Maria Letizia che siano fondamentali “le parole in cui crediamo e con le speranze di cui ci nutriamo”.

    Attendiamo fiduciosi la fioritura della nuova umanità sicuri che in Lui siamo tutti sani e salvi.

    Un abbraccio, Lula

  4. Cara Lula, ti scrivo “di getto” (e quindi forse anche in maniera un po’ caotica), dopo aver letto ed assaporato la tua delicatissima, meravigliosa e tanto vera testimonianza.
    Solitamente è rischioso, quando non azzardato, scrivere di sofferenza e di malattia quando non la si vive sulla propria pelle, per questo, essendo nel novero di quella categoria, cercherò di entrarvi in punta di piedi, con tutto il rispetto per il dolore altrui.
    No, Lula, non sempre sofferenza psichica o malattia fisica sono retaggio di nostre contratture più o meno consapevoli. Dolore, malattia e morte fanno parte dell’esistenza, non sono incidenti di percorso. Neppure Gesù ha tolto malattia e morte dal mondo, ma, entrandovi ed assumendole, ne ha cambiato il segno trasformandole da maledizione a luogo e possibilità di benedizione.
    Da dopo la ferita originaria (quindi da quasi sempre) male, malattia e morte sono inscritti nel tessuto dell’esistenza umana e mi sembra aggiungere dolore a dolore nell’attribuirne la responsabilità a chi ne patisce (fermo restando che comunque esistono forme di contrazioni fisiche o psichiche, che davvero ci procuriamo da soli: i disturbi psicosomatici esistono realmente). Ma c’è anche un mistero nella sofferenza, come una sofferenza vicaria, che ci sarà svelato solo dopo la morte terrena.

    Gesù non ci ha mai promesso una vita senza sofferenza, ma la pace per viverla. In Lui. Ed è questo atteggiamento, che trasforma il mondo trasfigurandolo di salvezza cristica. Credo sia questa la pace che Gesù ci ha donato. Una Pace che niente e nessuno può strapparci, se viviamo veramente in Lui e di Lui. Non a caso ci ha promesso la gioia, la sua gioia, proprio nel momento della sua passione.

    La sofferenza, le malattie, il male rimarranno fino alla fine del mondo: bene e male, luce e tenebre, grano e zizzania convivono nel nostro cuore e in quello della storia, ma poi esistono persone capaci di stare accanto anche per 15 anni e più con l’uomo che amano e che vive in stato vegetativo, che offrono il loro tempo per i disabili, che consacrano la loro vita agli ultimi, a coloro che portano croci immani (quanti ne conosco!…), colmando le loro vite di sorriso, di tenerezza, di condivisione, di amore… portando loro, pur nella sofferenza che rimane, la Benedizione e il Ssorriso di Dio.
    Queste sono le parole bene-dette, che benedicono esistenze racchiuse nella sofferenza, colmandole di amore.

    Grazie, Lula, di essere tu stessa benedizione per molti.
    Ringrazio anche Antonietta, Claudio e Maria Letizia per le loro belle e profonde riflessioni.

    Un abbraccio e un sorriso a tutti,
    angela

  5. Voglio ringraziare tutti per i vostri interventi, dai quali traspare rispetto, delicatezza, sensibilità ed un profondo senso di condivisione. Ho conosciuto persone che spendevano la loro vita per migliorare quella degli altri e allo stesso tempo grandi meditatori, ammalarsi di tumore. Altri, molto egoisti, vivere a lungo ed in buona salute. Per tutti c’è un Disegno Divino insondabile e inconoscibile, a noi resta la scelta di aderirvi o meno. Nel mio caso la malattia è arrivata all’età di cinque anni, la polio mi paralizzò completamente tanto da non poter muovere nemmeno un dito. Durò per un anno intero fino a che cominciai gradualmente a migliorare. Sono rimasto bloccato nel corpo per lungo tempo, ma ancor di più rimasi bloccato nello spirito. Solo da qualche anno sono riuscito a scongelare parti di me ancora rattrappite, e non mi riferisco al corpo. Oggi riesco a ringraziare Dio ogni giorno della mia vita, anche e soprattutto per il trauma patito, che comunque mi ha consentito di sviluppare delle qualità che metto a disposizione degli altri. Voglio aggiungere infine che per tutta la vita mi sono sentito “sostenuto”, una sensazione che ora riesco a decifrare meglio. E’ quella Benedizione di cui parla Angela, è quella vocina che ci sussurra che la Vita non complotta mai contro di noi, ma ci mette alla prova solo con ciò che possiamo sostenere.
    Vi abbraccio tutti.
    Claudio.

  6. Antonietta Valentini dice

    Carissimi Claudio, Maria Letizia, Lula, Angela e Claudio,
    grazie per le vostre condivisioni!
    Ho scritto questo post all’interno del lavoro del gruppo culturale DarsiSalute, che come sapete è un tentativo di comunicare qualcosa sulla salute a partire dal nostro lavoro iniziatico.

    Il pensiero implicito che sta dietro a tanto parlare di salute è che la medicina ci deve salvare, e prima o poi ci salverà. Una fiducia un po’ infantile e quasi ottocentesca nella scienza, che può fare e fa tanto, ma che rimane impotente davanti allo scandalo della sofferenza e della morte.
    Questi temi si possono affrontare solo ad un livello iniziatico, che è l’unico in cui la fede apre orizzonti nuovi. La fede vissuta a questo livello può farci fare l’esperienza che dietro la vita c’è un mistero buono, che promette e dà vita in eterno, nonostante tutte le contraddizioni che viviamo.
    Questi sprazzi di consapevolezza possono essere, nell’ottica di Darsi Pace, un grande motore di pensiero a livello culturale, e possono unirsi ai tanti segnali di rinnovamento che sono presenti da anni, in varie nicchie della medicina e della salute. Noi leggiamo tutto questo fermento come segni di una nuova umanità che preme per nascere.

    L’idea che ci sembra importante comunicare, in modo sempre più esplicito, è che siamo responsabili del dono dei nostri corpi e della nostra salute. Che la medicina è un aiuto imprescindibile, ma non possiamo delegarle tutto. Che la nostra mente e il nostro corpo sono un’unica cosa, i pensieri e le emozioni nascono e agiscono nel corpo, nel bene e nel male. Che chi si occupa di salute si occupa di persone, che la cura avviene sempre dentro una relazione, che le persone hanno bisogno di medicine, ma anche di relazioni vere, di speranza, di carezze e di abbracci.
    E la medicina deve iniziare, e già lo sta capendo, a tenere conto di tutto questo.
    Individuate queste coordinate, tutte umane, il mistero dei nostri corpi e delle nostre vite, della malattia e della morte, rimane tale.
    Io convivo da anni con fragilità fisiche che mi limitano in molte attività, e dopo essermi interrogata in tutti i modi possibili su questi argomenti, e aver sofferto tanto, mi sento di dire che non ci può essere nessun automatismo tra colpe ed effetti individuali, e che non c’è neanche nessuna prova che qualcuno ci mette davanti per il nostro bene.

    Da questo lato dell’esistenza non possiamo risolvere molto, ma ciò in cui scegliamo di credere ci può far attraversare in modo più libero e fecondo lo scandalo della sofferenza. Come scrivi tu, Angela, Cristo ci ha mostrato proprio questo.
    E io allora mi sento di rilanciare ogni volta questa fede, questo credere che arriva fino ai punti più scabrosi di noi, perché così la Vita cresce e si espande, nonostante tutto.

    Vi abbraccio!
    Antonietta

  7. Claudio Rampazzi dice

    Buongiorno,
    voglio solo precisare che Claudio Rampazzi e Claudio sono la stessa persona, ossia io.
    Buona giornata.
    Claudio Rampazzi

  8. Maria Carla dice

    Questo ‘post’ -e relativi commenti- mi provocano molto perché da anni cerco di trovare il ‘bandolo’ di una matassa ingarbugliatissima, fatta di certezze che vacillano continuamente, tentativi in vari ambiti di medicina tradizionale e non, approcci dove la spiritualità si contagia di esoterismo illusorio…insomma, mi sento ancora in alto mare anche se molte delle cose che ho letto mi hanno rincuorato!
    Grazie Antonietta, continuerò a seguirti!….e grazie anche a tutti gli altri, mcarla

  9. Antonietta Valentini dice

    Grazie Claudio per la precisazione.
    Cara Maria Carla, ben ritrovata! Questi temi sappiamo che ci toccano da vicino: come gruppo DarsiSalute cercheremo di continuare a parlarne, con questo sguardo ampio che aiuta noi e speriamo anche chi legge.
    Un abbraccio
    Antonietta

  10. Andrea Cioni dice

    Un saluto gioioso e commosso, a te Antonella e a tutti voi cari darsipacisti, ringraziandovi per quanto condividete. Questo secondo articolo sulla salute è un degno complemento dell’altrettanta interessante prima parte. E mi emoziono nel leggerlo, sentendo quanto prema dentro di me, richiamandomi, con un garbo direi musicale, (è bello rileggerlo a voce alta), a una maggior attenzione a come tratto il mio essere, ma anche a come vivo la mia professione (d’aiuto). Un invito, per me questo articolo, a una responsabilità seria e al contempo leggera, libera da sensi di colpa e così in grado di aprirsi a una dimensione più autentica nel rapporto con sé e con gli altri.

  11. Antonietta Valentini dice

    Caro Andrea, grazie per il tuo ascolto così attento.
    Un caro saluto
    Antonietta

  12. Grazie di cuore, Antonietta, per questi profondi pensieri sul fenomeno “salute”, che condivido dall’inizio alla fine. Le ho lette tre volte in questi giorni e ancora alla terza lettura mi stupiscono e sorprendono positivamente. Di più, direi che già il leggerle e meditarle mi introducono quasi fisicamente su quel sentiero di salute-Salvezza che tu dici essere l’obiettivo (a volte inconscio) del nuovo millennio, per esempio hanno il potere di modificare (in meglio) il tenore della mia respirazione. Sono molto grato anche per gli intelligenti commenti a questo post e mi reputo senz’altro privilegiato di avervi incontrato nel gran mare di Internet.
    Vi abbraccio tutti.
    Benigno

  13. Errata corrige:”lette…leggerle….meditarle” all’inizio avevo scritto “considerazioni”, poi cambiato in “pensieri”
    Benigno

  14. Antonietta Valentini dice

    Caro Benigno, rileggere la nostra cultura attraverso le chiavi interpretative cristiche e messianiche è una scoperta sempre nuova. Di questo anch’io sono grata a Darsi Pace e a Marco Guzzi, che con la sua ricerca e testimonianza ha reso possibile tutto questo.
    Un caro saluto
    Antonietta

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