Oggi pubblichiamo lo scritto di una amica praticante che, giunta al termine del percorso Darsi Pace, ha deciso di rendere testimonianza all’azione dello Spirito nella sua vita facendocene un dono prezioso.
Ringraziamo Susanna.
Questo è stato un anno molto difficile. Ho alternato stati di tolleranza della mia condizione di inquietudine all’insofferenza totale. Ma questo ora non mi scoraggia più di tanto. Nella lunga convivenza con me stessa, fin da quando ero una bambina ho sempre avuto dei grandi problemi. Ho avuto una lunga carriera di ospedalizzazioni per attacchi che all’epoca venivano definiti epilettici, col tempo si è scoperto che erano emulazioni. Io emulavo l’attacco epilettico (visto non so dove) per avere un motivo “reale” di sofferenza. Insomma ero una piccola nevrotica. Durante l’adolescenza ho toccato le vette più alte del rifiuto di me stessa e del genere umano fino a quando dopo la morte di mio padre, avvenuta in successione dopo una lunga serie, a trent’anni sono precipitata nel fondo remoto di una depressione paralizzante. Da lì un inevitabile quanto doloroso viaggio di ritorno verso il “Regno”. Dai diciotto anni in poi, ho prima studiato, poi fatto come mestiere il teatro che mi è servito a canalizzare gli eccessi e le esuberanze del mio carattere trasferendoli su qualcuno di diverso da me e anche a studiare il genere umano sotto il profilo psicologico e storico, insomma a studiare i pensieri del mondo. La sensazione che ho sempre avuto era di “essere il genere umano” chiuso dentro una stupida, insignificante e ignorante monade.
Ho fatto la psicanalisi, ho incontrato un’ottima persona che mi ha subito chiarito le idee su quella che io credevo essere una stravaganza caratteriale utile all’atto creativo. Era sofferenza e andava ridotta. Mi ha insegnato a leggere la bibbia e i vangeli (ai tempi avevo scelto di credere nell’ateismo) e mi ha fatto notare, come sosteneva Kleist nella sua Pentesilea, che “l’uomo può essere grande ed eroico nel dolore, ma divino lo è solo quando è felice ”. Soprattutto sosteneva che “Non si può “guarire” dall’essere uomini o donne ma si può evolvere in qualità di uomini e donne”. Dopo cinque anni mi disse che i miei grandi squilibri psicologici erano rientrati e che potevo lasciare la terapia. Sono rimasta a studiare con lui altri dieci anni. Un lavoro di autoconoscenza che mi ha permesso di orientarmi nel mio marasma emotivo. Ancora otto anni passarono tra alti e bassi. Mi sembrava però che quello che avevo fatto fino ad allora non fosse sufficiente a pacificarmi con l’esistenza. C’era ancora quell’abisso sempre in agguato, io orbitavo sull’ “Orizzonte degli Eventi” sapendo che da un momento all’altro per un eccesso di gravità sarei scivolata nel buco nero e sparita per l’eternità. Fu in quel periodo che lavorai per quattro mesi nel carcere minorile di Quartu Sant’Elena e subito dopo partii per i territori occupati in Palestina dove dovevo mettere le basi per l’insediamento di una scuola d’arte tra Ramallah e Tulkarem. Lì sono morta per la seconda volta. Non sto a descrivere la condizione di quella gente (sia in carcere che in Palestina) la maggior parte del mondo è in quella condizione. In una giornata libera facemmo una gita a Gerusalemme al Santo Sepolcro. Come in uno stato di strana eccitazione lasciai i miei compagni e mi misi in fila per visitare il luogo in cui fu crocifisso Gesù. Una stretta scaletta a chiocciola che ci instradava davanti ad un altare sotto il quale, inchinandosi, si può vedere il buco nella terra lasciato dalla croce. Toccò a me, mi inginocchiai e “quell’eccesso di gravità” mi strappò dalla mia orbita e precipitai in quel buco come Alice di Lewis Carroll. Mi sciolsi in lacrime, i singhiozzi non mi permettevano di rialzarmi, la fila dietro di me s’ingrossava.
Per una settimana non ho dormito, ho solo sudato. Sono dimagrita otto chili. Quando ci ripenso mi dico di aver incontrato Gesù. Ho intuito che non solo l’intero genere umano era in me, ma anche il Cristo. Sono tornata dopo tre mesi. Dopo poco verso la fine di Settembre sentii Marco Guzzi a “Uomini e Profeti”. Parlava dei gruppi Darsi Pace, parlava dell’integrazione di tre livelli della conoscenza per diventare ciò che si vuole conoscere, parlò di Incarnazione e parlò di Sapienza e di Integrità. Parlò con delle parole che suonavano scandalose e sincere, parole che avevano l’ambizione di descrivere la verità, ho creduto a quelle parole e intuii che dentro quell’abisso in cui ero caduta c’era una “Corrente Divina” che mi avrebbe salvato. Mi sono iscritta subito dopo ai gruppi darsi pace. Fin dal principio è come se quelle esplosioni cosmiche che sparpagliavano il mio mondo interiore in infiniti frammenti isolati, sotto la guida di Marco ritrovassero la loro giusta e ordinata collocazione creando spazi di visione lucida sul senso dell’esistenza. In questi sette anni ho imparato la pazienza, ho imparato la dignità nella sofferenza, ho imparato che il dolore è una condizione intrinseca della materia di cui siamo fatti e che è una grande opportunità di crescita. Ho imparato forse cose che ho sempre saputo, ma non sapevo come farne esperienza e Marco e i gruppi Darsi Pace me lo hanno insegnato. Ho imparato che viviamo costantemente nella dimenticanza di essere “Uno” e che ogni giorno dobbiamo rinnovare la fede nel ricongiungimento. Ho imparato a ringraziare chi mi ha messo al mondo dopo averlo maledetto per molto tempo. Ho imparato a fare esperienza della vita quindi forse posso dire di avere imparato un po’ a vivere.
Con grande e sincera riconoscenza Susanna.
Grazie per la tua testimonianza, meravigliosamente forte e intensa……una perla preziosa.
Grazie Susanna per avere esposto il tuo cuore, così sinceramente.
Il cuore a nudo ha un profumo impossibile da confondere: e queste testimonianze fanno del bene, è un aiuto e un conforto.
Un abbraccio.
Grazie Susanna della tua testimonianza,
non per tutti è così pero’, per me e per altri praticanti conoscenti invece è l’esperienza con DP non è stata positiva infatti mi sono ritirata e ho il coraggio di dirlo; ho messo in discussione molte cose su quanto il prof. Guzzi (il mitico Guzzi che viene osannato ad ogni respiro che fa ) dice e per tali mi sono presa un periodo di tempo per rifletterci.
A tutti gli elogi per questo gruppo DP sarebbe bello ci fossero che i “non Elogi” : il confronto è sempre costruttivo più che l’elogio continuo.
Grazie e buon cammino a tutti
Carissima Susanna, la tua testimonianza mi ha profondamente colpito e commosso…hai avuto il coraggio di raccontarti (e questo non è da tutti) !
Anch’io sto ultimando il percorso del settennio ma quando cerco di organizzare le idee per tradurre in parole la mia esperienza scrivo qualcosa e poi cancello tutto dicendo a me stessa che ci devo ancora ‘pensare su’ !
In effetti il mio stato psicologico degli ultimi mesi assomiglia molto a quello dello ‘stand by’ del computer, una sorta di stato di ‘suspense’ , di attesa…
Di sicuro sento molto il bisogno di silenzio e di “giusta solitudine” (mi stanno tornando in mente le parole di una canzone di Gaber)…
Qualcuno- in un recente post- ha commentato che “a pochi interessa la vita in divenire”…concordo!
Siamo in genere tutti molto tesi al raggiungimento di un obiettivo e non prestiamo attenzione ai passi necessari per raggiungerlo…forse mi sto autorizzando a farlo!
GRAZIE ancora Susanna, e auguri
mcarla
Grazie, Susanna. Grazie veramente di cuore.
Ringrazio Dio per te, per la tua vita preziosa e anche per questa tua sofferenza, che ha partorito tanta Bellezza e tanto Dono. Per tutti.
Ti abbraccio, commossa,
angela
Come è bello ascoltare la storia di un’anima e del su viaggio di ritorno a sè stessa , dove l’umano e il divino si incontrano e si riconoscono.
Grazie Susanna per il tuo cuore che si è aperto, come spero anche per il mio, a volte aperto come ora, a volte no.
Ogni bella cosa della vita con la quale ci si confronta va a toccare la luce o l’ombra che in quel momento sta prevalendo in noi e allora provi felicità per l’altro e speranza per te stesso, ma anche invidia che esprime rabbia per gli altri e dolore per sè: utile segnale del nostro malessere da accogliere con un sorriso e che ci dà da lavorare.
In questo momento che ti leggo, prevale in me la festa , espressa nel vortice gioioso della spirale colorata , dell’immagine che accompagna il tuo post.
In quella spirale a volte ascendente, a volte discendente nel profondo, vedo i movimenti delle nostre anime che con fede si abbandonano con speranza alle Parole che ci salvano, quelle del Cristo e a noi trasmesse, nel lavoro di Darsi Pace, con la passione e le forti ambizioni di Marco Guzzi che a volte, anche a me, fanno un certo effetto, ma poi scopro che è così bello essere diversi e aiutarsi così come siamo fatti, ma insieme fiduciosi nello stesso spirito di Cristo che tutti sempre ci unisce nelle nostre speranze.
Grazie ad ogni anima che qui empaticamente con Susanna commenta di sè e del suo percorso e buona vita a tutti .
Grazie, Susanna carissima, per la schiettezza e la sincerità, semplici e vere, con cui hai aperto il tuo cuore.
Stiamo imparando/vivendo che la sofferenza è la distanza da Lui e che gradualmente, come tu già testimoni, è possibile dissolverla.
Abbracciandoti caramente, ti saluto con le parole di Marco, perché ti siano di sostegno e di augurio!
” Io so Signore, che tu sei venuto a dissolvere/ la mia separazione da te,/ e quindi a sanarmi da ogni tipo di male e di malattia,/ e dalla stessa morte ,/ madre di ogni dolore”. Maria Rosaria
bellissima testimonianza Susanna grazie!!
Cara Lara, certo, può capitare che qualche praticante si ritiri, è naturale, ma non è un dramma. Tu a quale annualità hai partecipato? e quali sono state le esperienze o i miei pensieri che non hai apprezzato? Grazie, e auguri comunque per il tuo cammino. Marco Guzzi
Cara Susanna,
in ciò che racconti mi risuona la percezione di un abisso sempre in agguato, il buco nero in cui scivolare per un eccesso di gravità.
In questi anni di laboratorio Darsi pace ho imparato e imparo a guardare l’abisso che in passato mi terrorizzava, imparo a danzarci sopra e ogni piccolo scioglimento di paura di vivere si fa apprendimento di un nuovo passo di danza.
In questi anni, nelle condivisioni di gruppo, ho percepito e percepisco il dolore che ci accomuna, quello della separazione dalla vita. Se imparo ad accoglierlo e ad attraversarlo in caduta libera scopro la Corrente Divina che mi salva, esperienza difficile da comunicare ma facile da comprendere quando le parole che la comunicano sono dentro la carne, si fanno corpo. Allora la visione si fa più limpida.
Impariamo a vivere se impariamo a morire.
Mi commuove l’esperienza di scivolamento nel buco lasciato dalla croce che hai vissuto a Gerusalemme, la sento consonante con la contemplazione della croce con la quale abbiamo chiuso l’intensivo domenica scorsa.
Oggi il Crocifisso che un tempo faticavo a guardare è luogo di ricongiunzione in cui il dolore si attenua e posso tornare a respirare fiduciosa la vita.
Grazie Susanna in un dolce abbraccio, Giuliana
É bellissimo leggere ciò che hai vissuto interiormente e sento che scorre in te tanta vita, anche se ha volte ti ha fatto soffrire. Ora però hai tanto e puoi volare e non cadere.
Grazie
Viviana
Susanna cara compagna di viaggio, grazie per questa testimonianza che è un vero dono. I nostri cammini accidentati possono franare ma possono anche fiorire, come sempre riscopriamo insieme. Perché noi siamo seme. Con le parole di Rudolf Steiner: “Un seme contiene in sé più forza e potenza di quanta ne realizzerà la pianta ed in voi si trova un potenziale di spirito latente molto più grande di quanto possiate mai sospettare. Se volete liberarlo, allontanate il dubbio, la sfiducia, la preoccupazione”.
Un grande augurio a te e un caro saluto a tutti.
Irene
Cara Susanna, grazie per la tua condivisione. E’ bello vedere un “Viaggio dell’Eroe” compiersi. La tua è una bellissima storia che vale la pena di raccontare e condividere. Anche io ho avuto la fortuna di arrivare a Gerusalemme e quell’esperienza ha cambiato la mia vita. E adesso ho avuto la fortuna di incontrare Marco Guzzi e il percorso di Darsi Pace. La vita può davvero essere un meraviglioso viaggio pieno di fortunati accadimenti!
Auguri per una meravigliosa Vita, perché come ben sai il meglio incomincia proprio “Adesso”
Spero di incontrarti all’intensivo di Trevi.
Un abbraccio
Davide Cincis (II annualità=
Grazie Susanna ,
sono molto felice per te !
Siamo tutti grati a Susanna per il coraggio che ha nell’esporsi a cuore nudo, e questo ci conferma che abbiamo paura a farlo, io per primo.
Comunque la condivisione a cuore nudo per tutti noi è esperienza liberatoria e risanante.
Vorrei dire alla signora Lara, e lo posso fare perchè si rivolge a tutti noi e quindi anche a me, che non capisco cosa c’entri il fatto che noi apprezziamo ed esprimiamo il nostro apprezzamento per Marco Guzzi: cos’é? banale invidia?
Per me Guzzi non è un idolo, non Maradona o Vasco Rossi, quelli sì che sono osannati dal mondo.
Credo che nessuno di noi praticanti di Darsipace abbia mai seguito Marco come i disperati occidentali si attaccano ai guru e a alla persona di certi sapienti.
Noi riconosciamo, perchè lo viviamo e lo sperimentiamo, che Marco Guzzi è una guida spirituale che, dopo aver faticato e sudato nello studio e nella ricerca, all’interno di una scelta di fede, ha deciso di lasciarsi essere canale dello Spirito, se ne è fatto servo fedele.
Per questo la nostra gratitudine, piena di gioia, va innanzitutto allo Spirito.
Cordialmente, GianCarlo
Sì Giancarlo, penso che tu abbia espresso molto bene il pensiero che accomuna tutti noi a proposito dell’ apprezzamento nei confronti di Marco…grazie!
maria carla
Quanti spunti di riflessione dallo scritto di Susanna e correlati commenti! Grazie! Tra i molti, mi ha colpito quello di Giancarlo Salvoldi, perché accenna a una questione piuttosto importante, almeno ai miei occhi: la gratitudine. Sembrerebbe cosa da poco, naturale e scontata, eppure come riusciamo a complicarla e a renderci difficile la vita! Forse c’è poco di naturale nell’essere umano e tutto in noi deve sapersi fare arte delicata, compresa quella di riconoscere che siamo costitutivamente in debito verso l’altro. Mi sembra che già gli Ebrei ne avessero fatta drammatica esperienza al punto da iscrivere il concetto nel loro stesso etimo. Perché provare gratitudine così spesso diventa un peso a cui ci si ribella portandoci a voler danneggiare chi ci ha aiutato, a provare invidia fin da piccolissimi (Melanie Klein, Invidia e Gratitudine)? Perché l’arte di ricevere con gratitudine è tanto difficile da apprendere, senza cadere nella idealizzazione idolatrica di sé o dell’altro? Interessato tanto al come che al perché, il commento di Giancarlo mi pare prezioso per l’introduzione di quel Terzo indispensabile in ogni relazione: lo Spirito. Quel Terzo di cui le fiabe hanno ben detto, come magistralmente spiegato da Massimo Diana, (e qui la mia gratitudine a DP e al Guzzi per avermi fatto conoscere questo autore).
Ringrazio Susanna, per il toccante racconto della sua esperienza nella quale ho colto anche dei pezzettini della mia. Io personalmente sento che oggi, nonostante i momenti di difficoltà ( e quanti sono ancora !), mi trovo nelle condizioni di essere aiutata e guidata. Ora mi é chiaro che non ho alibi: avanzare o arenarmi dipende solo da me, dalla mia umiltà e dalla mia costanza nella pratica. Grazie anche a Giancarlo per la risposta a Lara nella quale mi riconosco integralmente .
Anna
Aggiungerei una nota a quando espresso da Giancarlo, su Marco , la nostra guida spirituale . Dopo aver attraversato anch’io , in modo del tutto interiore, il mio scontro con la persona tosta di Marco Guzzi, poi compreso psicologicamente e anche nella luce inquietante del dramma messianico , mi è parso più chiaro che quando non riusciamo a sostenere i nostri conflitti interiori, tende a prevalere la disperazione del nostro ego che vuole alleggerirsi, proiettiamo sugli altri la colpa e la responsabilità del proprio malessere, normalmente le persone più care a vicine a noi. Per uscire dal disastro che provochiamo, quando non sappiamo più di chi fidarci, Marco ci sa mostrare, con la sua passione perseverante , il luogo interiore dove , nella unità della fede del Figlio che risorge dalla morte alla vita, avvengono i nostri vitali , anche se piccoli, ma consolanti e felici miracoli giornalieri.
Riconoscente, verso tutti, ringrazio con cuore allegro….rilassato, non più diffidente, come quello dei miei due nipotini che domattina riceveranno la loro Prima Santa Comunione, come la ricevetti anch’io a sette anni, il 2 maggio del 1954.
Ivano.
Grazie, Susanna, per aver condiviso con noi la tua intima esperienza spirituale che rende manifesta l’azione dello Spirito nella nostra vita e quindi ci incoraggia e ci sprona a proseguire con fiducia nel nostro cammino in Darsi pace.
Ringrazio anche Giancarlo per la sua risposta chiarificatrice: anche per me Marco Guzzi rappresenta una guida spirituale seria e competente che con grande umiltà e spirito di servizio mette a disposizione di tutti il suo carisma.
Un ringraziamento e un abbraccio a tutti voi che siete intervenuti compresa Lara.
Maria Letizia
Grazie Susanna, è un piacere conoscerti ! 🙂
Grazie Susanna. La tua storia dovrebbe essere da ispirazione per un film. Io ti ho voluto bene in ogni tua parola. Ti abbraccio.
Tantissimi cari e affettuosi auguri a Susanna. La sua esposizione la vedo e la sento: chiara, bella, e profonda.
Desidero inoltre ringraziare in modo particolare Giancarlo Salvoldi per il suo commento! E’ riuscito a riportare esattamente ciò che corrisponde anche al mio pensiero, e a quello che continuo da molti anni a percepire, su ciò che ci comunica e ci trasmette, con tante fatiche sforzi, impegni, e grazia, Marco Guzzi.
Un saluto Fabio
Grazie a tutti per l’accoglienza che ho sentito nelle vostre parole. Grazie a te GianCarlo per la limpida descrizione del rapporto con Marco.
Più volte Marco ci ha fatto riflettere su quanto gli altri per noi siano degli specchi che ci rimandano le nostre inquietudini. Allora mi verrebbe da chiedere a Lara – cosa di Marco risuona così forte in te da suscitarti tanta ostilità? – Accettare le nostre debolezze (e accettarle in modo amorevole) credo che implichi inevitabilmente di accettare le debolezze nell’altro, senza per questo accondiscenderle. I primi anni che frequentavo i Gruppi Darsi Pace mi stupivo di come persone tanto diverse tra loro riuscissero a relazionarsi. Ora alla conclusione del settimo anno, sono ancora stupita piacevolmente di quanto queste differenze non siano diventate somiglianze, anzi si siano meglio delineate. Abbiamo imparato a riconoscere oltre alle nostre ombre anche i nostri Talenti, ognuno di noi è “pezzo unico”, la voce del gruppo è diventata e sta diventando sempre più ricca e poliedrica. Questo è il sintomo più rilevante che non ci sono “idoli” ai quali adeguarsi ma al contrario, abbiamo un maestro che ha imparato sulla propria pelle a trasmettere la libertà e lo fa senza false modestie.
Ancora grazie per l’affetto. Susanna
Cara Susanna, la Fede ci dona il palpito del Cuore e scopriamo che riusciamo a vivere solo dentro a questo palpito, tutto il resto è dolore o grigiore…o la si può vedere come Luce che irraggia o irrompe a tratti e anche così il risultato è il medesimo : Vita.
E sono pienamente con te nel riconoscere nel percorso in Darsi Pace il volano che ha permesso tutto questo Ben di Dio.
Grazie, ciao
loredana
GRAZIE, GRAZIE Susanna. Rivelando con coraggio e autenticità la tua conversione ci consenti di rispecchiarci sempre più profondamente nel nostro pozzo interiore e, come al pozzo di Sicar per la Samaritana, di lasciare la nostra anfora per annunciare con stupore e gratitudine il dono della Liberazione. Grazie per la pioggia di interventi e le risonanze che dilatano la tua apertura. Confermano e amplificano la mia riconoscenza per il cammino in D.P e per tutti i camminantes guidati dallo Spirito che riconosciamo in Marco Guzzi. Ringrazio anche Lara che ha il coraggio di firmarsi. Sono certa che questo le permetterà , se vuole di non fermarsi. Auguri a tutti, un caldo abbraccio a Susanna e
Buon Cammino
Giuseppina Nieddu