Non era la prima volta che io e Silvia Rambaldi incontravamo persone che volevano sapere di più su Darsi Pace. Scrivono a lei, Responsabile Regionale dell’Emilia Romagna, e capita che, se sono di Forlì, ci troviamo insieme quando ci chiedono un incontro.
La scorsa estate, prima di lasciarci, Luciana, ora iscritta al primo anno, ci chiede: “Ma perché voi due non fate un incontro aperto a tutti per spiegare queste cose?”
Già, perché non lo facciamo? In fondo l’intensivo di Trevi del 2018 parlava proprio di questo, dell’annuncio, primo passo della rivoluzione pacifica in cui crediamo.
Allora io e Silvia abbiamo cominciato a pensarci sul serio. Abbiamo cercato una sala a Forlì, abbiamo organizzato e pubblicizzato l’incontro, e intanto ci siamo preparate sulle cose che volevamo dire. L’idea era quella di presentare l’associazione Darsi Pace e i corsi fisico-telematici all’inizio della nuova annualità, per accogliere i nuovi iscritti e per incuriosire più persone ai temi che ci sono cari.
Così il 27 ottobre 2018 abbiamo tenuto un incontro pubblico presso la Libreria del Duomo di Forlì, davanti ad una ventina di persone molto attente.
Raccontato in questo modo sembra semplice: in realtà, man mano che si avvicinava la data, il mio entusiasmo lasciava il posto alla paura, paura di tutto, di stare male, di sbagliare, paura che non venisse nessuno. E allora Silvia, da musicista esperta di pubblico e da amica che mi conosce bene, mi ha aiutato a non farmi travolgere da tutto questo.
Il nostro piccolo evento è stato portato a termine con successo. In fondo non era una cosa così difficile. La gioia di poter comunicare ad altri l’esperienza di Darsi Pace è stata l’emozione più forte, che conservo nel cuore.
Ma non è finita qui.
Mentre cercavamo una sala pubblica per presentare i corsi Darsi Pace, abbiamo incrociato il Centro per la Pace Annalena Tonelli.
Abitando da sempre a Forlì avevo già sentito parlare di questo Centro, ma non sapevo dire esattamente cosa si facesse lì dentro. La parola “pace” che abbiamo in comune rendeva la cosa interessante, ma c’era anche altro: il nome di Annalena Tonelli, missionaria laica forlivese uccisa in Somalia nel 2003. Questa donna di profondissima fede cristiana, mistica e allo stesso tempo attivissima nel mondo, fu sempre al crocevia con altre fedi e culture, vivendo il Vangelo come il luogo di origine di tutta la sua attività. Il suo nome qui a Forlì aggrega tutti, cattolici e non. Chissà cosa avrebbe detto Annalena se avesse avuto tempo di conoscere Darsi Pace…
Mossa da questi pensieri, il mese successivo all’incontro in libreria sono andata a parlare con gli operatori del Centro.
Nato più di trenta anni fa, dopo una delibera del Consiglio Comunale che nel 1986 dichiarò Forlì “città operatrice di pace”, questo Centro promuove “la diffusione di una cultura della solidarietà, della pace, dell’integrazione multietnica e multiculturale al fine di far divenire le nostre città “città aperte”: […] luoghi di dialogo tra le diverse culture presenti nel territorio, perché i cittadini possano conoscersi ed integrarsi nel rispetto dell’identità individuale. Il Centro per la Pace è un luogo di incontro, di conoscenza e di socializzazione delle esperienze, laboratorio di progettazione interculturale per lo sviluppo di una cittadinanza
attiva.” (dal volantino di presentazione del Centro).
Così ho chiesto al Consiglio Direttivo di Darsi Pace di presentare domanda affinché l’Associazione Darsi Pace fosse ammessa tra quelle socie del Centro per la Pace di Forlì. La domanda è stata accolta e questo significa che possiamo interagire con le attività già presenti, proporne di nostre e utilizzare gli spazi per i nostri incontri.
Il nostro Statuto promuove in fondo gli stessi valori, anche se all’interno di una visione che è molto specifica.
L’Associazione Darsi Pace “risponde all’esigenza di sviluppare una nuova cultura che sappia coniugare il cammino personale di liberazione interiore con le varie prassi di liberazione storica e politica.
La finalità primaria è il superamento dell’astratta e rigida separazione tra livello esistenziale e livello politico ed economico del disagio contemporaneo e, quindi, la concreta trasformazione interiore. Ciò, in quanto, rimettere in connessione le problematiche personali con quelle storico-politiche potrà dar vita ad inedite forme di creazione culturale, nella direzione della pace, della giustizia e della libertà.
Conseguentemente, l’associazione “Darsi Pace” si pone al crocevia tra ricerca interiore, psicologica e spirituale, creatività artistica e culturale e prassi politica.
(dallo Statuto dell’Associazione Darsi Pace)
Così da quest’anno l’Associazione Darsi Pace diventa parte di questo Centro, che dispone anche di una ricca biblioteca, a cui abbiamo già inviato alcuni libri della collana Crocevia. Saremo informati su tutte le iniziative in corso e potremo utilizzare le sale per gli incontri regionali dei nostri gruppi e per altri incontri aperti a tutti, per comunicare qualcosa del lavoro culturale che Darsi Pace ha elaborato in questi anni e che può trovare risonanza in altre persone e altre associazioni.
Come spesso succede nella vita, usufruiamo del lavoro volontario che tante persone hanno fatto prima di noi, creando e tenendo in vita questo Centro, cui speriamo di riuscire a portare un piccolo contributo.
La sfida è quella di muovere, anche in questo luogo, un passo verso quella rivoluzione pacifica del XXI secolo che ha al centro l’essere umano, il suo cambiamento antropologico verso una forma meno bellica e più relazionale. Stiamo andando in tanti in questa direzione, pur partendo da esperienze diverse, e questo Centro ne è una dimostrazione.
Quello che vorremmo annunciare in fondo è semplice: la pace che tutti cerchiamo si giocherà prima di tutto in un campo nuovo e antichissimo, oggi più che mai decisivo. Quel campo siamo noi, la nostra mente e il nostro cuore.
Grazie per questa bella e incoraggiante notizia che rilancia la mia giornata iniziata in modo dispersivo.” La pace che tutti cerchiamo si gioca nel nostro campo interiore , nella nostra mente e nel nostro cuore” . Con la freschezza di Silvia e Antonietta e del loro annuncio di pace al mondo, partito da Forli, mi siedo e inizio la mia pratica che stavo snobbando.
Un abbraccio di pace e liberazione.
Ivano
Brave! Vi auguro di proseguire con successo in questa iniziativa; conosco Annalena Tonelli e l’ho molto apprezzata! Mariapia
Carissima Antonietta, mi complimento con te e con Silvia per la vostra iniziativa, per il vostro impegno nel portarla avanti e per il risultato raggiunto. Questo importante traguardo costituisce un validissimo punto di partenza per la diffusione dei Gruppi Darsi pace.
Ciò che ammiro di voi e che mi riempie di gioia e di gratitudine è il coraggio dell’annuncio, un coraggio che spero possa animare ciascuno di noi praticanti affinchè, come recita la Preghiera dei figli di Dio, possiamo essere strumenti gioiosi e fiduciosi della grazia di Dio per portare guarigione e illuminazione a tutti. Che lo Spirito di Gesù continui a guidare il nostro cammino e doni a tutti la Pace vera, quella che Lui solo può dare!
Un abbraccio affettuoso a te e a Silvia. Auguri!
Maria Letizia
Grazie Ivano, Mariapia e Maria Letizia!
Penso che entrare tra le associazioni socie del Centro per la Pace possa essere un bell’esperimento: noi possiamo provare a comunicare all’esterno la parte culturale su cui lavoriamo, e possiamo imparare molto da chi da anni lavora e crea cultura sui temi legati alla pace.
Un caro saluto a tutti!
Antonietta
Trovo bello l’esperimento che state avviando a Forlì perchè mi appare come l’innesto di un germoglio nuovo sul vecchio albero della cultura della pace. In passato c’era la nonviolenza che è appassita dopo essere stata sequestrata e monopolizzata da una sola parte politica, quella dei pacifisti (che fanno rima con liberisti, comunisti, fascisti, ed altri bellicisti, per cui non mi piace “darsipacisti”), e noi praticanti di Darsipace credo che possiamo esserne un passo evolutivo e creativo.
Ancora più ricca la vostra adesione a quel centro della pace perchè dedicato ad Annalena Tonelli, figura luminosa che ha coniugato ragione e ricerca scientifica con la sua fede cristiana che l’ha portata a dedicarsi alla difesa della dignità degli esseri umani e in particolare delle donne.
Annalena, come suor Leonella, è stata assassinata a colpi di pistola in Somalia, in un ospedale dove curava i bisognosi.
Ma perchè assassinare persone che fanno del bene?
Perchè Annalena e Leonella curavano le mutilazioni genitali delle bambine, e questo era intollerabile per gli islamisti.
Annalena ha predicato il vangelo di guarigione e di liberazione non con le parole ma coi fatti, sapendo bene che queste opere di pace potevano costarle il martirio.
Ha lavorato per la pace come Ilaria Alpi, ma gli/le intellettuali italiani l’hanno voluta dimenticare.
Buon lavoro, care Antonietta e Silvia.
Grazie, Giancarlo
Grazie Giancarlo per le cose che hai scritto.
La cultura della pace e della nonviolenza hanno un passato importante, e un futuro che potrebbe arricchirsi di altri innesti, di convergenze con altre esperienze.
Aldilà di quello che realisticamente sarà possibile fare, credo che questa direzione possa essere una crescita per tutti.
Un caro saluto
Antonietta