In questo articolo userò (umilmente) molta della terminologia di Marco Guzzi perché non riesco a trovare espressioni altrettanto efficaci.
Parto da questa domanda :
Quale può essere il ruolo della sessualità in questo tempo estremo, in questo inaudito passaggio d’epoca? Marco Guzzi si chiedeva : che cosa diventano la letteratura, la medicina, la biologia, che cosa diventano uno scrittore, un insegnante, un medico?
Io mi chiedo : che cosa diventa la sessualità, e come può aiutare la riconnessione e la sanità della nuova forma d’uomo che si sta preparando?
A mio avviso la sessualità non è un’espressione umana fra le tante in fase di mutazione, ma è una delle più cruciali per carburare la rivoluzione culturale in tutti gli altri settori della vita sulla terra.
Vediamo perché, partendo dalla situazione attuale.
Tranne felici situazioni di nicchia, anche il modo di vivere la sessualità è stato ormai colonizzato dalla mente separativa, individualistica e consumistica.
Ma la sessualità ha in se stessa la chiave per rovesciare questa distorsione, perché la sessualità è per sua natura olistica e unitiva. E’ il meraviglioso espediente inventato dalla natura per riunificare ciò che era separato (sesso viene dal verbo latino secare, tagliare) per ricostituire l’intero, per fare incontrare la diversità forse più appariscente fra quelle esistenti sul pianeta, quella fra femmine e maschi. Quello stato tendenzialmente unitario di cui parla Marco Guzzi, la sessualità ce lo fa sperimentare, in un modo molto concreto e piacevole e con esiti creativi su tutti i piani, non solo su quello biologico.
C’è un immenso potenziale di energia nella sessualità sana (mentre la sessualità malsana ci depaupera). Uso “sana” nel senso di “integra”, non frantumata. In inglese il verbo heal, guarire, risanare, ha la stessa radice di whole, intero, ma anche di holy, sacro. Interessante anche la parola sanscrita per “salute” : svasti che vuol dire “essere stabiliti nel Sé”. Da cui deriva – l’abbiamo riconosciuta? – la parola svastika : altra orrenda distorsione di un concetto e di un simbolo che originariamente erano usati per far stare bene, per trasmettere prosperità e salute, salute non solo fisica.
Se ben vissuta, la sessualità può diventare un grande terreno di sperimentazione delle qualità di cui ha bisogno la nuova figura umana : darsi tempo, fermarsi, respirare, saper attendere, spogliarsi e disarmare, fidarsi, lasciare andare rigidità e difese, abbandonarsi, aver cura, ricevere e donare. Se ci si lascia andare in questo modo, accade anche qualcosa che normalmente viene cercato attraverso pratiche meditative : la mente si placa e siamo totalmente assorbiti nella magia del presente. Si potrebbe anche dire che l’unione sessuale ha una potenzialità iniziatica perché porta a superare l’io separato e difeso, ci fa andare oltre e ci fa sperimentare – a partire dal corpo – inusuali stati di unione e di bellezza. Una spiritualità incarnata, incardinata nei corpi.
E c’è di più : abbiamo mai pensato che imparare a fare bene l’amore può diventare un atto politico?
Proviamo a pensare : da dove vengono gli immani conflitti che tormentano il pianeta? Non vengono forse dall’incapacità di lavorare con gli opposti, di fare spazio al diverso, all’altro? Dalla chiusura narcisistica, dalle difese e dalla paura delle differenze invece dell’attrazione per qualcosa che noi non abbiamo e che l’altro ci può portare? Lo sapevano gli antichi maestri del Tao dell’amore secondo i quali non può esservi soluzione ai problemi del mondo senza un sano approccio all’amore e al sesso (1).
Dedicandoci, con fatica ma divertendoci anche, a intrecciare gli opposti e le diversità nelle nostre relazioni di coppia creeremo un effetto domino nell’ambiente circostante che darà una spinta al dialogo fra le diversità anche su altri piani, fino alle relazioni fra etnie, culture, religioni. Il vantaggio di “fare politica” in questo modo non ha bisogno di lunghe dimostrazioni.
Potremmo coniare un hashtag :
Volete fare qualcosa per il mondo?
Fate bene l’amore
(il resto verrà come conseguenza)
Fin qui, belle parole, già dette, già scritte. Dov’è il nuovo? Dov’è il punto di svolta?
Ora è ora di portare tutto questo nella vita quotidiana. E’ ora di prepararsi. Di preparare i nostri ragazzi.
Si fanno lunghi studi e tirocini per qualsiasi settore di attività umana, e non ci prepareremo per qualcosa che ci riguarda tutti e da cui dipende tanta parte della nostra felicità (o infelicità)?
Occorre imparare a spostare anche l’esperienza sessuale all’interno della mente non egoica che apre e unifica. Far prendere coscienza : che la sessualità è altro (da quello che ci dicono i media e le parole d’ordine di un mondo al tracollo). Che non ci dobbiamo accontentare. Il corpo e l’unione dei corpi possono dare infinitamente di più di un coito. Che anche la sessualità si impara. Come sempre, a partire da sé, da come ci rapportiamo al nostro corpo, da come ce ne prendiamo cura e lo ascoltiamo e possibilmente lo amiamo, dal praticare lo stato unitivo nei confronti delle nostre emozioni, anche di quelle più disturbanti, dal prendere atto con onestà delle nostre attrazioni e delle nostre repulsioni.
Non può magicamente prodursi una fantastica esperienza sessuale se non sai come si guarda una donna, come si guarda un uomo, se non sai come si tocca, se non sai come si respira, se non sai godere delle meravigliose sensazioni che ci donano la vista, il tatto, il gusto, l’udito, se non riusciamo a spogliarci, mai (delle nostre maschere e delle nostre difese) se non sappiamo ridare incanto, incontrare il mistero, se non sappiamo immergerci in una esperienza … nella vita di tutti i giorni.
Fare sesso tutto il giorno? In un certo senso sì, se lo intendiamo in questa accezione più allargata. Occorre far capire che così è più bello, immensamente più bello. Che un sesso così ci fa davvero stare bene.
Già, ma chi ci insegna? Di più : se anche la sessualità è un percorso iniziatico, chi è l’iniziatore?
Credo – ma non ne sono sicura – che anche qui stiamo entrando in una fase nuova. Più che affidarsi a un maestro, a un iniziatore, si tratta ora di entrare in una mentalità iniziatica, fatta di piccoli passi, di allenamento/ascesi e di una continua auto-osservazione. Aiutata, questo sì, da chi ha più esperienza di noi in questo cammino. Come pure dall’aggregazione di tante esperienze anche diverse ma “tendenzialmente unitive”, procedendo anche nel piccolo a bonificare, togliere dal mercato (abbiamo messo sul mercato anche le cose più intime, l’amicizia, il gioco, la comunione erotica…) e riprenderci una sessualità – così come un modo di giocare, di vivere le amicizie e altro – veramente libera. Libera da sfruttamento pubblicitario, da mercificazione, da omologazione. Portarla anche nella scuola. Il discorso sulla sessualità attraversa tutte le materie : educazione fisica, biologia e anatomia, educazione civica o etica, arte, filosofia, religione, letteratura. Che si possa cominciare a parlarne nelle case, ai bambini piccoli – con le parole e le immagini più adatte a loro – con innocenza. La sessualità ha bisogno di una Nuova Innocenza (2). Aiutare in questo i genitori, spesso impauriti e sprovveduti.
Può servire anche uno scambio di informazioni sui pochi libri che si differenziano dalla marea di libri inutili, se non nocivi per il loro materialismo, di cui è pieno il mercato. Di quei libri – e ce ne sono – che possono dare soprattutto ai giovani orizzonti di senso e di speranza. Quei libri che non sono solo da leggere, ma che sono fatti per entrare nella vita e aiutarci a cambiare. Andare a cercare le piccole esperienze, i libri, i siti, i film che indicano vie nuove. Utilizzare anche i canali telematici.
Guidati, in tutto questo, da quel fuoco che ha sempre ispirato le più grandi e difficili imprese umane. Perché sessualità è anche eros, passione per la vita in tutte le sue forme.
(1) Chang J., Il Tao dell’amore, Mondadori, p. 12
(2) Titolo di un libro di Raimon Panikkar
L’immagine che accompagna il post è un dipinto di Sara Cattò dal titolo “Uno di Due”
Davvero grazie di queste magnifiche e profondissime riflessioni ?
Grazie cara Mariella di queste bellissime e nutrienti riflessioni che danno speranza ed impulso vitale ad un compito difficile di genitori ma non solo, anche di nonni! Mi piacerebbe avere indicazioni sui materiali di cui accenni, per approfondire ulteriormente . Trovo altresì cruciale e non facile parlare ai giovani dell’invecchiamento e della morte e spero proprio di leggerti a proposito. A presto Marina
Davvero bello e molto molto stimolante il tuo ‘post’ , Mariella!
?????
Condivido l’ invito che ti ha fatto Marina circa “le indicazioni sui materiali di cui accenni”…
La tua formazione in Psicosintesi poi, mi rende ancora di più interessata alla tua ricerca!
grazie, mcarla
Grazie a voi Rossana, Marina, Maria Carla! Le informazioni che chiedete le potete trovare sul mio sito http://www.mariellalancia.com e per la psicosintesi http://www.psicosintesi.it/centri, dove potete aprire i programmi di tutti i Centri che ci sono in Italia. In questi Centri facciamo un lavoro molto simile a quello che fate voi nei gruppi Darsi Pace, almeno da quanto posso capire attraverso il vostro sito e i video di Marco Guzzi. La Psicosintesi infatti è una prassi più che una teoria psicologica, che prevede anche l’esplorazione delle dimensioni transpersonali (spirituali) dell’essere umano e privilegia il lavoro di gruppo. Spero di avervi risposto!
Grazie Mariella,
una splendida riflessione
Vorrei esprimere la mia gratitudine per questo post, che spero sia un inizio importante di un lavoro che possa continuare, un lavoro, in ultima analisi, di carità verso sé stessi e verso il mondo, perché attraverso relazioni anche sessuali migliori si possa progredire verso quella nuova umanità che è sempre più necessaria.
Diceva tempo a una persona che stimo molto, nel movimento spirituale al quale sono vicino, che non si è mai fatto tanto sesso come in questa epoca, sesso però fatto così male.
E’ un tema che non è proprio banale trovare trattato in altri ambienti e altre realtà di fede. Mi sembra che in tante realtà cattoliche non se ne parli proprio o se ne parli molto a fatica, salvo a relegarla nel confessionale dove poi finisce – e non potrebbe fare altro – nella ammissione quasi impotente (almeno per l’uomo) di tutte le dolorose distorsioni che ci agiscono, anche perché abbiamo rinunciato a farne uno strumento di promozione umana, e dunque di lavorare su di essa per questo.
Sembra per tanti versi che il discorso sul valore della famiglia esaurisca per molte persone così attente ai “valori” l’argomento sessuale, dove invece non è ancora cominciato. E’ bello parlare di carità, è necessario, ma la carità su sé stessi di un lavoro vero sulla sessualità, un lavoro aperto e necessario, perché non appare all’ordine del giorno in tanti convegni e pensieri cattolici?
Grazie per questo che capisco essere un pezzettino di un lavoro molto grande, perfettamente integrabile nella prospettiva Darsi Pace. per come la comprendo.
Grazie, cara Mariella per questo interessantissimo post! Sono pienamente d’accordo con te quando affermi che “la sessualità non è un’espressione umana fra le tante in fase di mutazione, ma è una delle più cruciali per carburare la rivoluzione culturale in tutti gli altri settori della vita sulla terra” e che la sessualità “e’ il meraviglioso espediente inventato dalla natura per riunificare ciò che era separato”. Purtroppo, come ha già fatto rilevare Marco Guzzi in diverse occasioni, quando nei documenti della Chiesa si tratta del matrimonio, la parola “sessualità” non appare quasi mai e questo è sconcertante perchè mi pare evidente che la sessualità svolge un ruolo importantissimo all’interno del matrimonio stesso. Non sono più giovane e ricordo che, sia nell’infanzia che nell’adolescenza l’argomento della sessualità era tabù: non se ne poteva parlare nella maniera più assoluta. Oggi nella nostra società l’argomento è trattato ma, come dici tu, “la sessualità è altro da quello che ci dicono i media e le parole d’ordine di un mondo al tracollo”.
Concordo pienamente sulla assoluta necessità di una educazione alla sessualità sia in famiglia che nella scuola.
Anch’io come Marina e Maria Carla attendo “indicazioni sui materiali di cui accenni, per approfondire ulteriormente”.
Grazie ancora
Maria Letizia
Ho condiviso su Twitter augurandomi che molti lo leggano perché si, concordo, la sessualità ha bisogno di una nuova innocenza!
Battiato così canta:
E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza
Questo sentimento popolare
Nasce da meccaniche divine
Un rapimento mistico e sensuale
Mi imprigiona a te
Dovrei cambiare l’oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
Fare come un eremita
Che rinuncia a sé.
L’educazione cattolica ha castrato i preti che hanno castrato le fedeli e i fedeli, in cui hanno creato rabbie esplosive sacrosante, con il conseguente abbandono di quel tipo di cristianesimo.
Anche qui Guzzi ha identificato esattamente e descritto icasticamente la condizione del nostro tempo che vive la scissione tra senso e vita.
Quasi sempre i cattolici hanno vissuto credendo che la vita ha un senso, ma quel senso è stato privato di vitalità. Mentre all’opposto “il mondo”, che grazie a Dio sa godersi tutti gli aspetti della vita, senza una fede ha finito col non credere più nel significato e nel senso della vita.
Sono messi male i cattolici e la Chiesa non sa più che pesci pigliare.
Ma certo non sono messi bene neanche gli altri.
E siamo tutti accomunati da un po’ di disperazione.
Ho citato Battiato perchè molte donne “castrate”, dopo aver abbandonato rabbiosamente e comprensibilmente la Chiesa, mi sembra che abbiano cercato libertà e conforto nel buddismo, di cui non posso dire niente perchè non lo conosco. Mi sembra che Battiato sia buddista, e la sua canzone “E ti vengo a cercare”, che trovo meravigliosa, nel “rapimento mistico e sensuale” sembra evocare anche l’ipotesi di fare ” come un eremita che rinuncia a sé”: è interrogativo sorprendente e interessante da quell’area.
Trovo molto bello il disegno proposto da Maria Gabriella, di fusione armonica tra l’uomo e la donna, che mi ricorda la tenerezza dei dipinti di Klimt.
Sono splendide “rappresentazioni” che per diventare “realizzazioni” devono superare la scissione “senso/vita” attraverso un profondo percorso iniziatico.
Chi ha il dono di vivere in pienezza la “vita” deve integrarla col “senso”.
Chi ha il dono di credere nel “senso” deve integrarlo con pienezza di “vita”.
Dunque, un caloroso saluto, GianCarlo
Grazie Mariella per aver osato un tale argomento in campo cattolico, vissuto ancora nel più profondo dei nostri nascondimenti.
Mi soffermo su questa tua frase : ” Se ben vissuta, la sessualità può diventare un grande terreno di sperimentazione delle qualità di cui ha bisogno la nuova figura umana : darsi tempo, fermarsi, respirare, saper attendere, spogliarsi e disarmare, fidarsi, lasciare andare rigidità e difese, abbandonarsi, aver cura, ricevere e donare.” E’ un elenco , mi pare, di tutti i necessari e sani movimenti della vita che i nostri corpi sessuati esprimono in quanto portatori di un fisiologico e – nella fede – divino progetto- genetico-relazionale .
Per la potenza erotica di questa energia intelligente, ogni essere umano , è sospinto nel gioco degli amanti, desiderosi della loro reciproca conoscenza fisica , affettiva e sessuale , ma più di largo, questa energia vitale, rivela a noi umani, quando liberi da mascheramenti e difese, anche la sua verità più iniziatica e perciò spirituale : coniugare , ognuno in sé stesso, e nell’ Uno realizzato in ogni coppia di amanti, la bellezza di ogni diversità: di genere, antropologica, sociale, e perfino mi auguro, anche politica.
E’ questa una indispensabile azione vitale, a cui la vita ci sospinge, per realizzare armonie di unità, funzionali alla coesione sociale , al vivere civile, possibile solo nella pace dei cuori e dei sensi.
La speranza di cui il sesso è portatore, è alla fine, o all’inizio di una nuova era umana, la messa al bando di ogni guerra , compensativa della mancanza di vero sesso, vissuto con vero amore.
E nel ricordo, di una lontana fidanzatina che mi scriveva lettere profumate, al tempo del mio servizio militare , valga ancora quello slogan che invogliava i giovani a perdere i propri bellicismi , offrendo in cambio una nuova verginità umana : “ Facciamo l’amore e non più la guerra ! “
Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno lasciato un commento al mio articolo ampliandone e approfondendone il contenuto con le loro riflessioni. E’ per questo che scrivo, per aprire dialoghi e scambi sui temi che più mi ispirano, in un tempo in cui non è più possibile lavorare da soli, a nessuna impresa : tale è la complessità delle sfide che ci sovrastano.
Mariella
sempre disponibile al dialogo anche sul sito http://www.mariellalancia.com
Ah, qualcuno mi chiedeva ulteriori informazioni sul mio lavoro : le trovate sempre sul sito http://www.mariellalancia.com.
E a proposito della Psicosintesi potete guardare qui : http://www.psicosintesi.it/. La Psicosintesi è una corrente di psicologia che mi pare molto affine al vostro lavoro a Darsi Pace – almeno da quello che credo di aver compreso attraverso il sito e i video di Marco Guzzi. Privilegia il lavoro in gruppo e prevede anche l’esplorazione delle dimensioni “transpersonali” (spirituali) dell’essere umano, non prima di avere svolto un lungo e faticoso viaggio attraverso i variegati volti della nostra umanità incarnata, le sue pene, le sue difese, le sue illusioni.
Grazie per il coraggio di aver gettato un sasso in uno stagno così poco praticato. Quando ti chiedi “che cosa diventa la sessualità?” penso a termini come; polisessuale, poliamoroso, pansessuale, asessuale, aromantico, skoliosessuale, etc. Mi chiedo, queste nuove categorie sessuali a quali esigenze relazionali e sociali rispondono? E’ urgente trovare il modo di dialogare con le nuove generazioni per capirne i bisogni, per trovare insieme una via, un linguaggio condiviso che possa aiutarci a ricomporre le basi psicologiche e culturali che ci faranno uscire da questo periodo storico che sembra sempre più insostenibile. ” Come sempre a partire da sé”…dici bene, ma intanto i nostri ragazzi sono smarriti, inascoltati. Vanno intercettati e aiutati ad uscire dal “mercato” che li considera solo “merce”. Cerchiamo di non lasciar cadere nell’oblio questa bella iniziativa e di confrontarci sulla complessità di questo tema, così come ci esorta Mariella.
Darsi Eros!
Aromantico, poliamoroso, asessuale, skoliosessuale, confesso che sono termini che non ho mai sentito e che non so cosa significano, e forse contengono aspirazioni profonde.
Ero rimasto ai tempi in cui una collega deputata, esponente rilevante del “gender”, nel testo di una proposta di legge aveva individuato, oltre a LGBT ( lesbiche, gay, bisex, transex) altre 18 ( diciotto) sottospecie di categorie sessuali.
Quello che capisco immediatamente è che la cultura “gender” propone una parcellizzazione di pensiero e di visione della sessualità e dell’essere umano, e la spinge fino alla frammentazione da cui non può emergere l’integrità, e neppure l’organicità, o almeno una direzione e un senso.
Temo sia conseguenza di visione grezza della persona considerata come un “sacco di chimica”.
Mi sembra che in quella direzione ci sia solo un vicolo cieco, strade a fondo chiuso come quelle segnalate nella viabilità con la T azzurra e rossa.
Ci si può avventurare a farsi legare come salami appesi o spingersi in esibizioni che a me richiamano il circo equestre con le fruste, ed evidentemente qualcuno riesce ad ottenere piacere, comunque benedetto.
La buona notizia è che oltre alla concentrazione sul punto G c’è un’altra dimensione che apre un ventaglio di percorsi, aperti e senza fine, che sono quelli di una persona che è anche chimica, ma che dalla chimica/ letame ha visto nascere i fior, come canta De André.
Siamo tutti ricchi di pensiero, e di esperienze sia belle che dolorose, da condividere.
GianCarlo
Grazie Mariella Lancia per questa provocazione a riflettere su un tema così incarnato (non carnale in senso Paolino).
Vi confesso che ancora oggi provo stupore nel guardare il corpo femminile ed il mio corpo maschile e nel percepire come anche in questa visione se pur tutta fisica, anche solo biologica, ci sia nascosto in una specie di semitrasparenza un mistero trascendente.
Questa fisicità, questa genitalità che ci distingue, che ci fa distinti, individui, individuati ed individuabili, al tempo stesso ci attrae ad un incontro, ci può coniugare, ed è manifestazione di qualcosa di grande, che trascende proprio la mia (la nostra) fisicità e soggettività, e questo trascendente è proprio qui che si manifesta, in questo (nostro) corpo, e lo rende un evento da ammirare.
Prendendo spunto da un’immagine di Marco Guzzi, a volte dico a me e a mia moglie, “l’universo ci ha messo quasi 14 miliardi di anni per diventare questo corpo che siamo”, quanta strada e quanta intelligenza per giungere a questa manifestazione di “Sé” in una carne così fragile, che vive la maggior parte della propria vita nell’inconsapevolezza di tutto, di tutti e dell’universo stesso che la genera e che la abita, e che deve continuamente sedersi in silenzio, per liberarsi da ciò che ingombra il campo, da questo “io egoico” che è pervasivo fino a livello sub-atomico.
Sempre meglio (grazie al lavoro in darsi pace) sto imparando a contattare parti di me più profonde, nelle quali questo mio corpo appare ricco di senso e di sensi, ed i sensi mi appaiono sempre più sensati, anche se io non ne so godere a pieno (perché ego-sequestrati), questi sensi così apparentemente naturali nel regno animale, sono i realtà nell’umano molto animati, c’è in noi umani un desiderio di unità che in natura non si trova, è questo desiderio che ci spinge a cercare se stesso nell’altro, e a contattarlo in noi, è il desiderio che cerca se stesso in noi, attraverso la relazione.
Sento che l’epidermide tutta può farsi tatto, l’udito ascolto del respiro dell’altro e di sé, il palato può finalmente gustare parole nuove, olfatto può farsi via di ingresso per inalare anche le parti più volatili di noi, la vista può farsi visione, può riuscire a vedere oltre a ciò che la biologia manifesta. I sensi possono essere trasfigurati e diventare esperienza nuova dell’altro/a e di se stessi.
Nella genesi si legge che Dio “fece l’uomo (l’umano) a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò”, io lo interpreto così: nel mio corpo io do carne alla maschilità del mistero che mi abita, ma “l’IO Umano” è in me maschio nel dono vitale della parola ascoltata ed è femmina nello spazio dell’anima quando accoglie la vita (da qui secondo me la a-vidia e la distorsione di alcune teorie confuse sul genere). Il progredire verso questo “IO Umano” in me, contattare questa apparente ambiguità, mi fa sentire in realtà più integro, più maschile. Mi può rende più vicino a chi mi pare essere altra da me, fino a sentirne la presenza interiore, e paradossalmente quasi a farmi grembo per il femminile che ho difronte nella carne e dentro di me nello spirito.
Mi sento di essere un sognatore, ma questo mi pare sia un sentire che se vissuto rende anche l’atto sessuale più che divertente, gioioso, glorioso, può diventare una vera lode alla Vita ed esperienza di Essa.
Per me un uomo ed una donna che provino a vivere la sessualità così sono radicalmente (cioè dalla radice) politici, cioè radicati nella terra, nella carne (la grande esclusa del nostro tempo ideologico). Sono assolutamente (se pur nel relativo della carne) rivoluzionari accoglienti, non separanti.
Un caro saluto ed un grazie a tutti, per questi spazzi.
Stefano
Che bello, questo fermento di risposte e di commenti! Ne sono davvero toccata e invitata a qualche altro “sprazzo”.
Già, i nostri ragazzi. Hai ragione, Claudio. Infatti è soprattutto per loro che scrivo e dove mi chiamano, e come posso, vado a incontrarli nelle scuole. Sono gocce in un oceano, ma credo che siamo entrati in un tempo in cui sono l’intenzione, l’impegno e l’iniziativa individuali che possono cambiare il mondo. Mi pare che questa consapevolezza sia anche alla base del vostro lavoro a Darsi Pace.
Per GianCarlo : credo che tutta questa follia finirà presto, non può durare perché non è alimentata dal fuoco della vita. Magari resterà la provocazione a indagare quali possano essere le “aspirazioni profonde”, come tu dici, e disattese, che hanno fatto proliferare questa parcellizzazione maniacale.
Per Stefano : non credo che tu sia un sognatore – almeno non nel senso dei sogni ad occhi aperti. Quello che dici a me suona molto reale… Grazie di cuore a te e a tutti gli altri che hanno voluto approfondire questo tema con passione e competenza!
Cara Mariella, quel che scrivi mi ha sollecitato ricordi e riflessioni.
Giorni fa, dal dottore ,ho preso atto che ormai nelle riviste “famminili” si trovano vere e proprie istruzioni tecniche sul rapporto sessuale.
La cosa mi ha fatto pensare come si possa essere meccanici e mentali e opportunisti in cerca di potere anche in quei frangenti……forse un’ attitudine da omosessuali, che non cercano il “diverso”……
Gli incontri della vita ci plasmano, anche nel nostro modo di godere, giocare, ascoltare, sentire……
Siamo diversi per natura ed esperienze.
Chi sublima…..chi è dipendente……chi è bloccato…chi è “indifferente”…..ne conosco di casi diversissimi…….chi è frenato…..chi è fissato.
Credo che il fatto che sessualmente si possa concepire una nuova vita la dice lunga su questo straordinario ambito della nostra vita!
Poi oggi…….Internet e alienazione nichilistica…….corpi e vita trattati come merci……..l’ estremo opposto della repressione cattolica.
Conosciamo noi stessi, apriamoci alla vita e arriveremo alla virtù meravigliosa dell’ equilibrio!
Grazie