Giunto alla fine del quarto anno di Darsi Pace e del primo Biennio di Approfondimento sento la necessità di estrarre da quella che è stata la mia esperienza alcuni doni che il percorso ha fatto ad un ragazzo di 21 anni e che può fare ad altri miei coetanei, immersi spesso in condizioni personali e relazioni per nulla facili.
Vorrei partire in controtendenza rispetto a molti post sull’argomento che ho letto.
Il percorso è duro, partiamo da questo presupposto. Confrontarsi seriamente con Darsi Pace significa sviluppare una certa forza di stomaco, divenire capaci di ingoiare parole pesanti e a volte difficili da accettare, aprire gli occhi a condizioni estreme e molto difficili. Darsi Pace prima di tutto ti butta nella mischia della vita, tua personale e collettiva, ti sbatte in faccia le contraddizioni e la drammaticità della nostra epoca e insieme ti aiuta a riconoscere tutte le tue pesantezze e negatività. Non è una scampagnata di anime belle che si raccontano quanto è bella la vita tenendosi per mano sorridendo. A Darsi Pace si piange, si affrontano emozioni dure e dolorose, si riattraversano antiche ferite, si guarda in faccia tutto l’odio che abbiamo dentro, imparando a non fuggire ma ad avere una postura comunque regale. IL CORAGGIO
Ma tutto questo lavoro assume fin da subito un grande e misterioso profumo di liberazione. Pur nelle più difficili condizioni, nelle più dolorose prese di coscienza, aleggia un sottofondo di pace e salvezza, una sussurrata promessa che all’inizio pare sconcertante: “tutto ciò che vuoi ti sarà dato”. Questo stato fa sempre da sfondo a tutto il lavoro, ci accoglie e ci consola, ci aiuta e ci guida nelle varie fasi, non fa mai mancare la sua anche sottile presenza. E più si procede più questo spazio benevolo si fa evidente e vicino, si allarga e assorbe le dimensioni della nostra piccola vita donandoci un profondo senso di soddisfazione. LA FIDUCIA
Poi, impariamo ad aspettare. Impariamo che molto non dipende da noi, che da parte nostra possiamo e dobbiamo metterci tutto il possibile ma che i risultati verranno con i loro tempi, sbocciando secondo passaggi organici non bypassabili. E ciò non porta sconforto e rammarico, come potrebbe sembrare, ma anzi alimenta la fiducia e la fremente attesa, bagna di lacrime gli occhi in quanto già pre-sente ciò che verrà e lo lascia essere secondo la propria legge. Così impariamo anche a rispettare e comprendere i tempi degli altri, che così frequentemente ci infastidiscono e vorremmo subito cambiare. LA PAZIENZA
Il lavoro è prima di tutto duro e doloroso, attraversa molte fasi difficili e spesso fa piangere. Ma chi ne esce ride più forte di prima. Ride di gusto della vita, la ama infinitamente più di prima, nutre una inspiegabile nuova fiducia in essa, anche in mezzo a tutte le difficoltà. Tutti gli sforzi vengono abbondantemente ripagati in uno scroscio di felicità che inonda e slarga sempre di più il cuore in giubilo. Gli altri tornano ad apparirci umani, fratelli con cui condividere l’immensa gioia che ci irradia, fratelli da aiutare e consolare, da illuminare e da sorreggere. Torniamo (o forse scopriamo per la prima volta) a scoprire il gusto del donarci. L’AMORE
Infine, l’intero processo ci fa scoprire ad un nuovo livello: l’importanza e la profonda soddisfazione della conoscenza, conoscenza di sé e del mondo, degli altri e del Mistero. Comprendiamo nell’esperienza che la conoscenza non è disgiunta dall’amore, che non è una mera accumulazione di informazioni e dati, come spesso vorrebbero farci credere nelle Università, ma uno dei nomi dell’eros, una delle nostre dimensioni fondamentali di esseri umani. Scopriamo un gusto impagabile di tornare ogni volta a lavorare per scoprire un altro pezzo di noi, un’altra faccia del mondo che preme in noi e ci chiama ad esserlo. In questo senso la conoscenza non è uno studio estrinseco e astratto, ma il corrispondere a qualcosa che già è, che ci chiama e da cui siamo ardentemente attratti. LA SAPIENZA
Questi sono i principali doni che mi sono stati fatti in questi 4 anni di assiduo e fedele lavoro, in questi 4 anni di difficile confronto e di amore spassionato, fino alle lacrime, di questa preziosa perla che è Darsi Pace. Perciò ringrazio di cuore, ancora una volta, tutti coloro che vi partecipano e fanno sì che questa realtà esista, con ardore e dedizione, con fede e determinazione.
L’ultimo dono del percorso è proprio questo: LA GRATITUDINE
Immagine: pittura di Umberto Boccioni, Stati d’animo- Quelli che vanno, 1911
Caro Fabio,
è molto bello e consolante poter leggere questa tua testimonianza.
I Gruppi Darsi Pace compiono 20 anni in quest’anno 2019 e il 6 ottobre festeggeremo a Roma (e in diretta streaming su facebook) questo traguardo.
Che un ventenne, che nel 1999 aveva un anno, possa descrivere con lucidità e profonda conoscenza i caratteri del nostro percorso, trasmette gioia e speranza: il contagio non si fermerà e il rinnovamento cui anelano tutte le persone in ricerca procederà inesorabilmente a generare frutti.
Grazie e buon proseguimento del cammino!
Paola
E io ringrazio te caro Fabio perché hai scritto e raccontato bene ma proprio molto bene ciò che anch’io sento e continuo a percepire. Questo è un movimento che continua e non finisce. Seguirlo non può fare altro che donare cose belle e preziose e importanti. Tantissimi auguri a te alla tua giovinezza e al tuo percorso di vita un abbraccio. Fabio.
Caro
Fabio,
leggere il tuo post rafforza nel coraggio, nella fiducia, nella pazienza, nell’amore e nella gratitudine.
Grazie di cuore a te e a tutto il movimento Darsi Pace.A
Lula
Grazie Paola,
sì, a volte mi sembra un po’ strano pensare che i gruppi Darsi Pace sono stati fondati quando avevo 2 anni… ancora più strano che io mi sia iscritto il giorno stesso in cui ho compiuto 18 anni e abbia concluso il triennio con un bellissimo incontro regionale ad Arezzo proprio il giorno dei 21 anni. Queste coincidenze numeriche mi danno sempre sorpresa e gioia!
Grazie di cuore Fabio per il tuo commento e la tua presenza. Per me è stato emozionante conoscerti meglio all’intensivo e mi ha profondamente toccato sentire un’intima connessione vitale che forse l’omonimia ha traghettato.
Ho percepito in te una folle attesa dalla vita, un desiderio insperabile ma allo stesso tempo quasi scontato di salvezza che ho con grande stupore e sorpresa riconosciuto anche in me: io SO che ciò che desidero accadrà, anche se fosse qualcosa di impensabile e umanamente insperabile.
Continuo perciò con te l’ardente cottura delle carni, la febbrile metamorfosi della materia, cieco e incoercibile.
Un abbraccio!
Grazie Lula!
Seppur ci siamo incrociati raramente durante il cammino, conservo con premura il bellissimo ricordo di una condivisione in cui mi hai aiutato a far emergere una preziosa parte di me che tutt’ora mi nutre e mi conforta.
A presto
Semplicemente straordinario grazie!♥️
Grazie Fabio per questa tua condivisione. Io sto arrivando alla soglia dei 50 ma in questo percorso di crescita sento che quando ci cammino dentro, 50 è come 20, mentre quando l’ inerzia mi rallenta e me ne porta fuori, 50 pesano tutti e diventano di più. Questo lo vivo come un grande dono.
Buon lavoro
Andrea
Grazie, grazie semplicemente grazie Fa-bio Dona-ti per questo tuo- nostro percorso di Darsi Pace. È veramente consolante leggere la tua testimonianza e sono felice di continuare a ricevere in dono quanto condiviso nel gruppo territoriale di Siena: siamo, sei chiamato a portare a pieno compimento il nostro nome e tu, Fabio Donati, lo Sai molto chiaramente. Chiamato a Donare, a far circolare Vita. Sento molta gratitudine a DP e a quanti iniziano e continuano a farne parte appassionatamente, Un grande abbraccio Giuseppina.
Ciao Fabio.
Ti ringrazio per la seconda volta, la prima a Siena per le parole che mi dicesti e che mi furono di conforto e speranza. Adesso mi ritrovo a capire quello che dici perché sto provando a tratti qualcosa della fiducia, della pazienza. Un po’ meno di coraggio, un po’ di più di amore sano e tanto di gratitudine.
Ti abbraccio e sono contenta di esserci stata al tuo compleanno a mangiare la torta di tua sorella. Spero di non fare confusione perché era la mia prima volta degli incontri regionali.
Grazie Andrea!
A me a volte, nonostante l’età anagrafica dica 21 anni sembra di averne 70. É proprio vero che l’età non é solo una questione biologica!
Cara Giuseppina, grazie per le belle parole, spero di poterti rivedere presto!
Ciao Mimma,
Come ho detto il percorso all’inizio può essere una sberla in faccia, può essere molto duro e ostico mettendo in crisi assetti molto saldi di noi stessi.
Ma c’è anche fin da subito una segreta forza interiore che agisce, che sprona al cambiamento e consola nei momenti difficili; più si avanza più il suo spirito diventa evidente e manifesto.
Un abbraccio,
Fabio
Che bello, un giovane che parla così, che si sottopone con tenacia e dedizione a un percorso come quello di Darsi Pace! Grazie Fabio, il mondo ha bisogno di giovani come te, continua così e seminerai fiducia e coraggio intorno a te.