Quali sono le qualità indispensabili della donna e dell’uomo politico del XXI secolo?
Ho incominciato a pormi questa domanda all’indomani della crisi politica che siamo stati costretti ad osservare negli ultimi trenta giorni. Dinanzi a problemi epocali, infatti, e a vere e proprie emergenze, i miei occhi assistevano increduli allo spettacolo indegno della politica italiana.
Mentre nel mondo occidentale sta dilagando una depressione e una mancanza di significato endemica, con milioni di giovani persi nel non senso consumistico e individualistico di una società sfibrata, i nostri governanti ponevano il loro ego smisurato al centro della discussione. Mentre un determinato tipo di sviluppo economico sta distruggendo il nostro pianeta, e l’avidità di pochi sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molti, i nostri governanti pretendevano che le loro beghe occupassero le nostre giornate e le nostre discussioni augustane.
“Ma avrà fatto bene quello del Nord?”
“Ma sì, gli altri dicevano sempre NO.”
“Ma NO, non sono d’accordo; quello pensa solo al consenso.”
“E allora vedi che è vero che dite sempre NO?!”
E così fino a Ferragosto, e poi fino ad oggi, in una nauseabonda argomentazione sul nulla.
In questo clima di chiacchera politica penso che possiamo tentare un lavoro del tutto differente. Direi che quest’ultimo mese ci ha mostrato con evidenza come non dovrebbe essere un politico oggi, come non dovrebbe comportarsi e cosa non dovrebbe dire. Possiamo tentare invece di tracciare i contorni ideali del politico che questi tempi richiederebbero. Scopriremo che, al contrario di quanto una certa narrazione liberal progressista vorrebbe far intendere, non sono sufficienti né una competenza specifica né una prestigiosa laurea. Sono sicuramente qualità utili per un uomo politico. Tuttavia, oggi più che mai, in una società post-ideologica e iper-mediatica, diventano indispensabili qualità che prima relegavamo all’ambito individuale o del privato, al comportamento, alle zone dello spirito e della volontà, che la nostra mente positivista è solita separare dagli ambiti algidi e scientifici dell’amministrazione della cosa pubblica.
In questo breve testo, ho individuato quelle che reputo le cinque qualità umane indispensabili. Non sono sicuramente esaustive, e quindi vi inviterei ad aggiungerne altre nei commenti.
- Una mente lucida. Davanti alle mille sollecitazioni al secondo che la tecnologia e la messaggistica momentanea procurano all’io dell’uomo contemporaneo, è indispensabile che il politico del XXI secolo sviluppi e alleni una mente lucida, capace di concentrarsi per ore su un solo argomento, su una sola questione, senza balzellare ottusamente tra una comunicazione e un’altra, tra un’app e un’altra, attraverso la pornografia (più o meno esplicita) che i social ci offrono gratis a tutte le ore.
Il politico del XXI secolo dovrà capire che la nostra mente non ha il dono dell’ubiquità. Essa al contrario gode quando è concentrata, calma e riposata. È felice e lavora meglio quando ha la possibilità di trovare lunghi momenti in cui raccogliersi, in cui uscire con discrezione dall’euforia della condivisione social e della volgarità delle beghe politiche.
Una mente concentrata è necessaria per non farsi poi guidare da istinti superficiali, da pulsioni di potere e di vanagloria, dalla chiacchiera del nostro ego; e per elevare l’azione e la parola su frequenze della volontà più elevate.
- Una vita felice. Mi ha sempre fatto molta tristezza guardare la vita quotidiana dei politici: sballottati da una parte all’altra, tra una riunione internazionale e uno studio televisivo, tra un’inaugurazione della sede di un partito e una festa in un circolo privato, palleggiati incautamente dalla necessità di apparire.
Non credo che una vita così disordinata possa fare bene ad un uomo o ad una donna in generale; meno che mai ad una persona che deve prendere decisioni importanti per la collettività.
Una vita disciplinata e felice, in cui vivere lunghi momenti di gioia, dovrebbe essere oggi una condizione obbligatoria per chiunque voglia aspirare a incarichi pubblici. Lo stacanovismo che pretendiamo dai nostri governanti è certamente giusto, ma sarebbe assurdo pensare che essi siano macchine, prive di fragilità emotive o desideri relazionali.
Spesso sono attaccati quotidianamente da milioni di persone, con insulti pesanti e difficili da digerire. È per questo che un politico dovrebbe avere relazioni arricchenti, amici fedeli, un partner che lo sostenga, se possibile un lavoro interiore quotidiano che gli possa dare conforto e fiducia. La cultura del XXI secolo dovrà capire che non siamo solo una testa pensante, ma siamo ancora un corpo malato, un’anima ferita, una mente confusa, di cui dobbiamo prenderci cura, a tutti i livelli della piramide sociale. Senza questa radicalità della gioia, l’azione sarà sempre debole e inappagante.
- Grande coraggio. Non è il tempo oggi per politici mediocri, per chi pensa di potersela cavare con due o tre frasi ad effetto o qualche spolverata di buone intenzioni. La situazione sociale e direi esistenziale dei nostri tempi ci impone un coraggio intellettuale titanico: le mezze misure equivalgono a nessuna misura, i compromessi al ribasso equivalgono a una sconfitta definitiva.
In Europa, sull’ambiente, sull’organizzazione del lavoro, sulla demografia, sulle migrazioni, sono necessari intuizioni politiche straordinariamente audaci, direi spericolate, su cui giocarsi non solo la propria carriera politica ma anche la propria vita, il proprio destino, sottraendolo dalla fanghiglia della mediocrità politica.
- Visione di lungo periodo. Senza una visione di lungo periodo, fondata e credibile, il coraggio equivarrebbe alla follia. Ed è forse un pensiero veramente forte ciò che manca alla nostra politica. Finito il tempo delle ideologie, abbiamo creduto di poter risolvere il problema politico dell’umano con la competenza contabile dell’Europa dei ragionieri. L’essere umano anela invece ad una politica totalizzante, che lo coinvolga nel personale fino all’intestino, fino allo stomaco e fino al cuore, in un legame non solo intellettuale ma anche emotivo, spirituale, su cui fondare la propria esistenza.
Sicuramente l’esperienza dei totalitarismi del XX secolo hanno impresso nella memoria collettiva una comprensibile paura verso tutti i progetti politici di grande aspirazione. Tuttavia, è questo ciò che il nostro animo desidera. Ciò che dobbiamo fare è invece purificare e filtrare da ogni sorta di violenza e di prevaricazione i nostri pensieri politici, senza però privarli di quella forza ignea, indomabile, senza la quale non avrebbe significato lo stesso atto politico.
- Umiltà. Che bello sarebbe se avessimo leader politici un po’ umili. E quindi infinitamente sicuri di sé, che non devono dimostrare nulla a nessuno, non devono pretendere nulla, non hanno aspettative sulla loro performance, ma sanno vivere ogni momento con la nietzschiana fedeltà alla terra, all’humus, all’umano, all’umorismo, all’umiltà, che ti radica alla realtà e alla storia, e non ti fa perdere nelle insicurezze narcisistiche dell’etere.
La vera umiltà è la precondizione della grandezza. Per essere grandi oggi è necessario essere umili, e quindi accettarsi, riconoscere le proprie forze e le proprie debolezze, senza drammatizzare o farne una tragedia. Conoscersi con equanimità aiuta a fortificarsi, ad essere meno insicuro e quindi meno irruento e violento. Questa è l’umiltà richiesta alla donna e all’uomo politico di oggi.
Sono questi per me i contorni ideali del politico del XXI secolo: una persona salda e radicata, con un carattere umile e coraggioso, una mente precisa come una lama di coltello, un cuore felice e una visione travolgente, che sappia entusiasmarci e divertirci, guidando con forza la nostra generazione.
Alleluja!!!
Se esistessero ancora (….penso alle frattocchie e fenomeni similari) le scuole politiche questo identikit dovrebbe essere il banco di prova dei “candidati”.
Ciao Marco
Quello che hai delineato è un uomo che si è trasformato ed ha elevato il suo stato di coscienza. È un lungo lavoro che dovrebbe partire dai luoghi deputati alla formazione che hanno ben chiaro quale uomo dovrà sorgere.
Ognuno di noi è impegnato nei luoghi dove opera a trovare uomini e donne di buona volontà per portare avanti quest’opera.
In famiglia, nella scuola, nelle associazioni, nella chiesa occorrono persone che come dici tu con umiltà e coraggio ma soprattutto con percorsi di crescita umana e spirituale portino avanti questa “rinascita” questa nuova “umanità”.
È necessario però la condivisione con persone per aiutare e aiutarci a prendere cura di noi stessi e poi degli altri. Questo è un percorso/processo impegnativo ma che potrà portare a nuovi frutti.
Sto tentando di aggregare nella mia scuola un gruppo di insegnanti per condividere con loro un modo nuovo e diverso di “fare scuola” che possa partire dal bisogno di verità. I più deboli sono loro i ragazzi e gli adolescenti a noi è affidato il compito di relazionarci con loro per essere al loro fianco in questo periodo di individualismo materialismo e consumismo esasperato. Con loro costruire e porre le fondamenta ma prima di tutto siamo noi che dobbiamo cambiare il nostro sentire e formare una nuova mente.
Grazie per ciò che fai e per il sentiero che tracci.
Ciao Gabriele,
Capisco la tua reazione e allo stesso tempo ti suggerisco di VEDERE IL TUTTO PIÙ DALL’ ALTO.
IN ITALIA SIAMO I PIÙ AVANZATI NELLA TRASFORMAZIONE DA POLITICA BELLICA A NON BELLICA.
IN SOSTANZA I POLITICI STANNO VIVENDO SULLA LORO PELLE IL FATTO CHE O SI VINCE TUTTI O SI PERDE TUTTI
….. LE CATEGORIE VINCITORI E VINTI NON FUNZIONANO PIÙ !
cioè…. sono convinto che sia una situazione estremamente positiva perchè ognuno dei politici in questione si sta muovendo in una situazione molto fluida in cui non funzionano più le tattiche di prima e non sono ancora fissate le regole del poi. Siamo però già direi nell’Interregno!…
Un saluto
Luca
Caro Gabriele, tu proponi la politica non come potere o peggio come interesse personale, ma come anelito dell’essere umano dotato di forza ignea dentro una visione di lungo periodo.
Ma scrivi anche che è anelito “ad una politica totalizzante che lo coinvolga dall’intestino al cuore…” e aggiungi che “dobbiamo purificare e filtrare da ogni violenza i nostri pensieri”.
Concordo con gli aneliti alti e con la purificazione dalla violenza.
Ma una politica totalizzante distruggerebbe il quadro buono che proponi perchè quella modalità di far politica genera la violenza a monte:non basterebbe più la buona volontà di purificarsene a valle.
Una politica totalizzante ti stritola non solo l’intestino e il cuore ma anche la mente e la sua lucidità. Perciò essa è una belva che va tenuta alla catena e dietro sbarre invalicabili, perchè se la lascia libera, l’uomo diventa belluino.
Come mostrano le colate quotidiane di liquami che esondano dai “social”, dagli schermi dei talk show, e dalla “paurabbia” che è stata instillata nelle vene dei cittadini in anni di politiche confuse.
Per la maggior parte anche di noi praticanti di “DarsiPace”, la politica è in cima ai pensieri ed è patologica.
Temo che per molti venga prima del percorso iniziatico, e so che per alcuni la sua forza negativa è tale da rendere difficile perfino la meditazione.
Caro Luca, è vero che siamo avanti nel lottare contro la bellicosità, ma non basta elevarsi al di sopra dei partiti e delle politiche dei diversi governi.
Mi chiedo e vi chiedo:
Può il pensiero, da solo, aiutarci a creare la visione di lungo periodo che sognamo?
La politica può, da sola, rigenerare la politica, e generare i politici del XXI secolo che sognamo?
Ci sono profili di politici che possono essere un modello cui ispirarsi, perchè erano guide spirituali?
( Gandhi, Hammarskjold, De Gasperi, Shuman, Adenauer, La Pira, Mandela, King, Rugova)
Utile provocazione la tua, Gabriele, grazie. GianCarlo
Grazie caro Gabriele,
con Giancarlo, direi anche io che la tua è una “utile provocazione”.
Non si riflette mai abbastanza sul fatto che il politico non è una “macchina”, ma una persona, e come tale non può essere sempre sotto pressione ma deve trovare un tempo per recuperare il senso di quello che fa, ed anche il gusto di farlo, innestato in una vita buona, dove lui stesso possa lavorare verso l’integrità della propria persona.
Ma allargherei ancora il campo: perché questo a me che leggo, non pare semplicemente un elenco ragionato di qualità che dovrebbe avere il politico ideale, ma proprio l’uomo ideale – sia che lavori nelle aule di Montecitorio sia che serva i cappuccini in uno squassato bar di provincia (e non è detto che non possa spesso fare più del bene il secondo rispetto al primo, in termini di interazioni umane e capacità di relazione).
Certo che il profilo che tratteggi con bella visionarietà, in chiusura di post, “una persona salda e radicata, con un carattere umile e coraggioso, una mente precisa come una lama di coltello, un cuore felice e una visione travolgente, che sappia entusiasmarci e divertirci…” è così bello, vorrei dire, che non può che essere un traguardo “asintotico”, sempre un “già e non ancora”: non penso che molte persone vivano stabilmente questa condizione, si occupino di politica o meno (a me piacerebbe tanto, lo ammetto).
Questo non toglie forza al tuo post, assolutamente.
Dobbiamo infatti avere un obiettivo e sapere a cosa tendere. Poi sarà anche un “alto, meraviglioso fallimento” (per usare le parole di un poeta, Davide Rondoni), ma sarà meraviglioso perché avremo comunque qualcosa a cui tendere, e di conseguenza non saremo semplicemente prigionieri del cinismo spicciolo. Questo, fa tutta la differenza – ora e sempre.
Infine, alla assai interessante risposta di Giancarlo, quando dice che
<>
la mia personale opinione, è che a volte siamo tutti come tentati da una scorciatoia verso talune espressioni politiche o di governo che ci paiono più affini al nostro quadro mentale. Ma bisogna stare in guardia, la strada è lunga e non è una elezione o una crisi che potrà risolverla, né potrà far diventare veri i nostri sogni.
Non esiste una formazione politica perfetta, un governo perfetto, lo stiamo ben vedendo in questi giorni. Esiste la capacità di formulare speranze ragionevoli per il bene comune, e cercare chi meglio di altri può incarnarle. Sempre con grande laicità, vagliando caso per caso, persona per persona. E lasciando alla politica l’ambito che le spetta, ovvero di essere una parte importante dell’avventura umana. Una parte, non certo il tutto.
Grazie!
Scusate, per qualche motivo nella pubblicazione del mio commento, è stata elisa la citazione da Giancarlo, che doveva essere tra i simboli .
Provo a riproporla di seguito:
“Per la maggior parte anche di noi praticanti di “DarsiPace”, la politica è in cima ai pensieri ed è patologica.
Temo che per molti venga prima del percorso iniziatico, e so che per alcuni la sua forza negativa è tale da rendere difficile perfino la meditazione.”
Grazie.
Caro Gabriele questo post mi aiuta ad attraversare il momento confuso e preoccupante che viviamo stando nel presente, mantenendo viva la speranza attraverso il lavoro interiore.
Una politica non separata dalla interiorità richiede il coraggio della rivoluzione permanente, la perseverante decisione di rovesciare l’assetto egoico della mente nel quale ricadiamo spesso per imparare a pensare in ascolto, l’umiltà di indebolire il pensiero oggettivante per essere assorbiti dalle parole che ci portano fuori dalla nostra morte quotidiana.
Sono grata a te e a tutte le persone che mi aiutano a mantenere nella fatica quotidiana una visione più ampia e profonda per corrispondere all’Appello dello Sguardo, “gesto inapparente, minuscolo passaggio sempre da riattivare, cardine di questa Svolta che è al contempo un lampo, un’occhiata bruciante, un istante in cui ci voltiamo a guardare chi ci chiama e insieme un Evento millenario e scartavetrante in cui siamo calati.”
(M.Guzzi, L’Insurrezione dell’umanità nascente, pag.190)
Grazie!
Giuliana
Siamo sbalorditi ed euforici, abbattuto Salvini ci sentiamo salvi, abbiamo trovato la nostra salvezza nel governo di M5S e delle sinistre: Renzi “santo subito”.
Ma al tempo stesso siamo in contraddizione lacerante, abbiamo paura: siamo in piena confusione.
Questo è un governo legittimo secondo i canoni della democrazia rappresentativa, che i grillini adottano al 100%, in base alla Costituzione che abbiamo voluto conservare intatta col referendum.
Per avere governi eletti dal popolo e stabili, la mente lucida ha votato “si” al referendum sulla Costituzione ( anche se sappiamo che in realtà si è votato su Renzi ed il suo neoliberismo).
Così ieri le sinistre parlavano di inciucio tra le forze avverse M5S e Lega, ed oggi la Lega parla di inciucio tra M5S e PD che si odiano ferocemente.
Questa contraddizione basterebbe a mettere in discussione il nostro assetto mentale egoico, anche senza andare nelle profondità del percorso iniziatico, come ci ricorda Giuliana: riusciamo a farlo?
E’ questo il livello necessario per chi voglia essere praticante di DarsiPace e non solo militante politico. Ma se militante deve essere che almeno lo sia su “I presupposti di una rivoluzione democratica” di Marco Guzzi.
E allora scriviamo ed esprimiamo le nostre paure, i dubbi, le contraddizioni, la rabbia, le depressioni e le euforie ingiustificate, come se stesse accadendo un maremoto mentre sono solo increspature.
E’ sacrosanto quanto dice Gabriele sulla necessità di una visione di lungo periodo.
Essa postula la nobile arte del compromesso, indispensabile anche nelle relazioni umane perchè va contro lo strabordare dell’io egoico.
Perciò non si tratta di accettare o rifiutare il compromesso, ma di vedere con mente lucida il come, di vedere con coraggio in quale visione, di vedere per la “nuova umanità” quali gli obiettivi giusti.
Sant Agostino:”Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra”.
GianCarlo
Carissimi,
grazie a tutti per i commenti. Vorrei solo fare due precisazioni.
L’amministrazione politica è l’arte del possibile. La politica è l’arte dell’immaginazione.
Sminuire tutto alla prima è ciò che credo si sia fatto in questi decenni, in nome della ragionevolezza.
Dovremmo tenere insieme questi due filoni. La politica deve sognare, creare, immaginare alternative, visioni.
L’amministrazione deve tradurre questo in atti, in piccoli ma concreti passi. La politica deve alimentare. L’amministrazione dare costanza.
Per questo, in risposta a Marco C., credo che certamente possiamo avvicinarci all’amministrazione con la laicità e la prudenza. Tuttavia, lo scontro politico esiste, e forse dobbiamo solo riattivarlo riproponendo una visione nettamente alternativa. La politica è lo sbocco naturale della grande cultura.
Secondariamente, e in risposta anche a Giancarlo, capisco le perplessità sull’uso della parola totalizzante. Tuttavia, a freddo, la riuserei. Il lavoro spirituale, come scrive bene Giuliana, ci impone un costante “decisione di rovesciare l’assetto egoico della mente”: c’è qualcosa di meno totalizzante di questo?
Una volta che si assaggia il gusto della vita spirituale, lo si vuole sempre, e sempre di più. E’ questo ciò che credo che OGGI significhi totalizzante. E allora possiamo chiedere ad un politico iniziato, che vive questa esperienza, di scinderla dalla sua azione politica? Possiamo chiedergli di adottare gli algidi strumenti della mediocrità?
Io sosterrei proprio il contrario. Dobbiamo benedirlo e ringraziarlo, affinché il suo anelito di radicalità sia forte e fiducioso. Sia certo pronto alla pazienza, ma senza compromesso, puntando sempre in alto l’antenna dell’ispirazione.
Questa sfida credo la possiamo capire solo nella pratica e nello studio, che sono le due grandi e uniche sorgenti affidabili.
Un caro abbraccio
Gabriele
Caro Gabriele,
Concordo che sia totalizzante la vita spirituale e che lo sia il percorso iniziatico che costituiscono il contenitore entro il cui spazio noi viviamo le diverse dimensioni della vita. Tra di esse la politica deve esserci ma in posizione subordinata e ancillare. È solo l’afflato messianico che è totalizzante, anche per il politico iniziato.
Con la distinzione che hai fatto tra ispirazione della politica e amministrazione della politica possiamo tenere insieme la dimensione totalizzante con la nobile arte del compromesso.
Che è cosa totalmente diversa dalla ricerca dell’ interesse di questo o quell’uomo politico o dell’interesse di questo o quel partito politico.
GianCarlo