OLTRE LA POSTMODERNITA’

Commenti

  1. Giuliana Martina dice

    Il tuo post, cara Antonietta, e il precedente di Gabriele in questo momento politico mi regalano un respiro più calmo che mi porta nel luogo in cui riesco a guardare le mie paure, ad accoglierle, a non darla vinta a pensieri spietati distruttivi che non hanno la forza di costruire nulla di nuovo.

    Pensieri di una ragione sfibrata, esaurita, bisognosa di ritrovare quiete e silenzio per riconoscere e scrollarsi di dosso messaggi interiorizzati quasi senza accorgersene “non cercare più nessuna verità, godi della fluidità di questi tempi, inebriati di questa spietata precarietà. Sei finalmente libero da ogni vera responsabilità che vada oltre a te stesso e il tuo piccolo mondo personale. Risparmiati la sofferenza di cercare altro e gusta fino in fondo il sapore dolciastro di questo sfinimento.”

    Una ragione che sappia tornare a fidarsi nella benevolenza della vita, a coniugarsi alla fede.

    E’ questa coniugazione che ho respirato e continuo a respirare in Darsi pace dove sto re-imparando a parlare, a pensare, a studiare, a pregare, ad uscire piano piano dal senso di isolamento e di impotenza e ad abitare il luogo interiore in cui aprirmi all’ascolto di una parola che spiazza ogni certezza ed ha la forza di creare quando la ragione si abbandona all’Evento.

    Ma per farlo deve rinunciare al suo spazio ristretto e comprendere che “ la rinuncia non è abdicazione ad una richiesta, bensì il trasformarsi del dire nell’eco di un dire originario, eco del suono segreto, ineffabile, come di canto.” (M.Heiddeger)

    Grazie in un abbraccio, Giuliana

  2. Densissimo post, cara Antonietta, ricco di spunti su cui riflettere…grazie!
    E poi concordo con Giuliana a proposito del bisogno di un “respiro più calmo” che molti di noi avvertono in questo momento politico così convulso e caotico.
    Spesso è difficile prenderne le distanze ma è la sola cosa sensata da fare se non vogliamo esserne fagocitati.
    Proprio in momenti come questi è utile ‘tornare a casa’, in quel luogo interiore dove l’ “eco di un dire originario” può indicarci una nuova strada.
    mcarla

  3. Grazie Antonietta, molto interessante! Grandi cambiamenti avverranno di sicuro( come dice Marco). Cerchiamo tutti insieme di far sì che più persone siano pronte, noi per primi! Buon lavoro a tutti….

  4. ivano caminada dice

    Grazie Antonietta per questo stimolo molto efficace per pensare il mondo e pensarci in questo presente storico. Ci lavorerò, con lo spirito calmo e fiducioso che stiamo conoscendo , per la consapevolezza dello spirito , liberante e rivoluzionario che è nella fede cristica e orientativa di Darsi Pace .

  5. Grazie Antonietta per questo articolo, che ho letto e riletto, così denso di concetti a cui hai dedicato sicuramente molto tempo e pensiero.
    Senza queste riflessioni storiche e le successive decisioni politiche si rischia di ridurre Darsi Pace a un luogo dove rifugiarsi per dimenticare le brutture del mondo.

    Un caro saluto

  6. Grazie per questa lucida sintesi e per la fiducia nel percorso che insieme cerchiamo di compiere nei gruppi. Lucidità, forza, speranza…non poca cosa che emerge dal tuo scritto. Buon lavoro

  7. Luca Cimichella dice

    Grazie, cara Antonietta, per questo bel lavoro di sintesi creativa. Il bello è che la grande filosofia, a partire già da Schopenhauer e Nietzsche, aveva già intravisto e denunciato il pericolo distruttivo e nichilistico della Modernità. D’altra parte è proprio Heidegger colui che ancora oggi ci precede nella profondità di penetrazione di questo mistero, la fine dell’Occidente e i primi albori di un altro Inizio. Heidegger ad esempio ci dice che per entrare spiritualmente in questa dinamica, dobbiamo cessare anche di pensare che la modernità sia qualcosa da oltre-passare. Piuttosto si tratta di un ri-avvolgimento in sé (Verwindung) del nostro essere, un mettersi in ascolto delle fonti stesse dell’Essere lasciando che queste ultime parlino da sé, accadano poeticamente come Inizio nuovamente rivelato della storia. La grandezza di Darsi Pace è di aver raccolto il testimone di questa eredità, e di avere incominciato a penetrare in questo portale attraverso pratiche condivise e cammini umili di trans-formazione. Ecco perché in fondo credo che noi, come praticanti, abbiamo tutta la storia davanti.

    Grazie ancora, un saluto,
    Luca. –

  8. Benigno Belotti dice

    Grazie di cuore , cara Antonietta, per questa tua nuova “fatica” che, come quella che già abbiamo avuto modo di apprezzare lo scorso ottobre, contribuisce a portare un po’ di luce nel caotico magma culturale di questi ultimi decenni. Si avverte subito il grande, meticoloso lavoro che sta dietro l’apparente semplicità e schematicità del tuo scritto, e questo lo rende ancora più prezioso. Anche questo, come il precedente, l’ho già riletto e posto nei “preferiti”.
    Di nuovo grazie! E un caro saluto
    Benigno

  9. Antonietta Valentini dice

    Grazie per la vostra lettura e per il vostro interesse.
    La parte culturale del lavoro di Darsi Pace a volta rischia di essere messa in secondo piano dall’urgenza del nostro personalissimo caos interiore.
    Il lavoro di autoconoscimento e le scoperte delle nostre distorsioni psicologiche ci concentrano molto su noi stessi, con il rischio di sottovalutare lo scenario dentro cui viviamo, pensiamo, agiamo.
    Credo sia importante aiutarci a vicenda a capire questa grande scena culturale, per iniziare a contestarne i presupposti che non reggono più.
    Questo lavoro di smascheramento, che Marco Guzzi porta avanti da anni con coraggio, sostiene il nostro lavoro interiore: è una direzione di senso che a me dà sempre respiro, gioia ed energia nuova.
    Un abbraccio a tutti!
    Antonietta

  10. GianCarlo Salvoldi dice

    Cara Antonietta, il tuo è un lavoro prezioso per chiarezza sintesi ed efficacia. Mi cala profondamente nella realtà della crisi culturale dell’ oggi con i suoi interrogativi e vuoti da capogiro, ma al tempo stesso mi ricollega continuamente ai “presupposti” e alla fonte dell’Essere.
    Così mi ricordo di stare anche in ascolto e in silenzio senza lasciarmi travolgere subito dal frastuono dell’attualità disperata nei campi della sociologia della economia e della politica.
    Abbiamo la forza della Speranza che ha dato tanta vita e ci chiama a dare la tanta altra che c’e’.
    Grazie a te e buon lavoro a tutti i praticanti “DarsiPace”.
    GianCarlo

  11. Antonietta Valentini dice

    Grazie Giancarlo! La Speranza che abbiamo è fondata, non solo spiritualmente, ma anche a livello razionale e storico. Già questo ci aiuta a mantenere la rotta, e a proseguire il viaggio con fiducia.
    Un abbraccio
    Antonietta

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  1. […] una non-cultura o non-visione del mondo, perché anche questa negazione continua che noi chiamiamo postmodernità è in realtà una cultura ben precisa, che ha una sua visione dell’uomo, di Dio e del mondo. […]

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