In occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), pubblichiamo alcune brevi riflessioni di Marco Guzzi sul confronto tra le spiritualità, svolte a margine dell’incontro con i sacerdoti del Santuario Romano del Divino Amore nel novembre scorso.
Conoscenza e amore: queste le condizioni per un vero dialogo e per un rapporto tra praticanti di diverse religioni che non sfoci immediatamente nel conflitto e nell’affermazione della propria superiorità.
Una relazionalità che non rinunci alle differenze e non pretenda di ridurre l’altro ai propri parametri.
Così anche l’annuncio cristiano, depurato da secolari sovrastrutture belliche, potrà risplendere sempre più nella verità di una scelta che non esclude e di un compimento donato agli uomini e alle donne di tutti i tempi.
Buona visione!
Ho molto apprezzato l’atteggiamento di reale rispetto che emerge potente dalle parole di Marco. Troppo spesso ci troviamo di fronte ad atteggiamenti ostili o di “falsa condiscendenza” verso le altre confessioni religiose e le loro pratiche, atteggiamenti che non hanno – almeno da molto tempo – riscontro oggettivo nel Magistero, ma sono ben connessi alla parte egoica del nostro agire.
Ho sempre pensato che, per esempio, certe ansiose “demonizzazioni” dello Yoga non giovino affatto, non tanto al dialogo con le pratica spirituali diverse, ma soprattutto al cristianesimo: tante persone di fronte a queste espressioni così “fuori dal tempo” percepiscono l’essere cristiani come un arroccarsi in difesa senza alcuna vera gioia, ne vengono certamente allontanati.
Marco ha ragione da vendere, se l’evidenza è che ci sono corsi di Yoga in ogni quartiere, anche quelli più popolari, non possiamo non interrogarci, e profondamente. E rapportarci con l’altro, con tutto ciò che è altro, in maniera amichevole e profondamente rispettosa.
Vedendo il video, mi è tornato alla mente (alla mia mente educata in un certo percorso) il rispetto che aveva Giussani per il buddismo. Chiamato a parlare della sua fede, la nostra fede, dandone testimonianza, rivolge ai monaci buddisti un “Mi perdonate quest’ultima testimonianza…”, dunque sommamente attento e rispettoso.
https://it.clonline.org/tracce/pagina-uno/una-chiarezza-di-fede-di-fronte-al-buddismo-migliore
Questo ha fatto sì che si creasse una amicizia solidissima con alcuni monaci. Giusto un esempio di come diversi cammini possano interagire tra loro, senza mai stemperare o svendere la Verità (quella stessa che ci chiede di entrare in relazione).
Grazie.
Grazie Marco