Liberazione interiore e azione politica

Commenti

  1. Sergio Fabbri dice

    Cara Antonietta,

    grazie per la tua lucidissima analisi e per la chiarezza dei concetti espressi.

    In effetti, quando mi capita di discutere con conoscenti o amici che per la prima volta si avvicinano alla proposta di Darsi Pace e sentono Marco Guzzi parlare, spesso commentano: “Sì, tutto molto bello… Analisi pienamente condivisibile. Ma qual è la proposta in senso sociale e politico? Che cosa propone di fare nella realtà?” Dicono così in particolare se si tratta di persone che in passato si sono impegnate in attività di aiuto, concreto ed esterno.

    A costoro suggerire di iniziare a cambiare se stessi dall’interno sembra un voler perdere tempo, perché intanto il mondo va in rovina. Non hanno la forza di ammettere che il cambiamento interiore è quello più difficile da effettuare: soffrono troppo e non hanno la spinta necessaria per guardare nel proprio cuore e riconoscere le maschere dietro le quali agiamo. Sperano che i cambiamenti possano avvenire dal di fuori, miracolosamente.

    Per questo, il tuo scritto illustra molto bene la prospettiva, l’unica credo, rispetto alla quale possiamo metterci in cammino e fare qualcosa davvero di efficace.

    Volevo solo aggiungere, dal basso, un commento alla tua frase: «Non conosco i tempi di questa redenzione, ma nella fede so che avverrà, anche se in questa vita potrei non vederne i frutti.» Che presa di per sé sembra avere una connotazione… malinconica.

    Nella mia esperienza personale trovo conforto nel fatto che, nella consapevolezza di attraversare tempi “apocalittici”, è proprio la possibilità di cambiare interiormente, anzi di ribaltare la visione di sé e del mondo, a rendere possibile l’attualità dell’utopia, il suo essere già in atto. Ciò che si può realizzare è in un certo senso… già realizzato! Il progetto di un mondo – e quindi di un me stesso – diverso e non più scisso è vivo nel presente, non in futuro lontanissimo di cui nulla possiamo sapere. Quei piccoli passi a cui fai cenno, in verità, sono passi enormi che comunque avvicinano – e anzi realizzano – la fine dei tempi. Del resto, se abbiamo resistito a una cultura super-egoica millenaria, vuol dire che il miracolo è già in atto.

    Un abbraccio e grazie di nuovo.

    Sergio

  2. giancarlo salvoldi dice

    Cara Antonietta,
    mi hai spinto a rileggere il tuo post “Oltre la postmodernità”, prezioso.

    A livello culturale siamo davanti ad un’alternativa secca evidenziata da due espressioni, che vengono fatte apparire come sinonimi, ma che sintetizzano due visioni del mondo diametralmente opposte: una è “noi e gli animali”, l’altra è “noi e gli altri animali”.

    “Noi e gli animali” è cultura e linguaggio che usavamo fino a tutto il Novecento quando anche i materialisti distinguevano tra persona e animale.

    “Noi e gli altri animali” significa che l’essere umano è un animale come tutti gli altri, è solo una bestia, o peggio un sacco di chimica.
    E’ espressione coniata recentemente con sottile astuzia, buttata là con nonchalance dagli animalisti, e che è diventata il convoglio potente che porta moltissimi occidentali, innamorati dei pur ottimi cani e gatti, a non distinguere più tra persona ed animale, e li spinge verso il nihilismo e la rassegnazione alla mancanza di senso di sè stessi e del mondo.

    Ho portato l’esempio di queste due espressioni per consentire con te che il campo in cui si gioca una partita decisiva è quello della cultura.

    E per confermare che dentro quel campo il linguaggio ha un peso enorme, non solo per i neologismi proposti, ma per il modo mascherato e subliminale con cui essi veicolano un nuovo modo di pensare.

    Con ciò vorrei evidenziare che il prerequisito per un’azione politica volta ad una rivoluzione democratica è un percorso iniziatico “personale e collettivo” del tipo di quello che pratichiamo.

    E che a sua volta c’è un prerequisito al percorso iniziatico di “liberazione interiore”, costituito da un lavoro sulla cultura neoliberista dominante, materialista e nihilista, che ci vuole atomizzati, globalmente omologati, e disperati, e che è efficace, come drammaticamente confermano le culle vuote del nostro inverno demografico.

    Tale cultura è figlia di quelle che nel XX secolo hanno tentato in ogni modo, attraverso le dittature nazifasciste e comuniste, di soffocare la spiritualità e cancellarla dalla faccia della terra: ma non ci sono riuscite, né potevano riuscirci, perchè l’anelito umano alla spiritualità è insopprimibile.

    Noi abbiamo speranza grande e per due buoni motivi.

    Infatti tu citi Mordacci e il suo libro “La condizione neomoderna”, ed io mi propongo di leggere “Verso la convergenza” di Teilhard de Chardin: ciò significa che il pensiero profondo e fecondo continua a germogliare.

    Ma soprattutto noi stiamo sperimentando la realtà e l’efficacia del percorso iniziatico di “liberazione interiore”, e questo ci garantisce che anche la “trasformazione del mondo” è possibile.

    Attraverso quali forme politiche e partitiche è importante ma secondario.

    Ti sono grato per questo tuo contributo, GianCarlo

  3. Benigno Belotti dice

    Cara Antonietta,
    ti sono profondamente grato per questo tuo post tanto leggero, arioso e umile nello stile, quanto preciso, puntuale e profondo nel contenuto. Leggerti è un piacere per la mente, oltre che per l’anima, e forse per questo a metà lettura mi sono arrivate alla coscienza queste parole di una vecchia canzone di A. Minghi:” … che bel tempo sei tu!”. Continua, per favore, a svolgere questo prezioso ruolo di “autocoscienza” di Darsi Pace, lo ritengo molto utile.
    Nel merito, mi sentirei di aggiungere solo questa considerazione: coltiviamo e intensifichiamo la preghiera, questa “cosa” così misteriosa e così potente, miracolosa direi, nella conversione di noi stessi e del mondo!
    Di nuovo grazie, e un abbraccio affettuoso
    Benigno

  4. Giuliana Martina dice

    Grazie, cara Antonietta, per la tua riflessione di ampio e profondo respiro sul pensiero che anima il laboratorio Darsi pace.

    Un miracolo per me esservi approdata e sperimentare ogni giorno che la liberazione interiore è anche trasformazione del mondo.

    Questo mondo ci vuole subalterni, deboli e schiavi, è necessario studiare per capire cosa il pensiero ha pensato prima di noi se vogliamo davvero andare avanti e non ripetere le cose già dette. Ma ampliare lo sguardo richiede al contempo di approfondire la conoscenza di noi stessi per scoprire che al di là delle nostre ombre incontriamo la luce che ci dona nuova energia e ci consente di tornare più fiduciosi nella relazione con gli altri.

    Ricominciamo da noi stessi per diventare più consapevoli di essere già dentro una grandiosa avventura comune, quella che dà inizio alla storia dell’uomo veramente uomo, dell’uomo finalmente libero dall’ istinto preumano del dominio.
    (E. Balducci, La terra del tramonto, pag. 12)

  5. Claudio Rampazzi dice

    Ho letto con estremo interesse quanto condiviso da Antonietta e di seguito anche i commenti dei compagni di viaggio, che ho molto apprezzato. Proprio oggi mio figlio compie venticinque anni, è a lui ed ai ragazzi della sua generazione e a quelli della generazione ancora precedente che va il mio pensiero. Antonietta si chiede…”Come si cambia in meglio la società in cui viviamo? Come si migliorano le condizioni di vita di una comunità di persone?”…la mia risposta è ridando voce e futuro ai nostri ragazzi. Mentre noi abbiamo intrapreso la via della liberazione interiore e contribuiamo al bene comune nei modi più confacenti, i ragazzi occidentali vagano nelle nebbie di un sistema sociale, politico e culturale che attinge da loro energie e creatività offrendo in cambio lavori mortificanti e sotto pagati. Gli stati depressivi e l’ansia sono oramai diffusissimi tra i giovani, per non parlare di alcool e droga. Allora mi chiedo, quanto tempo ancora impiegheremo prima di poter arrivare alla fase che Antonietta ha evidenziato giustamente in rosso, come il colore di una spia d’allarme, prima di riuscire a promulgare nuove politiche economiche e sociali per ridare speranza ai giovani? Secondo me la sfida più grande sarà la riforma scolastica e delle università, insomma di tutto il sistema educativo/culturale che oggi soccombe sotto i colpi mediatici e della pubblicità alienante. La crisi che stiamo vivendo non è congiunturale, ma deriva dalla naturale conseguenza delle regole economiche e politiche che sono state poste a fondamento della vita sociale. Tutte le crisi, seppur dolorose, sono anche delle opportunità. Occorre sviluppare nuovi pensieri, pensieri pratici in grado di dare risposte efficaci ai problemi. Questo è un compito per giovani menti, per chi oggi è al massimo della potenza creativa e sente scorrere il fuoco nelle vene. L’invito pertanto è quello di sostenere i nostri ragazzi, di prestare loro attenzione e ascolto profondo, affiancandoli nelle loro iniziative, quando sentiamo che sono dettate da quella Sorgente che è in ognuno di noi..”Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza””. (Gv. 10,10).

  6. Cara Antonietta,

    sì assolutamente sì. L’essere umano al centro, è ripartire nel compito bello e difficile (quasi come amare) di umanizzare la società, liberarci progressivamente da questo regime tecnocratico/pubblicitario e ascoltare il cuore, le emozioni, come luogo dove non può esserci menzogna, dove l’essere umano veramente ci parla del suo anelito, della sua fame di senso che nessun prodotto e nessun consiglio per gli acquisti può placare.

    Mi pare che ogni personalità autenticamente spirituale si trovi naturalmente in risonanza su questi temi, e questo alla fine ci consegna la speranza e anche un sorriso, perché nonostante tutto il cuore dell’uomo è irriducibile e sempre chiama e cerca la strada per una autentica liberazione. Personalmente trovo molte di queste istanze nel pensiero di don Giussani e certo molti potrebbero portare altre analoghe suggestioni e concordanze.

    Prima che dividerci sulle sigle politiche o sulle singole iniziative (che aprono necessariamente e beneficamente ad un ventaglio di opinioni), dunque, siamo uniti a livello più profondo, nel lavoro paziente per una nuova umanità, lavoro che compiamo nonostante le nostre immense fragilità, ma lieti che “Volle venire Colui che si sarebbe potuto accontentare di aiutarci” come dice San Bernardo.

    Un abbraccio.

  7. Ringrazio Antonietta per esprimere la sua bella e anche concreta speranza, nutrita una fede piena di spirito e di umanità. Al primo anno di frequentazione di Darsi pace, io ho le stesse speranze ma non la stessa fede, nel senso di fede cristiana /fiducia. Ma riconosco che abbiamo (ed ho) un bisogno primario di questo slancio, che riafferma la profonda radice umana della storia e l’irriducibile aspirazione umana al senso e all’infinito.

  8. ivano caminada dice

    Grazie Antonietta, hai reso un grande servizio a tutti noi, con questa tua ri-capitolazione, fedele, gentile e leggera del percorso iniziatico di Darsi Pace. e che solo un cuore liberato come il tuo poteva fare .

    Personalmente era quanto andavo cercando di fare tra me e me, per ri-motivare il mio lavoro iniziatico, giunto al punto in cui ci si confronta con le nostre in-capacità di amare.
    Andavo arrabattandomi , tra i miei appunti e le mie nebbie, per cogliere il filo di senso del percorso fino ad oggi svolto, mentre ecco la sorpresa del tuo straordinario dono, giunto puntuale e sincronico con il mio attuale vissuto, riassunto in quanta tua frase : “ per andare avanti bisogna ri-capire, ogni volta di nuovo, come siamo arrivati fin qui” .

    E questo tornare per ri-capire vale anche per tutto il percorso della mia vita, spesso sfuggita, e che solo a ritroso posso oggi meglio comprenderne. Lo vado scoprendo con sgomento e con speranza nel suo senso più umano , grato a questo percorso iniziatico, che davvero, sempre meglio comprendo, dopo abissali paure, nella sua gentilezza benevola che a noi si offre come la nostra rivoluzione interiore.

    Una rivoluzione che gioiosamente scova e ci libera dalla nostre abituali strutture negative, svelandone i segreti e le distorsioni, fino a scoprire in noi : “ un nuovo modo di essere nel mondo “ con uno sguardo più libero , fiducioso e creativo, cosa che anche la politica dovrà tenerne conto.

    In questo spirito rinnovato e risvegliato da te, continuerò il mio cammino telematico ma fortemente unito nell’Uno spirito di vita che a tutti noi , sempre amorevole si offre , nel suo esserci per noi, e nonostante le nostre , le mie , resistenze.
    Un caro saluto a tutti i commentatori che arricchiscono il bel lavoro di Antonietta, d’accordo nel proclamarla ” auto-coscienza di Darsi Pace 2020 !”
    Ivano

  9. Grazie cara Antonietta,
    da tempo riconosco in te la chiarezza di concetti complessi soprattutto quando si entra nell’area della politica. È un’area in cui è necessario entrarci a piedi scalzi certi che non ci importa più di imporre una nostra idea, ne’ di contrapporsi agli altri perché tutto questo è il vecchio modo di essere improntato sullo stato difensivo e di attacco.
    Senza un lavoro interiore serio non possiamo avvicinarci a questo campo.
    E neppure senza il riconoscimento dell Assoluto che continua a condurre la vita anche in mezzo alle catastrofi più grandi, noi possiamo portare una parola che sia vera, duratura ma anche calma e gentile. Pierre Teilhard de Charden in prima linea durante la guerra del 14′, mentre i suoi amici gli morivano sotto gli occhi ascoltava il cinguettio degli uccelli, guardava la luna ed intuiva il futuro del mondo in evoluzione. Come avrebbe potuto se non fosse stato per la sua immane fede ?
    Con queste due ali che ci sorreggono, lavoro interiore e fede in Cristo possiamo inoltrarsi in ogni ambito con grande umiltà ma anche forte decisione per aprire una breccia alla ricerca di quel senso della vita che si fa piccola nel vicinato di dove abitiamo o lavoriamo e grande negli ambiti pubblici, amministrativi, ma che sempre richiede le stesse cose: di essere riconosciuti e rispettati nel nostro essere persone umane senza dismisure così sproporzionate fra gli uni e gli altri e nell apertura per tutti di una vita ricca di relazioni e creatività per il bene sociale e personale.

  10. Silvia Chiminelli dice

    Grazie ad Antonietta e un grazie a tutti quelli che hanno postato commenti.
    Un cambiamento anche se faticoso e doloroso con il vostro sostegno e contributo e’ possibile.
    Mi basta sentire questo per sentirmi meglio.

  11. Antonietta Valentini dice

    Ringrazio tutti per i commenti e spero che possiamo continuare a sentire insieme la speranza e la gioia di questo pensiero, che contesta e costruisce allo stesso tempo.
    Secondo me è proprio la solidità di questo modo di pensare, di studiare e poi di credere e agire che farà la differenza.
    Auguro a me e a voi di continuare ad affrontare con il nostro metodo iniziatico anche i temi più complessi, i nostri “interiori” e quelli del mondo.
    Un caro saluto
    Antonietta

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  1. […] Un secondo estratto sarà pubblicato lunedì prossimo su YouTube e verterà sui cerchi concentrici della Rivoluzione: la necessità che una politica veramente evolutiva si fondi su una rinnovamento della cultura, che a sua volta non può che radicarsi in un serio percorso spirituale, una iniziazione che possa rianimare e dare energia messianica alla spinta di trasformazione del mondo. Come ha spiegato bene Antonietta Valentini nel suo recente post Liberazione interiore e azione politica […]

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