Siamo in un momento particolare della Settimana Santa, il giovedì che precede la domenica di Pasqua: giorno ultimo di Quaresima e al contempo primo giorno del Triduo Pasquale.
Giorno di sospensione e di passaggio, nel quale si sosta in silenziosa attesa di ciò che deve accadere.
E’ un tempo opportuno per concedersi l’ascolto guidato di un brano musicale scelto con cura speciale: 40 minuti da dedicare ad un’esperienza che dall’abisso e dalla sofferenza per la lontananza dalla fiamma viva d’amore conduce alla gioia dell’unione mistica e all’esultanza per la luce consolatrice che il Cristo Risorto porta nel cuore del mondo.
Autrice dell’articolata riflessione che ci invita a questo ascolto è Silvia Rambaldi, concertista, docente di clavicembalo in conservatorio, specializzata nella musica antica e nel canto gregoriano.
Oltre ad essere una formatrice dei Gruppi Darsi Pace.
Buona lettura e, a seguire, buon ascolto!
In questi giorni trovo molto appagante aver tempo per leggere alcuni libri su J. S. Bach che ho acquistato recentemente. Da tempo infatti desidero indagare i rapporti tra la musica del compositore e il pensiero di Darsi Pace. Leggendo la più recente pubblicazione di Sergio Vartolo[i] ho trovato alcuni interessanti riferimenti alla Cantata BWV 21. Vi propongo l’esito di alcune mie riflessioni su questo brano.
Una delle più belle cantate di J. S. Bach, Il mio cuore era pieno di afflizione (BWV 21), fu composta a Weimar nel 1713, eseguita nella terza domenica dopo la Trinità il 17 giugno 1714 e più volte rivista, ampliata ed eseguita. Definita dal compositore ‘Per ogni Tempo’, è un’opera profondamente commovente che può aiutarci in questo delicato momento di emergenza.
L’ampia composizione, dopo una toccante Sinfonia iniziale, presenta dieci sezioni vocali. E’ divisa in due parti. La partitura della versione del 1723 è per solisti, coro, trombe, timpani, oboe, fagotto, archi e basso continuo.
Il testo è attribuito a Salomo Franck, il bibliotecario e poeta di corte di Weimar, autore dei testi della maggior parte delle cantate di Bach composte alla corte ducale tra il 1714 e il 1716.
«Peculiare della struttura di questa cantata è l’inserimento di quattro cori cui è affidata l’intonazione di versetti biblici tratti da salmi»[ii]:
Il testo del primo coro (n. 2) è tratto dal Salmo 94, v.19:
Il mio cuore era pieno di afflizione;
ma le tue consolazioni dilettano la mia anima[iii].
Il testo del secondo coro (n. 6) è tratto dal Salmo 42, v. 12[iv]:
Perché ti rattristi anima mia,
perché ti agiti in me? Spera in Dio:
ancora potrò lodarlo, lui,
salvezza del mio volto e mio Dio.`
Il testo del terzo coro (n. 9) è tratto dal Salmo 116, v. 7:
Ritorna, anima mia al tuo riposo,
perché il Signore ti ha beneficato.
Il coro conclusivo della cantata (n. 11, testo tratto dall’Apocalisse 5, vv. 12-13) esprime la lode a Dio: è il compimento di un percorso spirituale che, da uno stato d’animo di tristezza e angoscia, raggiunge la sublimazione della gioia.
Possiamo facilmente trovare il brano su YouTube, digitando ‘Cantata BWV 21’: metto come esempio i link ad alcune belle esecuzioni, avvertendo di prendervi un po’ di tempo per questo ascolto che dura una quarantina di minuti e vi donerà bei momenti, da assaporare nella giusta quiete. Per chi avesse il desiderio di ascoltare il brano con testo in tedesco e traduzione a fronte, il link è il seguente: https://www.bach-cantatas.com/Texts/BWV21-Ita6.htm
https://www.youtube.com/watch?v=luvMD7aI_Ws&t=1586s
https://www.youtube.com/watch?v=ln9MBa8lXV4
https://www.youtube.com/watch?v=wvSXPyceaQY
Prima di addentrarci nell’ascolto della cantata, vediamo in dettaglio come si articola il testo che – se lo leggiamo in stato meditativo – ci può aiutare a trovare in noi stessi quella quiete di cui abbiamo sempre bisogno.
Dopo la sinfonia di apertura (n.1) in cui l’oboe e gli archi ci introducono nello stato d’animo doloroso, che caratterizza la maggior parte della cantata, ascoltiamo il magnifico coro in due parti – una sezione di apertura fugata cui succede una vivace sezione più libera – sul testo del Salmo 94 che, come abbiamo visto prima, esprime il ‘programma’ della cantata:
Nel mio intimo si accresceva la preoccupazione[v],
ma le Tue consolazioni dilettano la mia anima.
Notiamo che nella musica c’è una fermata tra le due sezioni, una lunga espressiva ed intenzionale fermata (adagio) sulla parola aber (ma), ad indicare la fiducia nell’azione di Dio.
Le linee melodiche struggenti della prima aria con ‘da capo’[vi] per soprano in dialogo con l’oboe (n. 3) ci permettono di leggere con partecipazione il testo che sembra scritto proprio per noi, ora.
Sospiri, lacrime, tristezza, miseria,
ansia timorosa, paura e morte
rodono il mio cuore oppresso,
sono pieno di afflizione e miseria.
Il lungo recitativo[vii] che segue (n. 4, tenore accompagnato dagli archi) è un grido di aiuto: chi si lamenta è scoraggiato, ma ugualmente chiede aiuto. Il tenore poi canta un’aria (n. 5) in cui i torrenti delle lacrime versate sono messi a confronto con i mari tempestosi: il protagonista ha raggiunto ‘la profondità dell’inferno’, l’abisso della propria disperazione.
Come hai potuto, mio Dio, nella mia miseria, nel mio timore e nel mio scoraggiamento,
voltarmi le spalle?
Ah! Non conosci più il Tuo figliolo?
Ah! Non odi il pianto di coloro che ti sono uniti per vincolo di fede?
Tu eri la mia delizia e mi sei divenuto crudele.
Ti cerco in ogni luogo, Ti chiamo e Ti reclamo con alte grida.
Ma non sento che il mio pianto ed i miei lamenti!
Sembra che tu non mi oda!
Fiotti di lacrime amare, non cessano di scorrere.
Tempeste e ondate mi feriscono e questo mare di tribolazioni
vuole indebolire il mio spirito e la mia vita.
Albero maestoso ed àncora stanno per cedere, sprofondo nell’abisso
da dove contemplo la profondità dell’inferno.
La prima parte si conclude con un coro edificante e consolatorio il cui testo è tratto dalle parole di apertura del Salmo 42 che abbiamo letto all’inizio: i testi dei brani cantati dal coro hanno la funzione di calmare e infondere fiducia e speranza in Dio (n. 6).
Perché ti rattristi anima mia,
perché ti agiti in me? Spera in Dio:
ancora potrò lodarlo, lui,
salvezza del mio volto e mio Dio
La seconda parte (dopo il sermone) si svolge in forma di dialogo tra l’Anima (soprano) e Gesù (basso), una forma di drammatizzazione spesso impiegata da Bach. Qui l’anima, che invoca Gesù nei suoi momenti più bui, viene esaudita con la promessa di luce e salvezza, in uno splendido recitativo (n. 7) seguìto da un’aria piena di calore (n. 8). Leggiamo integralmente il bellissimo dialogo interiore che culmina nell’affermazione di Gesù: ‘qui, nell’abisso di ferite, ti sarà data la salvezza’:
Recitativo [Soprano (Anima), Basso (Gesù)]
Anima: Oh Gesù, mia pace, mia luce, dove sei?
Gesù: Oh anima guarda! Sono qui accanto a te
Anima: Accanto a me? Qui non c’è che la nera notte.
Gesù: Io sono il tuo amico fedele, che veglia anche nelle tenebre, dove abitano solo i malfattori.
Anima: Irrompi dunque con il tuo splendore e luce consolatrice.
Gesù: Si approssima l’ora, in cui il coronamento della tua battaglia sará per te dolce consolazione.
Ária (Duetto) – Soprano (Anima), Basso (Gesù)
Anima: Vieni, mio Gesù, a confortarmi,
Gesù: Si, io vengo a confortarti
Anima: e gioire del tuo sguardo,
Gesù: con il mio sguardo di grazia
Anima: Quest’anima,
Gesù: La tua anima
Anima: Che deve morire
Gesù: Che deve vivere
Anima: E non vivere
Gesù: E non morire
Anima: Nel suo abisso di disgrazia
Gesù: Qui, nell’abisso di ferite
Anima: e perdersi completamente
Gesù: Ti sarà data la salvezza
Anima: Dovrò sempre dibattermi nell’afflizione.
Gesù: Salvezza! Attraverso questo vino!
Anima: Si, oh sì, io sono perduto!
Gesù: No, oh no, tu sei eletto!
Anima: No, oh no tu mi detesti!
Gesù: Si, oh sì, io ti amo!
Anima: Oh, Gesù, addolcisci il mio cuore,
Gesù: Fuggite preoccupazioni, Scomparite dolori!
Anima: Vieni, mio Gesù, a confortarmi
Gesù: Si, vengo a confortarti
Anima: Con il tuo sguardo di grazia!
Gesù: Con il mio sguardo di grazia.
Nel coro n. 9 al testo biblico citato, si aggiungono due strofe tratte dal corale di Georg Neumark “Wer nur den lieben Gott lässt walten”, cantate da tenori e soprani, il cui significato si può riassumere così: ‘A cosa serve il peso delle preoccupazioni? Rendiamo dolore e afflizione ancora maggiori con la nostra ansia. Se lasci agire il tuo Dio e speri in lui ogni momento, egli miracolosamente ti proteggerà’.
Coro: Rallegrati di nuovo anima mia perché il Signore ti conforta.
Tenori: A che ci servono le nostre pesanti preoccupazioni, a che ci servono i nostri dolori e pianti?
A che ci serve ogni mattina gemere sulle nostre avversità?
Non facciamo che aumentare la nostra croce e la nostra sofferenza, consegnandoci alla tristezza.
Soprano: Non pensare sotto il peso del tuo tormento di essere stato abbandonato da Dio.
E che Dio senta nel suo petto solo colui che gode di constante felicità.
Il corso del tempo cambierà molte cose e fisserà a ciascuno il suo fine.
Un’ultima aria per tenore (n. 10) porta il passaggio tanto atteso dalle tenebre alla luce e conduce al coro finale (n. 11) «in cui è incisa la certezza della consolazione e della felicità e la visione della gloria eterna di Dio[viii]». Il cantante gioisce al pensiero del conforto di Dio e il coro finale porta questa superba cantata ad una pagina trionfale, caratterizzata dall’uso di trombe e tamburi sul testo “onore, gloria e potere, Alleluja”.
Ária [Tenore]: Rallegrati anima, rallegrati cuore, dissipatevi, dubbi, scomparite dolori!
Pianti, trasformatevi in vino puro! I miei gemiti diverranno grida di giubilo!
Nasce ed arde la più pura fiamma d’amore e conforto nel mio animo e nel mio petto perché Gesù mi conforta con la Sua Gioia celeste.
Coro: L’agnello che fu immolato é degno di ricevere potere e ricchezza, saggezza e potenza, e gloria e preghiera e lode. Lode, gloria, preghiere e potenza, al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen, Alleluja!
[i] Sergio Vartolo, Memorie della vita di Giovanni Bastiano Bach scritte da lui medesimo, Zecchini Editore
[ii] Alberto Basso, Frau Musika, La vita e le opere di J. S. Bach, EDT/Musica, p.415
[iii] Traduzione a cura di Stefano Lecce, https://www.bach-cantatas.com/Texts/BWV21-Ita6.htm
[iv] Le traduzioni dei versetti dei salmi 42 e 116 sono tratte da I canti di lode dei Padri, Esapla dei Salmi, Edizioni Dehoniane Bologna
[v] I canti di lode dei Padri, Esapla dei Salmi, op.cit.
[vi] Aria con da capo: brano vocale con forte tensione affettiva in cui l’ultima parte è una ripetizione dell’inizio.
[vii] Recitativo: momento narrativo.
[viii] Alberto Basso, op.cit.
Grazie! Il più bel regalo pasquale che ho ricevuto! Mariapia
Grazie infinite. Lo ascolterò con calma . Per me J.S.Bach è stato , oltre che il compositore che mi ha fatto innamorare della musica, anche una persona di una spiritualità molto profonda. Buona e Santa Pasqua. Giampaolo.
Ottimo regalo! Grazie!! Provo una leggerezza ancora più dolce ??
Buona Pasqua a ciascuno di voi ✨✨✨
Grazie della bella condivisione
In una altezza “profonda” ci conducono queste pagine del grande compositore tedesco, in un PASSAGGIO continuo fra ri -flessione intima e apertura, fra tristezza e speranza, fra greve pensiero e luminosa speranza, una dicotomia dove l’uno stato scivola nell’altro dolcemente, quasi fossero complementari e indispensabili entrambi al cammino spirituale umano.
Passaggio dunque, come passaggio é il significato della Pasqua, dono immenso di Amore e di Grazia.
Pagine che spingono ad alzarsi, a camminare, a non soggiacere al peso del dolore, ma a trasformarlo, ….con
CREATIVITA’ e AMORE (Papa Francesco).
Grazie Silvia!! E’ bellissimo questo brano, ed il grande Bach , che era vicino a Dio, sapeva rendere benissimo con la sua Musica che la sofferenza , con il suo abisso e la sua più profonda ferita , viene e verrà sanata solo con l’abbandono fiducioso in Lui….. come infatti pratichiamo nel cammino di DP. L’Alleluia me lo voglio riascoltare domenica, il giorno di Pasqua, perché con la gioia nel cuore sarò unita a Bach, a voi tutti e grata di questo splendido brano! Un augurio di abbandono fiducioso nelle mani del Signore.
Grazie Silvia, un gran bel lavoro si sente tutta la tua dedizione, la grazia di questa musica mi accompagnerà in questi giorni particolari e profondi.
Grazie Silvia per il bellissimo articolo che mi ha guidato verso un ascolto più consapevole di questo straordinario brano.
Grazie Silvia, maggiore consapevolezza aggiunge bellezza, il mio apprezzamento viscerale per questo compositore è stato confermato e arricchito dalle tue parole competenti. Grazie anche a mia figlia che studia/suona musica antica (violino) e che mi dona la possibilità di ascoltarla dal vivo!
Cara Silvia!
Volevo dirti che ho gustato molto come hai condotto il lettore nei meandri di un settore piuttosto complesso, collegando musica, strumenti e testo. È un sapere indubbiamente di «nicchia» al quale è però bene attingere il più possibile per quello che si può (parlo per me, ovviamente) grazie – in questo caso – alla tua sapiente mediazione.
Dal tuo scritto vengono fuori molto sia la tua grande passione (e grande competenza!) per gli argomenti implicati (musica e fede) e la tua grande com-passione per il lettore (che conduci per mano con grande grazia, pazienza e sensibilità).
Un abbraccio.
Sergio
Grazie della bellissima e completa condivisione, un bel regalo. me lo ascolterò più volte ad occhi chiusi, mi ha trasmesso tanta dolcezza
Carissimi Maria Pia, Giampaolo, Matilda, Nadina, Barbara, Paola, Patrizia, Mara, Elisabetta, Sergio, Maria Adele, GRAZIE a tutti per le risonanze!
Sono contenta di condividere con voi la passione per la musica di J. S. Bach.
Penso che l’arte sia un dono e che possa essere un mezzo per avvicinarci all’infinito, un canale di comunicazione, un’apertura.
Colgo l’occasione per mandare a tutti i migliori auguri di Buona Pasqua!
Un abbraccio
Silvia
Ho appena finito di ascoltare la cantata BWV21. Mi ha molto emozionata, soprattutto il dialogo fra l’Anima e Gesù, vorrei averla potuta ascoltare in tempi dolorosi in cui io ero quell’anima, e continuavo a negare, ed ero sorda a quel sì ripetuto tante volte. E’ incredibile come Bach riesca a calarsi nelle profondità dell’animo umano e dei suoi drammi. E a dare consolazione.
Grazie, Silvia, per questo dono
Mariella
Cara Silvia, ho scoperto solo oggi questa meraviglia … non la conoscevo e , senza il tuo accompagnamento, non l’avrei mai conosciuta, grazie! Credo che sia perfetta anche per quello che stiamo vivendo e cioè il ‘tempo di Pasqua’, un periodo lungo 50 giorni, in cui ogni afflizione è consolata e resa luminosa dalla resurrezione di Gesù.
Dove saremo più vigili di sempre a vagliare i nostri pensieri, per non sostare nel giudizio e nella mormorazione ma spostarci subito nella benedizione e nella gratitudine. Buon tempo di Pasqua a tutti
Laura