I Gruppi di creatività culturale Attraversamenti e DarsiSalute hanno concluso il lavoro relativo ai risultati del questionario sottoposto lo scorso anno ai praticanti avanzati dei gruppi Darsi Pace.
Questo questionario è stato presentato nel giugno 2019 all’intensivo di Trevi: molti lo hanno compilato in quell’occasione, altri direttamente on line dai siti riservati. I destinatari erano i praticanti di Darsi Pace iscritti all’Approfondimento 1 e 2, ma durante l’intensivo di Trevi è stata lasciata la possibilità di compilarlo anche agli altri praticanti che desideravano farlo (solo tre persone del triennio hanno aderito).
Con questo lavoro abbiamo provato ad indagare il rapporto tra il lavoro iniziatico di Darsi Pace e la percezione di salute fisica, psicologica, spirituale che hanno i praticanti.
La domanda di fondo, e anche il titolo del questionario era:
Darsi Pace è anche Darsi Salute?
cioè, il lavoro iniziatico che stiamo facendo su noi stessi è anche un modo di prendersi cura dei nostri stati di malessere?
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Prima di entrare nei risultati, che sono comunque sintetizzati nel PowerPoint, vorremmo esporvi qualche dato generale sui praticanti che hanno risposto.
Abbiamo coinvolto tutti gli iscritti agli Approfondimenti 1 e 2 , in quanto più esperti e consapevoli del lavoro di Darsi Pace nel suo complesso.
- In tutto 203 persone interpellate, di cui 72 hanno risposto in maniera volontaria con la compilazione del questionario, quindi circa un terzo.
- L’anzianità piuttosto elevata (oltre la metà nella fascia tra 50 e 69 anni)
- C’è una prevalenza netta delle donne rispetto agli uomini (più del doppio)
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Per quanto riguarda le Attività che questi praticanti svolgono tra quelle proposte dai Gruppi Darsi Pace:
- Il 32% delle persone che hanno risposto partecipano ad altre attività oltre al corso fisico-telematico.
- Tra queste attività aggiuntive, i gruppi territoriali sono decisamente i più seguiti
- I diversi strumenti messi a disposizione nel percorso DP sembrano tutti ben consolidati nella pratica dei partecipanti:
- meditazione
- esercizi da auto-conoscimento
- letture meditative.
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Proviamo ora ad entrare un po’ dentro le risposte alle domande aperte, che erano la maggioranza.
Qui le persone potevano scrivere in libertà e noi vogliamo ringraziare tutti per quanto è stato condiviso: in questa breve sintesi non è possibile rendere conto di tutta la ricchezza di esperienze, sentimenti, speranze, volontà che è stata messa nelle risposte, ma rimandiamo al documento finale per chi volesse approfondire di più.
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Partiamo dalla prima domanda che abbiamo posto, e cioè:
Come stai?
Come racconteresti il tuo stato di salute attuale, le tue difficoltà fisiche, psicologiche, esistenziali (se ci sono), il rapporto che hai con il tuo corpo e i suoi cambiamenti?
Molti segnalano stati di malessere:
- fisici (circa il 30%)
- o/e psichici o esistenziali (anche in questo caso circa il 30%)
- Spesso i diversi disagi sono correlati
- Molti anche i riferimenti a disagi nelle relazioni (circa il 10%)
- Altri si descrivono come sostanzialmente in uno stato di benessere (circa il 10%).
- Moltissimi, se pure non richiesti, dichiarano già rispondendo a questa domanda di avere trovato miglioramenti nei loro stati di benessere attraverso la partecipazione a DP (il 30%).
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Passiamo ora alla seconda domanda aperta, che è quella centrale in questa nostra piccola ricerca:
Il lavoro di Darsi Pace sta modificando in meglio qualcosa nel rapporto con la tua salute fisica/psicologica/esistenziale?
La risposta è stata netta:
71 su 72 (cioè il 98% degli interpellati), rispondono positivamente alla domanda, cioè SI’, il lavoro di Darsi Pace sta migliorando il rapporto che ho con la mia salute.
Questo dato è confortante, perché secondo noi è la conferma del fatto che il lavoro che facciamo è veramente un lavoro incarnato che contribuisce, come minimo, ad una percezione di maggior salute, in tutti i suoi aspetti.
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Entrando più nel merito del come viene percepito/vissuto questo miglioramento:
- La maggioranza delle risposte indicano un miglioramento nel vissuto del malessere
- a seguire un miglioramento dello stato di malessere
- e infine un miglioramento delle relazioni
- Molto significativa la risposta più selezionata: la possibilità di prendere iniziative: rimettere in moto l’energia, la volontà, la speranza, sembra essere un effetto molto rilevante del lavoro.
Occorre naturalmente rammentare che anche dove si segnala un miglioramento nello stato di salute siamo sempre di fronte alla percezione del soggetto, come ovvio data la natura della ricerca che non indaga su elementi certi di tipo «oggettivo».
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Passiamo ad un’altra domanda:
Tra le esperienze e gli strumenti previsti dal lavoro dei Gruppi che cosa, in particolare, ti è/ti è stato di maggiore aiuto per alleviare il tuo malessere?
- gli strumenti che sono più direttamente rivolti alla coltivazione dell’interiorità (meditazione, auto-conoscimento, preghiera) sembrano rappresentare, nel loro insieme, risorse preziose per realizzare concreti miglioramenti del proprio stato di benessere
- In questo contesto gli approfondimenti teorici e alle letture meditative risultano essere un po’ meno rilevanti rispetto alla meditazione e agli esercizi di auto conoscimento.
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Entrando nel merito proprio degli esercizi di auto conoscimento, abbiamo chiesto se ce n’era stato uno particolarmente importante:
- Le risposte confermano la centralità dell’esercizio sulle ingiunzioni
- E naturalmente l’esercizio a 9 o 12 punti
- Molte anche le altre segnalazioni, che confermano la capacità degli esercizi di rispondere a diverse sensibilità.
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Sul perché dell’importanza di questi esercizi, le risposte lette nel loro insieme fanno riferimento ad alcuni movimenti essenziali che gli esercizi consentono:
- molto ricorrente è il riferimento alla migliore comprensione dei propri stati emotivi (negli aspetti soprattutto negativi, nei lato d’ombra) e dei comportamenti che ne derivano
- la conoscenza e la consapevolezza di sé sono importanti tanto più quanto arrivano a mettere in luce i propri rapporti familiari, le origini lontane eppure fortissime delle proprie distorsioni
- la comprensione rende liberi, rende possibile superare le proprie distorsioni, cambiare le proprie risposte, trasformare e trasformarsi
- spesso viene fatto riferimento ad un rapporto diverso possibile con Dio, con Cristo, attraverso una fede rinsaldata e nutrita da questo percorso di conoscenza.
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Abbiamo poi chiesto se tra gli esercizi di auto conoscimento ce ne fosse uno risultato particolarmente difficile:
Le risposte principali:
Tutti all’inizio | 5 |
Esercizio sull’ombra | 5 |
Ricerca qualità carismatiche | 4 |
- interessante notare che appare parimente difficile fare i conti con le proprie ombre e con le proprie qualità carismatiche! L’ambivalenza, la sua accettazione pare un elemento di possibile imbarazzo.
- Le risposte lette nel loro insieme fanno riferimento ad alcune difficoltà generali:
- Innanzitutto la difficoltà a contattare le proprie emozioni, ad immergersi nel proprio passato, nella propria infanzia per recuperare il contatto con il vissuto emotivo
- la difficoltà spesso nasce proprio dal dolore collegato con il vissuto dell’infanzia
- anche risulta difficile affrontare sentimenti di vergogna, mortificazione che derivano dal contattare parti di sé negative
- poi c’è la ferita all’immagine di sé che si vorrebbe mantenere e che l’esercizio mette in crisi
- anche viene nominata la difficoltà ad amare ed amarsi, a riconoscersi qualità spirituali .
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Rispetto agli anni in cui non praticavi il lavoro interiore, ti sembra che ci siano stati dei cambiamenti nel tuo modo di rapportarti alla salute o alla malattia (la tua e anche a quella di persone a te care)?
- Molte risposte positive indicano cambiamenti in positivo anche radicali
- Le risposte sono raggruppabili in alcune categorie:
- maggiore apertura ed accettazione del proprio stato
- lavoro interiore essenziale per il benessere
- lavoro spirituale, recupero della fede come sostegno complementare rispetto al lavoro psicologico
- miglioramento delle relazioni.
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Alla fine del questionario, avevamo aggiunto uno spazio libero per commenti.
Più di metà dei soggetti ha riempito questo campo:
- molti messaggi sono di ringraziamento
- molti di incoraggiamento e di impegno rinnovato per il movimento
- diversi sottolineano anche in questa sessione il beneficio ottenuto.
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Fin qui abbiamo estrapolato i dati principali emersi dalle domande poste.
Abbiamo poi provato a fare un focus indiretto sulla dimensione spirituale, per capire se dalle risposte alle varie domande emerge una rilevanza dell’esperienza spirituale e religiosa in rapporto con la nostra percezione di salute.
Questo filo sembra esserci, anche se, come è ovvio, in modo molto personale e differenziato: qui rimandiamo, per chi lo desidera, al documento finale.
Quello che possiamo dire qui è che:
- La cura della dimensione spirituale è, come d’altro canto esplicito nelle premesse di DP, una caratteristica ed un contributo importante del lavoro, parte integrante che aggiunge un valore irrinunciabile
- Il lavoro spirituale appare importante secondo parole e probabilmente esperienze diverse, a seconda evidentemente della cultura, dell’educazione, dell’esperienza spirituale di ciascuno e può, pertanto, esprimere un rapporto più o meno diretto con la religione ed in particolare con la religione cristiana
- La fede, la preghiera, la trascendenza sembrano alimentare la percezione di benessere psicologico e fisico.
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Desideriamo ringraziare tutti i partecipanti al questionario e a tutti i praticanti che hanno mostrato interesse per questi argomenti.
Noi dei Gruppi Attraversamenti e DarsiSalute continueremo a lavorare su questi temi, nella convinzione che il lavoro interiore è realmente trasformazione del mondo, a partire dal nostro mondo personale, relazione e anche fisico.
12 Maggio 2020
Silvia Roà (Attraversamenti)
in collaborazione con:
Amedeo Dibitonto e Giuliana Martina (Attraversamenti)
Iside Fontana e Antonietta Valentini (DarsiSalute)
Grazie, cara Silvia, e grazie a tutti i tuoi collaboratori, è davvero incoraggiante leggere gli esiti della vostra ricerca.
Noi sappiamo bene che il lavoro interiore opera su tutti i livelli del nostro essere, e che la salute è una condizione complessa, che comprende non solo i dati analitici corporei, ma anche gli stati emotivi, i flussi mentali, i sistemi simbolici di riferimento, e la relazionalità sociale e politica in cui viviamo. Ma verificare queste nostre convinzioni nelle storie concrete di tante persone non può che rallegrarci, e spingerci a dilatare quanto possibile l’onda di questo influsso benefico. Un abbraccio. Marco
Un lavoro davvero notevole e lodevole! Complimenti per lo sforzo.
Certo non sarà un campione significativo, non sarà un ricerca degna di pubblicazione, ma come se non ha un valore! Partire dai dati è poi sempre una buona cosa. La smania di misurare può anche essere sterile, ma senza farlo non si parte con il piede giusto.
Grazie per questo lavoro svolto con vera maestria. I risultati sono confortanti, possiamo continuare così, rinnovando e approfondendo il nostro impegno! Mariapia