Verso una nuova laicità

Commenti

  1. Sì, un seme di grande grazia che sta germogliando segretamente nella storia. Perché segretamente? Perché sono esperienze, doni, che maturano nella vita concreta e non facimente percepibili a tavolino proprio perché si va oltre un mero intellettualismo. La profezia germoglia dove Dio vuole e non dentro percorsi prefabbricati e codificati in ogni particolare. Nel testo qui sotto ne parlo con riferimento alla ricerca cristiana. Ma il problema, come evidenzia qui sopra A. Valentini, è al fondo per certi aspetti comune ad ogni uomo, cercare, trovare, la via dell’autentico sé stesso, liberata dalle riduttive strutturazioni delle culture e anche sviluppando di queste, pure in un reciproco scambio, tutto il buono. Per noi cristiani ciò significa trovare noi stessi e comprendere gli intenti positivi dei contributi altrui in avanti, nel Gesù reale. Nel quale mettere in discussione anche il nostro Gesù. https://gpcentofanti.altervista.org/ritrovare-il-contatto-col-proprio-cuore-semplice/

  2. Grazie cara Antonietta: che posso dire, sono piacevolmente sbalordito. Non è un post ma un saggio, articolato e ragionato in modo compiuto e completo. La cosa bella – la differenza tra questo e tanti saggi di cui abbonda la rete – è che la prospettiva di speranza si sente, si avverte “palpabile” man mano che ci si avvicina al termine della lettura. Penso per contrasto a quanto sfoggio inutile di erudizione che ci viene addosso da chi, ultimamente (e non per sua colpa, per colpa delle cose) non crede più a niente.

    Mi viene in mente, al proposito, una vecchia canzone di Guccini, “Via Paolo Fabbri 43”, dove il nostro amico lucidamente cantava

    “Gli arguti intellettuali trancian pezzi e manuali,
    poi stremati fanno cure di cinismo,
    son pallidi nei visi e hanno deboli sorrisi
    solo se si parla di strutturalismo.”

    Cioè, rivivere appena un filo di emozione, un “debole sorriso”, nell’esile e divertita declinazione del niente.

    Qui invece c’è gusto, c’è sugo, c’è una prospettiva ragionata di speranza, perché questa separazione tra cristianesimo e modernità è anche una separazione dolorosa interna al nostro cuore, e lavorare per la riunificazione, per un “nuovo inizio”, è anche farci del bene, essere amici di noi stessi. Le tue sono parole poetiche e (per questo) precise, ed hai ragione, “c’è tutto un vocabolario da costruire daccapo, prima di tutto dentro di noi”.

    E quando si riformula un vocabolario, è come se nascesse una cosa di nuovo, è come nascesse il Sole per illuminare tutto, in modo diverso e certamente più dolce, più morbido, più amichevole. Quel modo che abbiamo sempre avvertito in un angolo del cuore, come sommamente corrispondente.

    Grazie.

  3. Maria Pia Porta dice

    Grazie, cara Antonietta, per questo lavoro che è un programma di vita per tutti noi. Bisognerebbe portarlo nelle sedi dei partiti, che non rifiutano il Cristianesimo e nelle Parrocchie, dove spesso il discorso politico crea diffidenza e imbarazzo.Occorre essere cristiani del tutto nuovi negli ambienti di lavoro e nella Chiesa! mariapia

  4. Salvatore Santagati dice

    Grazie Antonietta per aver rinnovato il pensiero creativo che è il punto di riferimento dei nostri gruppi di Darsi Pace.

  5. giancarlo salvoldi dice

    “Sorella Modernità”

    La luce messianica ha illuminato prima il Cristianesimo storico e poi anche la Modernità.
    Nel tempo il suo bagliore è stato potente, ma nel processo di incarnazione a volte quella luce si è annebbiata, tanto nel Cristianesimo quanto nella Modernità.

    Quando si è affievolita ci sono stati danni in ciascuna delle due sfere e tra le due sfere.

    Il Cristianesimo, millenario, ha fatto errori più antichi, e la Modernità è stata conseguenza di quelli, ed è stata anche evolutiva.
    Come nella stessa famiglia, c’è stato un processo di emancipazione che però è finito in divorzio.

    Col Vaticano II la Chiesa ha fatto i primi passi verso l’altra parte che aveva ripudiato.
    Ha riconosciuto umilmente gli errori ed ha chiesto perdono, e spero che lo conceda anche a sè stessa.

    Con dispiacere mi sembra di vedere che l’Occidente della Modernità abbia visto i suoi errori, ma da un lato fatichi ad accettarli perchè dovrebbe mettere n discussione alcuni suoi fondamentali, e dall’altro teme che se li esplicita e ne tira le conseguenze crolli il suo impianto.
    Ma col solo senso di colpa disperante ed autodistruttivo cade nel nihilismo senza prospettive.

    Oltre ad un nuovo linguaggio è necessaria una nuova lettura della storia.
    Non possiamo fingere di non vedere che Cristianesimo e Modernità vedevano il colonialismo come portatore di civiltà : lo dimostrano le campagne d’Africa dell’illuminista Napoleone e dei governi della sinistra storica europea.

    Cristianesimo e Modernità dovrebbero entrambi prendere atto umilmente della loro crisi e mettere a rischio i loro schemi abituali con la consapevolezza di farlo contemporaneamente, perchè stando dove sono, e standoci male, l’Occidente messianico è molto debole.
    La Modernità scissa dal Cristianesimo riesce a combatterlo con la passione di chi ha una missione da compiere.

    Tocca al Cristianesimo mandarle la “buona novella” che con l’odio, a volte ben comprensibile, mentre distrugge il suo nemico distrugge anche sè stessa.
    E invece la cultura e la politica della Modernità hanno il dovere di preservare la loro vocazione di culla della libertà e della democrazia perchè sono un bene comune per tutta l’umanità.

    Il laboratorio di Darsipace può sperimentare momenti di integrazione delle due sfere, con i praticanti che cominciano a viverli in loro stessi.

    Condivido le valutazioni di Castellani e ti ringrazio, cara Antonietta, per il tuo contributo lucido e sintetico.
    GianCarlo

  6. Pasqualino Casaburi dice

    Grazie Antonietta per questo tuo lucido intervento. Un’analisi chiara ed attualissima che dovremo tutti far propria nel nostro pensiero perché di una urgente necessità.

    Andando incontro alle indicazioni sulla “nuova evangelizzazione” e
    citando Marco Guzzi dovremo tener presente
    《gli errori fatti nel passato. Non possiamo tralasciare il problema dell’errata interpretazione dei rapporti della Chiesa con il mondo scientifico. Alcune vicende dei secoli passati (Vedi quella di G.Galileo) hanno avuto un ruolo cruciale
    nella storia.
    Per rimanere al secolo scorso si è cercato a più riprese di dare risposta agli interrogativi che scaturivano dalla necessità di una nuova evangelizzazione.
    Una tappa importante è senz’ altro rappresentata dal Concilio Vaticano II proclamato nel 1962 da l’allora Papa Giovanni XXIII che ha dato avvio ad un grande ma altrettanto ambiguo processo evolutivo.
    Tale processo, inteso come fermento delle idee cristiche nella storia che mettono in fibrillazione la Chiesa, ha avuto un passaggio importante, potremo dire una nuova sintesi ed un nuovo inizio.
    Si è configurato come la presa d’ atto che non si poteva andare avanti con delle ambiguità del passato, ma bisognava mettere dei nuovi punti fermi.
    Essenzialmente riconoscere che alcuni elementi fondamentali dello sviluppo della storia moderna appartengono alla storia cristiana :
    L’Illuminismo non poteva nascere che nel mondo cristiano. (Cit. Ratzinger discorso di Subiaco).
    Ratzinger ci ha insegnato che nella Chiesa il progresso è la dinamica della vita della tradizione.
    La contrapposizione tra progresso e tradizione quindi è solo una cattiva interpretazione sia della tradizione che del progresso.
    Essere fedeli alla vita della Chiesa quindi è da intendere come progresso in quanto questo è la dinamica della sua vita.
    Tutte le libertà ed i valori come libertá di stampa, la libertà di coscienza, di religione, il rispetto delle persone, non torturare, non bruciare vivi i filosofi : questo è “cristiano”.

    Questo andava detto con chiarezza senza mezze misure. Questo è il Concilio.
    Ecco perché
    Il Concilio Vaticano II non ha avuto finalità dogmatiche ma si trattava solo di rivedere le interpretazioni di secoli per rinnovarne la pastorale, il modo in cui parlare alla gente.
    Non si poteva e ancor oggi non si può andare nel mondo con delle ambiguità sui punti indicati.》

    Non contrapporre quindi il sistema razionale del mondo tecnicistico con la realtà spirituale e psicologico dell’uomo ma favorirne l’ integrazione ed i riavvicinamento agevolando l’ intuizione della loro complementarietà. Questi sono anche i presupposti teorici dei nostri laboratori DP.

  7. Sì Antonietta, grazie davvero per questo tuo post ricco di pensiero e stimolante x tutti noi !!!
    Arrivare a coniugare modernità e Cristianesimo nella cornice della Grande Riforma di cui parla Marco di sicuro e’ e sarà un’ impresa straordinaria, e soprattutto appassionante…che ci chiama in prima persona !
    Grazie, un caro saluto,
    mcarla

  8. Trovo molto utile e interessante questo scritto, in quanto chiarisce alcuni punti che difficilmente comprendiamo a fondo. Altrettanto belle e centrate le riflessioni finali, in cui esprimi anche quanto la realizzazione di questi passaggi metta prima di tutto in difficoltà ognuno di noi, che vorremmo essere promotori del messaggio di Cristo in quanto lo sentiamo vero.
    Anch’io penso che oggi più che mai sia importante partire dall’esperienza e che non si possa dare per scontato nulla. Le parole, come scrivi, hanno forti significati influenzati dalla loro (e nostra) storia. L’esperienza invece è sempre nuova e concreta, ognuno poi sceglierà come raccordarla al messaggio, che a quel punto non è più un dogma a cui credere diligentemente, ma diventa il punto di apertura e contatto con lo Spirito.

  9. Bianca Sghedoni dice

    Penso che ci sia stato un tempo travolgente, attraente nella chiesa degli anni 60′. Qualcosa di folgorante, io allora ne ero fuori e non ne ho partecipato direttamente ma ne sentivo l’odore dei racconti. Eppure proprio quella sfolgorante laicità della chiesa che si liberava dalle pesanti corazze del passato è rimasta invischiata dal “compromesso storico” ed oggi accetta un linguaggio che ha perso la forza cristiana, la grinta, la radicalità …..e ciò che è grave è…che non se ne rende conto….è stato un’ amore così grande, da cui è impossibile staccarsi…

  10. Bianca Sghedoni dice

    Grazie Antonietta i tuoi post sono sempre uno studio approfondito da approfondire che sempre mi suscitano qualcosa come quanto espresso sopra…

  11. Antonietta Valentini dice

    Grazie per i vostri commenti.
    Non è stato facile riassumere queste idee, ma non perché siano particolarmente complesse. Credo semplicemente perché si tratta di un pensiero che è ancora nuovo e rivoluzionario per il nostro assetto mentale.
    Il mio contributo voleva essere un aiuto per capire meglio questa grande visione storica, sono contenta se per qualcuno è stato così.
    Un caro saluto a tutti!
    Antonietta

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