Sta per iniziare un nuovo primo anno dei GRUPPI DARSI PACE e invitiamo tutti coloro che desiderino sperimentare qualcosa del nostro metodo a partecipare ai primi due incontri, aperti a tutti, che si svolgeranno domenica 11 ottobre e domenica 1 novembre, alle ore 10, sia fisicamente all’Ateneo Salesiano di Roma, sia in diretta sulla pagina facebook di Darsi Pace.
Dopo il periodo drammatico di quest’anno 2020, con le storie tragiche e l’isolamento che lo ha caratterizzato, facciamo fatica a uscire dal letargo e dalla paura. La situazione appare ancora difficile e pericolosa, da tutti i punti di vista: sanitario, psicologico, economico, sociale e politico.
Per aiutarci a ripartire, è importante destarsi dal letargo e tornare a interrogarci sul serio sulla natura del tempo che ci è dato da vivere. Solo così potremo non contrapporci, e imparare a fluire con il ritmo giusto dettato dalla realtà delle cose, facendo la nostra parte: LA NOSTRA PARTE MIGLIORE!
In questo ci aiuta la riflessione sul RISVEGLIO che Marco Guzzi ha proposto agli inizi di settembre a Vicenza e che ripubblichiamo qui. Per la seconda parte della conferenza, con il dibattito e la meditazione conclusiva, rinviamo alla diretta di You Tube.
Per chi volesse iscriversi ai Gruppi Darsi Pace e ricevere così l’accesso al sito riservato della prima annualità, dove sono attivi i tutor ed è già iniziato un bel dialogo con i praticanti, può farlo inviando il modulo on line che si trova cliccando sul link a destra di questo sito: ISTRUZIONI PER L’ISCRIZIONE.
Per prenotare la propria partecipazione fisica agli incontri all’ateneo, nel rispetto delle norme sanitarie prescritte, potete cliccare sul link ISTRUZIONI PER ACCEDERE all’Università Salesiana.
Vi aspettiamo per questa ripartenza, superando la pigrizia e ingranando la marcia in più dello Spirito!
LA FUORISERIE
Perché non riesco a ripartire?
“ Il motore troppo freddo si riscalda
Al minimo. Ripristinato
Il numero di giri che ti serve
Ripartirai. Presto.
Ti ho collaudato
Per anni, e messo a punto
Nell’officina del mio garage
Underground, oh mia fiammante
Fuoriserie! oh mia Lancia!
La formula uno tu sei,
Il mio prototipo
Ideale, su te mi gioco
Tutto, perfino il nome”.
(M.Guzzi, Nella mia storia Dio, sezione: PRIMI COLLAUDI)
Domande: che significa “Rivelazione virtualmente piena di Gesù?
Gesù cresceva insieme agli altri: si può forse ritenere (qui pongo solo domande) che Egli abbia tracciato un cammino sufficientemente chiaro nelle verità essenziali e nella traiettoria di fondo: la personalissima, serena, maturazione di ciascuno verso la pienezza. La maturazione anche dell’umanità nella storia sulla base della Sua virtualmente piena rivelazione.
Gesù afferma che avrebbe avuto ancora molte cose da dire ma i discepoli per il momento non potevano portarne il peso. Tante cose implicite di Lui le possiamo intuire noi dopo duemila anni di cammino sempre vissutamente tornando al vangelo, come Egli ci ha indicato. Oggi per esempio ci possiamo avvedere più chiaramente che alle singole persone si rivolgeva, anche ben al di là degli schemi, in modo adeguato al loro graduale percorso e non con risposte prefabbricate. Non astratte leggi ma Amore.
I suoi discepoli possono talora aver faticato a cogliere nella loro portata anche gesti espliciti di Gesù. Ma per esempio Giovanni con tanta sincerità almeno alcuni li riporta, non facendo prevalere la difficoltà di recezione sua e dei compagni. Pensiamo a Gesù che nell’ultima cena offre il boccone intinto a Giuda. Cosa può avergli porto nell’ora dell’istituzione dell’Eucaristia? Un taralluccio al vino? L’episodio della lavanda dei piedi può suscitare anche in tal senso domande. Come mai solo Giovanni riporta un episodio così in tutto significativo? Sembra che Gesù voglia ben fare intendere il rovesciamento di prospettive, lo scandalo, che il suo amore può comportare. E l’evangelista in questione sembra desideroso di raccontare fedelmente il senso profondo di ciò. Tra l’altro la lavanda sembra ricordare anche il sacramento della riconciliazione. Il quale in tale contesto e proprio nell’operato di Gesù verso Giuda potrebbe manifestare il proprio significato di aiuto a ricevere Cristo col cuore spalancato mentre forse tende a smontare l’interpretazione che lo vede come una dogana nei confronti dell’eucaristia.
Rivolgiamo la nostra attenzione pure a Gesù che si definisce Pane della vita che non respingerà chi va a Lui. Riflettiamo sul passo di Luca dove si narra che ai discepoli di Emmaus in fuga gli occhi si aprono dopo aver preso il pane spezzato. Non hanno per esempio chiesto prima una assoluzione.
Pensiamo alla affermazione di Cristo di essere stato mandato alle pecore perdute della Casa d’Israele. Quando comunica ciò alla cananea mi chiedo se il motivo è che Lui era ebreo, inviato per Israele. Voleva magari far intendere alla donna che per i pagani sarebbe stata necessaria la traduzione viva nella loro cultura. La Madonna di Guadalupe, acheropita (non fatta da mano d’uomo), non è ebrea ma meticcia (mescolanza indigena e europea). Dunque forse oggi si può cogliere che Gesù parla con delicatezza alla donna. Il motivo è l’amore, la vicinanza: voleva farle arrivare un amore piu grande del suo essere ebreo, che Dio è carne della carne di ciascuno proprio nel Cristo resuscitato. Non ci sono per Dio figli di serie b. Ma la grande fede-fiducia della donna la porta a credere questo, va oltre le apparenze.
Vi è certo anche il bisogno di maturazione di Gesù. Forse alcune Parole, alcuni atteggiamenti, propri, pur senza incidere sulla pienezza virtuale della Rivelazione, li vedeva migliorabili e tanto più poi dal cielo? Non pare facile discernere se certe espressioni fossero soggette a possibile perfezionamento o se invece avessero una loro funzione nel complesso del Suo manifestarsi. Talora potrebbero variamente coesistere aspetti complementari. Gesù come detto cresceva nella vita vissuta, con gli altri. Quel che è certo è che, come Lui ci ha detto, lo Spirito ci condurrà, nella Chiesa, alla verità tutta intera sempre facendoci tornare alla Sua rivelazione virtualmente piena, a Cristo stesso e ai vangeli. E la verità tutta intera non è una fredda dottrina ma il mistero del suo Amore meraviglioso che gradualmente riempie il cuore e lo libera da ferite, paure, strutturazioni fasulle, moralismi, rigidità, sensi di colpa, inutili lassismi, svuotanti pragmatismi…