Pubblichiamo la bella testimonianza di una praticante siciliana dei Gruppi Darsi Pace che frequenta il primo biennio di Approfondimento e da quest’anno anche il gruppo formatori.
Il gruppo siciliano sta crescendo e confidiamo di potere presto organizzare, oltre a videoconferenze, anche degli incontri fisici tra le persone che seguono il percorso.
Cogliamo l’occasione per ricordare che domenica prossima 11 ottobre alle ore 10 si svolgerà all’ateneo salesiano di Roma il primo incontro aperto a tutti. La conferenza potrà essere seguita sia fisicamente, sia in diretta sulla pagina facebook di Darsi Pace.
Sarà un’occasione per capire se il cammino dei Gruppi Darsi Pace fa per noi: c’è ancora tempo per iscriversi!
Sono Lia Riggi, ho 58 anni e sono un Avvocato, anche se ho lasciato la professione dopo qualche anno di matrimonio.
Io e Gianluigi siamo sposati da 29 anni e abbiamo cinque figlie.
Nata a San Cataldo in Provincia di Caltanissetta, ho sempre vissuto in questa cittadina, cresciuta spiritualmente frequentando la Comunità dei Mercedari che cura la Chiesa annessa al Convento, il Santuario M.SS. Delle Grazie che ho sempre considerato la “mia piccola cattedrale”. È qui che ho avuto la mia formazione spirituale ricevendo, quasi per naturale trasposizione, per assorbimento, i principi cardini della spiritualità mercedaria: una dolce devozione a Maria e un senso assoluto del valore della Libertà.
Cervellotica e sottoposta a continui assestamenti è stata invece la mia fede, scelta radicalmente all’età di 21 anni. Questo mi ha portata a frequentare più realtà spirituali ecclesiastiche fino a un collassamento spirituale, un vuoto imprevisto e non gestibile.
È in questo periodo che incontro Darsi pace. Dove sto sperimentando un ricominciamento più lento e consapevole, rivivendo con più profondità i valori mercedari che ho ritrovato in purezza cristallina.
Si, Darsi Pace in fondo non è altro che un ritorno a casa.
2017.
Mi iscrivo al primo anno di “Darsi Pace”.
Più seguo i video e più cresce la curiosità. Che cerco di soddisfare girando a caso su internet, fino a visionare un video nel quale Paola, moglie di Marco Guzzi e Formatrice, rende una testimonianza che trovo, nel linguaggio, ardita e originale.
“Nel Medioevo gli uomini costruivano grandi Cattedrali. Oggi non siamo più capaci di costruire cose così belle, così magnificenti. Forse perché dobbiamo imparare a realizzare i Misteri che nel Medioevo venivano rappresentati in queste grandi Opere”.
2019
Nel mese di aprile viene incendiata la Cattedrale di Notre–Dame du Sacré–Cœur.
Dalla mente affiora il ricordo della professoressa Grasso, insegnante di francese delle medie.
Era una ‘suora in casa’ come noi, giovanissimi alunni, sbrigativamente la definivamo.
La domenica invitava dei gruppetti nel suo giro di distribuzione della Eucarestia agli ammalati. A volte andavo pure io.
Ero troppo giovane per capirne il significato, ma mi attraeva la possibilità di guardarle il viso che in quella occasione era trasfigurato, in perfetta armonia tra uno sguardo trasformato dalla accettazione incondizionata della sofferenza altrui e un sorriso di perfetta beatitudine.
Sguardo che, in classe, diventava speranzoso nel tentativo di insegnare il dolce suono della lingua francese a dei ragazzi che, circa 45 anni fa, stentavano a parlare un italiano corretto abituati com’erano a esprimersi, nella quotidianità, in uno stretto dialetto siciliano.
- Ripetete: “‘Le’, mi raccomando ‘e’ pronunciata stretta, ‘Sacre’ cr cr pensate al canto del grillo, ‘Coeur’ oe pronunciate assieme. Forza!
- LEEE SAGGGRE KOEURRRR!!!
2019
Finalmente andiamo a trovare Giulia a Cordova…
(‘No mamma, si scrive Cordoba e si legge Cordova’)
…a Cordoba.
Atterriamo a Siviglia, e ci siamo ritagliati qualche ora per visitarne la Cattedrale.
Esternamente non mi attira tanto. Una base imponente dalla quale si stagliano, a diverse altezze, varie architetture.
Entro e vengo assalita da tanta Bellezza che mi si offre improvvisamente nella sua Totalità.
Il cuore in gola, una aritmia del respiro, un leggero mancamento mi costringono a sedermi su una vicina e provvidenziale panca. Emergo dopo un poco completamente pacificata. Comincio a osservare le meravigliose sculture, simboli arcaici di linguaggi sapienziali.
Mi domando, anche io, come mai non sappiamo più costruire tanta Bellezza.
Fulminea e Sagace arriva la risposta:
“Le prossime Cattedrali saranno costruite direttamente nel cuore degli uomini, e saranno infinitamente più belle di questa.”
2020
Con grande gioia apprendo di essere stata accolta nel Gruppo Formatori.
Ne sono certa, insieme costruiremo, nel cuore degli uomini e del mondo, le più belle delle Cattedrali!
Complimenti. Sono siciliano, capisco cosa vuol dire il passaggio di lingua, dal siciliano stretto (adorabile lingua dal mio punti di vista), all’italiano per poi aprirsi a una lingua nuova come il francese. Metaforicamente è lo stesso passaggio di cui siamo tutti chiamati ad aprirci in una “lingua inaudita” (come dice Marco Guzzi), per “aprirci a un mondo inedito” (sempre per citare Marco), senza separazione e senza linee di confine, una lingua che è il Verbo dello Spirito Santo.
Darsi Pace è un fiore di loto, nasce dalla chiesa cattolica ormai decaduta (come tutte le sue cattedrali, che, nonostante la loro imponenza,sono costruite da pietre logoranti), dai suoi frammenti e dal suo marciume ma anche dal perdono dei sui sbagli, e dal recupero della cristianità quasi del tutto dimenticata. Noi praticanti, siamo chiamati a fare la stessa cosa, abbandonarci dallo stato egoico per chiedere perdono per perdonare, solo così recuperiamo ciò che abbiamo perduto di cui non abbiamo più memoria.
Gabriele
Grazie Lia,
ho davvero gustato il tuo racconto, profondo e divertente allo stesso tempo. Qualità molto rara! Sono contenta di averti con noi nel gruppo formatori…tutti insieme per edificare una grande Opera, che aspetta solo costruttori dediti e appassionati!
P.s la tua testimonianza mi ha fatto pensare molto a Notre Dame de Paris, di Hugo …che guarda caso sto leggendo proprio in questo periodo. Anche lì si parla di sculture come simboli di linguaggi sapienziali, come le hai definite tu. La sua teoria è che queste grandi opere abbiamo perso il loro significato con l’avvento della stampa. Oggi però nemmeno la carta stampata serve più se non siamo in grado di realizzare in noi quei misteri.
Un caro saluto!
Maila
Carissima Lia, grazie per la tua testimonianza. Io sono Enza, vivo a Palermo e mi sono iscritta al terzo anno del triennio di base. Darsi pace…come posso definirlo? Stranamente mi è venuto in mente la frase di una famosa canzone di Baglioni: “un gancio in mezzo al cielo”.
Un gancio che mi ha permesso di non cadere in depressione, un gancio a cui mi aggrappo per non precipitare in questo nostro mondo così complesso e diabolico e che mi permette di comprenderlo meglio questo mondo, di guardarlo con gli occhi della consapevolezza attraverso le lucide e profonde parole di Marco Guzzi.
Darsi pace mi sta aiutando a costruire quella cattedrale interiore a cui hai accennato tu con ragione.
Sono contenta che sarai uno dei formatori e per questo ti faccio i più sinceri auguri.
Sarebbe bello per noi siciliani di Darsi pace poterci incontrare e così fare gruppo come ad esempio fanno nel Veneto e organizzare (magari!) degli incontri o degli eventi a cui invitare Marco. Pensiamoci, cara Lia, insieme possiamo essere una forza di …. PACE!
Un abbraccio
Care amiche e cari amici della sicilia, anche io sono di questa area geografica,Precisamente di Palermo, e mi piacerebbe conoscere i miei conterranei in questo percorso o simpatizzanti di darsi pace … sarebbe bellissimo organizzare anche un evento di darsi pace sicilia e ospitare dal vivo per il pubblico magari marco guzzi, no?
Che belle immagini sono uscite dal post di Lia e dai commenti !!!
Sentirsi parte di un movimento che vuole costruire “le nuove cattedrali del XXI secolo” mi sollecita non poco (soprattutto a non demordere negli inevitabili momenti di crisi, che ci sono stati e ci saranno)!
…grazie a tutti, mcarla
Grazie, la vostra attenzione al mio scritto mi gratifica!
Caro Gabriele, sono d’accordo con te, la parola che si esprime con il linguaggio non è semplice comunicazione astratta ma partecipazione di un mondo interiore. E la nostra meravigliosa lingua siciliana ha in sè molti mondi e molte culture, realizzando ‘quell’unità molteplice’ della quale facciamo esperienza nei nostri gruppi.
Cara Maila, saremo entusiaste compagne di viaggio, sono immensamente grata per l’accoglienza. Spero e farò il possibile per imparare e crescere, per essere umile nel cammino e grande nella realizzazione dell’Opera Ispirata.
Cara Enza, a chi lo dici! Io sono qui perchè ho fatto esperienza dei benefici interiori di una Parola ispirata! Più che un gangio per me Darsi Pace è stato un ‘montacarichi’. Allegerisco un po’ perchè mi viene veramente difficile pensare a come stavo prima…
Caro Antonio ed Enza, siamo vicini…Palermo è facilmente raggiungibile. Anche a me piacerebbe che si realizzasse un gruppo fisico siciliano, accanto a quello telematico. Stiamo crescendo e speriamo che i tempi siano presto maturi.
Maria Carla, siamo nel posto giusto, qui le crisi sono sempre di crescita, basta accoglierle e viverle nell’abbandono!
Grazie immensamente!
Lia
Sono di Alcamo, provincia di Trapani e desideravo sapere dov’è il gruppo diamoci pace più vicino a me. Sono molto interessata.
Vita Cammarata
Buongiorno Lia mi Chiamo Giovanni Cranchi e da poco più di un anno ho incominciato ad ascoltare Marco Guzzi e affidarmi alle sue Meditazioni per cercare quel cambiamento che riconosco la nostra società a bisogno. Non so se avrò mai una minima possibilità di avere una soluzione al mio problema che vado ha chiedere a Lei che vive ha migliaia di chilometri da me.
Sono un imprenditore ed ho bisogno di trovare un avvocato. Sono un artigiano non ho conseguito altro che la 3 media e tutta la vita che lavoro ed ho fatto la pazzia di proseguire da solo l’attività di mio padre. La mia ditta e sul lago di Como dov’è nel 2016 la statale che costeggia il lago e crollata sul mio piccolo capannone artigianale, non essendo assicurato per un evento del genere non sono riuscito ancora ha ricevere alcun risarcimento da ANAS spa nonostante la stessa abbia tramite il cantoniere e l’ingenere preposto alla ricostruzione firmato che mi avrebbero risarcito in cabio dell’uso del mio capannone per ricostruire le fondamenta della statale. Mi spiace disturbarla ma sono sfiduciato dagli avvocati contati fino ad ora, lei non conosce qualche praticante che mi può aiutare? Mi potete contattare all’indirizzo info@giovannicramchi.it