I gruppi Darsi Pace continuano, e anche quest’anno abbiamo aperto una nuova prima annualità, alla quale si sono iscritti già più di 200 praticanti!
Domenica scorsa all’Ateneo Salesiano si è svolto il primo incontro, una presentazione del percorso alla quale hanno partecipato anche più di 700 persone connesse in diretta su facebook, grazie ai nostri tecnici, ma la novità è che abbiamo ripreso ad incontrarci anche fisicamente.
Nella filosofia di Darsi Pace un elemento centrale è sempre stato quello dell’integrazione tra realtà fisica e realtà telematica: il salto di umanità che ci stiamo preparando a compiere infatti richiede di impegnarci sia sul piano fisico, costruendo luoghi di aggregazione e relazioni personali insostituibili; sia di imparare ad usare i mezzi telematici, che se usati bene possono essere un’ulteriore espansione del nostro raggio di azione e una dilatazione della nostra coscienza relazionale.
Nonostante il coronavirus e la quarantena, i gruppi Darsi Pace, non si sono mai fermati: eravamo attrezzati e siamo riusciti a non saltare neanche un incontro del percorso, spostandoci temporaneamente solo sul piano virtuale, e svolgendo gli incontri in differita. Ma adesso sentiamo il bisogno e l’urgenza di tornare ad incontrarci di persona, rispettando ovviamente le norme di sicurezza sanitaria, ma senza farci bloccare dalla paura e dalla pesantezza che questo mondo cerca di amplificare ogni giorno di più.
Domenica scorsa ci siamo ricordati, ascoltando Bach, che lo spirito continua a soffiare nei nostri cuori e nella storia, qualunque cosa accada, e che possiamo entrare in contatto con questa vita che preme in noi, per venire alla luce. Commentando le parole di Shoshana Zuboff abbiamo ricordato l’emergenza e i pericoli di questo tempo nel quale il “capitalismo della sorveglianza” sta avanzando, facendo delle nostre menti e della nostra vita una nuova materia prima da sfruttare per profitto, rendendoci sempre più impotenti.
Le emergenze sociali e quelle climatiche, le crisi economiche e quelle esistenziali, e tutti i sintomi del passaggio antropologico che stiamo vivendo, c’erano prima del coronavirus, ci sono ancora e ci saranno anche dopo. Per questo motivo in Darsi Pace cerchiamo di elaborare una visione del tempo che stiamo vivendo e di preparare un’azione di trasformazione del mondo ormai sempre più urgente.
Per fare ciò però è necessario ripartire dall’unificazione interiore, da una lucidità mentale e da una fermezza che solo la liberazione interiore ci può donare. Anche domenica scorsa abbiamo nuovamente spiegato i 5 passaggi della meditazione, e poi l’abbiamo praticata insieme, con i presenti e con i collegati in streaming.
Vi aspettiamo per continuare a Darci Pace, al secondo incontro della prima annualità: “Non è la fine: ma un crollo sì, per nuovi inizi”. Sarà un incontro aperto agli iscritti del primo anno e a tutti coloro che sono interessati ai gruppi e vogliono venire a vedere per la prima volta. Dal terzo incontro la partecipazione sarà riservata solo agli iscritti, in modo da chiudere il gruppo del primo anno.
L’incontro, come quello di domenica scorsa, si svolgerà fisicamente a Roma ma sarà anche trasmesso in diretta sulle pagine facebook Darsi Pace e Marco Guzzi.
Trovi tutte le informazioni sull’evento facebook: https://fb.me/e/1dtBCgWzO
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PER PARTECIPARE FISICAMENTE ALL’INCONTRO E’ NECESSARIO COMPILARE QUESTO MODULO: https://sas.unisal.it/?id=autocert
(Su motivo/destinazione selezionare “Gruppo Darsi Pace” e come fascia oraria “11 ottobre DP1”)
NON SARA’ POSSIBILE ACCEDERE ALL’UNIVERSITA’ SENZA TALE AUTOCERTIFICAZIONE: il PDF che viene generato dopo l’invio del modulo andrà mostrato all’ingresso del campus in formato cartaceo o sul proprio cellulare.
Dati i posti limitati (max 200) si darà la precedenza agli iscritti e alle persone nuove che vogliano conoscere il metodo dei gruppi.
La compilazione del modulo comporta un serio impegno a partecipare all’incontro. Chi decidesse di non partecipare più o avesse un imprevisto scriva una mail a redazione@darsipace.it per permetterci di far partecipare altre persone.
Nell’Università è obbligatorio portare la mascherina, rispettare le distanze e osservare tutte le norme e le procedure prescritte dalla legge ai fini della sicurezza sanitaria a motivo del COVID19.
“DARSI PACE CONTINUA”.
Splendido passaggio culturale:
dal novecentesco
LOTTA CONTINUA
all’Indispensabile
DARSI PACE CONTINUA
che contiene anche il buono del novecentesco citato.
GianCarlo
E’ vero, Giancarlo! E pensa che era una citazione “involontaria”…
Un abbraccio,
Andrea
Il moralismo e la fede
Ottobre 19, 2020 / gpcentofanti
Lo spiritualismo, ossia una spiritualità meno attenta alla persona specifica tutta intera e il pragmatismo, ossia il contatto con la realtà pratico non maturato in una crescita integrale, sono, per certi aspetti almeno, non necessariamente frutti del razionalismo. Resta che ogni riduttivismo chiude l’uomo in uno schema proprio perché occlude una più adeguata comunicazione con la vita in ogni suo aspetto. Dunque si possono tendere a ripetere letture di essa variamente inscatolate.
Su tali scie la vita dell’uomo diventa almeno in parte un fare non un lasciarsi portare nel mistero, un sempre più profondo essere. Vi è il rischio di una sordità alla grazia, dunque al dono della fede, anche se certo la grazia può vincere tutte le chiusure. Il fare non aiuta a sentire l’amore bello, a misura, di Dio. Si fanno cose ma non percepiamo l’amore di Dio che ci aiuta ad aprire il cuore con delicatezza, nella sua grazia. Liberandoci, rasserenandoci, facendoci respirare a pieni polmoni, conducendoci in una esistenza spirituale e psicofisica sempre nuova. Il moralismo, puntando su sé stessi, chiude, invece il cuore portato dalla Luce serena apre alla speranza. La grazia è divina e umana in Gesù.
Il fare può comportare un cammino più faticoso, scoraggiamenti, appunto minore fiducia, speranza, nell’aiuto sempre nuovo di Gesù, Signore dal giogo dolce e dal peso leggero. Ne vediamo un esempio al tempo di Galileo quando invece di aggiustare semplicemente il discernimento della fede continuando a maturare a tutto campo nella sequela di Cristo si è talora confinata la fede in un’anima disincarnata cercando soluzioni pseudoscientifiche a tante questioni umane. Perdendo la via di un più semplice e tendenzialmente profondo contatto con Dio e con l’uomo.
Non solo più riduttivo ascolto di Dio e di sé stessi ma anche degli altri. Minore fiducia nel padre spirituale, perché gli schematismi orientano a tenere in mano propria il pallino della vita piuttosto che a lasciarsi portare oltre da una guida, sia pure questa si sia dimostrata nel tempo fondamentalmente serena e affidabile.
La grazia divina e umana orienta infatti verso una certa fiducia per esempio anche in un formatore umano inviato da Dio. Gesù dice dei farisei, chiusi nelle loro astrazioni, che nemmeno si erano pentiti per credere a Giovanni Battista. E le scritture dicono che prima del Messia deve venire Elia. Una persona che volga il cuore dei padri verso i figli e viceversa.
Le parole di Maria sulla vittoria del suo cuore immacolato sono davvero densissime.
Che belle foto! Grazie di cuore. Marco
Queste foto hanno una luce particolare, una luce calda perché è la temperatura dell’ accoglienza. È il tepore delle cose che hanno dentro sempre l’ energia della vita in corso, la fiamma che torna, appena aliti sopra espirando. Rimaniamo accesi così !! La Rivoluzione è in questo caldo accogliere.