Darsi Pace in Germania

Commenti

  1. Pasqualino Casaburi dice

    Pre-metto che mi pro-metto di guardare con calma il video. Devo dire che la narrazione della tua storia, Maila mi ha molto coinvolto. Davvero una testimonianza preziosa per tutti noi e soprattutto per chi voglia intraprendere il cammino comune DP. Riconoscere la “strada” la propria strada è davvero arduo e talvolta bisogna ritornare sui propri passi fino ad incontrare quei ponti che collegano, quei ponti da dove un poco più su della spalletta intravedere un orizzonte nuovo, una visuale ampia che ti dona serenità, che ti restituisce la pace.
    Grazie Maila

  2. Si sente nei partecipanti ai gruppi l’intuizione di una libertà a pieni polmoni che nasce dal respirare un amore sereno, non moralista, non pragmatisti, una crescita a misura della persona specifica che è anche il seme di una nuova cultura.
    https://gpcentofanti.altervista.org/video-nodi-che-si-sciolgono-strade-che-si-apronoe/

  3. Nei partecipanti ai gruppi Darsi pace

  4. Seconda Ave Maria
    Sempre la sera quando scende la tua pace
    domando che sia del mondo che non spera.
    Potenti affannati a dominare gente
    che cerca solo una vita più serena.
    Oh Signore, tu sai perché permetti
    queste cose, questi dolori, queste ferite
    astruse. Quando le cose semplici e buone?
    Quando la fede coltivata a scuola,
    pure lo scambio col pensare altro?
    Lasciateci campare, siamo stanchi.
    Viene la sera, ogni voce si fa eco distesa,
    si quieta il campo di girasoli, il faggio riposa.
    Fuma il comignolo del casolare nella tenue rossastra
    luce diffusa. E l’allodola dal nido ai margini del bosco
    canta che questa vostra vita non è vera.

    Preghiera del vespro.

    La sera tu vieni sileziosa
    come una pace segreta
    tra il vento e la rosa.
    Un raggio di luce rossa
    ferisce per un solo istante
    la siepe odorosa di gelsomini.
    Qui nella campagna
    tu parli confidenzialmente
    come il marito e la sposa.
    Come la mamma e il bimbo
    che rotola sull’erba
    senza farsi male.
    E la mamma ride contenta
    di questo gioco che
    non le dà pensiero
    ma solo infonde fiducia
    in questo tempo di prova.

    Compieta

    Ci sia pace nel tuo cuore
    lascia scendere la pace.
    Senti? Bussa alle finestre
    dalle brume della sera
    e ti dona di ascoltare.
    Tu aprile. Non temere
    – ti dice – i fantasmi dell’inverno,
    né la notte che viene.
    Riposa. Io sono invece
    nel crepitare del caminetto,
    nel cagnolino beato
    della tua presenza,
    nelle semplici cose
    contro le quali nulla
    davvero può il male.

    Breviario pasquale

    In questo tempo di sera
    sento un canto
    come una sorpresa
    che si rivela un appuntamento.
    Non devo fare nulla, viene
    ed io soltanto sento.
    Sento il dolore per il vento
    che scuote questo mondo
    e più nel fondo una pace,
    una speranza, in cui mi perdo
    senza più alcun ragionamento.

    Canti dalla nuova dittatura

    Ah, questo oscuro tempo del nostro svanire

    in plumbeo cielo grande fratello,

    il lucignolo acceso ancora nel lungo inverno

    celato miracolo di uno che non può

    morire.

    Seme nascosto di tormentato crogiuolo

    e scava, scava, tra polvere nuda

    cercando, sincera fonte, acqua sorgiva

    donde traboccano le povertà.

    Non moriremo nemmeno da morti, ebeti pupi

    vedremo tra macerie di tristi stagioni

    una invincibile presenza.

    Poesie tratte da: Giampaolo Centofanti Piccolo magnificat. Un canto di tanti canti (Yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo*)

    *Pablo Neruda, Canto general

  5. Francesco Marabotti dice

    Grazie Maila di questa bella testimonianza,
    mi ha commosso ripensare alla prima volta
    che ci siamo incontrati, a Brescia,
    all’incontro di Giuliana.

    E poi tutto quello che ne è seguito.

    Un caro abbraccio,
    Francesco

  6. Letizia Giurdanella dice

    Cara Maila
    Anch’io sono commossa per questa tua testimonianza!C’ero anch’io a quell’incontro a Brescia e gioisco per la tua trasformazione. Grazie per la luce del tuo piombo trasformato in oro che illumina il nostro cammino!
    Letizia

  7. Caro Pasqualino,

    grazie a te per l’attenzione e l’ascolto. Sì, è proprio così, trovare la propria strada è davvero arduo e va di pari passo con la conoscenza di noi stessi. Più ci ci conosciamo e meglio mettiamo a fuco la direzione in cui procedere. Ci sono ostacoli interni e ostacoli esterni, ma tutto alla fine può diventare materia di lavoro. L’immagine del ponte è molto bella e molto vera…avere una visuale più ampia dell’orizzonte sicuramente mette pace e porta chiarimento.

    Un caro saluto e grazie ancora

    Caro Giovanni,

    sì, in Darsi Pace si respira libertà e profondità, saggezza millenaria e modernità. Niente viene intaccato della tradizione, che illuminata dalla luce della contemporaneità, risplende anzi con maggior ardore. Grazie per averci condiviso le tue poesie.

    Un caro saluto

    Caro Francesco
    anche per me quel primo incontro di Brescia rappresenta un ricordo molto speciale e molto nitido. Ero appena rientrata ed ero ancora molto confusa, e quella possibilità di incontro con Giuliana mi ha davvero portato molta consolazione. Chi l’avrebbe mai detto poi che avremmo vissuto quest’avventura comune così intensamente e chissà per quanto cammineremo ancora insieme, uniti da questo grande desiderio di cambiamento.

    Un abbraccio e a presto.

    Cara Letizia,

    grazie per la tua partecipazione. C’è ancora moltissimo piombo da dover trasformare in me, ma come sappiamo bene sono proprio i piccoli passi e le piccole conquiste quotidiane che ci danno l’incoraggiamento giusto per proseguire. Ognuno di noi accende una piccola luce sul cammino altrui man mano che si trasforma ed è questo che ci rende autenticamente felici.

    Un abbraccio e grazie

    Maila

  8. Grazie Maila del tuo percorso di speranza

  9. Che si avvera sempre più

  10. Carissima Maila, leggendo il tuo coraggioso e onesto resoconto, capisco sempre di più questa fame che abbiamo (che ho) di “testimoni” e non tanto, non più, di sistemi di pensiero complessi e astrusi (“innumerevoli stati d’assedio / propongono ricette per la vita / ma ho già l’astrologia babilonese” cantava Battiato – con deliziosa ironia – anni fa).

    Eh no. Si entra nelle cose perché qualcuno ti prende per mano, non perché si digeriscono tomi e tomi di alti pensieri! Si entra nella bellezza di un cammino perché qualcuno posa il suo sguardo amorevole su di te e con delicatezza ti aiuta, ti guida con leggerezza e prudenza. Per non sopraffare mai, mai, mai, la tua libertà. Proprio come racconti tu, cara.

    La tua testimonianza è un valore per gli altri, la tua sofferenza si ribalta in occasione propizia, quello che hai sofferto è diventato una gemma dorata per segnare il cammino. “Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne” avverte Mounier (scusa se non ho trovato un tedesco, ma mi veniva questa, credo a proposito) e ciò che hai patito sgombra ogni rischio di sterile dottrina e si propone a me, che leggo, come percorso umanissimo, carnale, di carne e sangue ovvero di tutto ciò che serve.

    Dunque, insomma: grazie.

  11. Caro Marco,

    ti ringrazio molto per le tue parole e posso solo confermare quanto scrivi. Penso che la trasformazione avvenga un po’ per “contagio”, ovvero solo quando qualcuno si rende testimone credibile di un cammino compiuto, di passaggi interiori realizzati, solo così si può diventare guida per altri, solo così si può accendere la speranza di un cambiamento possibile, malgrado la sofferenza. E allora tutto acquista senso, e la nostra esperienza non sarà stata vana. Così è stato per me, grazie a tutte le persone che mi hanno guidato e che ancora mi guidano, e altrettanto spero potrò esserlo per altri. Questo mi restituisce il senso di un orizzonte comune al quale aneliamo e che delinea anche i contorni di un’umanità che procede in direzione di una libertà sempre maggiore, liberandoci da tanto male inutile.

    Grazie per le bellissime citazioni. Amo molto sia Battiato che Mounier 🙂

    Un caro saluto

    Maila

  12. Antonietta Valentini dice

    Cara Maila e cara Nancy, grazie!
    Mi sento sempre molto coinvolta quando qualcuno ha il coraggio di esporsi e di raccontare la propria storia, con la gioia di averne ritrovato il filo.
    Questa apertura è uno stimolo per tutti, perchè perseveriamo nella nostra ricerca con fiducia, qualunque sia il punto in cui ci troviamo ora.
    Un abbraccio a entrambe!
    Antonietta

  13. Grazie cara Antonietta,

    mi fa piacere perché la mia intenzione era proprio questa. Comunicare un messaggio di positività a partire da un’esperienza fatta e l’idea che il filo che ci guida c’è sempre, anche quando noi, immersi nella nostra notte dell’anima, non lo vediamo e pensiamo che tutto ormai sia irremidiabilmente perso.

    Un abbraccio

    Maila

  14. Giuseppina Nieddu dice

    Grazissime a Marco e Paola, a Maila e Nancy per questo ricchissimo post dove si incrociano molte esperienze e testimonianze di vocazioni autentiche ed intergenerazionali. Come in un grande crocevia si intersecano e scorrono percorsi che sottendono un unico filo rosso invisibile e chiarissimo, letto e riletto con occhi sapienti ed appassionati .
    Un abbraccio pieno di stima e riconoscenza.
    Giuseppina

  15. Grazie cara Giuseppina,

    questo filo rosso è di fondamentale importanza per tenere assieme sia questi ricchissimi scambi intergenerazionali, sia i pezzi stessi della nostra vita, che a volte ci appaiono sconnessi e disordinati. Bisogna avere la pazienza e la fiducia che tutto procede secondo un senso che spesso ci sfugge, ma che comunque ci guida. Bisogna rendere l’ascolto attento per cogliere le direzioni nella confusione assordante e caotica in cui siamo immersi, dentro e fuori di noi. Darsi Pace per fortuna ci insegna tutto questo 🙂

    Un abbraccio affettuoso anche a te

    Maila

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