Pubblichiamo la bella testimonianza di Maila Arelli, formatrice dei Gruppi Darsi Pace, responsabile del sito in lingua tedesca, della pagina facebook Sich Frieden Schenken e del relativo account Instagram.
A seguire Sorella Nancy, della Comunità Francescana di Betania di Aschaffenburg, racconta la storia del suo incontro con i Gruppi Darsi Pace.
Il post accompagna il video dell’intervento di Marco Guzzi al Convegno Nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia: “Sessualità, amore, e vita spirituale nel XXI secolo”, che si è svolto il 30 settembre 2020 in videoconferenza.
Già da diversi anni il movimento Darsi Pace ha iniziato a espandersi oltre i confini nazionali, grazie ai suoi numerosi praticanti presenti in tutto il mondo. Una relazione che abbiamo particolarmente a cuore è quella con la Germania. La dimensione culturale del nostro movimento è infatti fortemente ispirata da filosofi, poeti e pensatori tedeschi e lo stesso Marco Guzzi ha studiato per diverso tempo filosofia a Freiburg e a Bonn.
Anche per me la Germania ha rappresentato un punto di svolta nella mia vita. Fin da bambina sono sempre stata attratta dalla lingua e dalla cultura tedesca, per motivi a me ignoti. Non avevo infatti alcun tipo di legame familiare con questo Paese e nemmeno persone nella mia cerchia che ne erano particolarmente interessate. Eppure già dalla medie era chiaro per me che alle superiori avrei studiato il tedesco, cosa che ho fatto, con grande delusione tuttavia, avendo subito moltissimi cambi di insegnante. Alla fine della scuola, amareggiata come solo gli adolescenti testardi sanno essere, abbandono completamente il progetto e cambio strada. Scelgo di studiare beni culturali e conseguo la laurea. Eppure qualcosa in me mi diceva chiaramente che non era quella la via. Mi iscrivo pertanto a filosofia e colgo l’occasione di partire per un anno in erasmus a Tübingen, in Germania! Una vera sfida visto che non ricordavo nulla di tedesco!
Contrariamente ai luoghi comuni, l’erasmus, e in generale tutto il soggiorno all’estero, è stato un periodo molto duro per me. Ricordo benissimo a distanza di anni la frustrazione di entrare in aula e non capire assolutamente nulla delle lezioni di filosofia! Per me, da sempre amante dello studio e della lettura in generale, la lingua era sempre stata una dimensione naturale in cui dimorare. Mi comincia a mancare il terreno sotto ai piedi e la difficoltà, sempre a causa della barriera linguistica, di non potermi relazionare autenticamente con gli altri, non aiuta. Tengo duro e vado avanti.
Dopo l’erasmus infatti non sono più rientrata in Italia per diversi anni. L’estero rappresentava comunque per me una frontiera di libertà e scoperta personale dal fascino irresistibile. Decido quindi di rimanere, anche se ormai sono sempre più evidenti in me i segni di una fortissima crisi personale, che la lontananza da casa e le relative difficoltà avevano semplicemente accelerato. Soffoco queste avvisaglie di malessere, a volte accompagnate perfino da attacchi di panico, e mi impegno più che posso nello studio. Nel frattempo miglioro molto il mio tedesco, continuo a studiare dalla Germania per dare gli esami in Italia e mi laureo in filosofia. In seguito riesco a vincere una borsa di studio tedesca per studenti meritevoli, la DAAD. Grazie a questa borsa, che fortunatamente ha finanziato interamente i miei studi, mi iscrivo alla laurea specialistica in filosofia alla Humboldt Universität di Berlino. Sono stremata ormai dal soffocare il malessere e contemporaneamente mantenere al massimo il mio impegno nello studio, ma grata alla vita per questa opportunità, non voglio sprecarla per nessun motivo. Tuttavia nonostante la mia determinazione avviene un crollo psicologico totale.
Una mia carissima amica italiana con cui ero ancora in contatto mi presenta allora una praticante di Darsi Pace, la quale, con un rispetto e una delicatezza che ancora oggi mi commuovono, temendo allora un mio rifiuto iniziale, non mi parla affatto del movimento, essendo io in quel periodo tra l’altro apertamente in conflitto con il cristianesimo. Sento in lei però un linguaggio davvero nuovo e una grande capacità di chiarirmi ciò che avevo vissuto e ciò che mi stava accadendo con una lucidità e una profondità che nessuno mai prima di allora mi aveva espresso. Sento in lei inoltre un autentico desiderio di aiutarmi, senza alcun tipo di ritorno personale; quell’aiuto che arriva da chi sa di aver ricevuto un grande dono e vuole condividerlo con gli altri, per puro spirito di umanità e apertura del cuore. Dopo molti mesi di rapporto personale con lei, per puro caso scopro la sua appartenenza al movimento. Sorpresa comincio a informarmi meglio. La totale mancanza di forzatura da parte sua è stato il tramite per avvicinarmi con grande fiducia e curiosità. È vero, era un gruppo cristiano e devo ammettere per onestà che questo all’inizio mi disturbava, ma il linguaggio era così diverso e comunque faceva presa su una ricerca di spiritualità di cui io sentivo estremamente il bisogno. Mi ero infatti da qualche tempo avvicinata anche allo yoga e alla meditazione, che con piacere scopro essere praticati anche qui. Il mio cuore di giovane donna desiderosa di Spirito ma anche della libertà propria della sua contemporaneità è ormai conquistato dall’apertura mentale e al contempo dalla serissima preparazione presente in Darsi Pace.
Decido e mi iscrivo seguendo per due anni telematicamente. Intanto riesco a trovare la forza di concludere gli studi.
Sono ancora estremamente in travaglio, una parte di me rifiuta categoricamente l’idea di rientrare Italia dopo tanti anni -quasi sette- ma l’altra desidera tornare a dimorare nella sua lingua madre e a farsi baciare dal sole caldo del mediterraneo. Presa da mille dubbi decido e torno. È difficile descrivere in poche righe tutte le sfumature e i travagli dell’animo umano. Ad oggi dico però che nonostante le difficoltà di reinserimento ambientale e lavorativo sono felice della scelta fatta. La Germania ad ogni modo è sempre dentro di me. È un luogo dove la mia anima aspira a tornare, ma senza tuttavia poter rimanere.
Un giorno parlo con Marco di tutto questo che, con la sua capacità unica di leggere nelle persone, evidentemente intuisce qualcosa. Mi propone così di tradurre il sito di Darsi Pace in tedesco… ha inizio l’avventura…nel 2016 nascono quindi il sito www.darsipace.org e la pagina facebook Sich Frieden Schenken. Più tardi nascerà anche l’account Instagram Frieden Schenken. Queste pagine raccolgono traduzioni di testi di Marco Guzzi, traduzioni di altri pensatori vicini al nostro pensiero e mie riflessioni ispirate dal lungo cammino in Darsi Pace. Nel frattempo, aiutata da un’amica madrelingua, traduco il libro Darsi Pace in tedesco, per il quale siamo ancora in ricerca di un editore. Il rapporto con la Germania si intensifica e va avanti.
Nel settembre 2019, in seguito a una prima partecipazione di Marco Guzzi al Convegno Nazionale delle Missioni Cattoliche in Germania e Scandinavia, svoltosi a Bergisch Gladbach (nelle vicinanze di Colonia), si apre un bellissimo dialogo con questa realtà. Grazie a questa iniziativa inizia poi una collaborazione con il mensile “Il Corriere d’Italia”, una pubblicazione italiana in Germania, pensata per i tanti connazionali residenti in questo Paese. Questa rubrica ospita riflessioni di Marco su temi culturali, sociali e di attualità.
Nel 2020 intanto segue un secondo convegno delle Missioni Cattoliche in Germania e Scandinavia dal titolo “Sessualità, amore, e vita spirituale nel XXI secolo”, di cui pubblichiamo qui la conferenza di Marco.
I segni di questa relazione cominciano a dare i primi frutti e sono molto felice, a tal riguardo, di allegare a conclusione della mia, anche la testimonianza di Suor Nancy, vice coordinatrice delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e ora anche praticante dei gruppi Darsi Pace. Le sue parole ci raccontano da un altro punto di vista la bellezza di scoprire la ricchezza del nostro movimento.
“Nel gennaio 2019 nel Consiglio di Delegazione delle Missioni Italiane eravamo alla ricerca di un relatore per il nostro Convegno Nazionale annuale di settembre e un membro del Consiglio propose Marco Guzzi, presentandoci con grande entusiasmo le sue intuizioni e la realtà dei gruppi Darsi Pace. Ricordo che rimasi affascinata ed incuriosita, pur non avendo capito al cento per cento ciò di cui si trattava. Accettammo la proposta e fu così che nel settembre 2019 conobbi Marco e Paola! Marco tenne quattro relazioni che risuonarono in modo particolare dentro di me, era una voce che portava in sé del nuovo e del vecchio, riecheggiava di una sapienza conosciuta, riletta da un’angolatura nuova che sapeva di integrato e di vita vissuta; pian piano crebbe sempre più in me l’attrazione verso questo percorso.Fu poi l’approccio personale con Paola a darmi il coraggio di chiedere qualche delucidazione pratica in più e con l’ottobre 2019 iniziai la prima annualità! I miei residui di diffidenza iniziale hanno lasciato sempre più spazio ad accoglienza e abbandono, e da un anno a questa parte posso dire che questo percorso mi sta motivando innanzitutto a prendermi del tempo per lavorare su di me; mi è di grande aiuto ricevere degli stimoli esterni che mi aiutino a farlo, perché altrimenti è quella cosa che relego automaticamente al “ciò che farò domani” . Sembra sempre infatti che ci sia qualcosa di più importante da sbrigare, ma invece è proprio vero che il lavorare sulla propria interiorità è il dono più bello che si possa fare a se stessi e a tutte le persone che si incontrano! Ciò è fondamentale non solo per la autenticità del proprio percorso spirituale, ma anche per la qualità delle relazioni umane che vogliamo creare.Anche la presenza dei tutor che ci accompagnano nel cammino e che sono disposti a donarci parte del loro tempo mi fa sperimentare la bella esperienza che c’è qualcuno che si prende cura di me. Se ci fosse qualcuno che è ancora in dubbio se iniziare o meno questo percorso, non posso far altro che incoraggiarlo a provare! Buon cammino!! “
Sor. Nancy Tomasini FFB
Vice-Coordinatrice Zona Centro delle MCI Germania
Pre-metto che mi pro-metto di guardare con calma il video. Devo dire che la narrazione della tua storia, Maila mi ha molto coinvolto. Davvero una testimonianza preziosa per tutti noi e soprattutto per chi voglia intraprendere il cammino comune DP. Riconoscere la “strada” la propria strada è davvero arduo e talvolta bisogna ritornare sui propri passi fino ad incontrare quei ponti che collegano, quei ponti da dove un poco più su della spalletta intravedere un orizzonte nuovo, una visuale ampia che ti dona serenità, che ti restituisce la pace.
Grazie Maila
Si sente nei partecipanti ai gruppi l’intuizione di una libertà a pieni polmoni che nasce dal respirare un amore sereno, non moralista, non pragmatisti, una crescita a misura della persona specifica che è anche il seme di una nuova cultura.
https://gpcentofanti.altervista.org/video-nodi-che-si-sciolgono-strade-che-si-apronoe/
Nei partecipanti ai gruppi Darsi pace
Seconda Ave Maria
Sempre la sera quando scende la tua pace
domando che sia del mondo che non spera.
Potenti affannati a dominare gente
che cerca solo una vita più serena.
Oh Signore, tu sai perché permetti
queste cose, questi dolori, queste ferite
astruse. Quando le cose semplici e buone?
Quando la fede coltivata a scuola,
pure lo scambio col pensare altro?
Lasciateci campare, siamo stanchi.
Viene la sera, ogni voce si fa eco distesa,
si quieta il campo di girasoli, il faggio riposa.
Fuma il comignolo del casolare nella tenue rossastra
luce diffusa. E l’allodola dal nido ai margini del bosco
canta che questa vostra vita non è vera.
Preghiera del vespro.
La sera tu vieni sileziosa
come una pace segreta
tra il vento e la rosa.
Un raggio di luce rossa
ferisce per un solo istante
la siepe odorosa di gelsomini.
Qui nella campagna
tu parli confidenzialmente
come il marito e la sposa.
Come la mamma e il bimbo
che rotola sull’erba
senza farsi male.
E la mamma ride contenta
di questo gioco che
non le dà pensiero
ma solo infonde fiducia
in questo tempo di prova.
Compieta
Ci sia pace nel tuo cuore
lascia scendere la pace.
Senti? Bussa alle finestre
dalle brume della sera
e ti dona di ascoltare.
Tu aprile. Non temere
– ti dice – i fantasmi dell’inverno,
né la notte che viene.
Riposa. Io sono invece
nel crepitare del caminetto,
nel cagnolino beato
della tua presenza,
nelle semplici cose
contro le quali nulla
davvero può il male.
Breviario pasquale
In questo tempo di sera
sento un canto
come una sorpresa
che si rivela un appuntamento.
Non devo fare nulla, viene
ed io soltanto sento.
Sento il dolore per il vento
che scuote questo mondo
e più nel fondo una pace,
una speranza, in cui mi perdo
senza più alcun ragionamento.
Canti dalla nuova dittatura
Ah, questo oscuro tempo del nostro svanire
in plumbeo cielo grande fratello,
il lucignolo acceso ancora nel lungo inverno
celato miracolo di uno che non può
morire.
Seme nascosto di tormentato crogiuolo
e scava, scava, tra polvere nuda
cercando, sincera fonte, acqua sorgiva
donde traboccano le povertà.
Non moriremo nemmeno da morti, ebeti pupi
vedremo tra macerie di tristi stagioni
una invincibile presenza.
Poesie tratte da: Giampaolo Centofanti Piccolo magnificat. Un canto di tanti canti (Yo vine aqui para cantar y para que cantes conmigo*)
*Pablo Neruda, Canto general
Grazie Maila di questa bella testimonianza,
mi ha commosso ripensare alla prima volta
che ci siamo incontrati, a Brescia,
all’incontro di Giuliana.
E poi tutto quello che ne è seguito.
Un caro abbraccio,
Francesco
Cara Maila
Anch’io sono commossa per questa tua testimonianza!C’ero anch’io a quell’incontro a Brescia e gioisco per la tua trasformazione. Grazie per la luce del tuo piombo trasformato in oro che illumina il nostro cammino!
Letizia
Caro Pasqualino,
grazie a te per l’attenzione e l’ascolto. Sì, è proprio così, trovare la propria strada è davvero arduo e va di pari passo con la conoscenza di noi stessi. Più ci ci conosciamo e meglio mettiamo a fuco la direzione in cui procedere. Ci sono ostacoli interni e ostacoli esterni, ma tutto alla fine può diventare materia di lavoro. L’immagine del ponte è molto bella e molto vera…avere una visuale più ampia dell’orizzonte sicuramente mette pace e porta chiarimento.
Un caro saluto e grazie ancora
Caro Giovanni,
sì, in Darsi Pace si respira libertà e profondità, saggezza millenaria e modernità. Niente viene intaccato della tradizione, che illuminata dalla luce della contemporaneità, risplende anzi con maggior ardore. Grazie per averci condiviso le tue poesie.
Un caro saluto
Caro Francesco
anche per me quel primo incontro di Brescia rappresenta un ricordo molto speciale e molto nitido. Ero appena rientrata ed ero ancora molto confusa, e quella possibilità di incontro con Giuliana mi ha davvero portato molta consolazione. Chi l’avrebbe mai detto poi che avremmo vissuto quest’avventura comune così intensamente e chissà per quanto cammineremo ancora insieme, uniti da questo grande desiderio di cambiamento.
Un abbraccio e a presto.
Cara Letizia,
grazie per la tua partecipazione. C’è ancora moltissimo piombo da dover trasformare in me, ma come sappiamo bene sono proprio i piccoli passi e le piccole conquiste quotidiane che ci danno l’incoraggiamento giusto per proseguire. Ognuno di noi accende una piccola luce sul cammino altrui man mano che si trasforma ed è questo che ci rende autenticamente felici.
Un abbraccio e grazie
Maila
Grazie Maila del tuo percorso di speranza
Che si avvera sempre più
Carissima Maila, leggendo il tuo coraggioso e onesto resoconto, capisco sempre di più questa fame che abbiamo (che ho) di “testimoni” e non tanto, non più, di sistemi di pensiero complessi e astrusi (“innumerevoli stati d’assedio / propongono ricette per la vita / ma ho già l’astrologia babilonese” cantava Battiato – con deliziosa ironia – anni fa).
Eh no. Si entra nelle cose perché qualcuno ti prende per mano, non perché si digeriscono tomi e tomi di alti pensieri! Si entra nella bellezza di un cammino perché qualcuno posa il suo sguardo amorevole su di te e con delicatezza ti aiuta, ti guida con leggerezza e prudenza. Per non sopraffare mai, mai, mai, la tua libertà. Proprio come racconti tu, cara.
La tua testimonianza è un valore per gli altri, la tua sofferenza si ribalta in occasione propizia, quello che hai sofferto è diventato una gemma dorata per segnare il cammino. “Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne” avverte Mounier (scusa se non ho trovato un tedesco, ma mi veniva questa, credo a proposito) e ciò che hai patito sgombra ogni rischio di sterile dottrina e si propone a me, che leggo, come percorso umanissimo, carnale, di carne e sangue ovvero di tutto ciò che serve.
Dunque, insomma: grazie.
Caro Marco,
ti ringrazio molto per le tue parole e posso solo confermare quanto scrivi. Penso che la trasformazione avvenga un po’ per “contagio”, ovvero solo quando qualcuno si rende testimone credibile di un cammino compiuto, di passaggi interiori realizzati, solo così si può diventare guida per altri, solo così si può accendere la speranza di un cambiamento possibile, malgrado la sofferenza. E allora tutto acquista senso, e la nostra esperienza non sarà stata vana. Così è stato per me, grazie a tutte le persone che mi hanno guidato e che ancora mi guidano, e altrettanto spero potrò esserlo per altri. Questo mi restituisce il senso di un orizzonte comune al quale aneliamo e che delinea anche i contorni di un’umanità che procede in direzione di una libertà sempre maggiore, liberandoci da tanto male inutile.
Grazie per le bellissime citazioni. Amo molto sia Battiato che Mounier 🙂
Un caro saluto
Maila
Cara Maila e cara Nancy, grazie!
Mi sento sempre molto coinvolta quando qualcuno ha il coraggio di esporsi e di raccontare la propria storia, con la gioia di averne ritrovato il filo.
Questa apertura è uno stimolo per tutti, perchè perseveriamo nella nostra ricerca con fiducia, qualunque sia il punto in cui ci troviamo ora.
Un abbraccio a entrambe!
Antonietta
Grazie cara Antonietta,
mi fa piacere perché la mia intenzione era proprio questa. Comunicare un messaggio di positività a partire da un’esperienza fatta e l’idea che il filo che ci guida c’è sempre, anche quando noi, immersi nella nostra notte dell’anima, non lo vediamo e pensiamo che tutto ormai sia irremidiabilmente perso.
Un abbraccio
Maila
Grazissime a Marco e Paola, a Maila e Nancy per questo ricchissimo post dove si incrociano molte esperienze e testimonianze di vocazioni autentiche ed intergenerazionali. Come in un grande crocevia si intersecano e scorrono percorsi che sottendono un unico filo rosso invisibile e chiarissimo, letto e riletto con occhi sapienti ed appassionati .
Un abbraccio pieno di stima e riconoscenza.
Giuseppina
Grazie cara Giuseppina,
questo filo rosso è di fondamentale importanza per tenere assieme sia questi ricchissimi scambi intergenerazionali, sia i pezzi stessi della nostra vita, che a volte ci appaiono sconnessi e disordinati. Bisogna avere la pazienza e la fiducia che tutto procede secondo un senso che spesso ci sfugge, ma che comunque ci guida. Bisogna rendere l’ascolto attento per cogliere le direzioni nella confusione assordante e caotica in cui siamo immersi, dentro e fuori di noi. Darsi Pace per fortuna ci insegna tutto questo 🙂
Un abbraccio affettuoso anche a te
Maila