Il problema fondamentale, che segnerà il destino della nostra civiltà e delle generazioni future, è nella possibilità o meno di costruire un’alternativa sistemica a questa pratica di governo “biopolitica”, che ha costruito la sua egemonia negli ultimi decenni.
La sfida intellettuale e pratica è perciò quella di elaborare i presupposti di una nuova forma di aggregazione, capace di unire le varie anime del popolo, a partire da una medesima urgenza di trasformazione del sistema.
L’Indispensabile nasce proprio da questa esigenza di una modalità di partecipazione politica che lotti per una società veramente democratica, e che al contempo integri le dimensioni personali della soggettività.
Il vero nucleo di potere del sistema dominante è in una configurazione della personalità e della società individualistica, a una dimensione, radicata nella paura, nella separazione reciproca e nella unica ricerca di profitto e godimento.
Il vero nucleo di potere del sistema dominante risiede perciò in una ri-plasmazione continua delle coscienze, rese docili e assuefatte alle logiche del consumo e della produzione. Risorse umane, ognuna con il proprio profilo e la propria identità digitale, che si abituano a vivere alla giornata, senza passato e senza futuro, con la prospettiva di cambiare 13/14 lavori durante il corso della loro vita.
Ma nel frattempo le ombre rimosse di questa società ritornano sotto forma di disastri climatici, di isolamento patologico, di depressione ed esaurimento cronico, di degrado urbanistico ed estetico, di ossessione mediatica ed erosione della creatività culturale.
L’essere umano contemporaneo, arrivato al culmine delle proprie possibilità evolutive, si scopre solo, angosciato e continuamente pilotato da forze che non è in grado né di gestire né di prevedere.
Questo può essere dunque, paradossalmente, il punto catastrofico della storia propizio per un grande rivolgimento, per una conversione planetaria, che ci porti alla comprensione dell’interconnessione dei piani fondamentali della nostra esistenza.
Solo una nuova umanità che viva i processi di liberazione interiore come emersione fattiva, come gestazione continua di una nuova forma di società, come fioritura di una inedita modalità di fare esperienza di sé e della realtà, potrà dare il via ad una nuova stagione di emancipazione politica.
La rivoluzione del XXI secolo sarà l’opera d’arte della nascita di una antropologia del nascente, sia sul piano della trasformazione della coscienza egoica, sia del modello di civiltà neoliberale e tecnocratico. Questo è il vero anelito che preme nell’anima collettiva.
Scegliere, non subire, la formazione e l’informazione e’ via decisiva contro lo sfacelo totale
Agosto 21, 2020 / gpcentofanti
Viviamo in un epoca in cui si fa sempre più onnipervasivo il pensiero unico. Sembra che pochi potenti della finanza e di internet cerchino di portare il mondo intero sotto la loro amorevole protezione. La gente è spogliata di una libera formazione, fin dalla scuola, nella propria identità liberamente cercata e dunque anche di un autentico scambio. Spogliata dei propri risparmi, del proprio lavoro, talora nel migliore dei casi precarizzato e schiavizzato. Le piccole imprese, le libere professioni, le famiglie, tutto ciò che può costituire un contropotere dal basso è raso al suolo.
È necessario diffondere la consapevolezza che nella società dei media tutto si gioca sulla formazione e sull’informazione, che sono il vero potere. Almeno nei modi e nei tempi adeguati orientarsi verso la libera scuola. Gettare, diffondere, questo potente seme di rinascita. Creare reti di riflessione e di informazione. Comprendere che oggi il rinnovamento parte dal non farsi propinare le veline uniformate del sistema e scegliere i canali informativi, culturali. Aperti a voci plurali perché si cresce insieme e chiudersi nel proprio orticello fa il gioco del potere che vuole trasformare ognuno in un mero individuo isolato consumatore perso in una massa anonima.
Oggi la dittatura di pochi ricchi assume il volto apparentemente soft del cercare di manipolare la gente con le sue notizie a senso unico, con i personaggi a cui fa affezionare, con l’esaltazione di pensatori e uomini di cultura che ripetono tutti lo stesso refrain politically correct. Un falso, omologato, umanitarismo governato da una pseudoscienza insindacabile a servizio di pochi potenti.
Oggi questa è la via della rinascita. Diffondere la consapevolezza di non subire più il lavaggio del cervello significa cercare di evitare la china sempre più ripida del venire ridotti ad automi sfruttati in tutto dal sistema.
https://gpcentofanti.altervista.org/intervista-di-byoblu-a-d-giampaolo-centofanti/
Esserci ed avere cura……. Questo è l’insegnamento possibile e vivibile…. Sono d’accordo….. Agire anche nel nostro privato, diffondere come i cerchi del sasso gettato nell’acqua!
I punti profondi della crisi attuale
Dicembre 16, 2020 / gpcentofanti
La storia ci parla della difficoltà dell’uomo nel trovare la via del contatto semplice con il proprio cuore, con la propria coscienza nella luce serena, a misura, che la illumina. Una via di maturazione della persona tutta intera, nella quale si può vedere ogni cosa in modo sempre nuovo. I valori spesso vengono cercati in modo astratto, poco attento all’umanità specifica di ciascuno e allora si considera da un lato un’anima disincarnata mentre il resto del soggetto resta guidato da conoscenze falsamente neutre, falsamente tecniche o direttamente da un mero pragmatismo.
L’uomo frantumato fatica a trovare il bandolo della matassa della propria vita. I meccanicismi gli fanno guardare con sospetto ai valori nei quali pure crede ma così la vita concreta non trova la via di risposte serene, adeguate, alle proprie domande, ferite, paure, ai propri bisogni.
Il cammino di ognuno è diverso, si può voler vivere e basta, senza ancora intuire il bisogno di comprendere. E ciò nonostante difficolta, prove, interne e provenienti dall’esterno. Anche chi perviene al porsi domande più profonde può avere le proprie vie di ricerca, i propri contatti umani, senza ancora l’apertura a cercare spunti da chiunque e da ovunque provengano. Anche la ricerca del vero non è mera teoria. Forse non a caso persone come Socrate, Gesù ed altri, che hanno aperto decisivi percorsi di ricerca, non hanno scritto, privilegiando il contatto diretto. In modo differente forse una fiducia del seme che nasce e si sviluppa nella terra dell’esistenza reale e non soltanto sui libri.
Si possono comunque segnalare alcuni punti di aiuto per chiunque si scopra interessato ad intendere come sciogliere i nodi intimi e sociali, a cercare strade nuove. Il nucleo di tali nuove piste risiede appunto nella rientrare in contatto col proprio cuore semplice nella luce serena.
Imparare ad ascoltare nella propria coscienza semplice in cosa si crede ed intuire che i valori non calpestano l’umanità astraendo da essa ma tendono a farla gradualmente crescere in modo specifico per ciascuno, ben al di là degli schemi, pieno di buonsenso, verso il loro approfondimento, sempre rinnovatamente autentico compimento.
Un percorso che può favorire la scoperta dell’amore e anche quella di un Dio di amore. Perché l’uomo solo nell’amore trova le risposte ai propri bisogni, alle proprie speranze, ai propri timori, alle proprie ferite. E tanto più nell’amore autentico di Dio che ci ama in un modo così sereno, delicato, che solo in questo amore sempre più scoperto il nostro cuore si apre, perché intuisce che ad ogni domanda, problema, vi è una via di soluzione adeguata, piena. E anche si sperimenta che l’uomo non è fatto per avere tutto sotto il proprio stretto controllo ma per lasciarsi portare dalla vita, trovando in essa, giorno per giorno, le risposte più aderenti alle situazioni concrete. Mentre gli schemi astratti, i programmi prefabbricati, nevrotizzano. L’uomo è fatto alfine per abbandonarsi in Dio.
Questa via di contatto con l’autentico, semplice, sé stessi nella luce orienta tendenzialmente al cercare la viva sintonia con ciascuna diversa persona, situazione. La vita si manifesta con le sue mille sfumature, si scopre la ricchezza della ricerca identitaria di ciascuno e dello scambio. Si supera dunque la manipolazione e la chiusura, il fanatismo, del bianco o nero. Si creano le basi per una rinascita anche della società, svuotata dal tecnicismo disumanizzante.
È interessante e drammatico osservare che le magnifiche sorti e progressive dell’illuminismo, della ragione astratta, hanno condotto ai drammi delle dittature, allo svuotamento dall’interno delle religioni e delle culture ed ora, come previsto anche da vari filosofi, in una sorta di eterogenesi dei fini, alla proclamazione di un ingannevole solidarismo che omologa e svuota le persone della propria autentica ricerca e di un allora autentico scambio e tende a renderle meri individui consumatori persi in una massa anonima, manipolati da pochi potenti della finanza e di internet anche essi soggiogati in ultimo dalla tecnica che distrugge anche i propri figli. Dunque un percorso previsto eppure vissuto talora in modo variamente inconsapevole da tanti del sistema mentre la gente lo subisce ma si rivela spesso pronta a riconoscere nella vita il beneficio di vie più umane. Sarà forse il sempre più drammatico crollo di ogni cosa a costringere al salto di qualità, dalla ragione astratta, dal tecnicismo, all’uomo specifico, alla ricerca personale, allo scambio? Dal robot che sostituisce l’uomo ad una feconda complementarietà?
Sono pienamente d’accordo Francesco…….volevo solo condividere un pensiero che mi martella da tempo…e cioè che la “nuova umanità” (che siamo noi..) che ci sforziamo di vivere attraverso le pratiche e i processi di liberazione interiore debba essere accompagnato anche da un’altro passo concreto:
credo che dobbiamo contestare questo sistema non solo “individualmente” ma anche collettivamente…Penso che sia giunto il tempo di “uscire fuori” da questo sistema marcio e paranoico…Uscire fuori creando delle comunità vive e accoglienti ognuna nel proprio territorio di appartenenza….diventare tanti punti luminosi … una sorta di vivaio interconnesso……. Riuscire a essere dei catalizzatori per creare Comunità vive, “ribelli” e contestatrici dell’attuale sistema…. comunità che sappiano diventare nel tempo anche autonome, e quindi non dipendenti materialmente dal meccanismo dei “supermercati” o dal sistema consumistico……comunità che sappiano ritrovare il contatto con la natura, non in modo sentimentale ma riscoprire la propria connessione profonda con la Madre Terra…comunità che siano anche di stimolo intellettuale per far maturare soggetti in ogni campo dello scibile umano, artistico, scientifico, medico….ma anche comunità che sapranno reggere ai prossimi “urti” e “tsunami” dovuti a un eventuale (sicuro!!) crollo economico, climatico, sociale…….. Insomma far comprendere attraverso la nostra testimonianza (come comunità accogliente) che per la nostra evoluzione e per la nostra sopravvivenza, non c’è solo un sistema che propina pseudo-valori quali la competizione, l’immagine, l’individualismo a oltranza, il successo a ogni costo, o la legge del più forte….ma che esiste anche la solidarietà, la fratellanza, l’accoglienza, l’aiuto reciproco, la cooperazione, la comunità, …costruire e vivere in comunità come stimolo per riprendere a vivere la vita con amore oltre che come processo di trasformazione per iniziare a costruire il mondo nuovo che ci attende…..
un caro saluto a tutti..