Carissimi amici e carissime amiche,
sono molto felice di poter comunicare con voi attraverso questo post, nel quale vorrei raccontarvi quale prezioso dono mi ha fatto il periodo più difficile della mia vita, grazie al quale ho conosciuto il pensiero e la testimonianza di Marco Guzzi, e ho iniziato a frequentare i gruppi Darsi Pace.
Se mi si togliesse l’esperienza di attraversamento delle mie sofferenze, mi si priverebbe anche dei regali più preziosi che la vita ha voluto donarmi. Tra questi regali c’è senza dubbio l’esperienza nei gruppi Darsi Pace.
È possibile, mi chiedo, raccontarvi come stavo nell’estate del 2015, quando entrai in contatto con Darsi Pace, senza che ogni parola non sciupi, sminuisca, riduca il senso profondo di quel che ho vissuto? No, non lo è. Forse l’unico modo per tentare di esprimere come mi sentivo in quel periodo è chiedere aiuto a un grande poeta.
Nel suo Inno alla Libertà, Johann Christian Friedrich Hölderlin scrive
Vacillai tra le antiche onde del Caos
selvaggia e allegra come una baccante
e illusa di felice giovinezza
mi sentii la regina libertà:
l’urto degli elementi scatenati
mi accennò l’ora dell’annientamento,
e allora la mia legge richiamò
per un patto fraterno l’Infinito.
Quando Hölderlin scrisse questi versi non aveva neanche vent’anni, e già parlava di noi, già parlava di me. È proprio così che stavo: sentivo che tutto intorno a me crollava, e io, con l’unica colpa di aver inseguito un sogno di libertà con l’incoscienza di un ragazzino, mi ritrovavo solo e sbattuto nell’annientamento che tutti noi viviamo, e tentavo di aggrapparmi all’invocazione di un Infinito dal quale però ero al contempo terrorizzato. Mi sentivo perduto.
Se penso a tutti i diamanti che mi sono ritrovato nelle mani dopo essere uscito da questo pozzo buio e oscuro, mi commuovo dalla gioia e dalla gratitudine per esserci finito.
Uno di questi diamanti siete voi, carissimi amici e amiche di Darsi Pace: sei tu Paola, sei tu Alessandro, sei tu Marco, sei tu Peppe, sei tu Emanuele: siete voi, tutti voi, dal primo all’ultimo, che con sobrietà ed umiltà condividete questo percorso, nel quale mettete con coraggio in gioco la vostra vita.
E che cosa ho ricevuto dall’esperienza di Darsi Pace? Una pozione magica che ha risolto tutti i miei problemi in un batter d’occhio? No: ma accoglienza umana e sano realismo;
una fanatica illusione velleitaria e grossolana, attorno alla quale compattarsi facendo del mondo un nemico cattivo? No: ma un pensiero filosofico lucido, che mi ha fornito una mappa per orientarmi e dare un senso nuovo alla difficile fase personale che vivevo, permettendomi di contestualizzarla nella fase difficile che vive l’umanità sulla Terra; una fede magica, in un Dio che fa sparire ogni ombra e risolve ogni male? No, ma la cosa più preziosa del mondo: un metodo, dato gratuitamente, che armonizza in una sintesi creativa la dimensione filosofico culturale con quella psicologico-introspettiva, la spiritualità cristiana con i preziosi contributi delle religioni asiatiche. Un metodo dato gratuitamente, utilizzabile liberamente, con cui poter affrontare e trasformare in energia positiva sostanzialmente qualunque cosa.
Il regalo più grande, infine, lo trovai in una frase che Marco pronunciò al primo incontro fisico a cui partecipai, durante il quale disse che le nostre sofferenze erano potenzialmente feconde e preziose. Il regalo più grande è stato questo contributo al risveglio di una consapevolezza decisiva dentro di me, che mi diceva che le mie sofferenze non andavano rimosse, ignorate, fuggite,
ma potevano rivelarsi un tesoro inestimabile se venivano comprese, accolte e trasfigurate,
perché iscritto nel mio dolore c’era il dono che io potevo essere per il mondo.
Capii che dovevo guardare con occhi nuovi le tenebre che mi facevano male, perché era dentro di esse che si stava già manifestando l’unica Luce che non cesserà mai di brillare,
nemmeno se in questa notte del mondo dovesse cadere anche il sole.
Poter avere contezza di questo, poter condividere con altri un percorso basato su questa speranza, per me fa concretamente, giorno per giorno, la differenza. Qui di seguito riporto una lettera di gratitudine che ho inviato a Marco qualche giorno fa, dopo essermi iscritto nuovamente ai gruppi. Volevo condividerla con tutti voi, per estendere a ognuno di voi, singolarmente, lo stesso sentimento di riconoscenza.
«Ciao caro Marco,
torno a scriverti dopo un po’ di tempo, perché pochi giorni fa ho inviato il modulo per l’iscrizione ai gruppi Darsi Pace, e quest’anno l’ho fatto con un’intenzione particolare, che vorrei tentare di esprimere con queste poche righe, perché mi sembra significativo condividerla con te.
Sono passati ormai 5 anni da quando, nel momento più difficile della mia vita, in preda a un’angoscia che non mi lasciava speranze, scrissi a tutte le persone di cultura che stimavo e che seguivo su YouTube, o di cui avevo letto i libri, per chiedere una mano, un parere, un consiglio; e rispondesti solo tu, dicendomi: «Caro Giacomo quello che offro lo conosci, un lavoro in gruppi di liberazione interiore e trasformazione del mondo».
5 anni; decine di ore di meditazione; centinaia di pagine di esercizi dopo, ancora aderisco. Aderisco al lavoro nei gruppi Darsi Pace con sempre maggior convinzione del grande valore di questa esperienza; di questa “scuola filosofica post-metafisica”, come l’hai chiamata una volta, dove il poetico non sta più solo nelle belle parole del poeta-filosofo, ma diventa reale nelle esistenze di persone in carne e ossa, che divengono costruttori di pace liberando le proprie vite, risanando le proprie anime, redimendo le proprie storie. Quest’anno sento un gusto particolare, un rinnovato slancio nel ricominciare (un po’ in ritardo per via di tutta questa baraonda che viviamo), mi sento felice di far parte di questo, e mi è venuta voglia di fartelo sapere. Dei gruppi Darsi Pace, caro Marco, serbo nel cuore non solo i benefici arrivati dalla fruizione dei contenuti di cui migliaia di persone possono godere nelle conferenze, nei video, nei libri, ma anche la testimonianza della coerenza con quei contenuti, sperimentata nel bene, nell’incoraggiamento, nel premuroso sostegno che ho ricevuto da te e da voi a telecamere spente, quando nessuno stava lì a guardare, se non il Padre che scruta il segreto.
Sono stati anni durissimi per me, al limite, eppure io so che arrivano gli anni più belli delle nostre vite; so che sarò, anzi già sono felice; sono persuaso della verità delle parole del Cristo nel capitolo 11 di Giovanni, quando dice che se Lazzaro è stato male, questa sofferenza non era per la morte, ma per la manifestazione della luce vera, quella che illumina ogni uomo proprio perché splende nelle tenebre. Sono certo che questa vita si manifesterà anche dentro di me, e quando questo diverrà reale, allora nel racconto di questa mia storia ci sarà anche scritto Darsi Pace.
Ti abbraccio e ti ringrazio di cuore, caro Marco, forse non sono parole adatte da dirsi a un filosofo importante che stimo, il cui pensiero è stato decisivo per me,
però sono vere: ti voglio bene. Ci vediamo ai nostri gruppi».
Grazie di cuore Giacomo per questa tua testimonianza così vibrante e riconoscente anche nei confronti di Marco e del suo esigente Metodo per un rinnovato cammino di iniziazione Cristiana ! Mi / ci conferma che anche in giovane età come la tua è possibile attraversare le tenebre ed esultare sentendo e comunicando che in Via CRUCIS, consapevolmente attraversata si apre la Via LUCIS.
Buon Cammino quotidiano con il Natale , dentro il cuore a te , a tutti i darsi pacisti insurrezionisti e risorgenti!!!
Giuseppina
Grazie Giacomo per la tua vibrante testimonianza. Ti ricordo in un gruppo di condivisione con tutta l’energia della tua giovane età. Mi riempie di gioia vedere gli effetti che questo comune cammino ci porta, entusiasmo ritrovato, nuove energie, forza di testimonianza e una bella voglia di vivere data dalla consapevolezza che il percorso della scoperta di sé é infinito e ricco di sorprese. Un saluto a tutti voi di darsi pace.
Giuseppina, Francesca, vi ringrazio di cuore per il vostro ascolto profondo, e per la qualità di questi vostri commenti!
Colgo l’occasione per ringraziare anche Marco e la redazione per questa bella occasione di condivisione;
e infine rivolgo un caro saluto a tutti i praticanti dei gruppi Darsi Pace,
con l’augurio di vivere un Natale benedetto dalla nascita di Cristo nel profondo del nostro cuore in conversione,
quindi un pò più libero, quindi un po’ più mariano, quindi un po’ più “puro e disposto” a diventare una Stella.
Marco Guzzi e i gruppi Darsi pace stanno profondamente contribuendo al necessario come il pane cambio di epoca.
Domande a Magister
Dicembre 21, 2020 / gpcentofanti
Nell’articolo http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/12/21/due-papi-due-agende-per-benedetto-la-priorita-e-dio-per-francesco-l’uomo/ viene toccato il punto decisivo che sta alla radice di ogni crisi attuale, anche la più concreta. Specie dal tempo di Galileo si è sempre più teso a confinare la fede e la coscienza nell’ambito di un’anima disincarnata sottoponendo ogni altra problematica al vaglio di un’astratta ragione. Lasciando dunque ulteriormente fuori anche il resto dell’umano, già poco considerato dalla spiritualità di allora, con forti venature platoniche.
Sperimentiamo nei secoli le tragiche conseguenze del sottile prevalere di questi schematismi che tendono a spogliare ogni uomo di una viva, libera, ricerca umana e di un solo allora autentico scambio. Di una più diffusa e consapevole partecipazione.
Persino nella Chiesa si trovano ancora oggi accaniti difensori del razionalismo. Si può persino ritenere che il credere sia in parte questione di fede e in parte di ragione. Se nella propria coscienza si avverte un sì alla domanda se si crede in Dio quella è la fede. “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato ma il Padre mio che è nei cieli” (Mt 16, 17).
Certo tutta la propria umanità tendenzialmente si ritrova sempre più su questa scia e anzi, illuminata dalla grazia divina e umana di Gesù, si fa via anch’essa di discernimento dell’autentico Spirito di Cristo, che non viene a calpestare l’uomo ma a far fiorire gradualmente e serenamente, ben al di là degli schemi, la sua persona integrale.
Dunque il dono della grazia divina e umana e la via della persona umana. La coscienza spirituale e psicofisica nella Luce serena, a misura. Ridurre la via ad un’astratta ragione finisce come detto per scindere quest’ultima dalla coscienza e dal resto emozionale pratico del soggetto. Al punto che lo Spirito che illumina il cuore può venire considerato mero sentimento.
Una tale inesistente ragione può dunque tendere ad autonomizzarsi. La maturazione umana diventa preda di risposte schematiche, la varia scienza si separa da una autentica crescita integrale e diviene falsamente neutra. L’uomo concreto privo di adeguati, non astratti, riferimenti può tendere al pragmatismo.
In una tale cultura persino nella Chiesa si oscilla dunque tra quell’anima disincarnata che delega con sospetto tante conoscenze concrete ad una fasulla scienza; un razionalismo della dottrina da comprendere con il cervello e da applicare in modo variamente meccanico con la volontà; ed un pragmatismo che rifuggendo da tali astrazioni si tuffa nella vita pratica gettando per non pochi aspetti via il bambino dei riferimenti con l’acqua sporca dei moralismi.
Il riferimento della vuota, astratta, ragione, della mera tecnica, sta dunque conducendo l’umanità spogliata di tutto al crollo, sotto l’egida dei dominatori del tecnicismo del tempo, oggi la finanza e i potenti di internet. Il drammatico prevalere di questa struttura mentale chiusa in sé, scissa dal resto dell’umano, finisce per condizionare inconsapevolmente persino certi pastori nella Chiesa, persino ex propugnatori del marxismo e della giustizia sociale, mettendoli sulla scia di tale falsa, omologata, tecnica, umanità.
Nella Chiesa pastori possono combattere tra loro per difendere i succitati frammenti di umano. Un dialogo spesso impossibile a partire da tali chiusi riduttivismi e che finisce così nel dibattito pubblico ecclesiale per far prevalere il partito del papa del momento. Forse la gente può venire paradossalmente aiutata dall’alternarsi secco di tali orientamenti perché i pastori sono costretti a sentir parlare solo di uno essi e dunque a prenderli in considerazione. Così i fedeli possono venire involontariamente orientati a fare una semplice sintesi, a trovare nella vita concreta un oltre che prenda il buono di essi.
Una spiritualità (dall’anima disincarnata) in cammino graduale, sereno, a misura (dal pragmatismo), grazie e verso i riferimenti sostanzialmente immutabili della fede (dal razionalismo, dottrinarismo).
Nello sfacelo di questa distruzione brilla il germe di una vita nuova. Ancora una volta non sono i dottoroni e i notabili del tempo a rinnovare ma i piccoli del vangelo. Tornare all’uomo semplice nella Luce ora tendenzialmente, per grazia, meglio intuita serena, a misura della specifica persona. Libera formazione nella identità ricercata ed autentico scambio. Vissute vie di graduale uscita dall’astrattismo che sta uccidendo l’uomo.
Caro Giacomo,
c’è distanza cronologica tra noi, eppure ciò che condividi risuona profondamente anche in me, mi dice che nella unicità che ogni essere umano è c’è un luogo comune in cui siamo uniti, insieme.
E’ l’eterna Sorgente di vita che questo percorso ci aiuta a ritrovare contattando le tenebre che tanto ci terrorizzano e ci fanno male, come scrivi tu.
Grazie di essere tra noi e di camminare con noi lungo la via della liberazione interiore che trasforma il mondo e la Storia.
Giuliana
Cara Giuliana, ti ringrazio di cuore di queste tue parole.
Oltre alla “distanza” di cui parli, c’è tra noi, almeno da parte mia, anche una particolare prossimità,
che deriva dalla terra dalla quale provieni, la Lombardia, che, per averci lavorato per quasi dieci anni,
ho particolarmente cara ed amo molto, in modo tutto speciale.
Il mio legame con la tua terra è per me molto prezioso, e genera in me un’istintiva simpatia per i lombardi,
soprattutto quando, come nel tuo caso, incontro persone che della Lombardia mi ricordano i valori specifici e le qualità peculiari, descritte splendidamente da Manzoni nei Promessi Sposi.
Grazie di quello che dici, molto profondo e molto vero,
penso che poter non essere soli lungo questo percorso di liberazione interiore e trasformazione del mondo,
faccia davvero La Differenza.
Un caro saluto
Grazie, caro Giacomo, le tue parole sono proprio quelle che amo ascoltare, quelle che mi consolano, e mi invogliano a continuare in questa opera, che cresce ogni giorno nel cuore di tante persone, nei nostri corpi, donando magari solo un piccolo ma reale sollievo. Quanto basta. Un abbraccio. Marco
Grazie di cuore a te, per le tue parole, caro Marco,
che tante volte mi hanno protetto, orientato, sostenuto, compreso.
Ad Alcatraz alleva canarini.
I pensierini in gabbia.
Ma non accondiscende
Alla schiavitù. Fa lo scemo
Piuttosto, ride con tutti,
Vaneggia, parla a vanvera, sospira.
Non ha di mira altro che la fuga.
Per il resto non gli importa niente.
Sembra obbediente perché cospira.
Mi dice: “Questa reclusione
Preserva la tua vita
Marcita, farcita
Come un porco. Meglio gli squali
che vivere da schiavi. Meglio la lotta
Nell’onda che ci porta via”.
Gli ho messo nelle mani la mia vita.
Ci proviamo. Ora prendiamo
il largo
“e il tuo tormento
prende un non so che
di santità”.
Caro Giacomo,
mi hai fatto salire le lacrime agli occhi, l’intensità e la verità di ciò che scrivi la vivo nel mio corpo i sentimenti che provi sono anche i miei sentimenti e la gratitudine è la stessa.
Anche per me è valida la frase bellissima che scrivi: “Se mi si togliesse l’esperienza di attraversamento delle mie sofferenze, mi si priverebbe anche dei regali più preziosi che la vita ha voluto donarmi. Tra questi regali c’è senza dubbio l’esperienza nei gruppi Darsi Pace.”
Allora penso che c’è davvero un destino comune che unisce le anime pronte ad ascoltare in primo luogo se stessi, senza veli e senza troppe paure, nella certezza che le tenebre sono già state sconfitte e la luce del nascente brilla nei nostri cuori affranti e doloranti, ma pieni ancora di speranza, una speranza da riaccendere ogni giorno di nuovo con grande pazienza, umiltà e coraggio.
Penso che siamo davvero un dono reciproco e possiamo essere davvero una umanità nuova e sempre più gioiosa!
Quello che abbiamo ricevuto possiamo lasciarlo sgorgare come un fiume in piena, solo così la nostra gioia sarà piena! Ti abbraccio.
Daniela
Grazie cara Daniela per questo meraviglioso commento.
Ricambio l’abbraccio e ti faccio tanti auguri di buon Natale ?
Caro Giacomo,
ho letto questo tuo scritto solo oggi e sinceramente mi ha davvero commosso… è stato un bellissimo regalo di Natale leggere la tua testimonianza, nella quale ho ritrovato anche la mia storia di sofferenza e di Luce ritrovata, grazie a Darsi Pace e ai tanti compagni di percorso come te!
Ti abbraccio con affetto.
Buon Natale!
Ciao cara Maila,
grazie di cuore per questo commento,
ricambio l’abbraccio e gli auguri di Buon Natale!
Caro Giacomo,
grazie per il tuo testo intriso di poesia, cioè di verità. Per curiosa sincronicità leggo questo tuo scritto in associazione con il saggio “Poesia” delle “Dodici parole” e avverto la medesima risonanza. Che bello che tu dici – dalla esperienza vissuta e non dalla teoria! – “capii che dovevo guardare con occhi nuovi le tenebre che mi facevano male, perché era dentro di esse che si stava già manifestando l’unica Luce che non cesserà mai di brillare, nemmeno se in questa notte del mondo dovesse cadere anche il sole.”
Così penso a quanto ho appena letto sui poeti del Novecento, dove Marco acutamente svela il loro proclamare la luce anche nel momento più fitto delle tenebre. Capisco di nuovo che la poesia non è un orpello culturale (purtroppo si tende a pensare così) per sfaccendati, ma uno strumento di conoscenza indispensabile in questo tempo. Guzzi lo dice chiaramente e coraggiosamente, e gli sono tanto grato anche per questo suo amore per la poesia, che elabora e trasmette come parte essenziale del cammino di guarigione.
Ma tu stesso lo fai vedere come esperienza vissuta, vera, di carne e sangue. Così le restituisci la dignità che questo “sistema di mondo” distratto, nichilista, dimentica. O vuole dimenticare, nel tentativo di disinnescare la carica messianica e rivoluzionaria che ogni vero poeta, porta. E che invece noi vogliamo ricordare, e vivere. Aiutati dai maestri, e da una strada da seguire, che tu ben dici.
Grazie di cuore, e auguri!
Ammazza, caro Marco.
Non sono abituato a tanto rispetto, a tanta profondità, a tanta attenzione alle mie parole.
Mi sono riletto il tuo commento due o tre volte prima di rispondere, perché ogni parola che usi è davvero un dono grande e prezioso.
Ti ringrazio davvero di cuore,
e ti saluto con dei versi di Hölderlin che Marco Guzzi cita sia nel libro “La profezia dei poeti”, sia nel saggio su Hölderlin in “L’Insurrezione”, due testi fondativi per me in questa fase del mio percorso.
«È bene reggersi
Ad altri. Nessuno sopporta la vita
Da solo».
La qualità della tua risonanza al mio scritto, mi aiuta a realizzare ancora meglio quanto siano vere queste parole di Hölderlin.
Un abbraccio grande e grazie ancora
Carissimo Giacomo avendo avuto il piacere di conoscerti e leggendo questa bellissima testimonianza penso che davvero il nostro movimento compie miracoli. Uno di questi è guadagnare il prezioso contributo che giovani colti, sensibili e profondi come te possono dare al mondo. Un abbraccio particolare Gabriella
Concordo in pieno con te cara Gabriella.
Penso che la gentilezza, la sobrietà e la buona educazione con cui si viene accolti nei gruppi, consentano alle persone di esprimere il meglio di sé, e credo che questo sia davvero un miracolo, che non viene per caso, ma è un frutto dello Spirito, che premia la perseveranza nel lavoro interiore di tante persone meravigliose.
Grazie del tuo commento, ricambio l’abbraccio, un caro saluto!
Grazie Giacomo, mi aiuti a non disperare . Sul finale del mio settennio di Darsi Pace, mi accorgo che ciò che credo di credere conta poco. Credere è facile, anche il demonio, crede in Dio, diceva il poeta che cantava la Speranza dei miei giovani anni, padre Davide Maria Turoldo. Sperare è più difficile di credere ! La fatica è la Speranza ! Sperare, ovvero, desiderare davvero che avvenga quello che tu credi è l’impresa più grande per me, ma ci sto sopra ! Testimonianze gioiose come la tua, mi aiutano a non disperare, e a ritrovare un senso di freschezza per rilanciare in me il coraggio delle mie speranze, quelle che purtroppo vivo molto da solo, per cui ne approfitto e mi appoggio a allo Spirito che è nel tuo grato consiglio: ” E’ bene reggersi ad altri. Nessuno sopporta la vita da solo». Così, adesso qui mi appoggio a te, alla tua speranza gioiosa.
” E’ bene reggersi ad altri. Nessuno sopporta la via da solo” grata citazione di Holderlin a chi mi affido e che tu caro Giacomo citavi riferita da Marco nel suo testo L’ INSURREZIONE. Incuriosito sono andato a riprenderla a pag. 84 : fa parte del Secondo Seminario dedicato a HOLDERLIN ” Rivoluzione storica e svolta antropologica. Cristo e grecità”. Qualcosa di tosto e profondo in cui mi immergerò . Un invito alla lettura dei testi di Marco che accolgo volentieri. Tornare al libro dopo tanti video di Marco Guzzi su Youtube sento che è un buon progetto per il prossimo 2021. Perciò Buon nuovo Anno di lettura e pensiero a tutti. Nel 2021 metterò gli occhi del cuore sulle parole nude e nascoste nei libri …. sento che troverò voci che aspettavano anche me !
Ciao Giacomo, grazie Marco.
Ti ringrazio, caro Ivano, di queste tue preziose parole. Concordo con te su tutto quello che dici, in particolare sull’importanza della speranza.
Il poeta dei miei anni di liceale
era un giovane uomo fiorentino che, quando si trovò a dover descrivere la condizione dei dannati all’Inferno, scrisse che
“nulla speranza li conforta mai”.
Riguardo poi alla citazione a cui fai riferimento, proprio in questi giorni di festività natalizie ho riletto integralmente sia “La profezia dei poeti” che “L’Insurrezione dell’umanità nascente”, dove si trovano quei versi di Hölderlin. Sono due libri davvero importanti e preziosi per me.
Infine, sono molto contento che questa mia condivisione ti sia stata in qualche modo utile, ne sono davvero felice.
Ti faccio tanti auguri di buone feste, e ti mando un abbraccio e un caro saluto!
Grazie, caro Giacomo, tanti auguri anche a te per Nuovi Inizi e per restare sempre sereni dentro ogni tempesta. L’Opera divina è sempre in corso. Un caro abbraccio .
Caro Giacomo mi ha fatto tanto piacere leggerti e sentire la forza della tua persona da sempre in vera ricerca .
Esprimi delle cose che mi aiutano a sentire la speranza della vita al di là di un fare; mi sono iscritta al primo anno perché da 3 anni vagavo alla ricerca di un qualcosa che parlasse di Dio mettendo Gesù al centro e di me con Dio .
Le parole di Marco che ascolto sempre negli interventi che trovo su you tube , trovano spazio e accoglienza nel mio cuore , un linguaggio che sento che mi corrisponde e mi fa vibrare alla vita .
Ogni giorno pratico e la lucidità della mente che avverto è una cosa straordinaria .
Grazie
Grazie a te, cara Paola, di queste splendide parole ?