Con grande gioia pubblichiamo questo testo che ci ha inviato l’amico Fabio, che, con la moglie Paola, ci segue da tanti anni dal Friuli Venezia Giulia.
Nel video la sua lettura della poesia di Marco è stata animata dalle immagini scelte da Giuliana Martina (responsabile dei Gruppi Darsi Pace per la Lombardia), con il montaggio di Antonietta Valentini (responsabile provinciale di Forlì e per l’Estero), in una sinergia interregionale che dice molto sulla ricchezza delle relazioni che nascono nel nostro movimento: amicizie profonde, basate sulla condivisione di un cammino iniziatico reale, e capaci di generare frutti preziosi, di sviluppare la creatività di ciascuno.
La forza di Fabio nel penetrare la parola poetica, nell’animarne il senso, nutrendosene e traendone vita è davvero contagiosa: spargiamo perciò questo contagio benefico che arriva dalle dimensioni dello Spirito!
“Il cielo ci aiuta sempre con la più grande dolcezza”
(Beata Benedetta Bianchi Porro)
Alcune amiche tempo fa mi avevano chiesto di leggere la poesia di Marco Guzzi “Dal parlatoio” (Nella mia storia Dio, Ed. Passigli, 2005, pag 126), provando poi a raccontarla secondo il mio sentire.
Spesso in quest’ultimo anno mi è stato prezioso riprenderla per affrontare la drammatica vicenda famigliare che mi ha visto perdere, nel breve tempo di un mese, prima mia suocera e poi mia madre, alla quale ero profondamente legato.
Ripetere e meditare i versi di questo testo mi è servito anche per accettare la mia condizione fisica e per riuscire a convivere con le limitazioni imposte da una grave malattia cronica, che mi angoscia.
Come molte poesie di Guzzi anche questa è divisa in due parti e due sono le voci che intervengono: quella dell’io umano, che sente la prigionia terrena, e quella dell’io Divino, che interviene dando le sue indicazioni per trasmettere una forza che proviene da un alterità che chiamiamo Cielo.
Nella ricerca di un senso della vita e con la potente forza del credere, ai confini dei limiti terreni, oltre le grate di separazione è possibile intravedere o percepire un altro e più alto orizzonte.
Nel momento in cui le grate divisorie si sciolgono, i limiti sfumano e scompaiono. Non c’è più separazione tra cielo e terra, non c’è più odio: è la Parola percepita come divina che interviene, diventa totalmente curativa e di completa guarigione.
Sento le “gocce medicamentose” di questo testo come parole mariane: infatti Maria é la Madre di Dio, del Buon Consiglio, la Consolatrice, il Rifugio, la Porta del Cielo…, ed io in questo testo ritrovo proprio consolazione, rifugio e salvezza. La mia anima scorre verso il candore immacolato di Maria in un percorso inedito di pensieri, sentimenti, idee da offrire con entusiasmo e piene di un nuovo vigore.
In questo livello di coscienza non ho più bisogno di conformarmi ai canoni che questo mondo impone, non devo rivestire l’armatura che la cultura dominante invia con la sua pubblicità martellante e i suoi diabolici WhatsApp di seduzione. Il mio essere può continuare più libero il suo percorso in questa vita: ciò che conta è solo la capacità di abbandono nel diventare canali di un contagio del divino.
Ricordo un canto che avevo imparato da ragazzo in cui, dopo la trasfigurazione sul monte Tabor davanti ai suoi apostoli, Gesù li invita a stare in mezzo al mondo, sebbene loro affascinati volessero rimanere fermi. “Ma il vostro posto è là, là in mezzo a loro; l’amore che vi ho dato portatelo nel mondo.”
Così nel Parlatoio la voce divina interviene con forza, rassicura e ordina:” spargi il mio contagio”.
La parola contagio oggi suscita in noi immagini di paura e di morte, ma anche quello di Cristo è un contagio, ma a favore della vita. Non viene per distruggerci, ma proprio per salvarci, portandoci sempre e solo luce, guarigione, amore grande e sconfinato.
DAL PARLATOIO
“quello che ascoltate all’orecchio,
predicatelo sui tetti’
(Matteo 10, 27)
Dal parlatoio dell’altro mondo
Io sento il tuo respiro
Di visitatore.
Dalle grate
Che sfumano io avverto
Venire le parole, e la legione
Virale dissiparsi.
Non c’è più odio.
“Credimi!
È forte la parola che ti mando.
La guarigione
Passa per gocce
Medicamentose, per idee.
Scrivile
Tu.
È il ricostituente
Planetario.
Non c’è armamentario
Che ti serve. Va come sei.
Spargi il mio contagio”.
(Marco Guzzi, Nella mia storia Dio, Passigli Editor
Commossa e riconoscente mi sento contagiata dalla forza potente e creatrice della Parola poetica che risuona profonda nella voce di FABIO.
Condivido la Gioia di tutti gli amici di lunga data di D.P e considero un grande Dono dell’Amico Gesù la lunga catena di Amicizia nata e sempre nascente tra tutti gli incamminati di D.P, a partire da MARCO E PAOLA, FABIO E PAOLA, GIULIANA E ANTONIETTA…
LA catena interregionale che ha contribuito alla realizzazione di questo Video è segno tangibile della continua ed inesauribile ricchezza che anima il cammino del percorso iniziatico di D.P chiamato a spargere un contagio Planetario per imparare a fare di virus Virtus e a trasformare l’odio in Amore.
Buon cammino di Liberazione umana divina cosmica. Un abbraccio areospaziale
Giuseppina
Grazie Fabio,
mi emoziona sempre ascoltare la tua voce che interpreta Marco. Grazie di questo bellissimo dono.
Un caro saluto
Maila
….e grazie anche alle amiche Giuliana e Antonietta per averle animate.
Ciao Fabio, grazie per averci donato la tua voce e la tua intensa interpretazione per queste parole.
Parole che già di per sé sono manifestazione di uno Spirito che si dona mettendo fiducia in chi lo ascolta.
E’ interessante che il medicamento passi per idee. Sono convinto che ciò che ci passa per la mente non sia solo un rimbombare delle nostre esperienze, ma al di là di questo, e insieme a questo, ci sia una voce che ci consiglia. Più facciamo ordine nelle nostre menti, più ci affidiamo ad essa, e più questa voce diventa chiara, distinguibile dal rumore di fondo. Allora le idee diventano il punto di partenza del creare cose nuove, del “riparare la mia casa” come disse un’altra volta quella voce a s. Francesco.
Nel nostro sentirci gocce, dal forte rischio di evaporare e disperderci per sempre, ci dice anche che siamo abbastanza, che non dobbiamo preoccuparci, non ci serve altro. Che sollievo, che meraviglia!
Sono contento di essere riuscito a condividere con voi, amici di DP, questo lavoro impreziosito dalle amiche Giuliana e Antonietta che ringrazio di cuore.
Buon cammino nel nuovo anno che speriamo di affrontare tutti con rinnovata energia.
Un abbraccio,
Fabio
La rivoluzione sociale della semplicita’
Gennaio 25, 2021 / gpcentofanti
Lo sfacelo galoppante della società attuale sembra avere le sue origini nello scientismo che ha preso sempre più il sopravvento nella cultura. L’uomo si è rinchiuso in una sua inesistente, riduttiva, astratta ragione perdendo la propria umanità. Si è spenta la ricerca alla luce della identità liberamente cercata e del solo allora autentico scambio con ogni persona di ogni credo, filosofia. Così l’uomo viene svuotato e reso facile preda delle manipolazioni di una formazione e di una informazione gestite a senso unico dal potere.
Il razionalismo si è via via sempre più introdotto nella scuola con l’aura di una evidentemente falsa neutralità. “Non si può educare alla luce della fede cristiana per rispetto di chi cristiano non è”. E nella Chiesa si può essere stati talora impreparati ad un equilibrato discernimento, accettando questo falso neutralismo invece di controproporre, almeno nei tempi e nei modi adeguati, il binomio libere identità e scambio cui accennavo sopra.
Il falso neutralismo della ragione astratta è stato dunque il cavallo di Troia per diffondere il politically correct del sistema, secondo un suo sviluppo culturale e storico per certi versi consequenziale. Le grandi ideologie ed il loro fallimento, il nichilismo, fino al falso, omologante, solidarismo odierno.
Il razionalismo comporta una comprensione riduttiva, astrattamente concettuale e dunque un mero fare, spirituale, morale, un funzionare psicologico, in ogni cosa in fondo finendo nel tecnicismo. Bisogna tornare alla libera formazione, di cui sopra e dunque ad una rinnovata, plurale, partecipazione, a cominciare da cultura e informazione.
Una ricerca dunque più viva, perché tendenzialmente in vissuti percorsi e in vissute condivisioni. Un percorso dove la persona è stimolata a cercare l’autentica sé stessa, un benessere autentico che aiuta a comprendere e a superare paure, ferite, risposte fasulle, che possono complicare la propria esistenza. Un cammino di discernimento sempre più profondo ed equilibrato che rende più consapevoli di sé, dell’altro e dei veri nodi della vita anche sociale. Uscendo dai formalismi istituzionali di una cultura intellettualisticamente vivisezionata in branche e così più facilmente preda delle logiche di apparato. Tornando invece alla crescita e alla condivisione autentiche, vie di una viva ricerca del vero e così anche di più adeguate competenze e di meglio vissuti ruoli.
Vi è da sperare che non sia la distruzione totale di una società svuotata, manipolata, schiavizzata, a costringere i superstiti, se ve ne saranno, a cercare le vie autentiche dell’umano. Chiunque cerca sinceramente sé stesso sta così su una via di salvezza per la stessa umanità tendenzialmente superando il mero “funzionare” ad ogni livello.
Caro Giampaolo, ti ringrazio del tuo commento ampio e molto profondo che in conclusione mi ha ricordato una trasmissione di M. Guzzi del 1998, quando in “Sognando il giorno” Marco leggeva questi due passaggi che riporto di seguito.
Un caro saluto
Trasmissione del 20.8.1998:il primo pensiero è tratto da un testo Sacro indù di oltre 2500 anni, il secondo pensiero da San Bernardo periodo medievale.
“Nella città di brama, che è il corpo, c’è il cuore, e nel cuore c’è una piccola casa. Questa casa ha la forma di un loto. In essa dimora ciò che va richiesto, cercato, e realizzato.”
“Molte sono le scienze coltivate dagli uomini, ma nessuna è migliore della scienza con cui l’uomo conosce sé stesso; per questo ritornerò al mio cuore, e mi renderò familiare il dimorarvi, in modo da esaminare la mia vita e conoscere me stesso.”