Corro, normalmente all’alba, ma di notte, si può creare
la magia…questa è la mia piccola oasi.
Sono nella mia città, Napoli, una terra che vive e che ti fa vivere
in un modo tutto suo, che Goethe descrisse come uno
“stato di ebbrezza e di oblio di se stessi”.
Quando dorme, questa città si veste di un fascino che squarcia il cuore! C’è quella pace, quella follia che il silenzio regala, e d’improvviso uno spettacolo si apre davanti ai miei occhi:
cerco di tenerlo in me, gli sono grata e mi rendo conto di quanto io sia un micro granello di sabbia.
Non riesco a descrivere la meraviglia, ogni volta l’emozione è così forte, piccole lacrime accarezzano il mio volto, inizio a sorridere.
I pensieri si proiettano talmente veloci in avanti che manca il respiro. Nella mia mente risuonano le parole semplici di un cantautore,
un poeta, che meglio descrivono ciò che guardo.
Così continuo la mia corsa facendole echeggiare…
“A volte io mi fermo, qualsiasi cosa faccia, un piccolo pensiero si stacca da me. Lo vedi trasparente alzarsi sopra i tetti, sfruttare le correnti per raggiungere te.
…Ma nel segreto di un silenzio ti sto chiamando, io guardo lontano, più forte.
…E parlo con te, ogni sera, di piccoli progetti senza fretta, spalanco il cielo, è luna piena e stasera vengo da te.”
Mi capita spesso di staccare il mio pensiero dall’indolenza dei nostri giorni, lasciandolo libero di volare: è così che incontro la bellezza e ogni volta mi sembra di sorridere e piangere per la prima volta, è come nascere nuovamente, questo mi fa sentire accolta dall’universo. È come se Dio spalancasse le braccia e stesse aspettando solo il mio andargli incontro. Così, ti ritrovi in una poesia, nei versi di una canzone e alla fine dividiamo tutti, nello stesso istante, lo stesso respiro.
°°°
Quando di notte sono vicina al mare, dei gabbiani mi volano sopra e finalmente la città è tutta per loro e per me.
Così il vento, che mi passa tra i capelli, non è solo vento, a volte, può essere il pensiero di qualcuno…una benedizione.
Questo mi permette di vivere una vita come se fossi un colore, ogni volta diverso, colori di luce e di buio, che poi sono integrati nel vivere perché solo ciò che è luce ha la capacità di morire; le linee di un pittore che crea il suo dipinto, dove ogni cosa sembra essere al suo posto in quel piano divino che troppo spesso non vediamo, ma che può realmente compiere un destino.
Non a caso, sono “capitata” in Darsi Pace, in una fase della mia vita in cui mi sentivo come se avessi perso e tradito me stessa! Poi, col tempo, ho capito quanto il caos, il disordine, il dolore che ti soffoca, erano quei colori, quel buio, necessari per far crescere il seme e iniziare ad uscire dai labirinti creati dalla mente. Un processo in realtà finalizzato a comprendere che la vita è un apprendimento continuo, una possibilità per andare incontro alla realtà più vera del nostro essere.
Ero praticamente sottoterra e per la prima volta me ne stavo accorgendo. È come se tutto doveva essere, potere iniziare esattamente da qui…scardinare ciò che mi hanno “impiantato” e ciò che ho contribuito a creare, per vedere quel che di vero può esistere.
Ma il difficile sta nel lasciarsi andare, accettare che anche dentro di te, abitano delle brutalità dalle quali sollevarsi.
Così inizi a smantellare, a intraprendere un sentiero diverso.
Hai gli stessi capelli, lo stesso corpo, ma non il modo in cui guardi le cose. La vita non è esattamente quella che la società ti dice di essere; la vita è quella che tu vuoi essere quando tocchi il tragico della tua esistenza e capisci che proprio lì può esserci la tua salvezza.
La figura intellettuale e morale che ho pian piano scoperto, Marco Guzzi, mi ha dato uno spiraglio in questo spazio di vita sparuto e “vissuto.”
Non riesco a dire cosa sia cambiato nella mia vita, posso forse esprimere, cosa ho ri-trovato.
Ho iniziato a parlarmi con la stessa confidenza con la quale facevo una volta, a riprendermi me stessa, a coltivare quell’arte della consapevolezza, il lento assaporare ogni cosa, del vivere con gusto e appassionatamente, dello stare in quello che faccio senza distrarmi, la gioia dell’Uno e non del molteplice.
So di essere ancora molto, troppo lontana dal comprendere, so che il cammino è lungo, lunghissimo, che ci saranno numerosi ostacoli dinnanzi a me, che probabilmente faranno male, eppure c’è qualcosa che mi spinge a rimanere, qualcosa che mi da la forza di rilanciare la mia vita, per uno sviluppo della coscienza autentico, come un tempo propizio, che qualifichi ogni mio passo, ogni mio gesto, ogni mia parola.
Sentire nel profondo, che mistero sia la mia vita. Come vivo.
Come abito questo mondo. Come ripete continuamente il professor Guzzi: “Chi sono e perché compio le azioni che compio.”
Capire che niente è scontato, e men che meno dovuto, nel nostro vivere.
La persona che mi segue in questo mio cammino di iniziazione è Aurelio, che mi ha consigliato di provare a scrivere di me, accettando anche in un certo senso i miei limiti. La delicatezza, l’umiltà, la pazienza nell’abbracciare le mie parti contrastanti e contraddittorie, quell’accoglienza piena di Grazia, mi permettono di non avere troppa paura, di venire fuori pian piano, di scoprire e scoprirmi, di non nascondere le mie fragilità.
Così non mi sento sola, avverto la mia mente, il mio cuore aprirsi alla preghiera, talune volte avverto l’energia del mio spirito, quella sensazione di leggerezza, di vuoto che è pienezza, di libertà, di pace che riesce a sfamarmi e farmi sentire bene.
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Forse sta davvero nascendo qualcosa in me, quel desiderio d’imparare, di vivere nell’anima del mondo e continuare a perdermi nella profondità del vivere, come dice ancora Guzzi: “conoscermi in modo serio e smetterla di raccontarmi balle”
per essere così come si è.
Non so chi leggerà le mie parole, Per me non è facile espormi e farle leggere ad altri. Conosco ancora pochi dei compagni di viaggio, ma in un certo modo, vi sento. È come una rete invisibile che ci sostiene tutti e so’ che accadrà anche di incontrarci…la comunità darsi pace è nelle mie preghiere!
Vi saluto con una frase di una preghiera di Madre Teresa di Calcutta, che il mio sguardo incrociò durante il cammino verso Santiago: “Finché sei vivo, sentiti vivo!”
Buon cammino a voi tutti cari amici!
Con stima e affetto
Grazie! Le tue parole mi hanno scosso in un semplice pomeriggio di torpore, a casa.
Inizio ancora a camminare con sincerità, dentro di me. Con questo gruppo, dove sono da una quindicina d’anni.
Grazie e auguri! Mariapia
MariaPia, grazie a te che accogli e ti lasci scuotere dalle mie sensazioni, fino a farle risuonare in te, permettendoti di cogliere l’attimo.
Un caro saluto, buon cammino.
Francesca
Grazie delle tue parole, Francesca, mi ci voleva questo tuo soffio di libertà e consapevolezza, come le tue notti napoletane a scoprire, ad osservare, ad emozionarti. Ecco: assaporare tutto con calma, essere completamente in quello che si sta facendo. Me lo hai ricordato, ne avevo bisogno. Spero di incontrarti prima o poi e buon lavoro!
Simonetta
..cara Francesca.. compagna delicata nel viaggio della vita… le tue parole mi uniscono a te inaspettatamente.. aprendo una semplice lettera in questo oceano elettronico..Grazie di averci donato il tuo cuore, il sapore dell’alba, del mare e del vento . Arriverci!
Silvana
Cara Francesca, mi hai riportato a giorni della mia tarda adolescenza quando d’estate, dopo cena, mi rifugiavo in una stanza da sola, aprivo la finestra e rimanevo ore ascoltando il silenzio della notte, ammutolita da tanta bellezza è commossa fino alle lacrime. Un ritornare a me nella calma accogliente del cuore. Mi è sempre piaciuta la notte, il tempo che pare fermarsi, l’acquietarsi del vivere quotidiano per lasciare spazio ai viaggi dell’anima. Grazie della tua condivisione, in cui ritrovo molto di me stessa. Eleonora
Cara Francesca ti ringrazio di cuore per aver condiviso i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti in relazione alla tua splendida città che in realtà è stata per tanti anni anche la mia . E proprio per questo le tue parole sono vive nel mio pensare e nel mio cuore come se fossi li . Momento meraviglioso in cui sperimento lo Spirito.
Ti sono profondamente grato un bellissimo dono inaspettato
Stefano
Cari compagni, le vostre parole innaffiano il mio cuore di pace e armonia.
Vi ringrazio tutti, per avere condiviso ricordi, emozioni. Per esservi lasciati raggiungere dalla luce della mia città, per avere guardato dalla mia prospettiva. Per la vostra accoglienza fraterna.
Darsi pace, voi, mi permettete di interrogarmi su me stessa e sul mondo, sentendo una familiarità, un legame, che mi lascia alzare lo sguardo, sentirmi libera, così come accade quando la natura mi regala un abbraccio facendomi sentire parte di essa.
Spero fortemente di potervi incontrare, presto.
Un caro saluto a voi tutti, con affetto e stima.
Francesca
Grazie delle tue parole, Francesca, mi ci voleva questo tuo soffio di libertà e consapevolezza, come le tue notti napoletane a scoprire, ad osservare, ad emozionarti. Ecco: assaporare tutto con calma, essere completamente in quello che si sta facendo. Me lo hai ricordato, ne avevo bisogno. Spero di incontrarti prima o poi e buon lavoro!
Simonetta
Grazie cara Francesca. Ho letto questa tua pagina questa mattina appena sveglia e mi ha aperto il cuore. Trovo coraggioso e generoso il tuo aprirti a noi, persone che non conosci direttamente, ma che condividono questo percorso che mette a nudo la nostra imperfezione, ma ci guida nella scoperta di qualcosa di nuovo , qualcosa di inaspettato che si svela un pochino ogni giorno. Grazie ancora di avermi permesso di iniziare la giornata con questa comunione di intenti anche faticosi, ma stupefacenti.
E mi permetto anche di dirti che scrivi benissimo il tuo amico ti ha dato un ottimo consiglio. Leggerti è una poesia per l’anima
Stefania
Il tuo nome,Francesca,il mio cammino e la Madonna di Lourdes mi portano a ringraziarti e ad esserti in qualche modo Amico e compagno di viaggio.Nella mia esperienza di vita ho capito che nulla è a caso.Grazie per le tue dolci parole.
Cara Francesca, è con immenso piacere che ho letto le tue riflessioni, veramente nulla avviene per caso. Da quando ho scoperto Darsi Pace e il prof. Guzzi ho trovato finalmente qualcuno che da voce al mio sentire e tante persone come te che condividono questa ricerca interiore. Grazie.
Cari compagni, ho davvero difficoltà a rispondere. Mi avete emozionata da non trovare parole adatte per ognuno di voi. È come se mi aveste “invasa” di un senso di serenità e di dolcezza, non ho parole davvero.
Vi sono infinitamente grata, è davvero esplosa in me una benefica rugiada!
Cara Stefania, non so se è dovuto a questi tempi così ostili e incerti, se sia il destino oppure il caso che ha portato a raccontarmi così, ma il mio scritto è un innocente desiderio di sincerità, di liberatoria gratitudine alla vita. Le tue parole, mi hanno emozionata molto, grazie per questo.
Carissimi Fiorella, Roberto, non credo affatto sia un caso il nostro essere qui…
Se i nostri corpi fossero delle sale di quelle vecchie, magiche biblioteca, allora ognuno di noi avrebbe delle stanze dove conservare tutto ciò che la vita ci offre sotto forma di ricordi… Con voi, si è aperta una nuova emozionante e luminosa stanza, ed oggi ho qualcosa di voi chi iniziò a custodire.
Ancora, infinitamente vi ringrazio dal profondo del cuore. Un abbraccio, che possa raggiungervi.
Francesca
La libera ricerca di sé, il libero dialogo, sono la via di rinascita anche della società dallo sfacelo del mero tecnicismo a tutto campo, che sta conducendo la società verso il crollo.
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